Colonia e Dortmund - maggio 2007

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Bacione
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Colonia e Dortmund - maggio 2007

Messaggio da Bacione »

Sei giorni dopo essere tornata da San Pietroburgo sono ripartita, stavolta per lavoro. Destinazione: Colonia e Dortmund.

Partenza alle 8:50 di una bella domenica mattina piena di sole; dovendo stare in aeroporto verso le 7:00, mi sono goduta una città ancora addormentata, dove solo gli uccellini erano già belli svegli, l’aria era fresca, e il Colosseo si stagliava contro il cielo azzurro: un vero spettacolo, che m’ha fatto digerire l’alzataccia!

Anche stavolta ho volato con Lufthansa, con scalo a Monaco di Baviera. Primo volo su un A320, ovviamente posto finestrino. Questa è Civitavecchia:

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Il volo ha un ritardo di tre quarti d’ora (è la seconda volta in nove giorni che mi capita con Lufthansa) e temiamo un po’ per la coincidenza a Monaco, che con il ritardo è diventata piuttosto stretta. Infatti, durante il volo vengono fatti diversi annunci destinati a chi ha poco tempo per cambiare aereo, nei quali ci viene detto che a Monaco stanno organizzando le cose in modo da non far perdere a nessuno il volo successivo.
In effetti, all’arrivo nella piazzola (senza finger, quindi) troviamo la seguente organizzazione: solito autobus per chi è arrivato o ha una coincidenza “larga”; sei pulmini schierati sotto l’aereo con i rispettivi autisti che espongono un cartello indicante le destinazioni di quelli che hanno poco tempo. Il tutto, naturalmente, annunciato in cabina con l’elenco delle destinazioni beneficiarie dei pulmini.
Il nostro ospita i due che vanno a Colonia (io e una collega) e quattro che vanno ad Oslo: scopriremo infatti che i due aerei sono parcheggiati abbastanza vicini.
Mentre aspettiamo di partire scatto questa foto che rende l’idea della situazione:

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e nel frattempo l’autista, con la lista dei passeggeri attesi in mano, ci chiede di mostrargli i tagliandi dei rispettivi bagagli. Lo facciamo, e lui verifica e spunta dall’elenco i numeri che già aveva scritto: ovvero, i bagagli erano già stati scaricati e selezionati, e sono stati avviati con un altro mezzo ai rispettivi aerei. Tutto questo in non più di dieci minuti dal momento dell’arrivo in piazzola.
Che organizzazione, chapeau!

Il volo Monaco-Colonia si fa con un jumbolino. Questo aereo mi è sempre stato proprio simpatico, e lo è ancora di più dopo averlo conosciuto ben bene al raduno di Ronchi di settembre 2006!
Qualche foto prima del decollo

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una durante il taxi

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e l’aeroporto di Monaco dall’alto

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Arrivati a Colonia poco dopo mezzogiorno, andiamo innanzitutto in albergo, dove staremo per sei notti. E qui ci aspetta una gran bella sorpresa: grazie ad una convenzione che ci permette di avere un prezzo molto favorevole, abbiamo diritto ad un albergo veramente bello e lussuoso, proprio sulla piazza del Duomo. Fiori freschi in camera e dopo pochi minuti un cesto di frutta a disposizione, che nei giorni successivi sarà rinnovato quotidianamente. Non ho resistito a fare un po’ di foto della stanza, Daniele-style...

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Svuotata la valigia (dovendo stare sei notti, era l’unica cosa da fare), ce ne siamo andate a fare una passeggiata in città.

Come tutte le più importanti città tedesche, anche Colonia è stata praticamente rasa al suolo dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. S’è salvato solo il Duomo, che ha avuto danni di lieve entità. Non ho ancora capito come sia potuto succedere: ho visto le foto di quella distruzione e tutto intorno, a pochi metri di distanza, era un cumulo di macerie. C’è chi dice che ci fosse un aereo che durante i bombardamenti rimaneva in verticale sulla chiesa, per segnalarla ed evitare che ci fossero indirizzate bombe; ma questa teoria mi convince poco, soprattutto dato lo stato degli edifici adiacenti. Questa è una foto degli effetti dei bombardamenti, il Duomo è la macchia scura; da notare il ponte sul Reno abbattuto. E questa è una foto di Colonia oggi.

