Ghost ha scritto:Da un punto di vista didattico i corsi intensivi di quel genere non sono il massimo della vita... anzi... tutte le esperienze per poter essere veramente assimilate devono essere consolidate e il consolitamento può avvenire solo se si ha del tempo a disposizione. Tenete conto che soprattutto nelle prime missioni tutto quello che viene dopo la mezz'ora o i tre quarti d'ora di volo praticamente non serve.
Mah, per esperienza personale posso dirti che non mi trovo d'accordo con te.
Premetto che sono da sempre stato un po' pro-USA per quanto riguarda il flight training.
I corsi "intensivi" come li chiami tu...permettono di sperimentare molte situazioni che qui in italia non potrai mai provare.
Lo stress di un volo lungo, l'atterraggio in luoghi lontani dal proprio campo di volo, le condizioni meteo che variano lungo la rotta poichè interessa più stati, il calcolo della quota di volo e della Fuel Burn che contano poichè le miglia percorse sono tante....è tutta esperienza impossibile da fare in italia volando mezz'ora al giorno 2 volte a settimana.
Il discorso è che in U.S tendono sin dal PPL a dare un'impronta molto professionale al training (secondo me è un bene...per altri un male)....
E' come dire per prapararti per le Olimpiadi (che sarebbe lavorare nel settore aereo come pilota) non ci si può allenare solo 2 volte la settimana, come farebbe l'atleta amatore, ma bensì tutti i giorni...
Facendo 2/3 atterraggi alla settimana ci metterai mesi a prendere sensibilità e confidenza con l'a/m, al contrario facendone 20 a settimana capirai meglio e prima il funzionamento della "macchina". Tutto questo però sempre nei limiti della sicurezza senza mai cadere nell'OverWork/Load
Provate a pensare allo SkyMaster Alitalia di Alghero, che formava il top dei piloti italiani, quante ore al giorno volavano...
