paracadute
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paracadute
E' da qualche giorno che provo a cercare su internet, senza risultato, dove o qualcuno che vende paracaduti per aliante. Mi spiego meglio, considerato che di alianti non mi intendo, mi risulta che per volare in aliante sia obbligatorio il paracadute, quindi cercavo dove sia possibile acquistarne uno anche usato, o meglio solo usato. Qualcuno a info a proposito??????????
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Re: paracadute
a volte i club vendono il loro usato - comunque funzionante e periodicamente controllato - oppure ti puoi rivolgere ad un rivenditore di materiale per il volo a vela:minsk ha scritto:E' da qualche giorno che provo a cercare su internet, senza risultato, dove o qualcuno che vende paracaduti per aliante. Mi spiego meglio, considerato che di alianti non mi intendo, mi risulta che per volare in aliante sia obbligatorio il paracadute, quindi cercavo dove sia possibile acquistarne uno anche usato, o meglio solo usato. Qualcuno a info a proposito??????????
http://www.glasfaser.it/it/profile/profile.aspx
ad esempio commercia in carrelli ed alianti usati (oltre ad avere un officina per le riparazioni)
qui invece se ne vedono un po’:
http://glider-equipment.nl/catalog/inde ... ath=44_112
oppure per l' usato prova a chiedere qui : http://www.postfrontal.com/forum/
ricordo che i paracadute d' emergenza non sono gli stessi che si utilizzano per i lanci programmati, quindi, per cosa ti serve ?
centra con la qualità dei velivoli bielorussi ?!

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Re: paracadute
Il mio amico istruttore di PPL e' amante anche del volo a vela e qua a Minsk Bielorussia dove vivo, i costi sono esagerati. Mi ha detto che in Italia si possono trovare usati ed efficenti. Mi servirebbe come paracadute di emergenza, di quelli che si indossano dietro la schiena, non sono molto grandi e ingombranti e servono credo in caso di avaria dell'aliante. Spero tu possa capire cosa intendo perche' io purtroppo di alianti non me ne intendo.
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Re: paracadute
più che avaria in caso di “grave menomazione del velivolo”.
Comunque capisco, però ti avverto che anche il velivolo deve essere predisposto; non intendo sistemi complicati di eiezione e apertura automatica, ma semplicemente avere lo schienale concavo in modo da incastrare il paracadute senza che dia fastidio.
Comunque capisco, però ti avverto che anche il velivolo deve essere predisposto; non intendo sistemi complicati di eiezione e apertura automatica, ma semplicemente avere lo schienale concavo in modo da incastrare il paracadute senza che dia fastidio.
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Re: paracadute
L'aliante e predisposto ci sono anche i paracaduti, il problema e' che sono ormai un po' vecchiotti. Me ne servirebbero un paio usati.
P.S. siamo in doppio argomento visto che mi hai risposto pure per il PPL.
Ciao
P.S. siamo in doppio argomento visto che mi hai risposto pure per il PPL.
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Re: paracadute
pensavo volessi metterli in aereominsk ha scritto:L'aliante e predisposto ci sono anche i paracaduti, il problema e' che sono ormai un po' vecchiotti. Me ne servirebbero un paio usati.
P.S. siamo in doppio argomento visto che mi hai risposto pure per il PPL.
Ciao

prova sul forum che ti ho segnalato

ciao
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Re: paracadute
ma per volare in aliante è obbligatorio indossare il paracadute d'emergenza?
intendo secondo legge, non secondo le regole del singolo club, che potrebbero renderlo obbligatorio anche se non tale per legge, come nel mio caso.
ciao!
intendo secondo legge, non secondo le regole del singolo club, che potrebbero renderlo obbligatorio anche se non tale per legge, come nel mio caso.
ciao!
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Re: paracadute
obbligo per leggetristar ha scritto:ma per volare in aliante è obbligatorio indossare il paracadute d'emergenza?
intendo secondo legge, non secondo le regole del singolo club, che potrebbero renderlo obbligatorio anche se non tale per legge, come nel mio caso.
ciao!

io so che devo tirare la maniglia e far saltar via il tettuccio, poi slacciarmi, alzarmi e lanciarmi....contare fino a tre e tirare la maniglia rossa.......ma non l' ho mai fatto

insomma, ho solo vaghe idee, se non quattro nozioni teoriche tipo : "se vai contro un albero accovacciati" "piega leggermente le ginocchia"… teoricamente ci sono pure due cavi di comando e dovrei da li regolare l’ apertura della vela (cioe virare e scendere più forte)
a dire il vero troppo spesso il pilota non riesce a compiere tutta la procedura e non si lancia
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Re: paracadute
Grazie, non sapevo sta cosa. Certo deve essere rarissima quest'evenienza in aliante.
ciao!
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Re: paracadute
beh, si è raro.tristar ha scritto:Grazie, non sapevo sta cosa. Certo deve essere rarissima quest'evenienza in aliante.
ciao!
c' è però da dire che accade, anche perché si tratta di un attività che se presa alla leggera diventa pericolosa.
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Re: paracadute
Sugli alianti il paracadute è previsto per legge, e la legge risale agli anni '30. A parte questo il paracadute di salvataggio è obbligatorio quasi in tutto il mondo (fanno eccezione pochissimi paesi, tra i quali la Nuova Zelanda credo). In Germania fino a qualche tempo fa (ora credo che la cosa non sia più obbligatoria) i paracadute di emergenza dovevano essere dotati di vincolo. Ovvero prima di sistemarti a bordo agganciavi il moschettone con la cordicella di estrazione (il vincolo appunto) e salivi. Chi vola in aliante si sarà chiesto cosa sono gli occhielli metallici arancioni o rossi presenti negli abitacoli. Sono appunto gli agganci per il moschettone del vincolo.
Non esiste fondamentalmente un paracadute di emergenza solo per alianti, diciamo che vanno bene tutti, però è bene verificare le dimensioni dell'abitacolo, il tipo di sedile e le preferenze personali. Io personalmente odio i paracadute con seduta preferendo quelli dotati di sola sacca dorsale, tipo quelli da paracadutismo sportivo insomma.
