Eccomi all’undicesimo volo di quest’anno, al rientro da un viaggio di lavoro a Zanzibar, Tanzania. Pensavo di non aver più niente da scrivere, dopo 10 voli raccontati in pochi mesi sul sito di MD80, e invece….alla fine questo Zanzibar-Mombasa-Milano è stato uno dei voli più belli che abbia fatto!
Al gate dell’aeroporto di Zanzibar, ovviamente piccolissimo, vedo parcheggiati alcuni aerei (piccoli) della ZanAir, e poco dopo arriva il nostro A330 della Livingston a prenderci, lo vediamo frenare sulla pista (l’unica dell’aeroporto) e una volta quasi fermo lo vediamo manovrare per avvicinarsi al piazzale davanti al gate: non ci sono pulmini e tanto meno finger, ma io lo preferisco perché mi piace andare a piedi all’aereo, per guardarlo e fotografarlo. Eccolo che gira, con quelle ali gigantesche che sfiorano i due aerei Zan Air, e quando si ferma di fronte a loro ci si rende conto delle differenza di dimensioni! Mi affaccio al gate a guardarlo, come ho già scritto il 330 mi piace moltissimo, e scatto un po’ di foto. Si apre un portellone e i passeggeri scendono, e poco dopo ecco il captain che fa il giro di ispezione, dopo la notte di volo dall’Italia. Ci avviamo a piedi, sulla scala ammiro il motore, mi riempio gli occhi della linea elegante e potente del mio aereo, e finalmente varco la porta ed entro. C’è un po’ di confusione, a bordo ci sono i passeggeri in arrivo da Milano e diretti a Mombasa, dove faremo scalo, e la notte insonne si vede sulle facce stanche e stufe. Entrando da prua sbircio la cabina aperta: mi sembra grande e confortevole, almeno rispetto alle ultime due che ho sbirciato, su un MD80 e su un B737.
Mezz’ora di volo e siamo a Mombasa, dove tutti scendono e anche noi, i pochi di rientro in Italia. Un’ora dopo ci rimbarcano, appena terminata la pulizia e il cambio di equipaggio. Saliamo e…sorpresa! A bordo siamo solo 62 passeggeri su un aereo che ha 297 posti: una goduria!!! Appena ci si rende conto di ciò, tutti iniziamo a spostarsi dai posti assegnati al check-in, ma gli a/v ci chiedono di tornare ai posti assegnati almeno al decollo e all’atterraggio per bilanciare i pesi. Ubbidiamo scrupolosamente, ma tutti scrutano i sedili vuoti nel presagio di una godutissima dormita sdraiati….! E’ bellissimo essere così in pochi, gli a/v ci mettono 5 minuti a dare i pasti, e dato che non hanno niente da fare, per tutto il volo continuano a passare tra i sedili a offrire acqua e the, altro che prima classe…!!
Io e le persone con cui viaggio calcoliamo quanti sedili liberi ci sono: bene, sono circa 5 sedili a testa, fosse sempre così! Sono a prua, fila 10, e girandomi verso la coda mi fa un po’ impressione vedere l’aereo vuoto, una sterminata distesa di sedili liberi.
Poco dopo il decollo uno degli spettacoli più belli della natura: il Kilimanjaro (si scrive così???) si staglia alla nostra sinistra, subito foto da mettere nell’aereo spotter!
Mi sposto a metà aereo, a guardare l’ala gigante, sulla savana africana c’è brutto tempo e si balla un po’, entriamo in un nuvolone gigante che ci fa tenere le cinture allacciate per mezz’ora. Ora, come già detto in altri report, io ho fifa delle turbolenze, ma devo dire che con l’aereo vuoto ero meno tesa, mi sembrava che la situazione “fosse più sotto controllo” che non quando ci sono tutti i 297 pax a bordo.
