Se associamo il numero di incidenti al numero di aeromobili abbiamo un quadro solo parziale di quello che puo' essere inteso come indice di sicurezza.Un analisi piu' attendibile puo' essere fatta solo confrontando le ore di volo con il numero di incidenti.Andrew66 ha scritto:...la discussione si fa interessante
..poi c'è un'altro dato numerico nella tabelle postate che mi intriga non poco: il rapporto in AG tra numero di incidenti/anno e numero di velivoli registrati è stato sempre circa 0,02
significa che in un anno ogni aeromobile ha il 2% di probabilità di schiantarsi?![]()
Questo e' il dato assoluto ovvero gli eventi per ora di volo.Mano a mano si suddivideranno poi i dati secondo altri criteri come il fattore causale ,il tipo di volo,la classe degli aeromobili,la motorizzazione ,etc etc. In aeronautica e in particolar modo in SV ogni considerazione relativa ala gestione del rischio viene espressa proprio per cicli e per ore di volo (con buona pace di chi dice di avere metodi migliori..) come la vita operativa di una pompa idraulica o le scadenze delle licenze dei piloti.Anche il tuo PPL ti sara' concesso dopo almeno 45 ore di volo.
Le statistiche poi vanno sempre interpretate ma bisogna comunque partire dal dato generale.

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Dal confronto tra le ore di volo e gli incidenti noteremo ad esempio che il rischio di incidente mortale in AG e' superiore di circa 50 volte a quello dell'aviazione commerciale .
Se mettiamo a confronto gli incidenti con le miglia volate il discorso varia leggermente.
D'altra parte la possibilita' di essere coinvolti in un incidente stradale, se mettiamo a confronto le distanze percorse, sono di 5 a 1 a favore delle automobili ma se paragoniamo gli incidenti mortali questi sono 5 volte superiori nell'aviazione generale.Insomma bisogna differenziare il dato assoluto da tutte le variabili che lo determinano.
Quel dato che ti spaventa e' quello che accade nella realta' come ad esempio in Italia nel 2008 sono morte 4731 persone in 218.963 incidenti:e' triste ma e' cosi..Penso che la statistica inferenziale non possa variare questi dati cosi come il colore delle macchine o la marca delle gomme non potra' cambiare il numero dei morti.Servira' magari per fare prevenzione.
Un analisi del genere la possiamo tracciare sempre confrontando alcuni dati e prendendo in considerazione un campione molto ampio come quello degli USA.Andrew66 ha scritto:eventi o fattori che dir si voglia......a me piacerebbe poter motivare i risultati: perchè il VDS risulterebbe più sicuro se le regole imposte in AG hanno proprio lo scopo opposto in termini di sicurezza?
Circa l'80% degli incidenti viene causato da pilot errors.Dalle indicazioni che abbiamo questo dato e' piu' o meno uguale sia per l'AG che per il VDS.
Di questo 80 % l l'87% e' composto da errori basici del pilotaggio (60%) od errori legati alla "bad airmanship" ovvero a quella che viene anche definita scarsa capacita' di agire quale pilota comandante o cognitive errors (28%).
Gli incidenti causati da infrazione alle regole( ATC,performance,planning) sono solo circa il 10 %.
Nell'AG questi ratei sono sostanzialmente uguali sia per le operazioni VMC-VFR che IMC-IFR con una differenza non superiore al 10%.Di contro si puo' evincere che il minore numero di incidenti in IFR e' dovuto anche al maggior addestramento posseduto dai piloti con questo rating.
Quindi a parita' di campione VFR -VDS vediamo che gran parte degli incidenti vengono causati da errori di pilotaggio riconducibili all'addestramento e all'allenamento. Anche un grande musicista se non suona per un mese e' probabile che qualche stecca la prenda.
Un pilota che voli mediamente 4 volte al mese ha circa il 70 % di probabilita' in meno di avere un incidente di un pilota che voli solo 1 volta in tre mesi.
L'attivita' di un pilota di VDS e' generalmente maggiore di circa 4 volte rispetto ad un pilota medio di AG.(AEcI). Alzando il livello di esperienza gli errori diminuiscono ma si spostano dall'area manuale (stick and rudder) a quella cognitiva (decision making)
Quindi mi sentirei di dire che il maggiore addestramento inteso come mantenimento delle capacita' di pilotaggio si configura sicuramente come un elemento fondamentale ai fini della sicurezza.
Ovviamente tutti questi numeri vanno ulteriormente classificati e la loro analisi deve essere finalizzata all'individuazione di specifiche aree di rischio ciascuna delle quali avra' poi la sua valenza all'interno di un corretto " risk assesment".
Invece la conclusione corretta e'...Dav ha scritto:[...nulla e portano a conclusioni completamente errate![]()
Se anche la proabilità di schiantarsi fosse l'1% 0 lo 0.1% non metterei mai piede su un coso del genere; peccato che non è così, e quindi tutti possiamo continuare a volare tranquilli![]()

Ma visto che per te i reports di NTSB hanno la stessa valenza di un oroscopo di Branco (o come si chiama) posso chiederti quali siano le tue competenze nel campo della SV(sicurezza del volo)?
Non preoccuparti,pensa se io parlassi di tassonomia linneana (che non conosco...)Dav ha scritto:Se hai capito questo, mi devo essere spiegato veramente male.Va be , continui a confondere i fattori con gli eventi,.. mi sembra inutile continuare..
