Caso senza speranza
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Caso senza speranza
Buongiorno a tutti,mi chiamo Dylan e ho un problema: ho paura di volare in aeroplano,anzi,a dirla tutta ho proprio una dannata fobia.
Ho volato una sola volta in vita mia,correva l'anno 1983 e salii senza pensarci un secondo su un vecchio DC9,insieme a mio padre.Viaggio tranquillo,poi il nulla.Nel senso che ho ignorato nei successivi 15 anni l'esistenza di tale mezzo di locomozione,finchè una ventina di anni fa mi si presentò l'occasione di fare un viaggio gratuito verso il Sud America.Mentre interloquivo con chi mi avrebbe dovuto accompagnare,ho avuto un improvviso attacco di panico...viaggio abortito! Era solo il preludio di quello che mi causerà da li in poi, non solo salire,ma avvicinarmi proprio ad un aeromobile...a meno che non sia spento!
Ne ho provate tante,psicologia,training autogeno,seminari ecc ecc,non c'è nulla da fare!
Mi affascina il mezzo di trasporto in se stesso,a volte sto del tempo a guardare aerei che atterrano e decollano,mi documento sui vari modelli,le storie,la tecnica e tutto il resto,ma solo a pensare di chiudermi dentro un tubo di plastica (non soffro di claustrofobia) sparato a 1000km/h in aria mi anniento per la tachicardia,nausea e chi più ne ha più ne metta! Ciò che mi blocca è proprio pensare alla velocità,paradossalmente volerei più in mongolfiera o dirigibile,che nel mio contorto immaginario vedo come mezzi "lenti = sicuri".
Ormai ho perso ogni speranza di utilizzare questo mezzo,rimane solo questo post in un forum di esperti di aviazione,chissà che non serva a qualcosa.
Se può essere utile ho paura di viaggiare (ma lo faccio ugualmente...a malincuore) anche in treni veloci,pullman moderni,in macchina con altri e quando mi sposto in nave (soffro ahime anche il mal di mare ) scelgo sempre una cabina esterna e vicina ai punti di uscita dal ponte.
La mia fobia è relativa agli incidenti,nel caso di quelli aerei quasi sempre mortali,e paradossalmente mi attira conoscerne cause e statistiche...Mi sono sciroppato tutte le puntate di "Indagini ad alta quota" più volte,mi appassiona il mondo delle investigazioni,i miglioramenti tecnici,l'evoluzione della tecnologia.
Infine,sogno qualche volta di essere in aereo e di vivere l'esperienza dell'incidente,in maniera molto vivida...comprese le espressioni terrorizzate degli altri passeggeri e la sensazione di sprofondare nel vuoto...
Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
PS: stare in cabina di pilotaggio e pensare di poter prendere io il controllo del mezzo,non mi allevia affatto l'ansia (nonostante sia un aeromodellista di vecchia data,quindi immaginatevi le ore al simulatore),mentre quando guido io la macchina mi sento bene; guido comunque piano e con la massima attenzione.
Avrei in programma un viaggio a breve,devo solo decidere quale mezzo prendere tra la nave + treno o l'aeroplano..vedremo cosa succederà.
Grazie per l'attenzione e complimenti per il portale.
Ho volato una sola volta in vita mia,correva l'anno 1983 e salii senza pensarci un secondo su un vecchio DC9,insieme a mio padre.Viaggio tranquillo,poi il nulla.Nel senso che ho ignorato nei successivi 15 anni l'esistenza di tale mezzo di locomozione,finchè una ventina di anni fa mi si presentò l'occasione di fare un viaggio gratuito verso il Sud America.Mentre interloquivo con chi mi avrebbe dovuto accompagnare,ho avuto un improvviso attacco di panico...viaggio abortito! Era solo il preludio di quello che mi causerà da li in poi, non solo salire,ma avvicinarmi proprio ad un aeromobile...a meno che non sia spento!
Ne ho provate tante,psicologia,training autogeno,seminari ecc ecc,non c'è nulla da fare!
Mi affascina il mezzo di trasporto in se stesso,a volte sto del tempo a guardare aerei che atterrano e decollano,mi documento sui vari modelli,le storie,la tecnica e tutto il resto,ma solo a pensare di chiudermi dentro un tubo di plastica (non soffro di claustrofobia) sparato a 1000km/h in aria mi anniento per la tachicardia,nausea e chi più ne ha più ne metta! Ciò che mi blocca è proprio pensare alla velocità,paradossalmente volerei più in mongolfiera o dirigibile,che nel mio contorto immaginario vedo come mezzi "lenti = sicuri".
Ormai ho perso ogni speranza di utilizzare questo mezzo,rimane solo questo post in un forum di esperti di aviazione,chissà che non serva a qualcosa.
Se può essere utile ho paura di viaggiare (ma lo faccio ugualmente...a malincuore) anche in treni veloci,pullman moderni,in macchina con altri e quando mi sposto in nave (soffro ahime anche il mal di mare ) scelgo sempre una cabina esterna e vicina ai punti di uscita dal ponte.
La mia fobia è relativa agli incidenti,nel caso di quelli aerei quasi sempre mortali,e paradossalmente mi attira conoscerne cause e statistiche...Mi sono sciroppato tutte le puntate di "Indagini ad alta quota" più volte,mi appassiona il mondo delle investigazioni,i miglioramenti tecnici,l'evoluzione della tecnologia.
Infine,sogno qualche volta di essere in aereo e di vivere l'esperienza dell'incidente,in maniera molto vivida...comprese le espressioni terrorizzate degli altri passeggeri e la sensazione di sprofondare nel vuoto...
Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
PS: stare in cabina di pilotaggio e pensare di poter prendere io il controllo del mezzo,non mi allevia affatto l'ansia (nonostante sia un aeromodellista di vecchia data,quindi immaginatevi le ore al simulatore),mentre quando guido io la macchina mi sento bene; guido comunque piano e con la massima attenzione.
Avrei in programma un viaggio a breve,devo solo decidere quale mezzo prendere tra la nave + treno o l'aeroplano..vedremo cosa succederà.
Grazie per l'attenzione e complimenti per il portale.
Re: Caso senza speranza
Non intervengo perchè siamo in area tecnica e non sono un tecnico di quello di cui si discute in quest'area. Ma questa è splendida e mi fa pensare che non si smette mai di imparare. C'è sempre qualcosa che non si è mai sentito e che prima o poi si sentirà!
Dylan666 ha scritto: Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
Re: Caso senza speranza
Dylan666 ha scritto:Buongiorno a tutti,mi chiamo Dylan e ho un problema: ho paura di volare in aeroplano,anzi,a dirla tutta ho proprio una dannata fobia.
Ho volato una sola volta in vita mia,correva l'anno 1983 e salii senza pensarci un secondo su un vecchio DC9,insieme a mio padre.Viaggio tranquillo,poi il nulla.Nel senso che ho ignorato nei successivi 15 anni l'esistenza di tale mezzo di locomozione,finchè una ventina di anni fa mi si presentò l'occasione di fare un viaggio gratuito verso il Sud America.Mentre interloquivo con chi mi avrebbe dovuto accompagnare,ho avuto un improvviso attacco di panico...viaggio abortito! Era solo il preludio di quello che mi causerà da li in poi, non solo salire,ma avvicinarmi proprio ad un aeromobile...a meno che non sia spento!
Ne ho provate tante,psicologia,training autogeno,seminari ecc ecc,non c'è nulla da fare!
Mi affascina il mezzo di trasporto in se stesso,a volte sto del tempo a guardare aerei che atterrano e decollano,mi documento sui vari modelli,le storie,la tecnica e tutto il resto,ma solo a pensare di chiudermi dentro un tubo di plastica (non soffro di claustrofobia) sparato a 1000km/h in aria mi anniento per la tachicardia,nausea e chi più ne ha più ne metta! Ciò che mi blocca è proprio pensare alla velocità,paradossalmente volerei più in mongolfiera o dirigibile,che nel mio contorto immaginario vedo come mezzi "lenti = sicuri".
Ormai ho perso ogni speranza di utilizzare questo mezzo,rimane solo questo post in un forum di esperti di aviazione,chissà che non serva a qualcosa.
Se può essere utile ho paura di viaggiare (ma lo faccio ugualmente...a malincuore) anche in treni veloci,pullman moderni,in macchina con altri e quando mi sposto in nave (soffro ahime anche il mal di mare ) scelgo sempre una cabina esterna e vicina ai punti di uscita dal ponte.
La mia fobia è relativa agli incidenti,nel caso di quelli aerei quasi sempre mortali,e paradossalmente mi attira conoscerne cause e statistiche...Mi sono sciroppato tutte le puntate di "Indagini ad alta quota" più volte,mi appassiona il mondo delle investigazioni,i miglioramenti tecnici,l'evoluzione della tecnologia.
Infine,sogno qualche volta di essere in aereo e di vivere l'esperienza dell'incidente,in maniera molto vivida...comprese le espressioni terrorizzate degli altri passeggeri e la sensazione di sprofondare nel vuoto...
Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
PS: stare in cabina di pilotaggio e pensare di poter prendere io il controllo del mezzo,non mi allevia affatto l'ansia (nonostante sia un aeromodellista di vecchia data,quindi immaginatevi le ore al simulatore),mentre quando guido io la macchina mi sento bene; guido comunque piano e con la massima attenzione.
Avrei in programma un viaggio a breve,devo solo decidere quale mezzo prendere tra la nave + treno o l'aeroplano..vedremo cosa succederà.
Grazie per l'attenzione e complimenti per il portale.
ciao Dylan, benvenuto! Bel nome!!!
Non sapevo che l'aereo fosse un simbolo fallico: se così fosse, penso di avere dei problemi ultimamente ...
Tornando al tuo racconto, mi sembra di capire che la tua paura sia generalizzata a tutti i mezzi di trasporto veloci.... da cui senti la necessità di "scappare fuori"... magari c'è qualche aspetto della tua vita che ti fa sentire ingabbiato, qualche situazione da cui vorresti uscire ma non riesci?
it's only rock'n roll but I like it!
