Di nulla comunque ora funzionanoSkip100 ha scritto:Comunque Ulisse programma N°1!!! Ieri ho provato a guardare tutti i link che hai postato... non funzionavano... forse perchè lunedì sera rete collassata... provo stasera...
Grazie per le info...

Moderatore: Staff md80.it
Di nulla comunque ora funzionanoSkip100 ha scritto:Comunque Ulisse programma N°1!!! Ieri ho provato a guardare tutti i link che hai postato... non funzionavano... forse perchè lunedì sera rete collassata... provo stasera...
Grazie per le info...
Ricordo che avevi condiviso alcune foto che lo ritraevano in Sardegnasardinian aviator ha scritto:Concordo. Sottolineo che Saint Ex ebbe un rapporto privilegiato con il Nord Sardegna e con l'aeroporto di Alghero in particolare: ci passò gli ultimi tre mesi di vita, ma per la missione fatale partì da Borgo, in Corsica. Almeno questo ce lo siamo risparmiato.pasubio ha scritto:A me è piaciuta molto la sezione dedicata a Saint Exupery.
Un grande Uomo, un grande poeta e un grande aviatore.
Le tre cose sono perfettamente compatibili, come ben sa chi va in volo per passione.
Nel 1994, nel 50° della morte si tenne una significativa cerimonia all'interno dello stesso hangar dove il suo P38 veniva preparato per le missioni, alla presenza dei suoi parenti, e dei rappresentanti della casa editrice.
Poi la sera ci fu una straordinaria rappresentazione teatrale del Piccolo Principe, occasione nella quale si riaprì al pubblico lo storico teatro di Alghero.
Credo di essere tra i pochi in Italia che posseggono il libro fotografico del suo amico-fotografo John Phillips "Le Dernier Jours de Saint Exupery", dal quale ho postato qualche foto che ho condiviso nel forum.
Quello che non capisco è come mai in Italia non goda di eccessiva popolarità. Molti si stupirono allora nel vedere che il faccione di St Ex. stava sulle banconote da 5 Franchi!
Ci sono statosardinian aviator ha scritto:Avrei un piccolo commento da fare in proposito: da come è stato presentato il servizio sembrerebbe che Lindbergh fosse il primo ad aver attraversato l'Atlantico senza scalo. In realtà fu solo il primo a farlo in solitaria. Prima di lui lo fecero Alcock e Brown nel 1919.
Anzi integro la raccomandazione: se qualcuno di voi va in Irlanda quest'estate, oltre al cippo commemorativo dell'I-DUVO, non manchi di passare a Clifden (sempre sulla stessa costa) per scoprire il punto esatto dell'atterraggio dei due.
Quella del motore posso spiegartela io, visto che nessuno l'ha fatto. I motori rotativi Rhone e similari non solo vantano un catastrofico effetto giroscopico che inficiava alle volte le caratteristiche di volo dell'aereo, come già detto, ma non avevano nemmeno manetta. Con quegli aerei si andava solo al minimo o a fondo corsa, non c'erano vie di mezzo. Atterrare con quel tipo di motore era un alternanza di minimo-massimo-minimo-massimo... o atterraggio in planata pura... e se tieni conto che quelli non erano neanche i soli problemi di quel tipo di motori...i-daxi ha scritto:E' curioso il fatto di terminare la corsa di atterraggio nell'erba alta (causa la mancanza dei freni sui carrelli nei primi aerei) e il fatto di rallentare la discesa spegnendo e riaccendendo il motore (compiendo una planata, correndo il rischio che il motore non riattaccasse) invece considero abbastanza assurdo il fatto che i piloti durante la prima guerra mondiale non potessero avere il paracadute a bordo (per regolamento)![]()
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Già nel 1912 si facevano lanci col paracadute, che era già una tecnologia matura.Hartmann ha scritto:Esisteva già il paracadute?
E se esisteva era già sicuro e collaudato?
Grazie ancoraAshaman ha scritto:Quella del motore posso spiegartela io, visto che nessuno l'ha fatto. I motori rotativi Rhone e similari non solo vantano un catastrofico effetto giroscopico che inficiava alle volte le caratteristiche di volo dell'aereo, come già detto, ma non avevano nemmeno manetta. Con quegli aerei si andava solo al minimo o a fondo corsa, non c'erano vie di mezzo. Atterrare con quel tipo di motore era un alternanza di minimo-massimo-minimo-massimo... o atterraggio in planata pura... e se tieni conto che quelli non erano neanche i soli problemi di quel tipo di motori...i-daxi ha scritto:E' curioso il fatto di terminare la corsa di atterraggio nell'erba alta (causa la mancanza dei freni sui carrelli nei primi aerei) e il fatto di rallentare la discesa spegnendo e riaccendendo il motore (compiendo una planata, correndo il rischio che il motore non riattaccasse) invece considero abbastanza assurdo il fatto che i piloti durante la prima guerra mondiale non potessero avere il paracadute a bordo (per regolamento)![]()
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Quindi, immagino, il commentatore HA DETTO che avevano spento il motore, ma IN REALTÀ probabilmente i piloti avevano messo il motore al minimo.
In quanto all'assurda la regola che proibiva il paracadute ai piloti... che vuoi che ti dica... gli ufficiali delle alte sfere militari non sono certo rinomati per prendere decisioni sensate... e non solo qui in italia, beninteso... la regola generale è che per fare carriera nell'esercito devi buttare il buon senso nel cesso e accertarti di aver tirato la catena.
Già nel 1912 si facevano lanci col paracadute, che era già una tecnologia matura.Hartmann ha scritto:Esisteva già il paracadute?
E se esisteva era già sicuro e collaudato?
CHI non ha mai portato la propria stampante laser con se da usare su un treno in viaggio? Saranno solo quella quindicina o poco più di chili per una facilmente trasportabile scatola di un metro per 80cm per 60cm, che vuoi che sia, dai.arciere ha scritto:Solo che mi ha lasciato un po' perplesso il fatto che sugli aerei di linea non si possono portare stampanti laser![]()
Ah volevo condividere con voi, un'esilarante imitazione degli Angela:ciccioxx92 ha scritto:L'ho visto ieri sera. Puntata stupenda. E complimenti per la professionalità dell'esposizione degli argomenti (difficile da trovare in tv oggigiorno). Più che soddisfatto!
dall'estero puoi vedere tutto lo streaming che vuoi!!!MarcoGT ha scritto:Ora dall'ufficio non riesco a provare...ma e' ancora valida la "regola" che gli streaming RAI non sono disponibili per chi si connette dall'estero? Chi vive all'estero che fa? S'attacca?
geostazionario ha scritto:Bella puntata, peccato che Alberto non regga il confronto con papà.
Piero è un grande giornalista, appssionatosi poi di scienza e di tante altre materie, Alberto è un antropologo e un archeologo quindi sicuramente la "strada" di entrambi é diversa (oltre all'età anagrafica e all'esperienza personale di ogniuno).Slowly ha scritto:Anch'io non sono d'accordo.
Piero e Alberto for ever!!!
Sarà come dici tu ma lo stile di Piero non ha rivali.i-daxi ha scritto: eppoi....come si dice.....tale padre, quale figlio.
Difficile sceglieregeostazionario ha scritto:Sarà come dici tu ma lo stile di Piero non ha rivali.i-daxi ha scritto: eppoi....come si dice.....tale padre, quale figlio.
i-daxi ha scritto:
Difficile scegliere, per me; 100 per Piero e 85 per Alberto.