Ultimo giorno, si va da Samarcanda a Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan.
Strada facendo, ci fermiamo per fare gasolio. Qui c'è una sorpresa notevole: un pieno di duecento litri di gasolio è costato 11.600 som (la valuta locale), cioè l'equivalente di circa 7 euro... ci pareva così increbile che pensavamo di aver sbagliato il conto, l'abbiamo rifatto con la calcolatrice!
Lungo la strada ho notato che curiosamente, all'improvviso, i cartelli stradali erano tutti e solo in cirillico per almeno una cinquantina di chilometri; poi improvvisamente sono tornati in alfabeto latino.
Dopo un'altra oretta di viaggio ci siamo fermati in un piccolissimo villaggio sia per la classica sosta "tecnica" per qualcuno del gruppo, sia perché c'erano dei banchetti di un mercato, in uno dei quali si vendeva questo:

Miele della zona. Quindi, fatto a partire dai fiori e dalle piante della zona. Quindi, compreso il miele di fiori di cotone, che è quello chiaro e opaco del primo barattolo a sinistra nella fila di quattro in alto. Ovviamente, era una novità per tutti noi: ha un sapore gradevole e delicato, e praticamente tutti ne abbiamo acquistato un po'.
In un banchetto vicino ho trovato queste strane cose, grandi più o meno come noci:

Sono piccoli formaggi duri; con il sapore del miele in bocca non ho avuto voglia di assaggiarli, ma chi l'ha fatto ha detto che erano buoni.
Proseguiamo il viaggio e cominciamo a notare, ogni tanto, qualche nido di cicogne. La guida ci preannuncia che di lì a non molto arriveremo in un posto dove ci fermeremo a vederne parecchi, in forma praticamente "condominiale": e infatti, dopo qualche chilometro, la strada costeggia una serie di piloni dell'alta tensione in tutto o in parte non utilizzati, che giustamente le cicogne hanno utilizzato come ottimo luogo per i loro "alloggi":



Siamo ad una settantina di chilometri da Tashkent; anche qui, come m'era capitato di vedere nei giorni precedenti, noto che al confine fra le varie regioni uzbeke ci sono sempre posti di blocco presidiati da militari.
Tashkent
Abbiamo una mezza giornata da dedicare alla visita della capitale uzbeka, tenendo presente che la cena sarà abbastanza presto perché avremo poi diritto ad una sveglia veramente antelucana: l'aereo parte alle 5.20 del mattino, bisogna stare in aeroporto alle 3.00 e quindi è previsto che ci "sbrandino" all'una e mezza del mattino.
Per quanto mi riguarda, decido di non dormire proprio, in modo poi da provare a "crollare" (come infatti puntualmente avverrà) una volta salita in aereo; ma c'è qualcuno che invece preferisce dormire un po', e quindi è necessario guadagnare un po' di tempo andando a cena presto.
Tashkent è una grande città, con circa due milioni e mezzo di abitanti. E' la quarta più grande città dell'ex URSS, dopo Mosca, San Pietroburgo e Kiev. Fu gravemente danneggiata da un terremoto nel 1966, e infatti arrivando in città vediamo lunge sequenze di tristissimi palazzoni costruiti in fretta e furia dopo il sisma per ridare alloggio alla popolazione.
Il centro città invece è bello e ben curato, con molti grandi palazzi moderni prevalentemente sedi di uffici statali. Questa è Piazza dell'Indipendenza:

Andiamo poi a visitare il Museo delle Arti Applicate, situato in quella che fu la residenza di un facoltoso diplomatico russo all'inizio del '900. Questo è l'ingresso:

questo è il salone di rappresentanza:


e questo è il giardino interno (con l'immancabile rivendita di souvenir):

Nel museo ci sono diversi prodotti di alto artigianato uzbeko, spesso anche antichi. Ecco gli strumenti musicali:


La sala in cui sono esposti i tessuti di seta (notate la vivacità dei colori, che sono sia naturali che chimici):


Tappeti e arazzi ricamati ad ago con fili colorati, tipici di Bukhara:


E altri ricamati in oro:






Un paio di piatti di rame:


Sulla via del ritorno ci fermiamo in una rivendita di alcolici, perché qualcuno vuole portare a casa una bottiglia locale. Ecco le birre locali (oltre a qualche "ospite" europea):

ed ecco la vodka, prodotta sia localmente che in Russia:

Entriamo anche in un vicino supermercato. Tashkent è l'unica città in cui ne abbiamo visti, ma anche qui si ritrova la pulizia e il senso dell'ordine nell'esposizione dei prodotti che avevo già notato nel mercato di Samarcanda. Questo è il reparto della pasta, prodotta localmente: non mi aspettavo di trovarne tante varietà!

Finiamo la passeggiata in un parco vicino all'albergo, dove vediamo l'ultima statua della trilogia di Tamerlano: dopo averlo visto in piedi nel suo luogo natale e in trono a Samarcanda, qui a Tashkent è rappresentato a cavallo, perché è una delle città che conquistò:

Qui finisce il racconto di questo magnifico viaggio. Alle due e mezza del mattino ci muoviamo verso l'aeroporto: ma la cronaca del volo di ritorno lo metto in Spotters area.
Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino qui; mi auguro che il racconto di quello che ho visto in questo Paese poco conosciuto sia stato gradito e vi abbia incuriosito.
Al prossimo viaggio!