Re: Caso senza speranza
ci siamo fissati entrambi su quella frase ahahaha....Maxx ha scritto:Non intervengo perchè siamo in area tecnica e non sono un tecnico di quello di cui si discute in quest'area. Ma questa è splendida e mi fa pensare che non si smette mai di imparare. C'è sempre qualcosa che non si è mai sentito e che prima o poi si sentirà!Dylan666 ha scritto: Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
it's only rock'n roll but I like it!
Re: Caso senza speranza
Poi magari arriva uno da dietro a manetta e distratto, e invece di frenare mentre sei fermo allo stop ti fa diventare un'alice dentro una scatoletta.Dylan666 ha scritto:guido comunque piano e con la massima attenzione.
Anch'io non ho le competenze per spingermi oltre nei consigli, però quello che hai scritto è un esempio lampante di come si parta a volte da presupposti e certezze errati.
Benvenuto tra noi, vedrai che a breve avrai risposte più circostanziare
McGyver
Re: Caso senza speranza
Dylan666 ha scritto:Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
.
M.C.
FAA Aircraft Dispatcher
FAA Aircraft Dispatcher
Re: Caso senza speranza
Diciamo che una cosa simile è già successa,quindi ti do ragione.Il fatto che io guidi piano mi non mi fa pensare di essere al riparo.Grazie del benvenutomcgyver79 ha scritto: Poi magari arriva uno da dietro a manetta e distratto, e invece di frenare mentre sei fermo allo stop ti fa diventare un'alice dentro una scatoletta.
Anch'io non ho le competenze per spingermi oltre nei consigli, però quello che hai scritto è un esempio lampante di come si parta a volte da presupposti e certezze errati.
Benvenuto tra noi, vedrai che a breve avrai risposte più circostanziare
Ehm,io lo imparai anni fa da alcuni psicologi,pensavo fosse cosa risaputa,ho peccato di presnzioneMaxx ha scritto:Non intervengo perchè siamo in area tecnica e non sono un tecnico di quello di cui si discute in quest'area. Ma questa è splendida e mi fa pensare che non si smette mai di imparare. C'è sempre qualcosa che non si è mai sentito e che prima o poi si sentirà!
Ciao Exence,grazie.Exence ha scritto: ciao Dylan, benvenuto! Bel nome!!!
Non sapevo che l'aereo fosse un simbolo fallico: se così fosse, penso di avere dei problemi ultimamente ...
Tornando al tuo racconto, mi sembra di capire che la tua paura sia generalizzata a tutti i mezzi di trasporto veloci.... da cui senti la necessità di "scappare fuori"... magari c'è qualche aspetto della tua vita che ti fa sentire ingabbiato, qualche situazione da cui vorresti uscire ma non riesci?
Si la mia paura è generalizzata a tutti i mezzi di trasporto veloci (ma ad esempio rifuggo come la peste anche montagne russe e tutte le attrazioni moderne da luna park),e non riesco a identificare al momento situazioni che mi "ingabbiano".In passato magari si,famiglia vecchio stampo,educazione rigida e poca "flessibilità".Parliamo di decenni fa,questo argomento è stato al centro della discussione sulla mia fobia,ma non sono mai arrivato a risultati neanche lontanamente apprezzabili
Re: Caso senza speranza
Dylan666 ha scritto: Ciao Exence,grazie.
Si la mia paura è generalizzata a tutti i mezzi di trasporto veloci (ma ad esempio rifuggo come la peste anche montagne russe e tutte le attrazioni moderne da luna park),e non riesco a identificare al momento situazioni che mi "ingabbiano".In passato magari si,famiglia vecchio stampo,educazione rigida e poca "flessibilità".Parliamo di decenni fa,questo argomento è stato al centro della discussione sulla mia fobia,ma non sono mai arrivato a risultati neanche lontanamente apprezzabili
senti di esserti liberato da tutti quei paletti che ti aveva imposto la tua famiglia? o anche se ora magari vivi lontano da loro hai paura di deluderli in qualcosa?
Anche i mezzi lenti possono essere pericolosi... parlando di luna park, a Gardaland c'è un'attrazione dove sei seduto in un tronco che si muove pianissimo, per un pezzo sei "dritto" e il pezzo dopo sei a testa in giù ma sempre piano,,, però io la trovo inquietante ... mi sembra si chiami sequoia adventure,,,
sulla tua esperienza di paura posso fare solo dei ragionamenti partendo al contrario e parlando di me... a me piace molto la velocità (con raziocinio ovviamente)... mi da' un senso di libertà e mi piace muovermi , mi piacciono i mezzi di trasporto in generale,.,, se a te questa cosa spaventa un po' , magari hai paura di prenderti delle libertà nella tua vita? di lasciarti un po' andare? di sentire il "vento in faccia"?
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Re: Caso senza speranza
Beh si,sento di essermi liberato decenni fa.Già dai tempi dell'università avevo un'autonomia (anche economica = studente lavoratore) totale.Ho comunque sofferto da ragazzo di agorafobia e ipocondria.Se può servire soffro tuttora di aracnofobia (ai massimi livelli) e vertigini; o meglio paura delle grandi altezze...diciamo che soffro di vertigini anche sui tacchi alti .Exence ha scritto: senti di esserti liberato da tutti quei paletti che ti aveva imposto la tua famiglia? o anche se ora magari vivi lontano da loro hai paura di deluderli in qualcosa?
Anche i mezzi lenti possono essere pericolosi...
sulla tua esperienza di paura posso fare solo dei ragionamenti partendo al contrario e parlando di me... a me piace molto la velocità (con raziocinio ovviamente)... mi da' un senso di libertà e mi piace muovermi , mi piacciono i mezzi di trasporto in generale,.,, se a te questa cosa spaventa un po' , magari hai paura di prenderti delle libertà nella tua vita? di lasciarti un po' andare? di sentire il "vento in faccia"?
A me piaceva la velocità tanti anni fa; correvo in pista in auto e ho avuto diverse macchine sportive.Ora al contrario mi piace andare piano e soffermarmi ad osservare,per esempio durante un viaggio di piacere,di tanto in tanto ciò che mi circonda.
Sarà la vecchiaia?
Re: Caso senza speranza
Che bello! Anche a me piacerebbe andare in pista con la macchina, ma come "passeggera", non credo di essere (ancora) in grado di guidare in pista... magari ci sono dei corsi, però..Dylan666 ha scritto: A me piaceva la velocità tanti anni fa; correvo in pista in auto e ho avuto diverse macchine sportive.Ora al contrario mi piace andare piano e soffermarmi ad osservare,per esempio durante un viaggio di piacere,di tanto in tanto ciò che mi circonda.
Sarà la vecchiaia?
C'è stato un episodio o periodo particolare nel quale è avvenuto il cambiamento... e da veloce hai iniziato ad andare piano? : )
durante i viaggi di piacere è bello godersi il panorama, sì : ) ma penso sia un discorso diverso...
non credo sia la vecchiaia ...
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- flyingbrandon
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- Iscritto il: 23 febbraio 2006, 9:40
Re: Caso senza speranza
Dylan666 ha scritto:Mentre interloquivo con chi mi avrebbe dovuto accompagnare,ho avuto un improvviso attacco di panico...viaggio abortito! Era solo il preludio di quello che mi causerà da li in poi, non solo salire,ma avvicinarmi proprio ad un aeromobile...a meno che non sia spento!
Per che occasione stavi andando in Sud America....e con chi stavi interloquendo?
Non per farmi i c***i tuoi ma, spesso, accade una sorta di “cane di Pavlov”....un riflesso incondizionato...per cui tu hai associato l’attacco di panico all’aereo...ma, con molta probabilità, non è stato l’aereo a scatenartelo...
Semmai non c’è stato nulla da fare. Se non ci fosse nulla da fare, ora, perché hai scritto qui? Se pensi che non ci sia nulla da fare....di fatto ti precludi ogni possibilità....se pensi ci sia una possibilità....allora non è vero che non c’è nulla da fare. L’importante è non fare qualcosa pensando che non ci sia nulla da fare perché altrimenti si è solo alla ricerca di un alibi e di una conferma che non ci sia nulla da fare...Dylan666 ha scritto: Ne ho provate tante,psicologia,training autogeno,seminari ecc ecc,non c'è nulla da fare!
Dylan666 ha scritto:
Mi affascina il mezzo di trasporto in se stesso,a volte sto del tempo a guardare aerei che atterrano e decollano,mi documento sui vari modelli,le storie,la tecnica e tutto il resto,ma solo a pensare di chiudermi dentro un tubo di plastica (non soffro di claustrofobia) sparato a 1000km/h in aria mi anniento per la tachicardia,nausea e chi più ne ha più ne metta! Ciò che mi blocca è proprio pensare alla velocità,paradossalmente volerei più in mongolfiera o dirigibile,che nel mio contorto immaginario vedo come mezzi "lenti = sicuri".
L’aereo ti affascina...ed è già un buon punto di partenza. Certo...se pensi sbagliato è facile che la tua reazione sia sbagliata. Se io pensassi di essere lanciato in una supposta di plastica a 1000km/h, probabilmente, avrei anche io la tachicardia. L’aereo non è un tubo di plastica...la velocità è necessaria ma non c’è proprio alcuna percezione rispetto a quella velocità....anzi....direi che guardando fuori possa sembrare di essere anche piuttosto lenti...per ovvi motivi di riferimento. Quindi perché non inizi a pensare all’aereo come un mezzo tecnologicamente evoluto e sperimentato a cui si affidano molte persone, piloti e tecnici compresi?
Se tu pensassi seriamente che c’è una mucca rosa che ti aspetta fuori dalla porta di casa, 10 m più in alto, e che alla tua apertura , cada schiacciandoti....potresti avere altrettanta paura. Non lo pensi perché ti sembra assurdo...ma, ti assicuro, lo è anche il tubo di plastica a 1000km/h.