Inorridisco difronte all'affermazione "comprare un paracadute usato da un aeroclub" Orrore!
E' una cosa da non fare mai. Sono anni che combatto questa concezione del pilota di aliante che vede il paracadute di emergenza come un semplice cuscino.
Il paracadute è prima di tutto un prodotto aeronautico che deve essere certificato e ispezionato regolarmente. Non dura tutta la vita: mediamente dopo quindici anni è buono solo per raccogliere le olive, perlomeno secondo i limiti imposti dal costruttore.
In molti aeroclub ho visto i paracadute buttati negli abitacoli degli alianti e hangarati per giorni all'umido e al freddo. E' il modo migliore per distruggere un paracadute: la velatura si impregna di umidità e deperisce rapidamente.
Noto spesso che molti piloti indossano dei paracadute con fibbie e moschettoni corrosi (dal sudore in primis), soprattutto gli agganci inguinali, quelli che veramente sopportano tutto il carico.
A differenza dei paracadute sportivi da lancio quelli di emergenza sono fatti in modo da avere un'apertura istantanea (come è ovvio che sia). In un paracadute sportivo, che deve essere usato in condizioni normali e ripetutamente ciò è evitato perchè molto stressante per la velatura, per i cordini e per tutto l'assieme delle cinture. In un paracadute di emergenza, dove si presume (e si spera) di doverlo usare anche mai, tutto ciò è messo da parte in virtù della rapidità di apertura.
Questo vuol dire che quando la velatura di emergenza si spiega totalmente arriva una bella botta proprio ai moschettoni che reggono il tutto.
Se sono corrosi chi mi garantisce che tale corrosione non sia penetrata nell'anima del metallo e provochi una rottura di schianto nel momento in cui arriva il picco di carico? La rottura dei moschettoni inguinali provoca immediatamente lo scivolamento in basso del pilota. Praticamente il paracadute atterra da solo, e senza nessuno appeso. Sarebbe anche buona regola, prima di indossare il paracadute, ispezionare gli spinotti di bloccaggio della molla attuatore prima di indossarlo. Generalmente basta staccare il velcro dello schienale (sui paracadute GQ è così), sbottonare una pezza di protezione e verificare che gli spinotti siano al loro posto con tanto di fili di sigillatura. Un paracadute che non si apre nel momento del bisogno è quanto mai seccante, ma anche un paracadute che si apre non nel momento del bisogno (ovvero in volo) non è simpatico.
Non esiste fondamentalmente un paracadute di emergenza solo per alianti, diciamo che vanno bene tutti, però è bene verificare le dimensioni dell'abitacolo, il tipo di sedile e le preferenze personali. Io personalmente odio i paracadute con seduta preferendo quelli dotati di sola sacca dorsale, tipo quelli da paracadutismo sportivo insomma.
Inorridisco difronte all'affermazione "comprare un paracadute usato da un aeroclub" Orrore!
E' una cosa da non fare mai. Sono anni che combatto questa concezione del pilota di aliante che vede il paracadute di emergenza come un semplice cuscino.
Il paracadute è prima di tutto un prodotto aeronautico che deve essere certificato e ispezionato regolarmente. Non dura tutta la vita: mediamente dopo quindici anni è buono solo per raccogliere le olive, perlomeno secondo i limiti imposti dal costruttore.
In molti aeroclub ho visto i paracadute buttati negli abitacoli degli alianti e hangarati per giorni all'umido e al freddo. E' il modo migliore per distruggere un paracadute: la velatura si impregna di umidità e deperisce rapidamente.
Noto spesso che molti piloti indossano dei paracadute con fibbie e moschettoni corrosi (dal sudore in primis), soprattutto gli agganci inguinali, quelli che veramente sopportano tutto il carico.
A differenza dei paracadute sportivi da lancio quelli di emergenza sono fatti in modo da avere un'apertura istantanea (come è ovvio che sia). In un paracadute sportivo, che deve essere usato in condizioni normali e ripetutamente ciò è evitato perchè molto stressante per la velatura, per i cordini e per tutto l'assieme delle cinture. In un paracadute di emergenza, dove si presume (e si spera) di doverlo usare anche mai, tutto ciò è messo da parte in virtù della rapidità di apertura.
Questo vuol dire che quando la velatura di emergenza si spiega totalmente arriva una bella botta proprio ai moschettoni che reggono il tutto.
Se sono corrosi chi mi garantisce che tale corrosione non sia penetrata nell'anima del metallo e provochi una rottura di schianto nel momento in cui arriva il picco di carico? La rottura dei moschettoni inguinali provoca immediatamente lo scivolamento in basso del pilota. Praticamente il paracadute atterra da solo, e senza nessuno appeso. Sarebbe anche buona regola, prima di indossare il paracadute, ispezionare gli spinotti di bloccaggio della molla attuatore prima di indossarlo. Generalmente basta staccare il velcro dello schienale (sui paracadute GQ è così), sbottonare una pezza di protezione e verificare che gli spinotti siano al loro posto con tanto di fili di sigillatura. Un paracadute che non si apre nel momento del bisogno è quanto mai seccante, ma anche un paracadute che si apre non nel momento del bisogno (ovvero in volo) non è simpatico.
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Re: paracadute
mai trovato un altro volovelista che conoscesse cosi bene il paracadute, e non è una battuta.
comunque, un paracadute nuovo ha un costo di circa 1400€.
se per risparmiare si cerca un usato, conoscendo come i volovelisti trattano i paracadute, mi fiderei più di un AeC che di un privato che lo lascia riposto per tutta la sua vita nell' abitacolo dell' aliante riparato solo dall' carrello.
nel nostro club i paracadute hanno un ripostiglio a parte, chiuso e non troppo umido (mai quanto l' hangar); i controlli naturalmente seguono le indicazioni del costruttore e periodicamente vengono aperti controllati e ripiegati
comunque, un paracadute nuovo ha un costo di circa 1400€.
se per risparmiare si cerca un usato, conoscendo come i volovelisti trattano i paracadute, mi fiderei più di un AeC che di un privato che lo lascia riposto per tutta la sua vita nell' abitacolo dell' aliante riparato solo dall' carrello.
nel nostro club i paracadute hanno un ripostiglio a parte, chiuso e non troppo umido (mai quanto l' hangar); i controlli naturalmente seguono le indicazioni del costruttore e periodicamente vengono aperti controllati e ripiegati
- libelle
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Re: paracadute
Dipende dal club e dipende dal proprietario.
