Lorenzo "Lollo" Alati é il mio nome, e sono, inutile dirlo, un vero maniaco del volo: del resto, con questo cognome, non avrebbe potuto essere altrimenti.
Inseguivo da tantissimo tempo il sogno di poter volare; ancora ricordo quando, all'età di dodici anni, il fidanzato di mia sorella, consapevole della mia già smisurata passione per il volo, decise di battezzarmi con un PA28 dell'AeC di Reggio Calabria: I-ELSE le sue marche, ed é ancora là a ronzare sullo Stretto di Messina. Di quel volo ricordo lui, il pilota - omonimo nel cognome dell'asso della caccia Reggina Tito Minniti - che ricordava in tutto e per tutto (tranne che, piccolo particolare, nella macchina )l'asso della Luftwaffe Hans-Joachim Marseille e le evoluzioni a bassa quota sulle isole Eolie. Le foto, che conservo gelosamente ancora oggi, sembrano esser state scattate da bordo di una barca...
Crescendo pensavo sempre di più all'Arma Azzurra, ma Madre Natura non era esattamente d'accordo con i miei intenti, tanto che, vittima di una miopia in progressione quasi inarrestabile riuscivo a porvi rimedio chirurgicamente solo all'età di 24 anni...troppo tardi per sperare di potermi fregiare, un giorno, dell'Aquila Turrita.
Nel mentre frequentavo l'AeC di Reggio Calabria "F.Capua" in seno al programma "Young Eagles", svolto sulla falsariga di quanto organizzato negli States dalla EAA, pensando sempre più spesso a quanto sarebbe stato bello poter volare anche "solo" con un semplice monomotore a pistoni, ma mi trovavo in un momento finanziariamente poco felice...accidenti, pensavo, é proprio dura la strada per guadagnarsi uno spicchietto di cielo azzurro!!!
Ovviamente, da buon testardo, non rinunciavo al sogno di volare: questa volta, però, l'ostacolo era di natura economica...sempre indeciso se affrontare o no il corso PPL lasciavo scorrere il tempo...
Quindi, per varie vicissitudini, abbandonavo la mia città natale e iniziavo la mia carriera nell'Esercito, ovviamente nei Paracadutisti.
Poi un bel giorno, dopo aver contemplato per l'ennesima volta una taxiway dall'oblò del C130, pensai: si vive una volta sola, ed é in questa volta, accidenti, che devo coronare il mio sogno, quand'anche fosse solo per fare il "pilota della domenica"!
E fu così che mi iscrissi all'AeC di Lucca...da allora ho maturato diverse decine di ore, e sono entusiasta, giorno dopo giorno, volo dopo volo, del cammino intrapreso.
Coltivo il sogno, un giorno, di poter svolgere attività di volo professionale, indipendentemente dall'aereo imipegato o dal paese in cui praticare l'attività.
La strada verso il cielo e lunga e irta di difficoltà, ma una cosa é certa: non mollerò la presa.