Le parole sono importanti....allora non hai perso ogni speranza....o si?Dylan666 ha scritto: Ormai ho perso ogni speranza di utilizzare questo mezzo,rimane solo questo post in un forum di esperti di aviazione,chissà che non serva a qualcosa.
Quindi direi che non hai non problema con l’aereo...Dylan666 ha scritto: Se può essere utile ho paura di viaggiare (ma lo faccio ugualmente...a malincuore) anche in treni veloci,pullman moderni,in macchina con altri e quando mi sposto in nave (soffro ahime anche il mal di mare ) scelgo sempre una cabina esterna e vicina ai punti di uscita dal ponte.
Beh...alimentare le proprie fantasie con gli incidenti non è un buon punto di partenza da cui partire. Potresti anche immaginarti il rumore di lamiere della tua auto mentre sei alla guida, cosa più probabile, e sviluppare una fobia dell’auto anche quando guidi tu....no?Dylan666 ha scritto: La mia fobia è relativa agli incidenti,nel caso di quelli aerei quasi sempre mortali,e paradossalmente mi attira conoscerne cause e statistiche...Mi sono sciroppato tutte le puntate di "Indagini ad alta quota" più volte,mi appassiona il mondo delle investigazioni,i miglioramenti tecnici,l'evoluzione della tecnologia.
Infine,sogno qualche volta di essere in aereo e di vivere l'esperienza dell'incidente,in maniera molto vivida...comprese le espressioni terrorizzate degli altri passeggeri e la sensazione di sprofondare nel vuoto...
Spero non significhi qualcosa di sconcio,essendo risaputo che l'aereo sia un simbolo fallico.. .
Quindi che vuoi fare? Hai perso ogni possibilità? Ne lasci aperta qualcuna? Perché se non hai chiaro questo...neanche il resto assumerà chiarezza....Dylan666 ha scritto: PS: stare in cabina di pilotaggio e pensare di poter prendere io il controllo del mezzo,non mi allevia affatto l'ansia (nonostante sia un aeromodellista di vecchia data,quindi immaginatevi le ore al simulatore),mentre quando guido io la macchina mi sento bene; guido comunque piano e con la massima attenzione.
Avrei in programma un viaggio a breve,devo solo decidere quale mezzo prendere tra la nave + treno o l'aeroplano..vedremo cosa succederà.
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Ciao!
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Re: Caso senza speranza
Come diceva un tale, volare non è fondamentale. Si può anche non volare. Fondamentale è atterrare!!
Re: Caso senza speranza
Si ci sono degli appositi corsi di guida sportiva,aperti a tutti e credo in ogni regione.Exence ha scritto: non credo di essere (ancora) in grado di guidare in pista... magari ci sono dei corsi, però..
C'è stato un episodio o periodo particolare nel quale è avvenuto il cambiamento... e da veloce hai iniziato ad andare piano? : )
.
Per quanto mi sforzi,non riesco ad identificare un episodio particolare correlato al cambiamento.
Era un campionato mondiale di un evento sportivo,stavo interloquendo con uno degli interessati al settore commerciale di tale evento,un amico col quale condividevo tale hobby.flyingbrandon ha scritto: Per che occasione stavi andando in Sud America....e con chi stavi interloquendo?
Non per farmi i c***i tuoi ma, spesso, accade una sorta di “cane di Pavlov”....un riflesso incondizionato...per cui tu hai associato l’attacco di panico all’aereo...ma, con molta probabilità, non è stato l’aereo a scatenartelo...
Si il tuo ragionamento non fa una grinza,ed io mi sono espresso male.Non c'è stato nulla da fare ed ho scritto qui per non lasciare nulla di intentato; questo presuppone che io abbia la speranza,ma non la certezza,che qualcosa si possa ancora tentare.Semmai non c’è stato nulla da fare. Se non ci fosse nulla da fare, ora, perché hai scritto qui? Se pensi che non ci sia nulla da fare....di fatto ti precludi ogni possibilità....se pensi ci sia una possibilità....allora non è vero che non c’è nulla da fare. L’importante è non fare qualcosa pensando che non ci sia nulla da fare perché altrimenti si è solo alla ricerca di un alibi e di una conferma che non ci sia nulla da fare...
Ma lo penso,razionalmente vedo bianco,emotivamente nero.Così come in maniera razionale conosco le leggi della fisica che sovrintendono il funzionamento di un velivolo..ma continuo temerli come la peste .Mentre invece mi fanno meno paura certi trabiccoli volanti da turismo,per il famoso discorso della velocità.Quindi perché non inizi a pensare all’aereo come un mezzo tecnologicamente evoluto e sperimentato a cui si affidano molte persone, piloti e tecnici compresi?
Come ho scritto sopra..vedo un lumicino di speranza,flebile flebile.Le parole sono importanti....allora non hai perso ogni speranza....o si?
Non ho problema solo con l'aereo.Come scritto prima,anche con molti altri mezzi veloci terrestri.Un anno fa ero su un freccia rossa e quando ho visto velocità superiori a 180 km/h me la stavo facendo sotto.Pensavo che da un momento all'altro potessimo deragliare.Però prendo tranquillamente treni regionali o locali.Mentre non posso fare altrettanto con gli aerei...e abitando su un'isola puoi immaginare quanto sia pensalizzato .Quindi direi che non hai non problema con l’aereo...
Quindi un primo passo potrebbe essere evitare notizie,video e discussioni sui disastri aerei? Non sarebbe un pò come "scappare"?Beh...alimentare le proprie fantasie con gli incidenti non è un buon punto di partenza da cui partire. Potresti anche immaginarti il rumore di lamiere della tua auto mentre sei alla guida, cosa più probabile, e sviluppare una fobia dell’auto anche quando guidi tu....no?
In realtà quando guido io,forse per quella particolare sensazione di "controllo" del mezzo,che voi esperti conoscete bene,riesco a tollerare il rischio del sinistro.O forse riesco solo ad alleviarne la paura...ma a me sembra di non averne affatto.Boh.
Ho perso quasi ogni speranza,ma lascio aperta la porta a chiunque potrebbe darmi supporto per superare questa fobia che,credimi,condiziona in maniera pesante il mio modo di vivere gli spostamenti.Quindi che vuoi fare? Hai perso ogni possibilità? Ne lasci aperta qualcuna? Perché se non hai chiaro questo...neanche il resto assumerà chiarezza....
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Re: Caso senza speranza
Dylan666 ha scritto:
Era un campionato mondiale di un evento sportivo,stavo interloquendo con uno degli interessati al settore commerciale di tale evento,un amico col quale condividevo tale hobby.
Ok...ma in quel viaggio c’era qualcosa di emotivamente rilevante? Lasciavi a casa qualcuno che non volevi lasciare, ad esempio? Qualcuno ti suscitava un senso di colpa sulla prospettiva di quel viaggio...sempre ad esempio?
Non ti sei espresso male...è ciò che pensi in modo inconsapevole. In realtà se sei certo che una cosa sia così e basta...non ci provi neanche. Prendendo sempre ad esempio la mucca rosa...staresti le ore a cercarne una in cielo? Penso di no...perché penseresti di non avere speranza di vederla. Quindi o SAI ( e non speri) che ci sia una via d’uscita oppure no. Questo, davvero, non è un mero gioco di parole...è proprio perché potresti serenamente essere convinto che si possa trovare una soluzione...allora non ha senso mettere tutti quei “flebile, forse, ogni” etc. Etc.Dylan666 ha scritto:
Si il tuo ragionamento non fa una grinza,ed io mi sono espresso male.Non c'è stato nulla da fare ed ho scritto qui per non lasciare nulla di intentato; questo presuppone che io abbia la speranza,ma non la certezza,che qualcosa si possa ancora tentare.
La velocità cos’è per te? Se cadi in motorino a 80 km/h ti sfracelli. Hai visto i crash test delle auto? Hai visto le velocità in gioco? La velocità, in aereo, ti salva...mai essere in volo senza velocità o a velocità bassa...hai mai visto video di Bob Hoover con il bimotore? Gli avevano detto che sui bimotori ad elica c’è un motore critico...allora sì è messo a fare acrobazie con un motore spento e poi con due...lì ti rendi conto di come la gestione dell’energia sia essenziale per volare...e la velocità è proprio ciò che usi per “giocare” con le energie.Dylan666 ha scritto: Ma lo penso,razionalmente vedo bianco,emotivamente nero.Così come in maniera razionale conosco le leggi della fisica che sovrintendono il funzionamento di un velivolo..ma continuo temerli come la peste .Mentre invece mi fanno meno paura certi trabiccoli volanti da turismo,per il famoso discorso della velocità.
Avere paura della velocità è come avere paura di una forbice...se la usi per quello che è non fa paura...se te la punti addosso e ti trafiggi può anche fare paura.
Ecco inizia a non vederla così....si c’e Speranza....se vuoi che ci sia...se non vuoi che ci sia non c’è speranza.Dylan666 ha scritto: Come ho scritto sopra..vedo un lumicino di speranza,flebile flebile.
Allora....per prima cosa devi fare chiarezza...a te stesso. Non hai problemi con l’aereo...e neanche con il treno...non sono questi mezzi il problema...il problema è il significato che attribuisci a qualsiasi mezzo in velocità...mezzo di cui tu sei solo un passeggero. Se posso chiederti...la rigidità che hai “ricevuto” dai tuoi di che tipo era? Cioè...non potevi fare delle esperienze perché da loro ritenute pericolose? Che tipo di critiche ti riportavano? Quando ti mostravano uno scenario “negativo”, fallimentare o pericoloso che ti dicevano? Come ti facevano sentire? “Corri troppo”? Facevi troppo alla svelta? Troppo superficiale? Decisioni avventate? O al contrario non eri capace ed eri “lento a”? Pensi di aver mai in qualche modo deluso? Se si perché? Se ti va rispondi...altrimenti l’importante è che tu abbia le risposte per te...Dylan666 ha scritto: Non ho problema solo con l'aereo.Come scritto prima,anche con molti altri mezzi veloci terrestri.Un anno fa ero su un freccia rossa e quando ho visto velocità superiori a 180 km/h me la stavo facendo sotto.Pensavo che da un momento all'altro potessimo deragliare.Però prendo tranquillamente treni regionali o locali.Mentre non posso fare altrettanto con gli aerei...e abitando su un'isola puoi immaginare quanto sia pensalizzato .
