Le imprevedibili onde di montagna
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Le imprevedibili onde di montagna
Le imprevedibili onde di montagna
di Pietro Pallini
Sono spesso la causa di turbolenze inaspettate. In quei casi è fondamentale restare calmi e con le cinture allacciate.
Anche se le previsioni meteorologiche sono sempre più precise, anche se molti segni possono rivelarla, anche se noi cerchiamo sempre di girare bene al largo, c'è sempre il giorno che, aprendo il giornale o accendendo la televisione, si sente dire che un aereo è incappato in una turbolenza improvvisa, e che magari c'è stata una notevole perdita di quota e che purtroppo, a volte, ci è scappato anche qualche ferito: insomma, il classico titolone da "terrore ad alta quota".
Il fatto è che ci sono delle turbolenze che si presentano in modo abbastanza imprevedibile, per esempio quelle causate dalle cosiddette onde di montagna. Si formano quando un vento molto violento investe perpendicolarmente una catena montuosa di una certa importanza: per superare l'ostacolo, l'aria si innalza verso l'alto e nel far questo acquista ulteriore velocità; poi, a valle delle montagne, la corrente assume un andamento ondulatorio che genera un susseguirsi di ascendenze e discendenze capaci di far sentire i loro effetti anche a centinaia di chilometri di distanza.
Se poi l'aria è molto secca, allora il fenomeno è particolarmente subdolo perché si presenta in aria chiara, senza nemmeno una nuvoletta che possa mettere in allarme l'equipaggio. Particolarmente temibili sono le onde che si formano in Sud America, sulle Ande, ma anche le Alpi non scherzano.
Quando i piloti sospettano un'evenienza del genere, tendono a tenere continuamente acceso il segnale che impone di allacciare le cinture: un passeggero seduto e cinturato se la cava al massimo con un grosso spavento, mentre se si trova in piedi può essere proiettato contro il soffitto dell'aereo, con conseguenze che possono essere abbastanza gravi.
Paradossalmente però, anche il segnale sempre acceso può rivelarsi controproducente, perché per una sorta di effetto "al lupo, al lupo", dopo un po' che lo vedono senza che ci sia turbolenza, i passeggeri tendono ad ignorarlo, e sordi ai richiami degli assistenti di volo si slacciano, si alzano e se ne vanno a spasso per l'aereo. E se poi la botta arriva davvero, ecco che ci si ritrova nel "terrore ad alta quota" di cui sopra.
(13 marzo 2009)
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di Pietro Pallini
Sono spesso la causa di turbolenze inaspettate. In quei casi è fondamentale restare calmi e con le cinture allacciate.
Anche se le previsioni meteorologiche sono sempre più precise, anche se molti segni possono rivelarla, anche se noi cerchiamo sempre di girare bene al largo, c'è sempre il giorno che, aprendo il giornale o accendendo la televisione, si sente dire che un aereo è incappato in una turbolenza improvvisa, e che magari c'è stata una notevole perdita di quota e che purtroppo, a volte, ci è scappato anche qualche ferito: insomma, il classico titolone da "terrore ad alta quota".
Il fatto è che ci sono delle turbolenze che si presentano in modo abbastanza imprevedibile, per esempio quelle causate dalle cosiddette onde di montagna. Si formano quando un vento molto violento investe perpendicolarmente una catena montuosa di una certa importanza: per superare l'ostacolo, l'aria si innalza verso l'alto e nel far questo acquista ulteriore velocità; poi, a valle delle montagne, la corrente assume un andamento ondulatorio che genera un susseguirsi di ascendenze e discendenze capaci di far sentire i loro effetti anche a centinaia di chilometri di distanza.
Se poi l'aria è molto secca, allora il fenomeno è particolarmente subdolo perché si presenta in aria chiara, senza nemmeno una nuvoletta che possa mettere in allarme l'equipaggio. Particolarmente temibili sono le onde che si formano in Sud America, sulle Ande, ma anche le Alpi non scherzano.
Quando i piloti sospettano un'evenienza del genere, tendono a tenere continuamente acceso il segnale che impone di allacciare le cinture: un passeggero seduto e cinturato se la cava al massimo con un grosso spavento, mentre se si trova in piedi può essere proiettato contro il soffitto dell'aereo, con conseguenze che possono essere abbastanza gravi.
Paradossalmente però, anche il segnale sempre acceso può rivelarsi controproducente, perché per una sorta di effetto "al lupo, al lupo", dopo un po' che lo vedono senza che ci sia turbolenza, i passeggeri tendono ad ignorarlo, e sordi ai richiami degli assistenti di volo si slacciano, si alzano e se ne vanno a spasso per l'aereo. E se poi la botta arriva davvero, ecco che ci si ritrova nel "terrore ad alta quota" di cui sopra.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Tanto imprevdibile non è, se devi attraversare una zona montagnosa e sai che tira vento o ti aspetti turbolenza o sei un idiota. L'onda di montagna (letteralmente tradotta dall'inglese Mountain Waves, anche se in italiano si usa onda orografica) si sviluppa quando un vento di intensità minima di 15kts incontra un rilievo montuoso. La procedura almeno sui piccoli aerei è quella, se possibile, di salire ad una quota di almeno il 50% più alto dell'elevazione del rilievo ed assumere la velocità di manovra e se proprio non si può deviare, attraversare il rilievo con una rotta che sia il più possibile obbliqua allo stesso.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Se non sbaglio Pietro Pallini è F/O su B777 AZ, da qualche parte avevo letto una sua lettera aperta ad un quotidiano in risposta ai presunti privilegi degli equipaggi di condotta Alitalia.
Rientrando in tema, proprio come dice l'articolo, il problema maggiore è la relativa imprevedibilità delle CAT, unita all'indisciplina di molti passeggeri che si comportano in cabina come se fossero seduti al bar con l'aperitivo in mano
Rientrando in tema, proprio come dice l'articolo, il problema maggiore è la relativa imprevedibilità delle CAT, unita all'indisciplina di molti passeggeri che si comportano in cabina come se fossero seduti al bar con l'aperitivo in mano

