noflyzone ha scritto:
Ho trovato diversi punti di contatto tra la tua storia, e la mia: aracnofobia, madre iperprotettiva e ansiosa, un lungo periodo di astinenza dagli aerei e ovviamente la paura del volo, con la differenza che io sono riuscito ad arrivare fino al gate e ad imbarcarmi
Ciao noflyzone,si ci sono molti punti in comune,tranne il discorso della madre iperprotettiva e ansiosa; infatti se non sbaglio quella era la risposta di un altro utente..Ecco,mi pare fosse "PIMPI" che ha scritto:
PIMPI ha scritto:
Mia mamma ha e aveva paura di tutto, mette un'ansia tremenda su ogni cosa da fare, che sia guidare, camminare o semplicemente respirare!
Alcune ansie io ho imparato a gestirle di più perchè non volevo diventare come lei che si rovinava la vita per delle ca**ate, ma credo di aver catalizzato tutta quest'ansia che ho sempre respirato in famiglia, nell'unica cosa che potevo evitare il più possibile: l'aereo!
cosa intendi per "psicologia"? Ti sei rivolto a uno psicologo? Se la risposta è SI, per quanto tempo ci sei andato, e che cosa ti ha detto riguardo il tuo disturbo? In quale direzione della tua vita è andato a scavare maggiormente? E' riuscito a dare una spiegazione plausibile al tuo problema?
Mi interesserebbe avere un tuo feedback dettagliato perchè mi era balenata l'idea di rivolgermi a uno psicologo...
Hai avuto benefici? Lo consiglieresti a qualcuno che soffre di aviofobia? Se tornassi indietro, lo rifaresti?
Ti rispondo volentieri:
come avrai letto,ormai sono tanti anni che lotto contro la fobia del volare,e fra le varie battaglie intraprese c'è stata anche quella del professionista psicologo-psicoterapeuta e psicoanalista poi.
Non ricordo neanche più per quanto tempo ci sono andato,tieni presente che questi professionisti li ho in famiglia,quindi anche l'investimento economico è risultato poco impegnativo per motivi che potrai ben comprendere..
Mi sembri una persona intelligente,quindi ti farò il discorso in maniera un pò articolata e tecnica,nei limiti delle mie capacità espositive,così da farti un'idea precisa;
La psicologa è stata utilissima per tutto (avevo altri disturbi ansiosi e varie fobie,tutte sanate),tranne che per l'aerofobia.Ha usato un suo metodo che non so se sia valido universalmente per tutti: ha "sondato" sul tipo di educazione=modello genitoriale ricevuti,su eventuali eventi piacevoli ed eventi spiacevoli vissuti,training autogeno,EMDR (che con me ha fallito) e tante altre cose,ma soprattutto tanto dialogo ed autocritica.Tecnicamente è riuscita ad attivare dei circuiti che nella mia mente erano un pò "pigri",riabilitando delle "strade neurali" che col tempo avevo "viziato" in poche direzioni,mentre le mie potenzialità andavano molto oltre.In seguito mediante esercizi fisici e mentali,ho percorso sempre più spesso queste "stradine",fino a renderle delle autostrade vere e proprie rendendo naturale la loro percorrenza ai pensieri automatici.
Avevo artificiosamente reso le mie reazioni mentali,molto complicate e contorte rispetto agli stimoli esterni.Avevo "automatizzato" nel modo sbagliato il modo in cui il mio cervello creava difese ad offese inesistenti,o comunque di piccola entità.Chiaramente il modello familiare e l'educazione hanno avuto un ruolo essenziale,da bambini siamo delle spugne e se assorbiamo petrolio non possiamo rilasciare aranciata.Ma se abbiamo una buona dose volontà ed autocritica,possiamo svuotare un pò di petrolio e fare posto ad un pò di nuova aranciata...scusa l'esempio banale,ma le semplici metafore spesso rendono meglio di mille parole.
Inoltre,cosa molto importante,le persone più intelligenti e sensibili sono maggiormente portate ad introspezione prima e ad ansie-fobie-panico e ,purtroppo,a depressione poi.
Nel complesso l'esperienza con questa professionista è stata molto positiva,lo rifarei assolutamente perchè ho fatto enormi passi in avanti e ho capito che mi trovavo come un leone in gabbia..
Per quanto riguarda l'aerofobia invece pochissimi risultati.Gli stessi metodi che hanno dato risultati positivi impensabili negli altri ambiti della vita,nel settore che interessa a noi hanno solo alleggerito un pò il "pessimismo cosmico (Leopardi perdoni la citazione)" che nutrivo nei confronti dell'aereo: nel senso che prima neanche avrei pensato minimamente di volare,escludevo a priori quel mezzo.Lo reputavo una bara volante e cercavo ogni giustificazione possibile per decretarne l'assurdità assoluta del suo utlizzo.
Pensa che studiavo mille modi per smentire le statistiche sulla sua sicurezza,come la fallacità dei sistemi utilizzati per i calcoli sugli incidenti effettivi: sul numero dei voli,sul numero degli spostamenti,sui km effettivi,sul numero dei passeggeri...ero davvero un caso unico.
In conclusione,ti consiglierei questa esperienza,con la raccomandazione che nulla si ottiene con poco sforzo: o meglio,con poche risorse impegnate,otterrai pochi risultati.Per riprogrammare certe piste della mente occorre tempo,quindi anche l'impegno economico giocherà un ruolo importante.Inoltre,e forse questa è la cosa che ti farà desistere,devi trovare la persona giusta,e come ogni settore del professionismo i buoni in circolazione sono pochi; ho avuto pessime esperienze con pseudo esperti neo-laureati che sbandieravano curriculum chilometrici e chiacchiere basate sul nulla.Io ti consiglierei assolutamente un esperto di una certa età piuttosto che un trentenne.
Non avere vergogna a sceglierne uno del sesso che preferisci,lascia perdere i "buonismi e le quote rosa",se non hai estrema fiducia in chi hai davanti,lascia perdere,butteresti tempo e denaro.Con questo voglio dire che se sei maschilista e conservatore,non andare da una donna,saresti già prevenuto al fallimento.E' un discorso spiacevole,ma dovevo dirtelo.Se non hai preconcetti o comunque sei aperto a tutti,come me,sei avvantaggiato.
Completamente fallimentare invece la psicoanalisi.Con me ha fallito tutto,compresa l'ipnosi: per l'esperto,non ero facilmente condizionabile a avevo innalzato barriere insormontabili per un'analisi decente.Poi forse ho incontrato un Freudiano convinto,ma il discorso dell'aereo come simbolo fallico e la sua caduta simbolica come insicurezza e paura del confronto con i concorrenti,non mi ha mai convinto,visto anche il non riscontro nella vita reale,non so se mi spiego.
I seminari e il confronto di gruppo,invece,hanno regalato più serenità nell'aprirsi agli altri su questo problema,senza paura di essere giudicati.Inoltre a me è servito per stimolare un pò l'ironia (che ti può salvare dal baratro) nei confronti di altri con lo stesso problema,più pessimisti di me (si,ce ne sono
).