Al contrario....tu stai già “scappando”...e quello è un modo per legittimare la tua fuga. Anche io leggo gli inchieste sugli incidenti...le “studio” da un punto di vista tecnico. Tu no. Quindi ha senso approfondire dove ci sia un interesse pratico...ma , il tuo, è solo poterne stare lontano.Dylan666 ha scritto: Quindi un primo passo potrebbe essere evitare notizie,video e discussioni sui disastri aerei? Non sarebbe un pò come "scappare"?
In realtà quando guido io,forse per quella particolare sensazione di "controllo" del mezzo,che voi esperti conoscete bene,riesco a tollerare il rischio del sinistro.O forse riesco solo ad alleviarne la paura...ma a me sembra di non averne affatto.Boh.
Certo...anche in questo caso , della macchina, il fatto che tu abbia paura con un altro e non con te alla guida, è significativo che il problema non è la macchina. Infatti quando guidi non ne hai affatto...ti accorgeresti, come nel resto, quando ce l’hai. Tu vedi il problema dal punto di vista sbagliato....quelle “cose fanno paura”....invece è sempre e comunque il tuo porti in relazione a loro a fartela venire o meno. In macchina se guidi tu non ne hai.
Tu sei il tuo sopporto!Dylan666 ha scritto: Ho perso quasi ogni speranza,ma lascio aperta la porta a chiunque potrebbe darmi supporto per superare questa fobia che,credimi,condiziona in maniera pesante il mio modo di vivere gli spostamenti.
Una domanda...sei proprio sicuro che l’essere condizionato negli spostamenti possa essere proprio un problema per te? Nell’altro post parlavi di indipendenza dai tuoi , da tempo, anche da un punto di vista economico. Ma, di fatto, che rapporti hai ora? Perché il punto...è quello emotivo...è come ti senti tu in relazione a loro. Bada bene...non sono loro il problema...non sono mai gli altri il problema...siamo sempre e solo noi il problema. Ho parlato di loro perché hai parlato tu, sopra in una risposta, di loro.
Ciao!
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Re: Caso senza speranza
Che io ricordi no.Non avevo legami affettivi contrari al viaggio,non avevo impegni lavorativi improrogabili,in famiglia mi consigliavano caldamente di andare,ma pensare di volare mi causava ansia.flyingbrandon ha scritto: Ok...ma in quel viaggio c’era qualcosa di emotivamente rilevante? Lasciavi a casa qualcuno che non volevi lasciare, ad esempio? Qualcuno ti suscitava un senso di colpa sulla prospettiva di quel viaggio...sempre ad esempio?
Forse il fatto di non esserci riuscito fino ad oggi,mi rende pessimista.Non ti sei espresso male......è proprio perché potresti serenamente essere convinto che si possa trovare una soluzione...allora non ha senso mettere tutti quei “flebile, forse, ogni” etc. Etc.
Non riuscirei a dare una definizione di velocità "terra terra",comunque la vedo come una cosa pericilosa.La velocità cos’è per te? Se cadi in motorino a 80 km/h ti sfracelli. Hai visto i crash test delle auto? Hai visto le velocità in gioco?
Ho visto i crash test delle auto e le relative velocità in gioco,conosco molto bene il settore: anni fa studiai anche come perito assicurativo e alla maturità portai una tesina sugli incidenti stradali e le morti relative.Il settore mi appassiona da sempre.
Tutto perfetto,pienamente consapevole di queste cose.La mia fobia è data dal fatto che reputo la velocità come una "cosa" negativa,in quanto non da modo di reagire in tempo ai pericoli,e in caso di impatto non lascia scampo.Ovviamente mi rendo conto essere un ragionamento contorto e con basi di argilla,ma è quello che penso e che mi fa provare ansia nel momento in cui devo salire un apparecchio a reazione.La velocità, in aereo, ti salva...mai essere in volo senza velocità o a velocità bassa..lì ti rendi conto di come la gestione dell’energia sia essenziale per volare...e la velocità è proprio ciò che usi per “giocare” con le energie.
Avere paura della velocità è come avere paura di una forbice...se la usi per quello che è non fa paura...se te la punti addosso e ti trafiggi può anche fare paura.
Ok,inizio a lavorare su questo.
Ecco inizia a non vederla così....si c’e Speranza....se vuoi che ci sia...se non vuoi che ci sia non c’è speranza.
Preferisco non specificare: molto autoritaria.Allora.... Se posso chiederti...la rigidità che hai “ricevuto” dai tuoi di che tipo era? ...
Grazie,questo è un interessante spunto di riflessione,per me."Il modo di legittimare la fuga" mi è piaciuto e mi fa pensare.
Al contrario....tu stai già “scappando”...e quello è un modo per legittimare la tua fuga. Anche io leggo gli inchieste sugli incidenti...le “studio” da un punto di vista tecnico. Tu no. Quindi ha senso approfondire dove ci sia un interesse pratico...ma , il tuo, è solo poterne stare lontano.
Certo...anche in questo caso , della macchina, il fatto che tu abbia paura con un altro e non con te alla guida, è significativo che il problema non è la macchina. Infatti quando guidi non ne hai affatto...ti accorgeresti, come nel resto, quando ce l’hai. Tu vedi il problema dal punto di vista sbagliato....quelle “cose fanno paura”....invece è sempre e comunque il tuo porti in relazione a loro a fartela venire o meno. In macchina se guidi tu non ne hai.
Dato che il problema potrebbe non essere le cose che mi fano paura,ma il mio modo di pormi in relazione a loro,qual'è la soluzione? Vedo il problema nel modo sbagliato,ma è l'unico modo in cui riesco a vedere il problema..Scusa se passo bruscamente al dunque...c'è un modo pratico per cominciare a pensare diversamente? Esiste una meditazione,un esercizio fisico,uno studio da poter intraprendere in maniera autonoma?
Sono sicuro di essere condizionato,vorrei andare in tanti posti ma per questioni logistiche e tempistiche,i traghetti sono improponibili.Per cui rinuncio tuttora a certi viaggi,anche lavorativi...sei proprio sicuro che l’essere condizionato negli spostamenti possa essere proprio un problema per te? Nell’altro post parlavi di indipendenza dai tuoi , da tempo, anche da un punto di vista economico. Ma, di fatto, che rapporti hai ora?
I rapporti di cui mi chiedi sono attualmente nella norma.Non rilevo particolari attriti,li vedo quotidianamente (lavoro in azienda ereditata da mio padre),si parla,si ride,si gioca con i cani e con i nipotini,li si accompagna a qualche visita...insomma credo siano abbastanza "standard".
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Re: Caso senza speranza
Ok....per curiosità....come mai lo spirito ribelle ti ha portato a ribellarti ad un atteggiamento molto autoritario dove “io so io e voi non siete un c***o”, allontanarti e poi sei finito a lavorare lì?Dylan666 ha scritto: Che io ricordi no.Non avevo legami affettivi contrari al viaggio,non avevo impegni lavorativi improrogabili,in famiglia mi consigliavano caldamente di andare,ma pensare di volare mi causava ansia.
Ok....come mai ti consigliavano di andare? Cioè appena si è prospettato il viaggio hai iniziato ad avere ansia per il volo?
Perché? Non ci sono aspetti della tua vita che non hai ancora ottenuto?Dylan666 ha scritto: Forse il fatto di non esserci riuscito fino ad oggi,mi rende pessimista.
Se hai visto le velocità In gioco per i crash test converrai che sono abbastanza “ridicole”. No?Dylan666 ha scritto: Non riuscirei a dare una definizione di velocità "terra terra",comunque la vedo come una cosa pericilosa.
Ho visto i crash test delle auto e le relative velocità in gioco,conosco molto bene il settore: anni fa studiai anche come perito assicurativo e alla maturità portai una tesina sugli incidenti stradali e le morti relative.Il settore mi appassiona da sempre.
Non è contorto...è sbagliato. In aereo proprio la velocità ti permette di controllare l’aeroplano attraverso le superfici aerodinamiche. E non puoi andare avanti a pensare qualcosa di sbagliato reputandolo giusto. Se mi convinco che in quella borsa ci sia una bomba..non la apro e non mi avvicino. Se tu mi dici....no guarda l’ho lasciata io...mi prendi la penna....e io ti conosco e so che non sei riuscito terrorista non posso risponderti che ne sono consapevole ma è quello che penso (che sia una bomba). Quindi o non sei consapevole e continui a pensarlo..oppure inizi a diventare consapevole che stai pensando una ca***ta.Dylan666 ha scritto: Tutto perfetto,pienamente consapevole di queste cose.La mia fobia è data dal fatto che reputo la velocità come una "cosa" negativa,in quanto non da modo di reagire in tempo ai pericoli,e in caso di impatto non lascia scampo.Ovviamente mi rendo conto essere un ragionamento contorto e con basi di argilla,ma è quello che penso e che mi fa provare ansia nel momento in cui devo salire un apparecchio a reazione.
Ok....Dylan666 ha scritto:
molto classica e semplice dei tempi medioevali: "qui comando io e si fa ciò che decido io.Tutto ciò che faccio io è giusto,tutto ciò che fate voi è sbagliato".
immagina chi poteva essere a pronunciare quelle parole...
Io avendo un carattere "ribelle" e poco incline all'accondiscendimento,appena ho potuto ho dimostrato che non era proprio così,entrando spesso in conflitto col familiare autoritario.