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Onda orografica e CAT non sono la stessa cosa. La prima si genera quando un vento al suolo impatta contro un rilievo mentre la seconda si trova nelle prossimità delle correnti a jetto, quindi in quota.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Capisco, ma ho messo il temine Clear Air Turbulence perchè un'onda orografica in presenza di aria molto secca genera pur sempre una turbolenza non visibile che può arrivare anche molto in alto rispetto all'elevazione del rilievo montuoso.AirGek ha scritto:Onda orografica e CAT non sono la stessa cosa. La prima si genera quando un vento al suolo impatta contro un rilievo mentre la seconda si trova nelle prossimità delle correnti a jetto, quindi in quota.
E poi non credo che gli aerei sorvolino le catene montuose con un margine di 500ft, presumo stiano a FL di crociera, eppure il jetto

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Non voglio sembrarti pignolo ma la CAT è la CAT e basta, non perchè dove è presente non vi è alcun suo segno visibile ma perchè si trova in concomitanza con le jetstream, anche le termiche non hanno un effetto visibile ma quando le attraversi in aereo percepisci turbolenza ma mica è CAT. Per quanto riguarda il margine di quota da mantenere ho specificato che si trattava di una procedura da applicare agli aerei piccoli che non salgono (solitamente) tanto da andare per FL.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ok, pensavo che il termine indicasse genericamente una turbolenza non visibile, a prescindere dal fenomeno che la origina.AirGek ha scritto:Non voglio sembrarti pignolo ma la CAT è la CAT e basta, non perchè dove è presente non vi è alcun suo segno visibile ma perchè si trova in concomitanza con le jetstream, anche le termiche non hanno un effetto visibile ma quando le attraversi in aereo percepisci turbolenza ma mica è CAT. Per quanto riguarda il margine di quota da mantenere ho specificato che si trattava di una procedura da applicare agli aerei piccoli che non salgono (solitamente) tanto da andare per FL.
La pignoleria non è tale quando afferma cose vere o corregge cose sbagliate, in questi casi si chiama precisione

Per il margine di quota ovviamente siamo d'accordo: certamente un Cessna non può volare a FL310, l'importante è aumentare la separazione dai rilievi.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
ma questa è roba da volovelisti !
domenica ho preso l' onda, ma era debole e il pilota davanti aveva fretta, quindi sono tornato a casa; un altro pilota del mio club l' ha sfruttata, ed ha guadagnando 4800 m H, poi persi tutti per essere incappato nella malefica zona di discendenza