Anche nel mio aeroclub mi occupo personalmente di rimuovere i paracadute dagli alianti e riporli in un ambiente asciutto e non esposto alla luce su apposite scaffalature metalliche dopo ogni giornata di volo. I paracadute, tra l'altro, si sistemano sempre con il dorso (cioè il lato di apertura) verso l'alto e non il contrario e nemmeno impilati uno sopra l'altro. In certi club che ho visitato, anche molto importanti, non è così.
Una cosa da evitare, tra l'altro, sarebbe quella di sudarci dentro.
E' assolutamente fisiologico che durante il volo in estate la schiena a contatto con il paracadute sudi copiosamente. Qando poi sei ad alta quota ed entri sotto l'ombra del cumulo senti improvvisamente quella morsa di gelo proprio sulla schiena. E' il sudore che ha impregnato la maglietta (e il paracadute) che si gela rapidamente. Non è molto salutare.
Il sudore è molto deleterio per il paracadute, per la sacca, la velatura e tutte le parti metalliche. Mi è capitato di trovare paracadute usati per alcune ore di volo fradici come presi a secchiate d'acqua.
La miglior soluzione, in termini di salvaguardia del paracadute, della propria schiena e in definitiva anche del comfort del pilota in volo è il classico vello di pecora. Personalmente lo uso sempre: te lo infili tra la schiena e il paracadute ed è una goduria. Ti mantiene fresco quando è caldo e caldo quando è fresco.
Una volta a terra tuti hanno la schiena fradicia, io invece sono perfettamente asciutto. Sono tutti piccoli tucchetti imparati dai volovelisti tedeschi, una cosa che pochissimi fanno qui in Italia.
Personalmente rimuovo il paracadute dal monoposto durante il lungo periodo di inattività invernale. Durante la primavera e il periodo invernale il paracadute rimane nel carrello per comodità, però con un paio di sacchettini di gel di silicio per assorbire l'eventuale umidità. Secondo le direttive italiane i paracadute vanno in ripiegamento ogni 180 gg. e trascorso il limite vita (generalmente 15 anni) li butti. Solo una marca di produttore americano realizza un paracadute on condition, cioè privo di limite vita.
Si trovano paracadute ottimi di produzione europea (nuovi ovviamente) cartellinati con EASA Form One a partire da 1360 euro circa (spedizione inclusa). Volendo si può scendere anche un pochino meno su un particolare tipo di paracadute di produzione ceca, è certificato ma non è un granchè, perlomeno mi ci sono sempre trovato malissimo.
Anche nel mio aeroclub mi occupo personalmente di rimuovere i paracadute dagli alianti e riporli in un ambiente asciutto e non esposto alla luce su apposite scaffalature metalliche dopo ogni giornata di volo. I paracadute, tra l'altro, si sistemano sempre con il dorso (cioè il lato di apertura) verso l'alto e non il contrario e nemmeno impilati uno sopra l'altro. In certi club che ho visitato, anche molto importanti, non è così.
Una cosa da evitare, tra l'altro, sarebbe quella di sudarci dentro.
E' assolutamente fisiologico che durante il volo in estate la schiena a contatto con il paracadute sudi copiosamente. Qando poi sei ad alta quota ed entri sotto l'ombra del cumulo senti improvvisamente quella morsa di gelo proprio sulla schiena. E' il sudore che ha impregnato la maglietta (e il paracadute) che si gela rapidamente. Non è molto salutare.
Il sudore è molto deleterio per il paracadute, per la sacca, la velatura e tutte le parti metalliche. Mi è capitato di trovare paracadute usati per alcune ore di volo fradici come presi a secchiate d'acqua.
La miglior soluzione, in termini di salvaguardia del paracadute, della propria schiena e in definitiva anche del comfort del pilota in volo è il classico vello di pecora. Personalmente lo uso sempre: te lo infili tra la schiena e il paracadute ed è una goduria. Ti mantiene fresco quando è caldo e caldo quando è fresco.
Una volta a terra tuti hanno la schiena fradicia, io invece sono perfettamente asciutto. Sono tutti piccoli tucchetti imparati dai volovelisti tedeschi, una cosa che pochissimi fanno qui in Italia.
Personalmente rimuovo il paracadute dal monoposto durante il lungo periodo di inattività invernale. Durante la primavera e il periodo invernale il paracadute rimane nel carrello per comodità, però con un paio di sacchettini di gel di silicio per assorbire l'eventuale umidità. Secondo le direttive italiane i paracadute vanno in ripiegamento ogni 180 gg. e trascorso il limite vita (generalmente 15 anni) li butti. Solo una marca di produttore americano realizza un paracadute on condition, cioè privo di limite vita.
Si trovano paracadute ottimi di produzione europea (nuovi ovviamente) cartellinati con EASA Form One a partire da 1360 euro circa (spedizione inclusa). Volendo si può scendere anche un pochino meno su un particolare tipo di paracadute di produzione ceca, è certificato ma non è un granchè, perlomeno mi ci sono sempre trovato malissimo.
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Re: paracadute
Io qualche lancio l'ho fatto e una cosa te la posso dire sicuramente.IVWP ha scritto: io so che devo tirare la maniglia e far saltar via il tettuccio, poi slacciarmi, alzarmi e lanciarmi....contare fino a tre e tirare la maniglia rossa.......ma non l' ho mai fatto![]()
Per come teniamo noi i cosciali, per il fatto che le emergenze hanno tutto fuorché un'apertura docile, etc... se un giorno dovessi lanciarti ti farai un male cane!
Okay, ti sarai salvato la vita, ma evita di lasciarli troppo troppo laschi... che sopravvivi ma poi diventi una voce bianca...