Beh si...il modo pratico è proprio pensare diversamente. Certo...la meditazione può svolgere un ruolo nel renderti più “aperto” e tranquillo nelle nuove decisioni. Ma...secondo te perché non ha funzionato il training autogeno e tutto il resto che hai provato? Perché continui a considerare il problema come un qualcosa di non risolvibile...e il tuo modo di porti nei loro confronti è uguale...allora non c’è nessun metodo che abbia la possibilità di “annullarti”...deve comunque partire tutto da te...senza usare la formula “so che è così ma...”. Sbattitene di quello che sai...perché evidentemente c’è molto di cui non sai e che lavora in modo diverso rispetto a quello che pensi di voler fare.Dylan666 ha scritto: Grazie,questo è un interessante spunto di riflessione,per me."Il modo di legittimare la fuga" mi è piaciuto e mi fa pensare.
Dato che il problema potrebbe non essere le cose che mi fano paura,ma il mio modo di pormi in relazione a loro,qual'è la soluzione? Vedo il problema nel modo sbagliato,ma è l'unico modo in cui riesco a vedere il problema..Scusa se passo bruscamente al dunque...c'è un modo pratico per cominciare a pensare diversamente? Esiste una meditazione,un esercizio fisico,uno studio da poter intraprendere in maniera autonoma?
Dylan666 ha scritto:
Sono sicuro di essere condizionato,vorrei andare in tanti posti ma per questioni logistiche e tempistiche,i traghetti sono improponibili.Per cui rinuncio tuttora a certi viaggi,anche lavorativi.
I rapporti di cui mi chiedi sono attualmente nella norma.Non rilevo particolari attriti,li vedo quotidianamente (lavoro in azienda ereditata da mio padre),si parla,si ride,si gioca con i cani e con i nipotini,li si accompagna a qualche visita...insomma credo siano abbastanza "standard".
Non intendevo che non ne sei condizionato, dal non viaggiare, ma se sei sicuro che tu voglia essere altrove...quando ti sembra di volerlo....
Ciao!
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Re: Caso senza speranza
Volevo farti la stessa domanda di Flyingbrandon ma quando ho scritto, nel mentre ti aveva scritto già lui la stessa cosa : ) ...
Anch’io, da piccola e poi da adolescente, ho sempre subìto divieti e imposizioni in famiglia, non scendo nel dettaglio ma questo mi ha portata a mettere un sacco di km di distanza fra me e il mio paesino natale , scelta di cui non mi sono mai pentita perché sentivo la necessità di costruirmi una mia vita e identità senza che fossero altri a decidere quello che avrei dovuto o non dovuto fare del mio futuro. E restando nel raggio di influenza della famiglia sarebbe stato impossibile per me esprimere quello che sono, e che ero già allora ma che in quel contesto non potevo esprimere . Prendere in mano l’azienda di famiglia è di sicuro una fortuna economicamente parlando ma è come se da quando sei nato fosse stato aottinteso che il tuo futuro fosse stato già scritto è sistemato in quel modo e magari questo inconsciamente ti ha impedito di spezzare quelle catene , anche se apparentemente ora la mandi avanti tu perché magari i tuoi sono in pensione ... sono solo ipotesi ma è come mi sarei sentita io , nella tua situazione , magari in una gabbia confortevole ma sarei impazzita ... poi ovvio dipende dal rapporto o non rapporto che si ha coi genitori : )
Anch’io, da piccola e poi da adolescente, ho sempre subìto divieti e imposizioni in famiglia, non scendo nel dettaglio ma questo mi ha portata a mettere un sacco di km di distanza fra me e il mio paesino natale , scelta di cui non mi sono mai pentita perché sentivo la necessità di costruirmi una mia vita e identità senza che fossero altri a decidere quello che avrei dovuto o non dovuto fare del mio futuro. E restando nel raggio di influenza della famiglia sarebbe stato impossibile per me esprimere quello che sono, e che ero già allora ma che in quel contesto non potevo esprimere . Prendere in mano l’azienda di famiglia è di sicuro una fortuna economicamente parlando ma è come se da quando sei nato fosse stato aottinteso che il tuo futuro fosse stato già scritto è sistemato in quel modo e magari questo inconsciamente ti ha impedito di spezzare quelle catene , anche se apparentemente ora la mandi avanti tu perché magari i tuoi sono in pensione ... sono solo ipotesi ma è come mi sarei sentita io , nella tua situazione , magari in una gabbia confortevole ma sarei impazzita ... poi ovvio dipende dal rapporto o non rapporto che si ha coi genitori : )
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Re: Caso senza speranza
Mi consigliavano di andare perché sapevano quanto ci tenessi,e perché volevano che vincessi la paura del volo..flyingbrandon ha scritto: Ok....come mai ti consigliavano di andare? Cioè appena si è prospettato il viaggio hai iniziato ad avere ansia per il volo?
Si ce ne sono,ma non mi creano problemi perché non vedo nulla di irrealizzabile,e anche se qualcuno lo fosse,lo accetto con serenitä.Perché? Non ci sono aspetti della tua vita che non hai ancora ottenuto?
Si ne convengo.Come avevo scritto all'inizio,so che il discorso della mongolfiera o velivolo lento = sicuro,era basata sul nulla,o meglio,una mia convinzione errata.Se hai visto le velocità In gioco per i crash test converrai che sono abbastanza “ridicole”. No?
La conclusione é proprio che sono consapevole che sto pensando una sciocchezza,ma continuo a pensarla.E ne sono consapevole da piü di 20 anni ormai..E´ un meccanismo automatico.Non è contorto...è sbagliato. In aereo proprio la velocità ti permette di controllare l’aeroplano attraverso le superfici aerodinamiche. E non puoi andare avanti a pensare qualcosa di sbagliato reputandolo giusto. Se mi convinco che in quella borsa ci sia una bomba..non la apro e non mi avvicino. Se tu mi dici....no guarda l’ho lasciata io...mi prendi la penna....e io ti conosco e so che non sei riuscito terrorista non posso risponderti che ne sono consapevole ma è quello che penso (che sia una bomba). Quindi o non sei consapevole e continui a pensarlo..oppure inizi a diventare consapevole che stai pensando una ca***ta.
Non ne ho idea,dato che per tutto il resto ha funzionato.Tutto il resto che mi creava ansia intendo.Ma...secondo te perché non ha funzionato il training autogeno e tutto il resto che hai provato?
Uhm..un´ammissione di ignoranza non fa mai male.Perö non capisco come mettere all`atto pratico questa ammissione: ci sono molte cose che non so,lo accetto e siamo d'accordo,ma pensarlo non allevia affatto la paura di prendere un aereo.Pur pensando che la velocitä sia necessaria,che sia relativa,che sia gestibile dal pilota e dalla macchina,pur pensando positivo la paura non passa.Se penso adesso di dover prendere un aereo settimana prossima per fare un viaggio di 1000km,mi passa l'appetito.C'é una parte di me che pensa che un oggetto pesante varie tonnellate non possa volare a quella velocitä e atterrare tutto intero.Mentre un'altra parte,che é quella disposta a uscire dal tunnell,sa tutto di fisica,tecnica aeronautica e statistiche (tutto é presuntuoso,ma per farti capire che sono due parti in conflitto tra loro).Sbattitene di quello che sai...perché evidentemente c’è molto di cui non sai e che lavora in modo diverso rispetto a quello che pensi di voler fare.
E quando devo prendere un aereo vince la prima.
Perché alcune vicissitudini della vita mi hanno portato a lasciare gli studi.Il mio lavoro perö attualmente mi da soddisfazione,sono a contatto con la gente e gestisco tutto io da solo.Non ho grandi velleitä di fare cose enormi,mi accontento di ciö che ho e riesco a realizzare.Ok....per curiosità....come mai lo spirito ribelle ti ha portato a ribellarti ad un atteggiamento molto autoritario dove “io so io e voi non siete un c***o”, allontanarti e poi sei finito a lavorare lì?
No,non ne sono affatto sicuro.Non intendevo che non ne sei condizionato, dal non viaggiare, ma se sei sicuro che tu voglia essere altrove...quando ti sembra di volerlo....
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Re: Caso senza speranza
La situazione é un pö piü ingarbugliata,ma in famiglia hanno sempre spinto a non lavorare in azienda,e a proseguire nel settore in cui ho studiato,cioe' quello legale.Exence ha scritto: Prendere in mano l’azienda di famiglia è di sicuro una fortuna economicamente parlando ma è come se da quando sei nato fosse stato aottinteso che il tuo futuro fosse stato già scritto è sistemato in quel modo e magari questo inconsciamente ti ha impedito di spezzare quelle catene ,
In realtä ho scelto il mio futuro con piena consapevolezza.
Re: Caso senza speranza
Usi una tastiera tedesca? Per le “umlaut” al posto degli accenti intendo : )Dylan666 ha scritto:La situazione é un pö piü ingarbugliata,ma in famiglia hanno sempre spinto a non lavorare in azienda,e a proseguire nel settore in cui ho studiato,cioe' quello legale.Exence ha scritto: Prendere in mano l’azienda di famiglia è di sicuro una fortuna economicamente parlando ma è come se da quando sei nato fosse stato aottinteso che il tuo futuro fosse stato già scritto è sistemato in quel modo e magari questo inconsciamente ti ha impedito di spezzare quelle catene ,
In realtä ho scelto il mio futuro con piena consapevolezza.
Magari allora proprio perché non volevano che proseguissi nell’azienda lo hai fatto per smentire il fatto che non avessero fiducia in te / per fare qualcosa in opposizione a quello che volevano ?
Se hai dovuto interrompere gli studi sei sempre in tempo a riprenderli, per interesse personale , volendo : )
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Re: Caso senza speranza
Si tastiera tedesca,a volte non ho voglia di digitare la combinazione giusta per gli accentiExence ha scritto: Usi una tastiera tedesca? Per le “umlaut” al posto degli accenti intendo : )
Magari allora proprio perché non volevano che proseguissi nell’azienda lo hai fatto per smentire il fatto che non avessero fiducia in te / per fare qualcosa in opposizione a quello che volevano ?
Se hai dovuto interrompere gli studi sei sempre in tempo a riprenderli, per interesse personale , volendo : )
Non credo che sia possibile riprendere gli studi interrotti 20 anni fa; sia per motivi burocratici (gli esami sostenuti penso siano..."scaduti"),sia perché attualmente lavoro e famiglia mi impegnano molte risorse psicofisiche.