In particolari condizioni, dietro alle catene montuose si può formare un'onda che raggiunge quote elevatissime, sconfinando nella stratosfera. Il fenomeno si può intuire in questo modo: una particella d'aria è in condizioni di equilibrio ad una data quota, che dipende dalla sua temperatura; se il vento che scorre lungo un pendio spinge verso l'alto questa particella, superata la cresta questa tenderà a tornare alla sua quota di equilibrio, ma per inerzia non fermerà istantaneamente e finirà ad una quota più bassa; a questo punto tenderà a risalire, in un processo ciclico di onda sempre più smorzata.
L'onda si può estendere per grandi distanze e se vi sono due catene montuose parallele e "in fase" con la lunghezza d'onda il fenomeno si amplifica.
Rimanendo nella fase ascendente dell'onda con opportune manovre, si raggiungono quote dove è necessario ricorrere all'ossigeno; la temperatura diventa bassissima (anche oltre -25° C), problema accentuato dal fatto che il fenomeno d'onda è tipicamente invernale. In onda si può salire ben oltre quanto possono fare gli aerei a motore tradizionali. In Argentina nel 2006, Fossett e Enevoldson hanno raggiunto 15.447mt ma si prevedeva la possibilità di toccare i 20.000mt nell'ambito del Perlan Project, con un normale aliante di serie e indossando tute pressurizzate simili a quelle degli astronauti, ed i 30.000mt con un veleggiatore progettato appositamente per le altitudini estreme.
Questa tecnica di volo non è usata dagli uccelli e rappresenta il culmine di quanto è possibile fare con l'aliante; qualche tentativo, a livello di volo estremo, è stato compiuto anche con il deltaplano.



domenica ho preso l' onda, ma era debole e il pilota davanti aveva fretta, quindi sono tornato a casa; un altro pilota del mio club l' ha sfruttata, ed ha guadagnando 4800 m H, poi persi tutti per essere incappato nella malefica zona di discendenza



non a caso i record di quota e distanza vengono stabiliti sulle Ande, e c' è da dire che i primati non durano mai troppo.Maxx ha scritto: . Particolarmente temibili sono le onde che si formano in Sud America, sulle Ande, ma anche le Alpi non scherzano.

In particolari condizioni, dietro alle catene montuose si può formare un'onda che raggiunge quote elevatissime, sconfinando nella stratosfera. Il fenomeno si può intuire in questo modo: una particella d'aria è in condizioni di equilibrio ad una data quota, che dipende dalla sua temperatura; se il vento che scorre lungo un pendio spinge verso l'alto questa particella, superata la cresta questa tenderà a tornare alla sua quota di equilibrio, ma per inerzia non fermerà istantaneamente e finirà ad una quota più bassa; a questo punto tenderà a risalire, in un processo ciclico di onda sempre più smorzata.
L'onda si può estendere per grandi distanze e se vi sono due catene montuose parallele e "in fase" con la lunghezza d'onda il fenomeno si amplifica.
Rimanendo nella fase ascendente dell'onda con opportune manovre, si raggiungono quote dove è necessario ricorrere all'ossigeno; la temperatura diventa bassissima (anche oltre -25° C), problema accentuato dal fatto che il fenomeno d'onda è tipicamente invernale. In onda si può salire ben oltre quanto possono fare gli aerei a motore tradizionali. In Argentina nel 2006, Fossett e Enevoldson hanno raggiunto 15.447mt ma si prevedeva la possibilità di toccare i 20.000mt nell'ambito del Perlan Project, con un normale aliante di serie e indossando tute pressurizzate simili a quelle degli astronauti, ed i 30.000mt con un veleggiatore progettato appositamente per le altitudini estreme.
Questa tecnica di volo non è usata dagli uccelli e rappresenta il culmine di quanto è possibile fare con l'aliante; qualche tentativo, a livello di volo estremo, è stato compiuto anche con il deltaplano.