Il Duomo di Colonia ha avuto una costruzione lunghissima e tormentata: iniziato nel 1248, è stato ultimato solo nel 1880, con secoli di interruzione dei lavori fra una fase e l’altra. Anche se è stato completato relativamente di recente, il progetto iniziale è stato rispettato: il risultato è una delle più grandi ed imponenti chiese gotiche in Europa, ideata sul modello delle grandi cattedrali francesi di Parigi, Reims ed Amiens. Qualche foto dell’interno:

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In un angolo del transetto c’è un curioso indicatore, fatto di barre dorate: si aggiunge una barra per ogni anno di permanenza in carica del vescovo della città (per l’attuale sono 18 ):

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A proposito di vescovi, nella chiesa c’è la tomba di uno di loro, raffigurato in questa insolita posa:

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La cosa forse più celebre, e in un certo senso poetica, che è ospitata dal Duomo di Colonia è la tomba dei Re Magi; fu infatti Federico Barbarossa che nel XII secolo fece traslare le reliquie a Colonia, e per custodirle degnamente si decise di costruire una chiesa adeguata a tali ospiti.
Non ho potuto fare foto dell’arca dei Re Magi, che è collocata al centro in fondo al coro: mentre stavamo visitando la chiesa, infatti, la zona del coro è stata chiusa e i turisti invitati ad allontarsi perché stava iniziando la messa. Ma in rete si trovano parecchie immagini, ad esempio questa.

Siamo uscite sulla piazza del Duomo: questa è una foto della facciata scattata al tramonto un paio di giorni dopo, ma che mostra bene l’insieme:

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Nella piazza, di fronte alla cattedrale, c’è la riproduzione a grandezza naturale del pinnacolo che corona le due torri della facciata. E’ alto 9 metri e mezzo, cioè quasi tre piani di un palazzo. Ecco alcune foto del pinnacolo riprodotto a terra e dell’equivalente in cima alle torri, che permettono di valutare il gigantismo di questo tempio:

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Abbiamo continuato la nostra passeggiata nel centro e siamo passate anche alla stazione ferroviaria centrale. Lì ho “beccato” la grande insegna pubblicitaria di una delle istituzioni di Colonia: ovvero, l’acqua… di Colonia, appunto!

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C’è una grossa disputa sulla paternità della vera acqua di colonia: l’iniziatore fu il francese Jean-Marie Farina, ma poi evidentemente si è staccata una parte della famiglia che ha continuato a produrre quella che oggi conosciamo come 4711. Il nome nasce dal fatto che Napoleone volle attribuire un numero civico a tutti i portoni della città: e a quello dove si produceva l’acqua di colonia “transfuga” fu assegnato il numero 4711.

Nei giorni successivi abbiamo lavorato molto, e quindi non ho foto turistiche da offrirvi. Fortunatamente, però, ci sono state un paio di occasioni formali che mi hanno permesso di mettere il naso fuori dall’ufficio e di vedere qualcosa di diverso dalle scrivanie e dalle carte.

La prima uscita è stata in uno dei musei più visitati di Colonia: il Museo della cioccolata, che si trova lungo il Reno in un edificio moderno la cui forma ricorda quella di un battello, costruito nel luogo in cui aveva sede la Stollwerck, fabbrica di cioccolato del luogo. Al piano terra c’è una esposizione molto dettagliata che spiega come si fa il cioccolato, come è fatta la pianta e come funziona il processo produttivo. Addirittura, c’è anche una piccola serra che ospita l’ambiente tropicale in cui cresce la pianta: all’interno era talmente umido che sono riuscita a fare una sola foto, poi s’è appannato l’obbiettivo e non c’era verso di pulirlo!