Re: Caso senza speranza
Dylan666 ha scritto:Si tastiera tedesca,a volte non ho voglia di digitare la combinazione giusta per gli accentiExence ha scritto: Usi una tastiera tedesca? Per le “umlaut” al posto degli accenti intendo : )
Magari allora proprio perché non volevano che proseguissi nell’azienda lo hai fatto per smentire il fatto che non avessero fiducia in te / per fare qualcosa in opposizione a quello che volevano ?
Se hai dovuto interrompere gli studi sei sempre in tempo a riprenderli, per interesse personale , volendo : )
Non credo che sia possibile riprendere gli studi interrotti 20 anni fa; sia per motivi burocratici (gli esami sostenuti penso siano..."scaduti"),sia perché attualmente lavoro e famiglia mi impegnano molte risorse psicofisiche.
Si... scadono dopo otto anni a partire dall’ultimo esame sostenuto ... a meno che tu non abbia già conseguito una laurea e a quel punto volendone fare una seconda puoi recuperare alcuni esami ... si, lavoro e tutto il resto occupano un sacco di risorse effettivamente ...
Dicevi di un viaggio imminente da fare magari in aereo... dove vorresti andare? Non ti piacerebbe provare a salirci, per metterti alla prova , anche , immaginandoti di essere su una delle tue vecchie macchine da corsa : )?
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Re: Caso senza speranza
Si tratta di un viaggio di lavoro,una fiera che potrebbe essere interessante per alcuni nuovi prodotti che potrei trattare nel mio negozio..Exence ha scritto:
Si... scadono dopo otto anni a partire dall’ultimo esame sostenuto ... a meno che tu non abbia già conseguito una laurea e a quel punto volendone fare una seconda puoi recuperare alcuni esami ... si, lavoro e tutto il resto occupano un sacco di risorse effettivamente
Dicevi di un viaggio imminente da fare magari in aereo... dove vorresti andare? Non ti piacerebbe provare a salirci, per metterti alla prova , anche , immaginandoti di essere su una delle tue vecchie macchine da corsa : )?
Mi piacerebbe provare a salire su quell'aereo e mettermi alla prova,ma vedi Exence,l'ho già fatto mille volte,salvo poi scappare a gambe levate all'ultimo momento. Come detto all'inizio lotto contro questa fobia da molto tempo
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Re: Caso senza speranza
Qua dovrebbe essere uguale...Dylan666 ha scritto:
Si ce ne sono,ma non mi creano problemi perché non vedo nulla di irrealizzabile,e anche se qualcuno lo fosse,lo accetto con serenitä.
No! Consapevole non lo sei....te lo dici e basta. Il meccanismo automatico è la formulazione del pensiero...ma non è affatto automatico. TU sei padrone della tua testa e puoi decidere , consapevolmente, a dar credito ad un pensiero oppure no. Se prenoti e stai male...non è un pensiero automatico quello di continuare pensarlo. L’impressione, e la tua passata ipocondria sembra confermarla, è che quando qualcosa non va....stai male. Lo stare male è uno dei più forti alibi per cedere..se tu decidessi di affrontare questo volo pur con l’idea di poter star male...potresti lavorare sul tuo stare male. Così hai creato una barriera ...”eh no sto male”....e quando stai male nessuno, te compreso, può più dire niente. Hai mai considerato che puoi provare a stare male senza cambiare idea?Dylan666 ha scritto: La conclusione é proprio che sono consapevole che sto pensando una sciocchezza,ma continuo a pensarla.E ne sono consapevole da piü di 20 anni ormai..E´ un meccanismo automatico.
Il resto cosa? Per treno, nave, macchina non guidata da te no...Dylan666 ha scritto:
Non ne ho idea,dato che per tutto il resto ha funzionato.Tutto il resto che mi creava ansia intendo.
All’atto pratico dovresti decidere di provare a volare...perché, alla fine, quello che ti è rimasto è che hai ceduto e non sei partito. In realtà il cercare l’origine non è necessario per mettere in moto il cambiamento. Lo puoi fare anche se non sai perché. Sai gestire l’ansia? Ok...allora gestiscila. Prenota il volo...senza mai avere la benché minima o,Bra di dubbio se farlo o no. Dopo questa scelta...allora puoi lavorare sulle tue emozioni....ma finché rimani legato “al pensiero”...poco cambia.Dylan666 ha scritto: Uhm..un´ammissione di ignoranza non fa mai male.Perö non capisco come mettere all`atto pratico questa ammissione: ci sono molte cose che non so,lo accetto e siamo d'accordo,ma pensarlo non allevia affatto la paura di prendere un aereo.Pur pensando che la velocitä sia necessaria,che sia relativa,che sia gestibile dal pilota e dalla macchina,pur pensando positivo la paura non passa.Se penso adesso di dover prendere un aereo settimana prossima per fare un viaggio di 1000km,mi passa l'appetito.C'é una parte di me che pensa che un oggetto pesante varie tonnellate non possa volare a quella velocitä e atterrare tutto intero.Mentre un'altra parte,che é quella disposta a uscire dal tunnell,sa tutto di fisica,tecnica aeronautica e statistiche (tutto é presuntuoso,ma per farti capire che sono due parti in conflitto tra loro).
E quando devo prendere un aereo vince la prima.
Che tu abbia soddisfazione in ciò che fai...va bene. Bisogna vedere se è per scelta o perché ti ci sei trovato e hai tratto il meglio. Non hai lasciato gli studi perché sei stato male? Il “peccato”...è che tu abbia messo in moto una ribellione che...alla fine...non ti ha spostato da lì. Non c’è necessariamente niente di male in questo...ma bisogna vedere come hai percepito, dal tuo punto di vista, queste scelte.Dylan666 ha scritto: Perché alcune vicissitudini della vita mi hanno portato a lasciare gli studi.Il mio lavoro perö attualmente mi da soddisfazione,sono a contatto con la gente e gestisco tutto io da solo.Non ho grandi velleitä di fare cose enormi,mi accontento di ciö che ho e riesco a realizzare.
Non è affatto necessario fare cose enormi..ma dipende a che livello ti accontenti. Se uno vuole sciogliere dei legami e , invece, si mette il doppio cappio...non è esattamente ciò che aveva in mente di fare.
Però ripeto...non è necessario che tu comprenda i perché...può essere un aiuto per alleggerire determinati pensieri ma non è fondamentale per metterne in moto altri....è cioè quelli che ti possono portare a dei cambiamenti.
Neanche io....Dylan666 ha scritto: No,non ne sono affatto sicuro.
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Re: Caso senza speranza
Appunto....prima sostenevi di guardare i video e gli incidenti perché NON volevi scappare...prova a non scappare davvero ...ma non perché cerchi di convincerti che non si debba fare...ma per vedere che è possibilissimo farlo...potrebbe darti davvero tanto...in termini personali...Dylan666 ha scritto: Mi piacerebbe provare a salire su quell'aereo e mettermi alla prova,ma vedi Exence,l'ho già fatto mille volte,salvo poi scappare a gambe levate all'ultimo momento. Come detto all'inizio lotto contro questa fobia da molto tempo
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Re: Caso senza speranza
Dylan...ti espongo un mio pensiero...che racchiude un po’ il riassunto. È schietto ma privo di alcun giudizio...come fai fai...e non è neanche necessario che tu lo condivida o meno.
Scrivendo hai una tranquillità che potrebbe serenamente passare per quella di un uomo che ha vissuto certe esperienze...e ora non ha più bisogno di mettersi alla prova per dimostrare alcunché...e per dimostrare intendo a se stessi e non necessariamente a qualcuno. L’idea che però mi sono fatto è che tu sia giunto a questo mancandoti, però, quelle dimostrazioni , spesso necessarie, per costruirsi. Per spiegarmi meglio....io penso che sia normale e fisiologico passare il periodo “ribelle”...a maggior ragione quando si vive sotto una persona autoritaria e , ai nostri occhi, forte. Dai tuoi racconti, qua e là, mi sono fatto l’idea che queste “sfide”...che spesso poi sfociano in un periodo in cui si fanno anche un sacco di ca**ate per principio, a te non sia andata come avresti voluto. Gli studi interrotti...il “ritorno” a casa...e, in generale, un scappare dalle proprie paure piuttosto che rischiare una ca***ta o di “stare male”. Il punto è che , a volte, consci anche di aver esagerato , si può provare una certa soddisfazione nell’essere riusciti ad affermarsi. Io penso che le ca**ate sarebbero evitabili ma, ho sempre pensato, che possano essere necessarie non tanto all’atto pratico, perché sono pur sempre ca**ate, ma da un punto di vista “emotivo”. Penso anche che nell’uomo, più che nella donna, ci sia una sorta di “pensiero primitivo”, che in assenza di lotta con il T-Rex , abbia lasciato un vuoto “pratico”. Una volta la sola sopravvivenza poteva essere considerato già un successo....oggi no. Solitamente finito il periodo delle “dimostrazioni”...si è pronti a reggere le sfide della vita con una certa serenità. Il non riuscire a completare questo punto può portare ad una accettazione dei nostri aspetti così come sono...oppure lasciare un “buco”. Bada bene...non sto affermando che tu non abbia vinto delle sfide nelle vita...ma forse non sono state sufficienti o forse non erano le sfide che volevi vincere tu. Una persona non deve fare atti eroici...ma deve mostrarsi capace di coraggio...nelle scelte...o nelle azioni...o nel solo saper gestire le proprie paure...reali o immaginarie che siano. Solo per questo, penso, che la tua strada , oggi, sia o quella di accettare di non volare, andare in treno velocemente , la nave e altro...ma se non lo accetti per il vero motivo , consapevolmente, rischi che ciò ti porti ad allargare i tuoi disagi....oppure decidere di prenderei una sfida, l’aereo, e volare. Nel momento in cui decidi di fare questa scelta puoi davvero lavorare su di te per viverla “bene”. Ma se ti lanci in questa sfida con il pensiero sottostante che se stai male non vai....beh allora questa è la cosa peggiore che tu possa fare.
