It's not every day you stumble across two fairly modern Russian attack aircraft this side of the Atlantic.
Aviation Week learned that two 1980s vintage 'Frogfoots' were stored on a farm near an airstrip in Northern Delaware, having been there since 2007.
Images on Google Earth confirmed their presence, so the recent Labor Day holiday weekend provided a good opportunity to go out and see these Cold War jets.
Un video palloso ma per me a suo modo bello. Dovrebbe intitolarsi: solo i migliori sulle montagne più alte. In realtà dovrebbe trattarsi del Caucaso e non dell'Afghanistan, ma rende l'idea. Il Su-25 non so se è un effetto ottico, ma mi sembra che abbia un modo di virare un po' caratteristico, "oscillatorio" (o pare a me).
I paesi arabi e l'occidente iniziarono dal 1983 a mandare ai Mugiaidin i missili terra-aria. Gli Arabi mandavano soprattutto SA-7 Strela, gli occidentali il Blowpipe inglese, che era a guida radio, quindi non lancia e dimentica e soprattutto era difficile da trasportare in montagna perchè pesava più di venti chili, però arrivava oltre i 3000 metri di altitudine . I problemi, seri, iniziarono però quando iniziarono a comparire gli Stinger americani, leggeri, con testata potente e soprattutto, cosa che non sapevo, capaci di avere una rotta non più di inseguimento, ma di collisione, questo aumenterebbe di molto le probabilità di un centro perchè il missile non ha più bisogno di mettersi in coda al bersaglio, ma calcola un punto davanti all'aereo, quindi si può sparare da di lato o perfino davanti.
I Su-25 vennero dotati di contenitori-lanciatori di flares sulla coda, inizialmente in numero di quattro, poi furono portati a otto, con 256 razzi. Al costo di sette rubli a razzo, i flares lanciati in un attacco potevano avere un costo cinque o sei volte superiore a quello dello stipendio socialista del pilota che li lanciava, ma, a quanto pare, gli aviatori erano più che felici di spararli. Fino a che non raddoppiarono i flares e non modificarono i loro comandi, il pericolo era sempre altissimo, questo perchè, dicono, i razzi IR di allora non duravano moltissimo e 128 razzi bastavano per meno di un minuto di attacco. Inoltre il loro comando era inizialmente sulla console di sinistra e molti piloti erano talmente indaffarati nel portare a termine l'attacco, che i flares nemmeno li usavano, il loro comando venne poi portato sulla cloche. Come l'A-10, anche il Su-25 era protetto e molti aerei tornarono anche dopo danni molto estesi (almeno uno, pare, anche con uno Stinger inesploso in un motore, cosa interessantissima per i russi). Un compito non certo umanitario del Su-25 fu depositare campi minati mediante i contenitori KMGU per munizioni cluster. In questo modo il territorio afgano ricevette migliaia e migliaia di piccole mine antiuomo, con terribili effetti, soprattutto tra i civili.
A detta di qualcuno, se capita di essere fatti segno delle attenzioni di aerei come A-10 o Su-25 in montagna, MAI cedere alla tentazione di seguire la via più facile: nascondersi in grotta o in un burrone, specie se le vostre impronte sulla neve portano fin lì. L'idea infatti sarebbe bombardare le entrate delle grotte o le pareti delle gole, seppellendo tutto quello che ci sta dentro. Meglio rimanere in alto, sdraiarsi, mimetizzarsi e restare immobili sperando di non essere visti.
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