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Al piano di sopra, invece, c’è un vero laboratorio industriale di cioccolateria dove, oltre a poter fare “zuppetta” con un piccolo vafer nel lago di cioccolata (slurp!) alla base di una fontana di acciaio alta tre metri nella quale scorre liquido e morbido, si possono vedere le varie fasi di produzione dei cioccolatini e dei tartufi.
Golosoni, attenzione! Ecco le foto della produzione:

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La seconda uscita dall’ufficio è stata per un incontro e una premiazione ad Essen (circa 70 chilometri da Colonia) dove erano ospiti i campioni del mondo di gelateria e pasticceria. Italiani, ovviamente (hanno letteralmente stracciato i secondi e i terzi, totalizzando un punteggio di gran lunga superiore).
Questo è il trofeo che hanno vinto nel 2006 (il campionato è biennale):

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La squadra è composta da tre persone, tutti maestri artigiani: uno è specializzato nei gelati, uno nella frutta intagliata e uno nelle produzioni con lo zucchero. Hanno anche un allenatore, che ha il compito di dirigere la loro azione; mi hanno infatti spiegato che gli elementi di valutazione nella gara non sono solo le cose scenografiche o buone che producono nel tempo a disposizione, ma anche il coordinamento che hanno fra loro, la capacità di agire in tre in uno spazio di soli dodici metri quadri, l’igiene, la tenuta, e anche il “gesto tecnico”.

Non ho foto dei gelati, però ne ho il ricordo nel palato pur non essendo golosa di dolci: un gelato al pistacchio di Bronte saporito e “pistacchioso” come non l’avevo mai assaggiato (temo che non chiederò mai più gelato al pistacchio, per non rimanere delusa); un tris al cioccolato - bianco, latte e fondente – sicuramente di consistenza da gelato ma di una pastosità e morbidezza e sapore che confondono le idee, e al secondo cucchiaino fanno ammorbidire le labbra per rispetto e per gusto; e infine una cosa che il maestro gelatiere ci ha presentato come “questa di sicuro non l’avete mai assaggiata”. In effetti no: il gelato alle alici spalmato a velo su una cialda neutra (né dolce né salata) non l’avevo mai assaggiato: ma se sapeste come è gradevole e sorprendente...
Non sono golosa di dolci: ma questo gelatiere la golosità te la fa venire, eccome!

Il maestro zuccheraio (mi si passi la definizione) produce gioielli e abiti, e gioca con lo zucchero come i più abili di noi al massimo potrebbero fare col pongo.
Mi ha mostrato le foto del vestito che sua moglie indossava al matrimonio: tutto di zucchero, incredibile! Per l’esibizione ad Essen aveva portato un vestito che doveva essere indossato da una modella: ma il contenitore ha preso una botta troppo forte e il vestito s’è spaccato. Peccato.
In ogni caso, s’è rifatto creando sul posto anelli e pendenti. Ho potuto indossare un anello e anche fotografare un paio di fiori stupendi che aveva creato quel giorno come pendenti, sempre e solo con lo zucchero:

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Quanto all’intagliatore di frutta, a parte che in venti secondi mi ha offerto una rosa creata davanti ai miei occhi da una fetta di pera, quando acchiappa un coltello e incontra un cocomero - anguria, per i non romani - i risultati sono questi (sempre fatto in giornata, non portato già pronto dall’Italia):

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La creazione più spettacolare è questa. Notate l’occhio del pavone, che non è altro che il punto dove c’è il picciolo del cocomero:

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Per la cena alle 20:00, cui non potevamo partecipare perché avevamo un altro impegno, aveva preparato queste barchette di melone:

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Era la quarta volta che tornavo a Colonia; perciò il sabato l’ho dedicato ad un paio di cose che non avevo visto nelle visite precedenti, oltre che ad una passeggiata per Hohestrasse, la via del centro piena di negozi il cui tracciato è quello del decumano romano. Colonia fu importante città romana, e da allora data la sua importanza.

Ho visitato una bella chiesa romanica (a Colonia ci sono alcuni importanti esempi di romanico fuori d’Italia) chiamata St. Maria im Kapitol, a ricordo del preesistente tempio romano dedicato alla Triade capitolina.
Come quasi tutto il patrimonio storico tedesco, anche questa chiesa è stata ricostruita dopo essere stata distrutta dai bombardamenti: dovunque, per ogni monumento, ci sono foto di “com’era stato ridotto”; è una litania continua che ti sbatte in faccia l’assurdità della guerra e la tenacia del ricominciare.
Due foto fatte in questa chiesa per dare l’idea:

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In seguito ho visitato il Museo delle arti applicate, che contiene manufatti prodotti dal medioevo ad oggi. Ci sono un sacco di cose interessanti o decisamente belle: oggetti di uso quotidiano, mobili, gioielli. Ecco un paio di esempi seicenteschi: il particolare dell’anta di una credenza tutta intagliata di legno e madreperla e una tavola da gioco da viaggio intarsiata d’avorio:

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Ci sono anche parecchi oggetti di design del Novecento, come questa (ipotesi di) sedia:

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E nel salone d’ingresso fa bella mostra di sé questa Mercedes, di cui ecco il walk around:

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Finita la parte culturale, ho fatto quattro passi in centro, nella strada dei negozi. Quando ho visto da lontano un’insegna, ho allungato il passo. E mi ci sarei volentieri fatta chiudere dentro, nel negozio della Lego!
Ci sono un’infinità di scatole di costruzioni di tutti i tipi, dalla cosa piccolina all’oggetto enorme come questo:

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E poi, soprattutto, si possono comprare mattoncini sfusi a volontà. C’è un’intera parete piena di contenitori sferici, con accanto i distributori di bicchieri per “pescare”: 8.99 per quello piccolo, 15.99 per quello grande. Che voglia di portarmi a casa qualcosa!

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Nel pomeriggio ho raggiunto in taxi l’ufficio, per concludere il lavoro. All’inizio non capivo dove fosse il tassametro; poi, a forza di guardarmi intorno, l’ho trovato. Eccolo qui:

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La domenica mattina siamo andati a fare due passi. Uscendo dall’albergo ho visto questa insolita immagine in stazione:

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Era un treno storico che faceva un giro turistico; ci hanno detto che in Germania è pratica piuttosto comune, soprattutto nei giorni di festa.

Siamo poi andati a visitare il cimitero italiano, situato all’interno del cimitero di Colonia. Poiché ci sono solo tombe a terra, andare in un cimitero finisce per essere una passeggiata in un magnifico parco.
In questo sacrario ci sono le tombe di quasi duemila soldati italiani della prima guerra mondiale, morti non in combattimento ma durante la prigionia.

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Anche se la cosa è oggettivamente triste, mi ha fatto piacere constatare che l’Italia, come altri paesi, continua a curare e ad onorare la memoria dei suoi soldati deceduti in posti lontani quasi un secolo fa.

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Nel pomeriggio ci siamo trasferiti a Dortmund. Arrivando in città, abbiamo visto da lontano quello che qui è considerato il luogo del vero trionfo, il 3 luglio 2006: lo stadio che ha visto la vittoria in semifinale dei mondiali contro la Germania!

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La sera siamo andati a cena in una birreria, nel senso di luogo dove si produce la birra. La Hövels è l’ultima fabbrica artigianale rimasta in città, ma dopo la guerra erano più di quaranta.
In Germania ogni città ha le sue birre tipiche, e cinquanta chilometri più in là non si trova nemmeno per sbaglio quella della città vicina; ad esempio, a Colonia c’è la Kölsch, che a Dortmund è sconosciuta. Ecco qualche bicchiere di quelle assaggiate in questi giorni:

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e un paio di foto dei macchinari per produrre la birra

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che sono richiamati all’esterno del ristorante. Impossibile mettere un’insegna migliore!

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A Dortmund siamo rimasti quattro giorni, sempre chiusi in ufficio a lavorare. Ma non c’era molto da vedere: anche questa città, situata nel cuore industriale e minerario della Rühr, è stata completamente distrutta dai bombardamenti.

Il giovedì siamo tornati a Colonia per ripartire per l’Italia. Strada facendo ci siamo fermati in un autogrill, dove ho visto questo cartello:

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Mi hanno spiegato che in molti luoghi pubblici ci sono questi posti auto riservati alle donne che viaggiano da sole, messi in luoghi ben visibili e illuminati, e se possibile vicini a dove ci sono persone: ad esempio, questi erano accanto al gabbiotto dove si paga il carburante, e dove quindi c’è sempre un addetto.