Ciao!
Scrivendo hai una tranquillità che potrebbe serenamente passare per quella di un uomo che ha vissuto certe esperienze...e ora non ha più bisogno di mettersi alla prova per dimostrare alcunché...e per dimostrare intendo a se stessi e non necessariamente a qualcuno. L’idea che però mi sono fatto è che tu sia giunto a questo mancandoti, però, quelle dimostrazioni , spesso necessarie, per costruirsi. Per spiegarmi meglio....io penso che sia normale e fisiologico passare il periodo “ribelle”...a maggior ragione quando si vive sotto una persona autoritaria e , ai nostri occhi, forte. Dai tuoi racconti, qua e là, mi sono fatto l’idea che queste “sfide”...che spesso poi sfociano in un periodo in cui si fanno anche un sacco di ca**ate per principio, a te non sia andata come avresti voluto. Gli studi interrotti...il “ritorno” a casa...e, in generale, un scappare dalle proprie paure piuttosto che rischiare una ca***ta o di “stare male”. Il punto è che , a volte, consci anche di aver esagerato , si può provare una certa soddisfazione nell’essere riusciti ad affermarsi. Io penso che le ca**ate sarebbero evitabili ma, ho sempre pensato, che possano essere necessarie non tanto all’atto pratico, perché sono pur sempre ca**ate, ma da un punto di vista “emotivo”. Penso anche che nell’uomo, più che nella donna, ci sia una sorta di “pensiero primitivo”, che in assenza di lotta con il T-Rex , abbia lasciato un vuoto “pratico”. Una volta la sola sopravvivenza poteva essere considerato già un successo....oggi no. Solitamente finito il periodo delle “dimostrazioni”...si è pronti a reggere le sfide della vita con una certa serenità. Il non riuscire a completare questo punto può portare ad una accettazione dei nostri aspetti così come sono...oppure lasciare un “buco”. Bada bene...non sto affermando che tu non abbia vinto delle sfide nelle vita...ma forse non sono state sufficienti o forse non erano le sfide che volevi vincere tu. Una persona non deve fare atti eroici...ma deve mostrarsi capace di coraggio...nelle scelte...o nelle azioni...o nel solo saper gestire le proprie paure...reali o immaginarie che siano. Solo per questo, penso, che la tua strada , oggi, sia o quella di accettare di non volare, andare in treno velocemente , la nave e altro...ma se non lo accetti per il vero motivo , consapevolmente, rischi che ciò ti porti ad allargare i tuoi disagi....oppure decidere di prenderei una sfida, l’aereo, e volare. Nel momento in cui decidi di fare questa scelta puoi davvero lavorare su di te per viverla “bene”. Ma se ti lanci in questa sfida con il pensiero sottostante che se stai male non vai....beh allora questa è la cosa peggiore che tu possa fare.
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Re: Caso senza speranza
La prima conclusione pare esatta; sulla seconda,perdonami,non ho capito cosa vuoi chiedermi.flyingbrandon ha scritto: L’impressione, e la tua passata ipocondria sembra confermarla, è che quando qualcosa non va stai male
....Hai mai considerato che puoi provare a stare male senza cambiare idea?
Per l'ipocondria,l'agorafobia e altre cosette che mi "disturbavano".Il resto cosa? Per treno, nave, macchina non guidata da te no...
L'ho già fatto,vedremoAll’atto pratico dovresti decidere di provare a volare..Sai gestire l’ansia? Ok...allora gestiscila. Prenota il volo...senza mai avere la benché minima o,Bra di dubbio se farlo o no.
Un poco entrambe le cose.Ho deciso in maniera autonoma e "criticabile",ho sfruttato un'occasione secondo un preciso calcolo personale.Che tu abbia soddisfazione in ciò che fai...va bene. Bisogna vedere se è per scelta o perché ti ci sei trovato e hai tratto il meglio.
La risposta al primo interrogativo è "no".Non hai lasciato gli studi perché sei stato male? Il “peccato”...è che tu abbia messo in moto una ribellione che...alla fine...non ti ha spostato da lì. Non c’è necessariamente niente di male in questo...ma bisogna vedere come hai percepito, dal tuo punto di vista, queste scelte.
Sulla seconda affermazione posso dire che le scelte le ho percepite non proprio benissimo,ma tutta una serie di vicissitudini,anche sentimentali,mi hanno portato a farle.Ho elaborato le decisioni pensando al futuro a lunga scadenza,solo poi mi sono reso conto che "forse" sarebbe stato meglio vivere più nel presente,ma le scelte erano fatte e tornare indietro l'avrei visto come un'incoerenza.Difficile spiegare in due parole,ma spero di averti dato lo spunto giusto per capire.
Ho capito cosa intendi,ma posso assicurarti che ciò che sono adesso l'ho voluto io.Si,qualche rimpianto come ho accennato su esiste,ma razionalmente mi rendo conto che se in quei momenti ho fatto delle scelte,è perchè mi sembravano quelle giuste,e mi sta bene così.Ho provato anche la carriera militare,poi non mandata avanti,mi sono fermato nella giungla burocratica ..flyingbrandon ha scritto: L’idea che però mi sono fatto è che tu sia giunto a questo mancandoti, però, quelle dimostrazioni , spesso necessarie, per costruirsi.
Tra l'altro la fobia dell'aereo è quella che è apparsa prima di tutte,e parliamo del 1997 circa,periodo in cui andavo bene all'università,avevo una stanza da solo a 200km da casa,e sovente facevo anche il pendolare,avevo tanti amici attorno e mi divertivo con loro,prendevo la borsa di studio e neanche chiedevo soldi in casa per l'affitto.Lavoravo in officina (familiare) e in campagna (nei nostri terreni,mai per conto terzi) nei periodi estivi,studiavo e avevo già la macchina da molti anni,frutto del mio lavoro.C'è da dire che un aspetto dell'educazione ricevuta riguardava il "Sei responsabile in toto delle tue scelte,se sbagli paghi e la colpa è solo tua".E così ho fatto; oggi non rimpiango di non essere un magistrato,sono sincero.
Non riesco a definire questa realtà che citi: "scappare dalle proprie paure".Cxxxxte ne ho fatte tante,non ricordo una sola volta in cui sia "scappato" dalle mie paure,tranne quando ho fatto dietrofront di fronte ad un aereo con gli sportelli aperti,pronto ad accogliermi con un fare minaccioso...Per spiegarmi meglio.... Dai tuoi racconti, qua e là, mi sono fatto l’idea che queste “sfide”...che spesso poi sfociano in un periodo in cui si fanno anche un sacco di ca**ate per principio, a te non sia andata come avresti voluto. Gli studi interrotti...il “ritorno” a casa...e, in generale, un scappare dalle proprie paure piuttosto che rischiare una ca***ta o di “stare male”.
Lo penso anche io e l'ho sempre pensato,ne ho fatte tante..Il punto è che , a volte, consci anche di aver esagerato , si può provare una certa soddisfazione nell’essere riusciti ad affermarsi. Io penso che le ca**ate sarebbero evitabili ma, ho sempre pensato, che possano essere necessarie non tanto all’atto pratico, perché sono pur sempre ca**ate, ma da un punto di vista “emotivo”.
Qui ti seguo bene."Forse non state sufficienti".. Bada bene...non sto affermando che tu non abbia vinto delle sfide nelle vita...ma forse non sono state sufficienti o forse non erano le sfide che volevi vincere tu. Una persona non deve fare atti eroici...ma deve mostrarsi capace di coraggio...nelle scelte...o nelle azioni...o nel solo saper gestire le proprie paure...reali o immaginarie che siano.
"coraggio nel saper gestire le proprie paure".
Ma perchè dopo averne passate tante,anche brutte,credimi,ed averle superate,non riesco a salire su un aereo? Tutte le altre paure che mi vengono in mente,esclusa quella per i mostruosi e ferocissimi ragni ottipedi,siano pure domestici,ora mi fanno solo ridere..E' questo che non comprendo e che mi attanaglia: un banale,stupidissimo aeroplano,neanche per fare un viaggio interno regionale.Cosa ha l'aeroplano di diverso dagli altri nemici?
In questi anni mi hanno dato mille interpretazioni e duemila consigli,ho qualche amico pilota e controllore,sono persone in gamba e so che ubriaconi in volo non se ne incontrano facilmente come nelle strade...eppure fallisco sempre .
Se penso che devo volare,è vero,sto male,per cui sto fallendo in partenza.Ma tante volte non l'ho pensato affatto di stare male, ma lo sono stato appena intravisto il check in...Forse una ansiolitico mi avrebbe dato quella spintina in più? Ma io non lo prenderò mai.Ora ti chiederai perchè: una questione di princìpi,quello si che lo vedrei come un grande fallimento....oppure decidere di prenderei una sfida, l’aereo, e volare. Nel momento in cui decidi di fare questa scelta puoi davvero lavorare su di te per viverla “bene”. Ma se ti lanci in questa sfida con il pensiero sottostante che se stai male non vai....beh allora questa è la cosa peggiore che tu possa fare.
Ciao!