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Assurdo come ciò che noi motoristi evitiamo voi volovelisti ve lo andate a cercare, ancora ancora pur di volare sareste disposti ad infilarvi in un CB pur di beccar correnti ascendenti 

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Non sono d'accordo. Le correnti a getto AFAIK non hanno normalmente associata turbolenza severa, mentre l'onda orografica può salire fino a quota di crociera ed essere particolarmente gudurio... ehm... violenta se non sei un pilota di VaVAirGek ha scritto:Onda orografica e CAT non sono la stessa cosa. La prima si genera quando un vento al suolo impatta contro un rilievo mentre la seconda si trova nelle prossimità delle correnti a jetto, quindi in quota.

Ciao,
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
vihai ha scritto: ehm... violenta se non sei un pilota di VaV
Ciao,


io mi sento cullato in turbolenza



- vihai
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Io sicuramente non saprei fare di meglio ma se inizi a scendere e sai da dove arriva il vento puoi solo fiondarti a tutta velocità controvento, è quasi garantito che sali, oppure scappi nella direzione opposta e prima o poi trovi la salita successiva.IVWP ha scritto:un altro pilota del mio club l' ha sfruttata, ed ha guadagnando 4800 m H, poi persi tutti per essere incappato nella malefica zona di discendenza
A quanto pare "lui" ha rinunciato a cercare la parte ascendente quando era sotto la lenticolare e avrebbe dovuto insistere e andare un po' più avanti.
Comunque è facile parlare dopo e a terra... infatti io nel frattempo stavo cristonando... ehm... costonando a 1100 metri sul monte Lema con il fuori campo che mi chiamava

Attento, non è questa la condizione più favorevole, perché al più avresti una seconda onda alta come la dinamica del rilievo. Invece, in particolari condizioni, l'onda sale molto più del rilievo, qui si vede qualcosa:In particolari condizioni, dietro alle catene montuose si può formare un'onda che raggiunge quote elevatissime, sconfinando nella stratosfera. Il fenomeno si può intuire in questo modo: una particella d'aria è in condizioni di equilibrio ad una data quota, che dipende dalla sua temperatura; se il vento che scorre lungo un pendio spinge verso l'alto questa particella, superata la cresta questa tenderà a tornare alla sua quota di equilibrio, ma per inerzia non fermerà istantaneamente e finirà ad una quota più bassa; a questo punto tenderà a risalire, in un processo ciclico di onda sempre più smorzata.
http://www.met.utah.edu/whiteman/T_REX/images/10.11.jpg
Vedrai quanti bei -25 troverai a "soli" 3000 metri tra qualche giornola temperatura diventa bassissima (anche oltre -25° C), problema accentuato dal fatto che il fenomeno d'onda è tipicamente invernale

Ciao,
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
naturalmente non voleva essere una critica nei confronti di "lui", anche perché sono propio l' ultimo che può dire qualcosa a "lui"; era solo per confermare che si sale, vero, ma si scende pure bene.vihai ha scritto:Io sicuramente non saprei fare di meglio ma se inizi a scendere e sai da dove arriva il vento puoi solo fiondarti a tutta velocità controvento, è quasi garantito che sali, oppure scappi nella direzione opposta e prima o poi trovi la salita successiva.IVWP ha scritto:un altro pilota del mio club l' ha sfruttata, ed ha guadagnando 4800 m H, poi persi tutti per essere incappato nella malefica zona di discendenza
A quanto pare "lui" ha rinunciato a cercare la parte ascendente quando era sotto la lenticolare e avrebbe dovuto insistere e andare un po' più avanti.
Comunque è facile parlare dopo e a terra... infatti io nel frattempo stavo cristonando... ehm... costonando a 1100 metri sul monte Lema con il fuori campo che mi chiamava
Ciao,
Ed in effetti, anche tu svolazzavi basso, ed io da sopra ti vedevo girare……..dai miei 3000 m con l’ ASH 25


ritornando seri, infilarsi in onda è stata dura, sul Bregagno il vento girava e non si riusciva a capire come cavolo funzionava la cosa !