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Re: paracadute
da oggi faro sicuramente più attenzione al come i paracadute vengono riposti.libelle ha scritto:Dipende dal club e dipende dal proprietario.
Anche nel mio aeroclub mi occupo personalmente di rimuovere i paracadute dagli alianti e riporli in un ambiente asciutto e non esposto alla luce su apposite scaffalature metalliche dopo ogni giornata di volo. I paracadute, tra l'altro, si sistemano sempre con il dorso (cioè il lato di apertura) verso l'alto e non il contrario e nemmeno impilati uno sopra l'altro. In certi club che ho visitato, anche molto importanti, non è così.
Una cosa da evitare, tra l'altro, sarebbe quella di sudarci dentro.
E' assolutamente fisiologico che durante il volo in estate la schiena a contatto con il paracadute sudi copiosamente. Qando poi sei ad alta quota ed entri sotto l'ombra del cumulo senti improvvisamente quella morsa di gelo proprio sulla schiena. E' il sudore che ha impregnato la maglietta (e il paracadute) che si gela rapidamente. Non è molto salutare.
Il sudore è molto deleterio per il paracadute, per la sacca, la velatura e tutte le parti metalliche. Mi è capitato di trovare paracadute usati per alcune ore di volo fradici come presi a secchiate d'acqua.
La miglior soluzione, in termini di salvaguardia del paracadute, della propria schiena e in definitiva anche del comfort del pilota in volo è il classico vello di pecora. Personalmente lo uso sempre: te lo infili tra la schiena e il paracadute ed è una goduria. Ti mantiene fresco quando è caldo e caldo quando è fresco.
Una volta a terra tuti hanno la schiena fradicia, io invece sono perfettamente asciutto. Sono tutti piccoli tucchetti imparati dai volovelisti tedeschi, una cosa che pochissimi fanno qui in Italia.
Personalmente rimuovo il paracadute dal monoposto durante il lungo periodo di inattività invernale. Durante la primavera e il periodo invernale il paracadute rimane nel carrello per comodità, però con un paio di sacchettini di gel di silicio per assorbire l'eventuale umidità. Secondo le direttive italiane i paracadute vanno in ripiegamento ogni 180 gg. e trascorso il limite vita (generalmente 15 anni) li butti. Solo una marca di produttore americano realizza un paracadute on condition, cioè privo di limite vita.
Si trovano paracadute ottimi di produzione europea (nuovi ovviamente) cartellinati con EASA Form One a partire da 1360 euro circa (spedizione inclusa). Volendo si può scendere anche un pochino meno su un particolare tipo di paracadute di produzione ceca, è certificato ma non è un granchè, perlomeno mi ci sono sempre trovato malissimo.
ho già avuto modo di provare il vello di pecora, sia d' autunno (un po’ fresco) che d' estate (caldo), ed è veramente incredibile; solo, a dire il vero, qui è anche abbastanza difficile trovarlo e non ho idea del costo.
ciao
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Re: paracadute
io ho sempre allacciato bene i cosciali; più problematica è la regolazione degli spallacci, che richiede più tempo ed è per questo spesso trascurata.vihai ha scritto:Io qualche lancio l'ho fatto e una cosa te la posso dire sicuramente.IVWP ha scritto: io so che devo tirare la maniglia e far saltar via il tettuccio, poi slacciarmi, alzarmi e lanciarmi....contare fino a tre e tirare la maniglia rossa.......ma non l' ho mai fatto![]()
Per come teniamo noi i cosciali, per il fatto che le emergenze hanno tutto fuorché un'apertura docile, etc... se un giorno dovessi lanciarti ti farai un male cane!
Okay, ti sarai salvato la vita, ma evita di lasciarli troppo troppo laschi... che sopravvivi ma poi diventi una voce bianca...
non è però meno importante, ed un socio del nostro club che ha praticato paracadutismo mi ha spiegato che se non sono ben regolati è facile rompersi il collo (e non in senso metaforico)
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Re: paracadute
Hai perfettamente ragione e sono assolutamente daccordo. Bisogna stringere perfettamente i cosciali e assicurarsi che siano ben aderenti sull'inguine e che non vadano a intralciare i "gioielli di famiglia". In caso di lancio la botta ti arriva proprio sull'inguine ed è una botta molto forte. Se le cinture sono lasche e magari libere di schiacciare qualcosa di delicato di sicuro ti salvi però poi potrai entrare a far parte del coro delle voci bianche.Per come teniamo noi i cosciali, per il fatto che le emergenze hanno tutto fuorché un'apertura docile, etc... se un giorno dovessi lanciarti ti farai un male cane!
Okay, ti sarai salvato la vita, ma evita di lasciarli troppo troppo laschi... che sopravvivi ma poi diventi una voce bianca...
Diciamo che sono tutti una serie di accorgimenti non solo utili, ma assolutamente indispensabile e vitali.
Ad esempio quanti sanno come ci si comporta dopo un lancio in caso di atterraggio in una boscaglia?
Come ci si comporta in caso di ammaraggio?
Sono una serie di piccole cose che tutti dovrebbero sapere.
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Re: paracadute
in caso di ammaraggio sganciare il pettorale e al contatto con l' acqua aprire i cosciali e scivolare fuori dall' imbracatura
nuotare sott' acqua in orizzontale per qualche metro prima di riemergere per uscire dalla velatura; si dovrebbe tener conto del vento per sapere come e dove la velatura è caduta e, prima dell' atterraggio, per porsi con il vento in faccia.
in caso di atterraggio sugli alberi accovacciarsi e coprire il volto e la testa incrociando le braccia.
in ogni caso non irrigidire gli arti ma tenere i muscoli in tensione e guardare in basso.
nuotare sott' acqua in orizzontale per qualche metro prima di riemergere per uscire dalla velatura; si dovrebbe tener conto del vento per sapere come e dove la velatura è caduta e, prima dell' atterraggio, per porsi con il vento in faccia.
in caso di atterraggio sugli alberi accovacciarsi e coprire il volto e la testa incrociando le braccia.
in ogni caso non irrigidire gli arti ma tenere i muscoli in tensione e guardare in basso.