Re: Caso senza speranza
buongiorno Dylan, riprendo quel pezzetto che ha scritto Flyingbrandon , nel quale ho trovato la descrizione di un pezzetto della mia vita, perché penso di poter rispondere al tuo quesito, cioè chiarire il punto che dici di non riuscire a definire...Dylan666 ha scritto:Non riesco a definire questa realtà che citi: "scappare dalle proprie paure".Cxxxxte ne ho fatte tante,non ricordo una sola volta in cui sia "scappato" dalle mie paure,tranne quando ho fatto dietrofront di fronte ad un aereo con gli sportelli aperti,pronto ad accogliermi con un fare minaccioso...flyingbrandon ha scritto: io penso che sia normale e fisiologico passare il periodo “ribelle”...a maggior ragione quando si vive sotto una persona autoritaria e , ai nostri occhi, forte. Dai tuoi racconti, qua e là, mi sono fatto l’idea che queste “sfide”...che spesso poi sfociano in un periodo in cui si fanno anche un sacco di ca**ate per principio, a te non sia andata come avresti voluto. Gli studi interrotti...il “ritorno” a casa...e, in generale, un scappare dalle proprie paure piuttosto che rischiare una ca***ta o di “stare male”. Il punto è che , a volte, consci anche di aver esagerato , si può provare una certa soddisfazione nell’essere riusciti ad affermarsi. Io penso che le ca**ate sarebbero evitabili ma, ho sempre pensato, che possano essere necessarie non tanto all’atto pratico, perché sono pur sempre ca**ate, ma da un punto di vista “emotivo”.
partendo dalla premessa che le ca**ate sono evitabili e blablabla, io ne ho fatte parecchie nel periodo in cui mi ero finalmente guadagnata la mia libertà dai vincoli dell'autorità in famiglia, ne ho fatte finchè non ne sono stata "sazia" (non che fossi diventata una criminale eh... )... quello che si intendeva sopra è che forse tu non sei arrivato, nel tuo atto di ribellione, a quel punto di saturazione di "libertà", in cui raggiungi finalmente il bilanciamento tra l'eccesso di costrizioni vissuto in passato e l'eccesso di libertà successivo... come due piatti di una bilancia che si posizionano finalmente sullo stesso livello e da lì puoi decidere tu quanta sabbia mettere in ognuno dei piatti... è quando raggiungi QUELLA condizione... che poi ti compiaci di eventuali risultati che nascono da quel punto in avanti da scelte solo tue... magari nel tuo caso eri arrivato lì lì , vicino a quel traguardo, ma poi per motivi tuoi personali hai fatto una sorta di dietrofront, e pur avendo scelto in modo consapevole, e non essendotene pentito, non hai completato al 100% quel percorso di autoaffermazione della tua persona, dal punto di vista emotivo.... penso che FB intendesse questo, ma magari mi sbaglio
ciao!
it's only rock'n roll but I like it!
Re: Caso senza speranza
Benvenuto Dylan!
Nickname fantastico, tra l'altro..
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Re: Caso senza speranza
Ok,è un punto di vista,una ipotesi.Ammettiamo che sia andata così (nonostante io adesso non ne abbia assolutamente contezza),come si concilia questo "interruptus" con la fobia dell'aereo? Non dovrebbe essere il contrario? Quello che hai interrotto anni fa ora potrebbe essere completato facendo tanti viaggi in aereo,simbolo di libertà e voglia di espandersi (penso). L'aereo dovrebbe oggi essere una sorta di riscatto,invece lo rifuggo.Perchè fino a 20 anni non pensavo assolutamente che un velivolo potesse schiantarsi,ma anzi mi immaginavo di poter camminare sopra le nuvole ricordando il viaggio in DC9? Può essere equiparata la NON fobia dell'aereo ad una sorta di incoscienza e prima ero troppo "bambino" per aver timore? Ancora: come mai i bambini non hanno paura di volare?Exence ha scritto:... quello che si intendeva sopra è che forse tu non sei arrivato, nel tuo atto di ribellione, a quel punto di saturazione di "libertà", in cui raggiungi finalmente il bilanciamento tra l'eccesso di costrizioni vissuto in passato e l'eccesso di libertà successivo.!
Ciao @Pimpi,grazie .
Re: Caso senza speranza
Nel tuo caso più che paura dell'aereo è paura della velocità in generale... forse quell' "interruptus" (adoro il latino ) , che comunque ti ha permesso di continuare , con successo oserei dire, la tua vita, salta fuori solamente nei momenti in cui devi prendere un mezzo veloce, come un campanello d'allarme che ti dice che un determinato percorso interiore, ancora non l'hai concluso... il fatto che ti venga paura e non "voglia di correre per completare quello stage di vita", è perché la tua mente , forse, pone un blocco, a quella voglia inconscia che è rimasta lì... la vede come un pericolo agli equilibri solidi della vita che stai conducendo... e quindi avviene un autosabotaggio... ripeto posso solo ipotizzare... e lanciare degli spunti...Dylan666 ha scritto:Ok,è un punto di vista,una ipotesi.Ammettiamo che sia andata così (nonostante io adesso non ne abbia assolutamente contezza),come si concilia questo "interruptus" con la fobia dell'aereo? Non dovrebbe essere il contrario? Quello che hai interrotto anni fa ora potrebbe essere completato facendo tanti viaggi in aereo,simbolo di libertà e voglia di espandersi (penso). L'aereo dovrebbe oggi essere una sorta di riscatto,invece lo rifuggo.Perchè fino a 20 anni non pensavo assolutamente che un velivolo potesse schiantarsi,ma anzi mi immaginavo di poter camminare sopra le nuvole ricordando il viaggio in DC9? Può essere equiparata la NON fobia dell'aereo ad una sorta di incoscienza e prima ero troppo "bambino" per aver timore? Ancora: come mai i bambini non hanno paura di volare?Exence ha scritto:... quello che si intendeva sopra è che forse tu non sei arrivato, nel tuo atto di ribellione, a quel punto di saturazione di "libertà", in cui raggiungi finalmente il bilanciamento tra l'eccesso di costrizioni vissuto in passato e l'eccesso di libertà successivo.!
Ciao @Pimpi,grazie .
sul discorso bambini , credo che anche alcuni di loro abbiano paura... in alcuni voli che ho fatto si sentivano urla stile L'Esorcista... penso che però fino a 7-8 anni i bambini non abbiano paura di nulla perché non hanno ancora sviluppato certi lati della sfera emotiva? Questo proprio non lo saprei, Dylan... non me ne intendo dell'argomento...
it's only rock'n roll but I like it!
Re: Caso senza speranza
Nemmeno io sono un'esperta, ma posso riportare un esempio di vita vissuta qualche giorno fa..Exence ha scritto:Dylan666 ha scritto:Exence ha scritto:... Ancora: come mai i bambini non hanno paura di volare?
Ciao @Pimpi,grazie .
sul discorso bambini , credo che anche alcuni di loro abbiano paura... in alcuni voli che ho fatto si sentivano urla stile L'Esorcista... penso che però fino a 7-8 anni i bambini non abbiano paura di nulla perché non hanno ancora sviluppato certi lati della sfera emotiva? Questo proprio non lo saprei, Dylan... non me ne intendo dell'argomento...
I miei vicini sono partiti per "vedere i Watussi" (alle falde del Kilimangiaro) , sono venuti a salutarmi e vedo la bimba (11 anni) un po' turbata..l'ho fatta giocare e ridere e alla fine mi ha detto che aveva paura dell'aereo..fatti due discorsi è venuto fuori che è sua mamma ad aver paura e che lei stava assorbendo la sua agitazione..
Secondo me molte paure a quell'età sono indotte..
Mia mamma ha e aveva paura di tutto, mette un'ansia tremenda su ogni cosa da fare, che sia guidare, camminare o semplicemente respirare!
Alcune ansie io ho imparato a gestirle di più perchè non volevo diventare come lei che si rovinava la vita per delle ca**ate, ma credo di aver catalizzato tutta quest'ansia che ho sempre respirato in famiglia, nell'unica cosa che potevo evitare il più possibile: l'aereo!
Re: Caso senza speranza
Ottimo spunto,grazie Exence.Anche se non è la prima volta che lo sento,devo però stabilire come fare in pratica per realizzare qualcosa di utile.Exence ha scritto: un campanello d'allarme che ti dice che un determinato percorso interiore, ancora non l'hai concluso... [cut].. la vede come un pericolo agli equilibri solidi della vita che stai conducendo...
I vostri sono discorsi validi e lo riconosco,ma anche se conosco alla perfezione le cause del disagio,come fare per vincerle? Alla fine sembra sia solo questione di volontà,ma io credo ci sia anche altro.Non credo che l'intrruttore in posizione fobia sia scattato volontariamente,per cui ci sarà un modo per farlo tornare "normale" ,oltre al fatto che si deve volerlo...
Per quello all'inizio chiedevo: esercizi? letture? allenamento?
Scusate se torno sempre li,sono un pò pragmatico e se non vedo riscontri nella vita reale,tutte le teorie mi sembrano lettera morta.
Come andare dal dottore dicendo di avere mal di pancia: il dottore ti spiega alla perfezione il funzionamento della pancia,arriva perfino a livello molecolare,ma...non ti dice come farlo passare.
Il primo suggerimento di brandonflight lo sto seguendo,lunedi ci dovrebbe essere la partenza,evito pensieri "intrusivi" e vedremo all'ultimo..
Re: Caso senza speranza
Si appunto,i bambini hanno come modelli i genitori,per quello dicevo che mi pare raro vedere bambini timorosi dell'aereo in condizioni familiari "normali" (cioè senza ansie,disagi ecc).La fobia è quindi sempre acquisita e mai congenita?PIMPI ha scritto: la bimba (11 anni) un po' turbata..l'ho fatta giocare e ridere e alla fine mi ha detto che aveva paura dell'aereo..fatti due discorsi è venuto fuori che è sua mamma ad aver paura e che lei stava assorbendo la sua agitazione..
Secondo me molte paure a quell'età sono indotte..
Forse sto andando troppo oltre,scusate se è ot
Re: Caso senza speranza
@PIMPI
Può darsi... non saprei... dipende da persona a persona assorbire o meno ciò che i genitori ci rovesciano addosso... e, in età adulta, considerarli ancora genitori o semplicemente “persone”... anche un genitore autoritario che non ha paure o altro può fare danni, se glielo permettiamo
Può darsi... non saprei... dipende da persona a persona assorbire o meno ciò che i genitori ci rovesciano addosso... e, in età adulta, considerarli ancora genitori o semplicemente “persone”... anche un genitore autoritario che non ha paure o altro può fare danni, se glielo permettiamo
Ultima modifica di Exence il 12 luglio 2018, 12:28, modificato 3 volte in totale.
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