Arrivati all’aeroporto di Colonia, check-in per entrambi i voli (anche stavolta scalo a Monaco); presi ovviamente due posti finestrino.
Abbiamo un paio d’ore da far passare, e a Colonia non c’è tantissimo movimento. Comunque, ho trovato il modello

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e quello vero. Notare i passeggeri che arrivano a piedi sul percorso delimitato dalle strisce blu.

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Il nostro aereo invece ci aspetta al finger. Si vede solo il musino, ma basta per constatare che riprenderò un 737 dopo un sacco di tempo che non ci viaggiavo! Mi fa proprio piacere.

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Niente push back, l’aereo parte in avanti perché è già orientato verso il piazzale. Qualche foto prima del decollo:

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e in volo noto una scritta sul finestrino che non m’era mai capitato di vedere prima:

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Volo in perfetto orario; la cosa è importante perché abbiamo solo 50 minuti per la coincidenza, e l’aeroporto di Monaco è molto grande. Ci prepariamo spiritualmente ad una gran corsa, e quando usciamo ci mettiamo subito alla ricerca del gate G12. Guardiamo i cartelli e... come sarebbe? A destra c’è l’indicazione per i gates da G1 a G10, a sinistra per quelli da G13 a G80... e il nostro?
Il nostro è quello dove siamo arrivati! E l’aereo che prenderemo è lo stesso che ci ha portato da Colonia a Monaco... facevamo prima a rimanere a bordo! Al rientro, infatti, ci risaluteremo ridendo con lo stesso equipaggio, dicendoci “good afternoon again”.
Nell’attesa, ecco il nostro aereo e un A340 al gate accanto:

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In tutto l’aeroporto, ogni pochi metri, ci sono questi banchi dove i passeggeri – courtesy of Lufthansa – possono prendere gratuitamente bevande e giornali.

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Il 340 se ne va

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E non fa in tempo a partire che lo stesso gate viene occupato da un 737, che in confronto al 340 sembra un moschino:

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Torniamo a bordo. Stavolta ho il posto dietro al precedente, 12F prima e 14F ora. Mentre aspettiamo il push back, noto questo strano oggetto: cos’è?

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Certo che, quanto a livree fantasiose, Germanwings non si fa mancare proprio niente!

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Durante il taxi, passiamo accanto a uno degli hangar. Dentro c’è un A340, ma l’aereo più interessante è parcheggiato fuori!

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In un momento di cielo aperto (saranno poi tutte nuvole fino all’Argentario) vedo le Alpi svizzere. E’ sconfortante quanta poca neve ci sia.

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Siamo vicini a Fiumicino. Un altro aereo si prepara ad atterrare in parallelo a noi, 16L per noi e 16C per loro.

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Bello, il riflesso del sole sul mare.

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Sempre più vicini, sia noi che l’altro aereo (si vede a sinistra subito sopra la linea dell’orizzonte)

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Ci siamo quasi...

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Olè, eccoci arrivati. E in questa foto c’è un dettaglio che mi è molto caro: gli alberi sullo sfondo, che – quando arrivavo da Toronto negli anni in cui vivevo lì – mi davano il benvenuto e mi facevano sentire “tornata a casa”. Non mi vergogno a dire che una volta mi capitò di piangere per l’emozione; ma stavolta tornavo solo dalla Germania, dove sono stata giusto qualche giorno...

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Ciao a tutti e grazie per l’attenzione!
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Mikah
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Messaggio da Mikah »

Bellissimo report!!!:cheers:
Grazie a te per le belle foto!
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pippo682
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Messaggio da pippo682 »

Mitica bacione. Quasi come esserci!
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Challenger3
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Messaggio da Challenger3 »

Davvero uno splendido report, complimenti! :D
Ospite

Messaggio da Ospite »

belle foto bacione :blob5:
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Altamente_Subsonico
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Messaggio da Altamente_Subsonico »

Danke Schön!!

Jacopo
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"...e un giorno taglieremo insieme il filo del traguardo,
e resteremo finalmente senza fili fra di noi.
Guinzagli d'aquiloni insofferenti che strattonano,
per liberarsi e perdersi
e rincorrersi nel vento."
(Frankie HiNRG Mc)
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I-BICIO
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Messaggio da I-BICIO »

Bellissimo report ed ottime foto!
Complimenti! :)
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