Che dire della Nuova Zelanda: come sempre da quelle parti del mondo l’esperienza è eccezionale anche se, nella mia personale classifica, la metto dietro l’Australia. Sarà che il primo amore non si scorda mai, ma l’Australia ha una marcia in più, forse anche perché molti dei paesaggi neozelandesi tutto sommato non sono molto diversi da quelli che si incontrano in Europa, soprattutto nella mia adorata Scandinavia

Ma passiamo alle immagini.
Dopo ormai un giorno di viaggio, considerando il fuso, pari a circa 11 ore di volo dall’Italia sorvoliamo la Cina, mi fa uno strano effetto l’immensità del paesaggio cinese che per centinaia di chilometri si presenta così

Due ore di transito ad HKG sono appena sufficienti per cambiare la carta d’imbarco (un impiegato della Cathay ci aspettava al gate per accompagnarci ai banchi CX e sostituire la carta d’imbarco emessa da LH a LIN con quelle emesse direttamente da CX), rifare i controlli di sicurezza e farsi un giro dell’aeroporto con annesse foto già oggetto dell’altro report.
È chiaro a tutti dove si va giusto?

Dopo altre 11/12 ore di volo, è l’alba di un nuovo giorno (il terzo dalla nostra partenza!!!! Come corre il tempo quando si vola verso est!!!) e la terra neozelandese si presenta così…

Sbarchiamo, esausti (io non ho chiuso occhio causa scomodità assurda e causa simpatica bambina che per tutto il volo ci ha deliziato con i suoi pianti…..), controllo passaporti, immigration, quarantena, dogana, ritiro bagagli e siamo fuori. Avendo lasciato Milano al freddo e con la pioggia, fa un po’ strano vedere il sole e sentire un lieve tepore primaverile.
Uno dei leit motiv di tutto il viaggio è la stranezza del Natale in estate. In effetti è molto strano sapere che è Natale e Capodanno quando fa caldo, il sole tramonta alle 23, si gira in maglietta e infradito (non proprio ovunque!!!) e nei negozi, accanto a Babbo Natale e le sue renne, si vedono costumi e ciabatte!
Gli addobbi nelle città sono decisamente diversi da quelli cui siamo abituati: le classiche luminarie qui lasciano il posto a delle bandiere a tema, come questa, ad Auckland..

Il porto di Auckland è una delle porte d’ingresso in Nuova Zelanda

Questo è l’edificio che ospita il terminal dei traghetti

La dimostrazione che siamo ad Auckland

Ops! È caduta una pallina dall’albero di Natale…

La baia di Auckland ospita paesaggi splendidi, tra i quali questa isola vulcanica, creata in appena 3 settimana a seguito di un’eruzione particolarmente violenta, si nota chiaramente la lava solidificatasi a contatto con l’oceano

Skyline di Auckland dalla baia


Che invidia per quelli che abitano qui

Auckland è famosa per le regate e questo porto lo testimonia

Anche Auckland ha il suo Harbour Bridge, ma decisamente inferiore a quello di Sydney

Bandiera nazionale

Dopo due giorni ad Auckland, necessari per riprenderci dal viaggio, noleggiamo un’auto e ci avviamo verso sud con destinazione Rotorua. È domenica e non c’è moltissimo traffico. So che il limite di velocità qui è 100 km/h sulle strade extraurbane ma noto che tutti mi superano e, quindi, ingenuamente penso che non devono essere troppo rigorosi con il rispetto dei limiti e mi adeguo all’andatura media pigiando un po’ sull’acceleratore, ma il risultato è questo…

Una pattuglia della polizia mi da il benvenuto in Nuova Zelanda con una bella multa da 120 NZD (circa 50 euro) perché ho superato di 17 km/h il limite. Inutile tentare di spiegare che sono straniero etc etc il poliziotto è molto gentile, mi spiega che nel periodo natalizio stanno facendo controlli a tappeto per la velocità e l’alcool (per il controllo usano una specie di registratore della voce che in automatico indica il tasso alcolemico), ma mi appioppa la multa lo stesso…. Si può pagare ovunque: in banca, alla posta, al bancomat, via Internet, con carta di credito… l’importante è pagare.
Dopo circa 300 km giungiamo a Rotorua, sede della più grande comunità Maori della Nuova Zelanda moderna. Visitiamo il fantastico parco naturale di Te Puia

Già in lontananza si capisce la straordinarietà di questo territorio

Il geyser Pohutu erutta circa ogni ora


Una passeggiata per il parco


Ci fa scoprire i magnifici laghi blu cobalto

E delle curiose pozze di fango bollente, oltre che cristalli di zolfo e infinite fumarole.

Al villaggio, poco distante, piscine d’acqua calda che i Maori utilizzano da sempre per cucinare e ovviamente per rilassarsi

L’indomani mattina, proseguendo il viaggio, ci fermiamo la zona termale di Wai o Tapu dove si trova il geyser Lady Knox che erutta una sola volta al giorno, verso le 10.30, con uno spruzzo di oltre 20 mt.


Innumerevoli i giochi di colori che la natura, gli acidi e i minerali regalano.






Appena l’ho visto ho pensato ad un lago fatto svuotando flaconi di ammorbidente ai fiori di loto… invece è tutto naturale

A circa un centinaio di chilometri da Rotorua giungiamo al lago Taupo, il più grande della Nuova Zelanda


E dopo un’altra cinquantina di chilometri arriviamo alla nostra destinazione odierna: il parco nazionale di Tongariro, ecco la nostra dimora

Siamo all’ombra di tre vulcani attivi e ai piedi del maestoso e sacro Mount Ruapehu, all’interno del Tongariro National Park, una zona dichiarata patrimonio dell’umanità.


Visto i vulcani attivi nei dintorni è naturale, ma fa una certa impressione, trovare un sismografo all’ingresso dell’hotel

(continua…)