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Re: paracadute
aggiungerei il fatto che il paracadute va fatto ripiegare periodicamente, per essere sicuri che è afficiente
Don't worry about the world coming to an end today. It's already tomorrow in Australia
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Re: paracadute
Se fai così in caso di ammaraggio sei già affogato.IVWP ha scritto:in caso di ammaraggio sganciare il pettorale e al contatto con l' acqua aprire i cosciali e scivolare fuori dall' imbracatura
nuotare sott' acqua in orizzontale per qualche metro prima di riemergere per uscire dalla velatura; si dovrebbe tener conto del vento per sapere come e dove la velatura è caduta e, prima dell' atterraggio, per porsi con il vento in faccia.
in caso di atterraggio sugli alberi accovacciarsi e coprire il volto e la testa incrociando le braccia.
in ogni caso non irrigidire gli arti ma tenere i muscoli in tensione e guardare in basso.
Per prima cosa si sgancia il pettorale già alcuni metri prima del contatto con l'acqua, poco prima del contatto con l'acqua si aprono i moschettoni dei cosciali. Sui paracadute di buona fattura si aprono semplicemente tirandoli. Su quelli di pessima fattura, dotati di volgari fibbie, te li devi proprio slacciare.
Un buon paracadute è doato di cosciali che si aprono istantaneamente. In pratica in caso di ammaraggio ti devi proprio tuffare in acqua prima del contatto. Quando sei già in acqua dovresti essere già libero dal paracadute.
Ricorda anche che se atterri tra i rami degli alberi non devi proteggere tanto il volo quanto le ascelle! E' giusto accovacciarsi e proteggersi il volo con le mani, ma non devi assolutamente tenere le braccia sollevate e incrociate davanti alla faccia. I gomiti devono stare assolutamente aderenti al corpo.
Se tieni le braccia sollevate, mentre ti infili tra i rami può succedere che uno di questi ti penetri sotto l'ascella dove scorrono importanti vasi sanguigni, rischi di morire dissagunato. Una volta che sei atterrato felicemente senza romperti niente non è detto che sia finita così!
Tanti paracadutisti si sono fatti del male perchè trascinati al suolo per decine di metri dalla velatura, gonfiata a causa del vento. Se c'è un vento abbastanza teso si corre il rischio che la velatura si gonfi e cominci a trascinare il pilota. In quel caso èinutile tenare di sganciarsi tutto, non si fa in tempo. E' sempre meglio tenare di girare intorno alla vela per rvolgere l'imboccatura nella direzione opposta al vento. Non è una cosa facile, bisogna essere molto svelti e soprattutto non bisogna essersi fracassati ninente nell'atterraggio.
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Re: paracadute
allora c' è un problema grave:libelle ha scritto:Se fai così in caso di ammaraggio sei già affogato.IVWP ha scritto:in caso di ammaraggio sganciare il pettorale e al contatto con l' acqua aprire i cosciali e scivolare fuori dall' imbracatura
nuotare sott' acqua in orizzontale per qualche metro prima di riemergere per uscire dalla velatura; si dovrebbe tener conto del vento per sapere come e dove la velatura è caduta e, prima dell' atterraggio, per porsi con il vento in faccia.
in caso di atterraggio sugli alberi accovacciarsi e coprire il volto e la testa incrociando le braccia.
in ogni caso non irrigidire gli arti ma tenere i muscoli in tensione e guardare in basso.
Per prima cosa si sgancia il pettorale già alcuni metri prima del contatto con l'acqua, poco prima del contatto con l'acqua si aprono i moschettoni dei cosciali. Sui paracadute di buona fattura si aprono semplicemente tirandoli. Su quelli di pessima fattura, dotati di volgari fibbie, te li devi proprio slacciare.
Un buon paracadute è doato di cosciali che si aprono istantaneamente. In pratica in caso di ammaraggio ti devi proprio tuffare in acqua prima del contatto. Quando sei già in acqua dovresti essere già libero dal paracadute.
Ricorda anche che se atterri tra i rami degli alberi non devi proteggere tanto il volo quanto le ascelle! E' giusto accovacciarsi e proteggersi il volo con le mani, ma non devi assolutamente tenere le braccia sollevate e incrociate davanti alla faccia. I gomiti devono stare assolutamente aderenti al corpo.
Se tieni le braccia sollevate, mentre ti infili tra i rami può succedere che uno di questi ti penetri sotto l'ascella dove scorrono importanti vasi sanguigni, rischi di morire dissagunato. Una volta che sei atterrato felicemente senza romperti niente non è detto che sia finita così!
Tanti paracadutisti si sono fatti del male perchè trascinati al suolo per decine di metri dalla velatura, gonfiata a causa del vento. Se c'è un vento abbastanza teso si corre il rischio che la velatura si gonfi e cominci a trascinare il pilota. In quel caso èinutile tenare di sganciarsi tutto, non si fa in tempo. E' sempre meglio tenare di girare intorno alla vela per rvolgere l'imboccatura nella direzione opposta al vento. Non è una cosa facile, bisogna essere molto svelti e soprattutto non bisogna essersi fracassati ninente nell'atterraggio.
NUOVO MANUALE DEL VOLOVELISTA capitolo 6 pag. 179
volume adottato nella maggior parte delle scuole di volo a vela italiane
è scritto tale e quale, comunque:
vuol dire che il pettorale si sgancia prima del contatto con l' acqua.IVWP ha scritto:in caso di ammaraggio sganciare il pettorale e al contatto con l' acqua aprire i cosciali e scivolare fuori dall' imbracatura
per le piante invece non è scritto nulla, se non un trafiletto dal titolo ATTERRAGGI PARTICOLARI che si conclude con "contro un muro o sugli alberi regolarsi come illustrato nei disegni"
e guardando i disegni non ho propio pensato alle ascelle
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Re: paracadute
il mio istruttore diceva spesso scherzando: "ricordeve tosi, l'atterraggio in pianta se el più morbido dopo queo su un pra". Ed effettivamente è vero, farsi male seriamente è praticamente impossibile se si impatta contro una chioma in caduta stabile sotto il paracadute d'emergenza (oddio, impossibile no, ma ce ne vuole). Perciò non è che ci siano molte procedure, basta seguire l'istinto e proteggere le parti più delicate. Poi non so quali siano le velocità di caduta dei paracadute che utilizzate nel volo a vela, nel volo libero non si superano i 5 metri al secondo.IVWP ha scritto:
per le piante invece non è scritto nulla, se non un trafiletto dal titolo ATTERRAGGI PARTICOLARI che si conclude con "contro un muro o sugli alberi regolarsi come illustrato nei disegni"
e guardando i disegni non ho propio pensato alle ascelle
Un piccolo appunto per i non addetti: è fondamentale ripiegare periodicamente il paracadute non perchè questo tenda a prendere una brutta piega col tempo, ma perchè l'umidità (nel volo a vela anche il sudore, come ben spiegato da libelle), può incollare i tessuti e ritardare o impedire l'apertura qualora serva. E' bene inoltre saperlo ripiegare, cosa non banale, altrimenti è meglio farlo fare da qualcuno esperto.