- AirGek
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Se guardi le cartine del tempo significativo negli alti strati, zone di CAT sono segnalate attorno alle jetstream, se una corrente a getto non ha associata turbolenza tanto meglio per chi ne usufruisce ma la CAT secondo me è da associare alle jetstream, altrimenti se qualsiasi turbolenza che non presenta effetti visibili si definisse CAT sarebbe troppo generico. La turbolenza da montagna è definita onda orografica mentre il resto è CAT o termiche o altro, ma l'onda orografica non è CAT.vihai ha scritto:Non sono d'accordo. Le correnti a getto AFAIK non hanno normalmente associata turbolenza severa, mentre l'onda orografica può salire fino a quota di crociera ed essere particolarmente gudurio... ehm... violenta se non sei un pilota di VaVAirGek ha scritto:Onda orografica e CAT non sono la stessa cosa. La prima si genera quando un vento al suolo impatta contro un rilievo mentre la seconda si trova nelle prossimità delle correnti a jetto, quindi in quota.
Ciao,
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ai jetstream sono sicuramente da associare turbolenze, quello che dico è che generalmente non sono "severe", mentre l'onda orografica, se c'è, tente ad essere più violenta.AirGek ha scritto: Se guardi le cartine del tempo significativo negli alti strati, zone di CAT sono segnalate attorno alle jetstream, se una corrente a getto non ha associata turbolenza tanto meglio per chi ne usufruisce ma la CAT secondo me è da associare alle jetstream
Non mi sembra troppo generico, tutte le turbolenze non identificabili attraverso le nuvole (CB, Ac lenticolari, etc..) sono CAT, che poi siano di origine jetstream o onda, non mi sembra importante.altrimenti se qualsiasi turbolenza che non presenta effetti visibili si definisse CAT sarebbe troppo generico.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ragazzi, io non so nulla delle cose di cui state parlando e ho inserito l'argomento perchè mi sembrava interessante. Devo farvi i complimenti per quello che state dicendo, per la vostra preparazione e il fantastico confronto di idee ed esperienze che si sta sviluppando!
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ma i nostri pilots forumers interrvengono solo nei thread dove si parla di gnocca?
Si scherza eh, magari in questo momento sono tutti ai comandi con le turbolenze che gli scuotono i gioielli


Si scherza eh, magari in questo momento sono tutti ai comandi con le turbolenze che gli scuotono i gioielli


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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ciao!
da quello che so io si puo' parlare di CAT sia riguardo la turbolenza presso le jetstream manche riguardo la turbolenza da mountain waves (anche se sarebbe piu' corretto parlare di Wave Induced Turbolence o WIT) e nelle regioni di windshear....
Just my two cent
Vanni
da quello che so io si puo' parlare di CAT sia riguardo la turbolenza presso le jetstream manche riguardo la turbolenza da mountain waves (anche se sarebbe piu' corretto parlare di Wave Induced Turbolence o WIT) e nelle regioni di windshear....
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
http://www.casa.gov.au/airsafe/trip/turbulen.htmnoone ha scritto:Ciao!
da quello che so io si puo' parlare di CAT sia riguardo la turbolenza presso le jetstream manche riguardo la turbolenza da mountain waves (anche se sarebbe piu' corretto parlare di Wave Induced Turbolence o WIT) e nelle regioni di windshear....
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Infatti qui suddivide le CAT in varie categorie specifiche

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ho letto bene, si parla di gnocca?
eccomiiiii!!!!
Scherzi a parte ciao a tutti, sono nuovo e sto conoscendo tantissime cose nuove grazie a voi!
Alla scuola di volo faò un figurone

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Io non sono nessuno ma a me proprio non piace parlare di CAT per qualsiasi cosa che non si vede, anche la turbolenza da CB è percepibile da parecchie miglia di distanza dalla nube e quindi cosa facciamo, la chiamiamo CAT perchè non sta nelle immediate vicinanze del fenomeno che la porta? Secondo me un tipo di turbolenza è uno e basta, la turbolenza da onda orografica è onda orografica e basta, non è che è onda orografica se riesci a vedere le nubi lenticolari o i rotori invece se non la vedi è CAT. La turbolenza è definita come un improvvisa e repentina variazione della direzione del vento e/o della sua intensità, allora basta che ci siano raffiche belle forti che quando beccano il mio aereo mi fanno ballare, ma considerando che non vedo nulla sto subendo CAT? E' troppo generico...
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
stanno venendo fuori parecchie sigle:
CAT
AFAIK
CB
AC
credo che sia il caso di spiegare cosa sono, per non escludere gli allievi e gli aspiranti dal discorso e anche per chiarire un pò i dubbi di chi è già pilota
ecco i link a wiki:
http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_a_getto per le correnti a getto (jetstream)
qui la versione inglese http://en.wikipedia.org/wiki/Jet_stream
http://en.wikipedia.org/wiki/Clear-air_turbulence per le CAT
http://it.wikipedia.org/wiki/Onda_orografica per l' onda orografica
CAT
AFAIK
CB
AC