Intanto mi faccio quattro passi tra i corridoi, i bagni sono tutti liberi (e ci credo, sono 8 bagni per 62 persone), così si può andare a poppa da prua e viceversa, così, tanto per provare tutte le toilette…e piano piano si formano delle “zone” sull’aereo: a poppa c’è la zona “dormo e/o guardo il film al buio”, tutti gli oscuranti sono chiusi e c’è chi se la gode lungo disteso su 4 sedili e chi si gusta il film al buio. Più avanti la zona “dormo con la luce”, tutti sdraiati sempre in mezzo a sonnecchiare, a metà aereo la zona “chiacchiere”, dove gruppetti di passeggeri si riuniscono, per sentirsi meno soli, a parlare della vacanza a Zanzibar. Io cambio posto più volte, a seconda di cosa si vede sotto di noi, e mi trovo un bel posticino sul lato destro, musica sulle orecchie e mi godo il panorama: siamo sopra il Sahara e non si balla più, e come sempre lo spettacolo del deserto da 11.000 metri mi affascina, anche se l’ho già visto tante volte nell’ultimo anno e mezzo. Oggi è rosa cipria, ma altre volte l’ho visto giallo, ocra o arancione, è incredibile come cambia colore a secondo dell’ora e delle condizioni meteo. Il cielo è terso, ma sopra il deserto credo ci sia una tempesta di sabbia, è tutto avvolto come in una nebbia rosa.
Con alcune persone conosciute a Zanzibar (tra cui un pilota militare), chiediamo di andare in cockpit, ma la risposta è no: solita “scusa” dopo l’11 settembre, ecc…che peccato! Avevamo tutti sperato che, essendo uno di “ noi” un pilota, il comandante ci avrebbe detto di si, invece niente.
Arriviamo sul Mediterraneo, il deserto lascia il posto al mare, una linea netta divide il giallo-rosa del Sahara dal blu intenso del nostro Mediterraneo, magnifico! La costa africana sembra disegnata nell’azzurro del mare, una sorta di quadro disegnato dall’alto. Ciao Africa, ancora una volta ti saluto, al prossimo viaggio….che sarà però dalla parte opposta, verso NY e poi la Polinesia. Ma torno allo Zanzibar-Milano: arriviamo sopra la Sicilia, non c’è più il deserto ma la campagna verde e marrone, e il mare azzurrissimo. Fotografo l’Etna lontano, poi sorvoliamo l’aeroporto di Palermo, dall’alto si vede la pista vicinissima la mare, e ricordo il decollo con un MD80 di qualche mese fa proprio da Punta Raisi. Poco dopo siamo su Ustica, e poi il Tirreno. Resto incollata al finestrino, il tempo è splendido e lo spettacolo sotto di noi è una meraviglia: ecco Ischia, Capri e Procida, poi il promontorio di Orbetello, con le lingue di sabbia che delimitano due lagune interne, e le isole dell’arcipelago Toscano, il Giglio e Giannutri. Mi viene da sorridere, perché tutte queste belle isole del Tirreno le ho visitate in barca a vela, e vederle dall’altro mi fa un po’ impressione….a pensare che le ho viste a “livello del mare” e invece qui la ammiro da 11 km di altezza.
Prima della Liguria mi tocca tornare al mio posto, stiamo iniziando la discesa; atterraggio morbidissimo e in perfetto orario anche questa volta, ribadisco la bravura dei piloti della Livingston. Scendiamo velocemente, e un po’ mi dispiace, è stato un volo bellissimo e avrei continuato a girare sul Mediterraneo e riconoscere le isole dall’altro…ma il pulmino di Mxp ci aspetta. Scendo e mi giro a guardare il 330, i motori ancora “caldi” e rombanti: ha tutta l’aria di dire “beh, io mi sarei fatto ancora qualche ora lassù!”, mi “sembra” che non abbia molta voglia di stare a terra, e dopo pochi attimi è aggredito dai tecnici e dagli addetti che gli aprono la pancia e avvicinano scale e montacarichi…
E ciao anche al 330, grazie per un volo veramente particolare ed emozionante.
Zanzibar - Milano
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ciao, superato brillantemente direi di no...diciamo un po' meglio, ma la meta "non ho paura" mi sa che è lontana....farò esercizio questa estate, ho 25 ore di volo da fare per andare in vacanza..se non mi passa lì sarò un caso disperato...!Daniele77 ha scritto:grazie per il bel racconto.
quindi hai superato brillantemente la tua paura delle turbolenze?..(ma erano forti?
ciao