ciao!
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Re: paracadute
No, non ci siamo proprio. Lascia perdere quel libro che è orrendo.allora c' è un problema grave:
NUOVO MANUALE DEL VOLOVELISTA capitolo 6 pag. 179
volume adottato nella maggior parte delle scuole di volo a vela italiane
è scritto tale e quale, comunque:
IVWP ha scritto:
in caso di ammaraggio sganciare il pettorale e al contatto con l' acqua aprire i cosciali e scivolare fuori dall' imbracatura
In tutto il mondo noi siamo l'unico paese in cui si adotta un manuale del volovelista scritto da un......pilota a motore!
Con tutto il rispetto per il Bergomi, grande pilota a motore, chi l'ha conosciuto (tra i miei istruttori) non sapeva nemmeno come si fa a centrare una termica.
Questo libro è semplicemente ridicolo e pieno zeppo di errori madornali. I manuali che si usano in Francia, Germania, Inghilterra o USA sono un'altra galassia.
Questo qui è un guazzabuglio di scemenze e si vede anche dalla consultazione e dagli argomenti trattati.
Ti pare un libro chiaro, ben scritto e comprensibile? Direi di no.
Non parliamo poi sul livello di aggiornamento....meno male che è "nuovo".
Lascia stare il Bergomi che è pieno di sciocchezze.
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Re: paracadute
lo so, ho avutoi modo di sfogliare altri libri e devo dire che apparivano molto più "seri" già dall' indicelibelle ha scritto:No, non ci siamo proprio. Lascia perdere quel libro che è orrendo.allora c' è un problema grave:
NUOVO MANUALE DEL VOLOVELISTA capitolo 6 pag. 179
volume adottato nella maggior parte delle scuole di volo a vela italiane
è scritto tale e quale, comunque:
IVWP ha scritto:
in caso di ammaraggio sganciare il pettorale e al contatto con l' acqua aprire i cosciali e scivolare fuori dall' imbracatura
In tutto il mondo noi siamo l'unico paese in cui si adotta un manuale del volovelista scritto da un......pilota a motore!
Con tutto il rispetto per il Bergomi, grande pilota a motore, chi l'ha conosciuto (tra i miei istruttori) non sapeva nemmeno come si fa a centrare una termica.
Questo libro è semplicemente ridicolo e pieno zeppo di errori madornali. I manuali che si usano in Francia, Germania, Inghilterra o USA sono un'altra galassia.
Questo qui è un guazzabuglio di scemenze e si vede anche dalla consultazione e dagli argomenti trattati.
Ti pare un libro chiaro, ben scritto e comprensibile? Direi di no.
Non parliamo poi sul livello di aggiornamento....meno male che è "nuovo".
Lascia stare il Bergomi che è pieno di sciocchezze.

comunque quel libro, che io posso anche dimenticare, è usato per formare i piloti, e questo è un problema; mi ricordo di aver sentito il mio istruttore dire che ne stavano scrivendo un altro, ma questo ormai mesi fa
ciao
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Re: paracadute
da segnalare questa versione compatta per i piloti massicci.
Si sistema dietro alla testa, ma con imbrago classico, permettendo cosi anche ai volovelisti robusti di utilizzare monoposto dalle forme affusolate.
http://www.rettungsfallschirm.de/index- ... ge2777.htm
ha apertura automatica con moschettone da collegare all’ aliante, e calotta a cupola.
Si sistema dietro alla testa, ma con imbrago classico, permettendo cosi anche ai volovelisti robusti di utilizzare monoposto dalle forme affusolate.


http://www.rettungsfallschirm.de/index- ... ge2777.htm
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Re: paracadute
A me sembra proprio un paracadute da non usare su un aliante.
Primo perché mi pare una cosa involutiva anziché evolutiva.
I tedeschi si sono da qualche tempo resi conto che il paracadute vincolato è una vera seccatura e che inserisce un ulteriore "anello debole" nella catena delle possibili cavolate che si possono fare volando in aliante e che scaturiscono da banalissime dimenticanze.
Il paracadute vincolato ha un piccolo difetto: lo devi agganciare se vuoi sperare che si apra. Se non lo agganci al fissaggio di ritegno vincolo e ti lanci, puoi solo sperare in una caduta molto rapida e farla finita alla svelta: farai un buco in terra con ancora il paracadute bello impacchettato e la fune del vincolo con tanto di moschettone libero a seguire.
Non solo, come devi ricordarti di agganciarlo, devi anche ricordare di sganciarlo. Alcuni piloti sono volati via perché sono scesi dal loro aliante dopo essere atterrati in una bella giornata ventosa tirandosi dietro il vincolo che si erano dimenticati di sganciare provocando l'apertura del pilotino estrattore.
In questo caso parlo proprio di involuzione e non di evoluzione: non si ha più il singolo vincolo, ce ne sono altri due.
In pratica ti devi ricordare non solo di agganciarlo al gancio di ritegno nell'abitacolo, di devi anche ricordare di agganciarti il pacchetto del paracadute all'imbracatura.
Troppe procedure, troppe sequenze da fare se si considera che ancora oggi la gente continua a decollare con i dolly attaccati, con le capottine chiuse ma non bloccate, con i diruttori sbloccati o addirittura con un alettone disconnesso.