credo che sia il caso di spiegare cosa sono, per non escludere gli allievi e gli aspiranti dal discorso e anche per chiarire un pò i dubbi di chi è già pilota

ecco i link a wiki:
http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_a_getto per le correnti a getto (jetstream)
qui la versione inglese http://en.wikipedia.org/wiki/Jet_stream
http://en.wikipedia.org/wiki/Clear-air_turbulence per le CAT
http://it.wikipedia.org/wiki/Onda_orografica per l' onda orografica
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ma c'è un motivo o è questione di gusti?AirGek ha scritto:Io non sono nessuno ma a me proprio non piace parlare di CAT per qualsiasi cosa che non si vede
CAT = CLEAR AIR turubulence, il nome stesso la definisce come turbolenza in aria chiara, qualsiasi sia la sorgenti.
Non è il CB che causa la turbolenza, è l'aria instabile che causa turbolenza *e* CBanche la turbolenza da CB è percepibile da parecchie miglia di distanza dalla nube e quindi cosa facciamo,

Onda Orografica è il di fenomeno, la turbolenza da Onda orografica è una e una sola, Jetstream è un altro fenomeno, turbolenza da Jetstream è la turbolenza associata etc...la chiamiamo CAT perchè non sta nelle immediate vicinanze del fenomeno che la porta? Secondo me un tipo di turbolenza è uno e basta, la turbolenza da onda orografica è onda orografica e basta, non è che è onda orografica se riesci a vedere le nubi lenticolari o i rotori invece se non la vedi è CAT.
CAT è un termine generico che include tutte le forme di turbolenza che hanno in comunque quello di non poter essere viste.
Cosa intendi con raffiche? Turbolenza a bassa quota dovuta a vento? Perché questa è forse l'unica per cui la definizione di CAT non è utile, altrimenti, per tutti i fenomeni di cui sopra, incluse le onde di Kelvin-Helmholtz e quant'altro, mi sambra che rientrino perfettamente nella definizione.La turbolenza è definita come un improvvisa e repentina variazione della direzione del vento e/o della sua intensità, allora basta che ci siano raffiche belle forti che quando beccano il mio aereo mi fanno ballare, ma considerando che non vedo nulla sto subendo CAT? E' troppo generico...
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Infatti, è proprio per questo che io associo la CAT unicamente alle Jetstream, altrimenti se ho capito bene ciò che fa la differenza tra CAT e "non CAT" sarebbe l'umidità dell'aria, la turbolenza è aria che si sposta e l'aria non si vede, quindi qualsiasi tipo di turbolenza sarebbe CAT?vihai ha scritto:Cosa intendi con raffiche? Turbolenza a bassa quota dovuta a vento? Perché questa è forse l'unica per cui la definizione di CAT non è utile, altrimenti, per tutti i fenomeni di cui sopra, incluse le onde di Kelvin-Helmholtz e quant'altro, mi sambra che rientrino perfettamente nella definizione.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
È la possibilità di vederle (e quindi pre-vederle) o meno, e scusa se è pocoAirGek ha scritto:[
Infatti, è proprio per questo che io associo la CAT unicamente alle Jetstream, altrimenti se ho capito bene ciò che fa la differenza tra CAT e "non CAT" sarebbe l'umidità dell'aria

