Boeing Dreamliner: cosa comporta il rinvio
Minimo impatto sui conti, consegne nel primo biennio ridotte di tre velivoli su 112, problemi di gestione del nuovo modo di costruire gli aerei ma nessuna difficoltà tecnica. Questi i messaggi, pochi ma ben reiterati, lanciati dai vertici di Boeing nella teleconferenza di un’ora e mezza con gli analisti e la stampa convocata in fretta e furia per spiegare il rinvio del primo volo (4-5 mesi, fino alla fine del primo trimestre 2008) e delle prime consegne (6-7 mesi, tra novembre-dicembre 2008) del suo rivoluzionario bireattore in compositi annunciati poche ore prima con un breve comunicato.
Di fronte al ritardo accumulato dal programma, Boeing ha quindi rinunciato all’aggressiva tabella di marcia confermata appena cinque settimane nonostante il progressivo slittamento delle tappe intermedie. All’a.d. Jim McNerney, al direttore finanziario James Bell e all’a.d. della divisione aerei commerciali Scott Carson è toccato spiegarne il perché e, soprattutto, cercare di convincere gli interlocutori che questo sarà l’ultimo ritardo che dovrebbe riguardare poco meno di un terzo degli attuali cinquanta clienti.
Una spiegazione che comprende diversi atti di contrizione, soprattutto per i problemi creati ai piani di crescita dei clienti, ma che evita di farli ricadere su questo o quel fornitore. A differenza della crisi dell’Airbus A380 dell’estate 2006 , a Seattle e Chicago nessuno vuole scatenare una lotta intestina accusando qualcuno. «Non c’è nessuna indicazione che questo o quel fornitore non ce la faccia,» dice McNerney. «Il problema è il lavoro fuori sequenza. Più un problema di mettere in moto la catena di subfornitura che di riparare una catena spezzata». Qualche fornitore, aggiunge Boeing, sta già lavorando alla decima serie di componenti.
Tutto ruota intorno al "number 1", il prototipo sul cui assemblaggio si stanno riversando le criticità del sistema di "costruzione distribuita" immaginato da Boeing. Da domenica l’aereo poggia di nuovo sul proprio carrello. «Stiamo facendo quel che sappiamo fare meglio, l’installazione dei sistemi», chiosa Carson.
Il piano Boeing prevede di non fermare la produzione di Alenia Aeronautica, Vought e di tutti gli altri partner e aziende della lunghissima catena di fornitura. Questo vuol dire che fino al 28° aereo sarà necessario apportare modifiche in sede di costruzione. «Ma saranno modifiche pianificate», spiega Carson, ben diverse da quelle scoperte strada facendo sul primo. «Questo è stato un viaggio di scoperta per Boeing e per l’intera catena di fornitori. Abbiamo tutti imparato molto al riguardo».
La nuova tempistica ripristina al programma di certificazione quei margini che erano stati sacrificati in settembre . Sarà quindi più facile fronteggiare eventuali sorprese, anche se Carson ribadisce la fiducia nella «robustezza del nostro sapere» e le positive indicazioni di tutti i test fatti sinora.
Sotto il profilo finanziario, Bell ha ribadito che «in qualsiasi programma di questo tipo, i primi aerei hanno margini bassi il cui impatto si diluisce sull’intera produzione». Ecco perchè, secondo Boeing, rinunciare a quattro aerei nel primo biennio non dovrebbe penalizzare i risultati. Certo, tra una domanda e l’altra Bell ammette che l’allungamento del programma comporterà una riduzione più lenta degli investimenti per ricerca e sviluppo, modificherà i flussi di cassa rinviando la parte di incassi legati alle consegne e potrà comportare delle penali o indennizzi verso i clienti. Ma in questa fase, il 787 rappresenta una parte minima della produzione e ancora più bassa dei risultati. Di qui la conferma delle aspettative pubblicate per il 2007-08.
Rolls-Royce, che fornisce i motori per i primi prototipi, ha subito emesso un comunicato rassicurante circa le conseguenze del rinvio, mentre essun commento è venuto da Alenia Aeronautica, che costruisce sezioni di fusoliera a Grottaglie (foto a sinistra) e le integra negli Stati Uniti con il partner Vought. Verosimilmente però la decisione Boeing di non rallentare l’assemblaggio degli esemplari di produzione dovrebbe contribuire a minimizzare l’impatto economico anche sui partner, compresa appunto Alenia sul cui portafoglio ordini il 787 "pesa" - secondo l’ultima semestrale della capogruppo Finmeccanica - per 1.637 milioni di euro, pari al 21% del totale.
e ancora:-
Boeing rinvia di sei mesi primo volo e consegne del 787
Dirle subito, dirle tutte e dirle noi. Chissà se alla Boeing qualcuno ricorda l’inascoltato suggerimento di Henry Kissinger sulle cattive notizie. Sta di fatto che - proprio mentre sulla stampa americana iniziavano a diffondersi le voci del primo forte ritardo del programma 787 - Boeing ha convocato una videoconferenza con l’a.d. Jim McNerney, il direttore finanziario James Bell e l’a.d. della divisione aerei commerciali Scott Carson. Il contenuto della conferenza è scontato, anche perchè il concetto essenziale è stato subito reso disponibile sul sito. «A causa delle continue sfide nel completamento dei primi aeroplani», la società annuncia «un ritardo di sei mesi nel programma di consegne iniziali». Per tranquillizzare il mercato, allarmato nei giorni scorsi da una nota di Lehman Brothers, Boeing ribadisce però che «l’impatto finanziario sui profitti sarà minimo» e riconferma le previsioni per il 2007-2008.
Il primo volo dell’aereo è ora previsto «verso la fine del primo trimestre 2008», cioè intorno a metà marzo, mentre le consegne ai clienti previste per maggio slitteranno ora «a fine novembre o dicembre del 2008».
La decisione di rinviare di sei mesi la tempistica prevista è dettata dalla necessità di ripristinare i margini per intervenire su eventuali problemi scoperti nelle prove a terra o in volo, ma anche da ritardi nel software dei comandi di volo, nell’integrazione di sistema e nella disponibilità di parti e componenti nell’intera catena dei fornitori. È probabile - anche se la conferma si avrà solo tra un paio di ore - che in questo continui a giocare un ruolo importante la mancanza dei "fasteners" prodotti in esclusiva da Alcoa che affligge il programma 787 sin dall’inizio della fase di costruzione.
Ritengo che come in tutti i nuovi programmi che prevedono una sostanziale "rivisitazione" di concetti progettuali e industriali, le previsioni sono sempre troppo ottimistiche.
Purtroppo chi fa il commerciale, non è mai un tecnico!
Saluti
Steve