In aeronautica io sono per i sistemi a prova di imbecille: meno cose ci sono da fare meglio è, meno cose si devono "mettere a punto" affidandosi alla scrupolosità del pilota e migliori probabilità si avranno di portare la pelle a casa.
Preferisco quindi il paracadute "all inclusive": te lo metti addosso, te lo stringi ben bene e hai tutto pronto, è impossibile mettersi addosso un paracadute tradizionale scordandosi di agganciarselo addosso, è come infilarsi le scarpe e scordarsi di allacciarle.
In aggiunta non credo che un coso del genere potrebbe essere usato come poggiatesta.
Su certi alianti usarlo come poggiatesta vorrebbe dire incastrarlo per bene tra la testa del pilota e il vano portabagagli (che su certi alianti è praticamente inesistente). In caso di lancio uscirebbe fuori per bene o si impiglierebbe da qualche parte?
Il paracadute deve sempre stare perfettamente aderente alla schiena del pilota e deve formare con esso un tutt'uno quando salta fuori dall'abitacolo proprio per evitare i rischi di rimanere agganciati a qualcosa e finire a terra insieme all'aliante.
Primo perché mi pare una cosa involutiva anziché evolutiva.
I tedeschi si sono da qualche tempo resi conto che il paracadute vincolato è una vera seccatura e che inserisce un ulteriore "anello debole" nella catena delle possibili cavolate che si possono fare volando in aliante e che scaturiscono da banalissime dimenticanze.
Il paracadute vincolato ha un piccolo difetto: lo devi agganciare se vuoi sperare che si apra. Se non lo agganci al fissaggio di ritegno vincolo e ti lanci, puoi solo sperare in una caduta molto rapida e farla finita alla svelta: farai un buco in terra con ancora il paracadute bello impacchettato e la fune del vincolo con tanto di moschettone libero a seguire.
Non solo, come devi ricordarti di agganciarlo, devi anche ricordare di sganciarlo. Alcuni piloti sono volati via perché sono scesi dal loro aliante dopo essere atterrati in una bella giornata ventosa tirandosi dietro il vincolo che si erano dimenticati di sganciare provocando l'apertura del pilotino estrattore.
In questo caso parlo proprio di involuzione e non di evoluzione: non si ha più il singolo vincolo, ce ne sono altri due.
In pratica ti devi ricordare non solo di agganciarlo al gancio di ritegno nell'abitacolo, di devi anche ricordare di agganciarti il pacchetto del paracadute all'imbracatura.
Troppe procedure, troppe sequenze da fare se si considera che ancora oggi la gente continua a decollare con i dolly attaccati, con le capottine chiuse ma non bloccate, con i diruttori sbloccati o addirittura con un alettone disconnesso.
In aeronautica io sono per i sistemi a prova di imbecille: meno cose ci sono da fare meglio è, meno cose si devono "mettere a punto" affidandosi alla scrupolosità del pilota e migliori probabilità si avranno di portare la pelle a casa.
Preferisco quindi il paracadute "all inclusive": te lo metti addosso, te lo stringi ben bene e hai tutto pronto, è impossibile mettersi addosso un paracadute tradizionale scordandosi di agganciarselo addosso, è come infilarsi le scarpe e scordarsi di allacciarle.
In aggiunta non credo che un coso del genere potrebbe essere usato come poggiatesta.
Su certi alianti usarlo come poggiatesta vorrebbe dire incastrarlo per bene tra la testa del pilota e il vano portabagagli (che su certi alianti è praticamente inesistente). In caso di lancio uscirebbe fuori per bene o si impiglierebbe da qualche parte?
Il paracadute deve sempre stare perfettamente aderente alla schiena del pilota e deve formare con esso un tutt'uno quando salta fuori dall'abitacolo proprio per evitare i rischi di rimanere agganciati a qualcosa e finire a terra insieme all'aliante.
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Re: paracadute
L’ idea non è male, e lo sgancio automatico è obbligatorio in questo caso dato che il sacco della vela dovrebbe andare sopra la testa al momento dell’ apertura dove la maniglia non sarebbe facile da raggiungere; in Italia c’ è chi lo usa su Discus, e si trova bene.
C’ è da dire che si trova bene a tenerlo a bordo, ma che non è mai stato usato.
Richiede forse un po’ più d’ attenzione, ma dato che questa va sempre tenuta alta, considero lo sgancio con fune di vincolo come una cosa in meno da fare al momento del lancio (più critico dei doverosi controlli prevolo).
Io sono contro ai piloti idioti, non alle procedure che non vanno bene per loro.
C’ è da dire che si trova bene a tenerlo a bordo, ma che non è mai stato usato.
Richiede forse un po’ più d’ attenzione, ma dato che questa va sempre tenuta alta, considero lo sgancio con fune di vincolo come una cosa in meno da fare al momento del lancio (più critico dei doverosi controlli prevolo).
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Re: paracadute
Ecco appunto! Io faccio parapendio e ti posso assicurare che molti sono decollati con il pettorale aperto (non succede niente tranne la brutta sesazione di cadere in avanti) ma è capitato anche con i cosciali non chiusi, con ovvie drammatiche conseguenze.libelle ha scritto: è impossibile mettersi addosso un paracadute tradizionale scordandosi di agganciarselo addosso, è come infilarsi le scarpe e scordarsi di allacciarle.
Per evitare questo, ora è impossibile chiudere il pettorale senza aver prima chiuso il cosciale sinistro, tramite un sistema T-lock

o GET-UP

Niente è impossibile

Marco
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Re: paracadute
ciao Marco (allora non sono l'unico parapendista qua dentromarcoferrario ha scritto:Ecco appunto! Io faccio parapendio e ti posso assicurare che molti sono decollati con il pettorale aperto (non succede niente tranne la brutta sesazione di cadere in avanti) ma è capitato anche con i cosciali non chiusi, con ovvie drammatiche conseguenze.libelle ha scritto: è impossibile mettersi addosso un paracadute tradizionale scordandosi di agganciarselo addosso, è come infilarsi le scarpe e scordarsi di allacciarle.