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Se vuoi sapere se l'aria sarà turbolenta o meno prima del decollo puoi averne un indizio dal gradiente termico verticale, dalla temperatura al suolo, dal vento che spira e dove spira, il fatto che l'onda orografica sia visibie se l'aria è umida è un caso unico visto che si generano le nubi lenticolari, altrimenti Jetstream, termiche e compagnia bella sono sempre CAT, non penso ci sia nulla di sbagliato nel definire termiche turbolenza di origine termica, onda orografica turbolenza orografica (quindi di origine meccanica) e CAT turbolenza associata alle Jetstream, almeno si distinguono di più le une dalle altre. Questo è come la penso io.vihai ha scritto:È la possibilità di vederle (e quindi pre-vederle) o meno, e scusa se è pocoAirGek ha scritto:[
Infatti, è proprio per questo che io associo la CAT unicamente alle Jetstream, altrimenti se ho capito bene ciò che fa la differenza tra CAT e "non CAT" sarebbe l'umidità dell'aria

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Perché CAT e non "turbolenza da jetstream" analogamente alle altre definizioni?AirGek ha scritto:CAT turbolenza associata alle Jetstream, almeno si distinguono di più le une dalle altre.
Voglio dire, qual è la ratio nell'usare una definizione che denota la caratteristica di essere "in aria chiara" solo per le jetstream?
È come se le arance fossero "frutta color arancio", le mele "frutta rossa", le pesche "frutta gialla", e SOLO le albicocche "frutta coi semi", non ti sebra che stoni? Tutte hanno i semi!

Ciao,
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Io associo la CAT alle Jetstream perchè nelle cartine del tempo significiativo negli alti strati attorno alle correnti a getto ci sta la zona segnalata come CAT, come in quelle dei bassi strati ci sta segnalata l'onda orografica.vihai ha scritto:Perché CAT e non "turbolenza da jetstream" analogamente alle altre definizioni?AirGek ha scritto:CAT turbolenza associata alle Jetstream, almeno si distinguono di più le une dalle altre.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
E se ci fosse un'onda che arriva agli alti strati come la indicano?AirGek ha scritto: Io associo la CAT alle Jetstream perchè nelle cartine del tempo significiativo negli alti strati attorno alle correnti a getto ci sta la zona segnalata come CAT, come in quelle dei bassi strati ci sta segnalata l'onda orografica.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Non saprei, non l'ho mai visto, presumo la indicherebberò come onda perchè altrimenti dovrebberò segnalare CAT anche nelle cartine dei bassi strati e non ho mai visto una roba simile.vihai ha scritto:E se ci fosse un'onda che arriva agli alti strati come la indicano?AirGek ha scritto: Io associo la CAT alle Jetstream perchè nelle cartine del tempo significiativo negli alti strati attorno alle correnti a getto ci sta la zona segnalata come CAT, come in quelle dei bassi strati ci sta segnalata l'onda orografica.
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Ragazzi il problema per me non e' cosa ognuno di noi ritiene che sia la CAT (altrimenti per me significa aria nella pancia senza che abbia mangiato fagioli) ma cosa e' la CAT e come la regolamentazione la definisce...
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
per caso all'aeroporto di olbia accade spesso?
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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Olbia non si trova in una zona che definirei pianeggiante... ti conviene non mangiare troppo pesante quando decidi di andarci
Perchè hai preso botte arrivando a Olbia?

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Re: Le imprevedibili onde di montagna
non credo, è in una posizione che non lo consentegiova- ha scritto:per caso all'aeroporto di olbia accade spesso?
se il vento soffia da nord o est non incontra montagne (arriva dal mare) quindi non forma l' onda.
se arriva da sud o ovest un po' di dinamica sui rilievi vicini, ma avrebbe anche a disposizione delle belle ed ampie valli per aggirarli; comunque l' onda la escluderei
tieni però conto che sono semplicissime considerazioni nate dall' osservazione della zona da google earth


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Re: Le imprevedibili onde di montagna
Olbia è turbolenta, su questo non si discute poi se si forma l'onda o meno sinceramente non lo so...IVWP ha scritto:non credo, è in una posizione che non lo consentegiova- ha scritto:per caso all'aeroporto di olbia accade spesso?
se il vento soffia da nord o est non incontra montagne (arriva dal mare) quindi non forma l' onda.
se arriva da sud o ovest un po' di dinamica sui rilievi vicini, ma avrebbe anche a disposizione delle belle ed ampie valli per aggirarli; comunque l' onda la escluderei
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