Per evitare questo, ora è impossibile chiudere il pettorale senza aver prima chiuso il cosciale sinistro, tramite un sistema T-lock

Ciao!
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Re: paracadute
quoto in pieno.libelle ha scritto: In aeronautica io sono per i sistemi a prova di imbecille: meno cose ci sono da fare meglio è, meno cose si devono "mettere a punto" affidandosi alla scrupolosità del pilota e migliori probabilità si avranno di portare la pelle a casa.
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Re: paracadute
infatti le immagini dell' imbracatura le ha prese dal sito del produttore del Velvet 2tristar ha scritto: Effettivamente il T-lock è molto utile (c'e l'ho anch'io sul velvet).
Ciao!

http://www.woodyvalley.com/italiano/velvet.php
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Re: paracadute
Attento a parlare così, se uno non si aggancia il paracadute non lo fa perchè è idiota, lo fa perchè si dimentica, e guarda caso questo tipo di dimenticanze succede sempre (o quasi) a piloti esperti (che se idioti non sarebbero probabilmente arrivati ad essere tali), poichè dopo aver acquisito un certo livello di esperienza il livello di controllo si abbassa fisiologicamente perchè comincia a mancare quella tensione che aiuta a far bene tutto ciò che c'è da fare, inducendo a non dare troppo peso alle fasi precedenti al volo. Deleterie in questo senso sono le "condizioni al contorno" che si hanno poco prima di decollare e che possono distrarci senza che ce ne rendiamo conto. La storia dell'aviazione è costellata di eventi del genere. A puro titolo esemplificativo possiamo pensare al mancato incidente occorso all'airbus 340 di ek in Australia, dove è palese che certe azioni erano diventate meccaniche e veniva a mancare il giusto spirito critico per capire qualcosa che visto da fuori porterebbe subito a dire "erano idioti". Prima o poi certe stupidaggini le facciamo tutti, spesso a fare la differenza è una componente di fortuna, perciò ben vengano le soluzioni a prova di imbecille, in aviazione e non solo.IVWP ha scritto:
Io sono contro ai piloti idioti, non alle procedure che non vanno bene per loro.
ciao!
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Re: paracadute
lo so...IVWP ha scritto:infatti le immagini dell' imbracatura le ha prese dal sito del produttore del Velvet 2tristar ha scritto: Effettivamente il T-lock è molto utile (c'e l'ho anch'io sul velvet).
Ciao!![]()
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Re: paracadute
Quoto in pieno. Non esistono piloti idioti che deliberatamente ignorano i controlli e le procedure fregandosene altamente delle cose da fare per andare in volo in tutta sicurezza.tristar ha scritto:Attento a parlare così, se uno non si aggancia il paracadute non lo fa perchè è idiota, lo fa perchè si dimentica, e guarda caso questo tipo di dimenticanze succede sempre (o quasi) a piloti esperti (che se idioti non sarebbero probabilmente arrivati ad essere tali), poichè dopo aver acquisito un certo livello di esperienza il livello di controllo si abbassa fisiologicamente perchè comincia a mancare quella tensione che aiuta a far bene tutto ciò che c'è da fare, inducendo a non dare troppo peso alle fasi precedenti al volo. Deleterie in questo senso sono le "condizioni al contorno" che si hanno poco prima di decollare e che possono distrarci senza che ce ne rendiamo conto. La storia dell'aviazione è costellata di eventi del genere. A puro titolo esemplificativo possiamo pensare al mancato incidente occorso all'airbus 340 di ek in Australia, dove è palese che certe azioni erano diventate meccaniche e veniva a mancare il giusto spirito critico per capire qualcosa che visto da fuori porterebbe subito a dire "erano idioti". Prima o poi certe stupidaggini le facciamo tutti, spesso a fare la differenza è una componente di fortuna, perciò ben vengano le soluzioni a prova di imbecille, in aviazione e non solo.IVWP ha scritto:
Io sono contro ai piloti idioti, non alle procedure che non vanno bene per loro.
ciao!
A dire la verità c'è una eccezione anche a questo: due anni fa montai il mio monoposto e applicai il nastro adesivo per sigillare la fessura tra deriva e piano orizzontale di coda.
Il nastro era vecchio e con scarso potere adesivo, me ne accorsi subito perché tendeva a staccarsi.
Nonostante avessi cinque nuovi rotoli appena acquistati nel carrello lasciai questo nastraccio e andai in volo.
Già durante il traino cominciai ad avvertire delle preoccupanti vibrazioni sulla pedaliera, sembrava che il timone entrasse in flutter. A bassa velocità il fenomeno si attenuava ma non scompariva.
Decido di rientrare subito e una volta a terra scopro che il nastro si è staccato ed è andato a riappiccicarsi malamente lungo la deriva creando una bolla di flusso turbolento che infastidiva lo scorrimento sul timone.
Da quel giorno ho realizzato chiaramente la sensibilità aerodinamica degli alianti e il motivo per cui alcuni piloti si sono ammazzati semplicemente usando dei nastri sbagliati.
Non esiste quindi limite alla negligenza, stupidità, dimenticanza o semplicemente mancanza di sana scrupolosità che invece dovrebbe contraddistinguere ogni volo e in ogni pilota, giovane o esperto che sia.
Per come la vedo io un sistema con troppi agganci qui e là è troppo complicato e troppo "cedevole": ti devi agganciare l'imbracatura personale composta da troppi agganci, in più devi agganciarti al paracadute e a sua volta agganciarlo al vincolo.
Fatto ciò lo devi sistemare correttamente in una zona dell'abitcolo in cui il pacchetto esca senza rimaner impigliato in caso di abbandono di emergenza. Troppe cose da fare: un pilota di aliante è già oberato di procedure: sacca dell'acqua, sacca per funzioni fisiologiche, logger, palmare, gps, roba da mangiare, eventuale impianto ad ossigeno, macchina fotografica, ELT da armare, FLARM da accendere, punti di virata e piloni, cinture allacciate, cavo da agganciare, capottina, dolly tolto, troppa roba da fare tutta assieme.
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