Human Factor
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Re: Human Factor
Ottimo ed interessante argomento, su cui si potrebbe riempire un forum intero e approfondire moltissimo.
Cominciamo dalla Sporca Dozzina, cioè quei fattori, come detto da Francesco, collegati al fattore umano.
1) Lack of communication (mancanza di comunicazione)
2) Complacency (dovuta alla ripetizione di operazioni uguali)
3) Lack of Knowledge (mancanza di conoscenza)
4) Distraction
5) Lack of teamwork (mancanza di lavoro di squadra)
6) Fatigue
7) Lack of resource (mancanza di risorse)
8 ) Pressure
9) Lack of assertiveness (mancanza di assertività)
10) Stress
11) Lack of awareness (mancanza di consapevolezza)
12) Norms
Paolo
Cominciamo dalla Sporca Dozzina, cioè quei fattori, come detto da Francesco, collegati al fattore umano.
1) Lack of communication (mancanza di comunicazione)
2) Complacency (dovuta alla ripetizione di operazioni uguali)
3) Lack of Knowledge (mancanza di conoscenza)
4) Distraction
5) Lack of teamwork (mancanza di lavoro di squadra)
6) Fatigue
7) Lack of resource (mancanza di risorse)
8 ) Pressure
9) Lack of assertiveness (mancanza di assertività)
10) Stress
11) Lack of awareness (mancanza di consapevolezza)
12) Norms
Paolo
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Re: Human Factor
Plausibile?
Nel ventennio 1983-2002
Meno errori umani dietro gli incidenti aerei
Secondo quanto si apprende nelle conclusioni dell’articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Aviation, Space, and Environmental Medicine”, il fenomeno è attribuibile ai progressi dei programmi di addestramento
Il numero di incidenti aerei attribuiti a errori dei piloti è notevolmente diminuito tra il 1983 e il 2002, secondo una analisi condotta dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.
Sebbene infatti il numero di incidenti sia rimasto pressoché stabile in tale arco di tempo, la percentuale di eventi attribuibili all’errore umano è scesa del 40 per cento e, in particolare, la percentuale di quelli dovuti a un’errata decisione del comandante o dell’equipaggio è diminuita del 71 per cento.
Secondo quanto si apprende nelle conclusioni dell’articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Aviation, Space, and Environmental Medicine”, tale fenomeno è attribuibile ai progressi dei programmi di addestramento.
Lo studio ha esaminato 558 incidenti aerei registrati nel ventennio 1983-2002, rilevando in particolare come leerrate decisioni in caso di cattivo tempo meteorologico siano scese del 76 per cento; quelle dovute a cattive condizioni della pista o al vento del 78 per cento; quelle dovute a scarso coordinamento fra i membri dell’equipaggio del 68 per cento. Inoltre, si è potuto verificare che gli errori umani hanno la massima probabilità di verificarsi durante il rullaggio, il decollo, l’avvicinamento all’aeroporto e l’atterraggio.
A fronte di questi dati positivi, gli autori sottolineano in ogni caso l’opportunità di migliorare la sicurezza nei momenti in cui gli aeromobili sono fermi o vengono trainati sulle piste: gli incidenti che si verificano nel corso di queste operazioni, infatti, è più che raddoppiato nel periodo di osservazione, passando da un tasso di 0,25 per milione di voli a 0,6 per millione di voli.“Una diminuzione così consistente di incidenti dovuti all’equipaggio è veramente impressionante, tenuto conto che l’errore umano è considerato da sempre il fattore di rischio più importante nel traffico aereo”, ha commentato Susan P. Baker, che ha guidato lo studio. “I risultati mostrano come siano stati fatti molti progressi per migliorare i processi decisionali a bordo e il coordinamento tra i membri dell’equipaggio; purtroppo però questi progressi non hanno determinato un complessivo decremento di incidenti.”
(29dicembre2007) http://lescienze.espresso.repubblica.it ... ei/1320647
Meno errori umani dietro gli incidenti aerei | Le Scienze

Nel ventennio 1983-2002
Meno errori umani dietro gli incidenti aerei
Secondo quanto si apprende nelle conclusioni dell’articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Aviation, Space, and Environmental Medicine”, il fenomeno è attribuibile ai progressi dei programmi di addestramento
Il numero di incidenti aerei attribuiti a errori dei piloti è notevolmente diminuito tra il 1983 e il 2002, secondo una analisi condotta dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.
Sebbene infatti il numero di incidenti sia rimasto pressoché stabile in tale arco di tempo, la percentuale di eventi attribuibili all’errore umano è scesa del 40 per cento e, in particolare, la percentuale di quelli dovuti a un’errata decisione del comandante o dell’equipaggio è diminuita del 71 per cento.
Secondo quanto si apprende nelle conclusioni dell’articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Aviation, Space, and Environmental Medicine”, tale fenomeno è attribuibile ai progressi dei programmi di addestramento.
Lo studio ha esaminato 558 incidenti aerei registrati nel ventennio 1983-2002, rilevando in particolare come leerrate decisioni in caso di cattivo tempo meteorologico siano scese del 76 per cento; quelle dovute a cattive condizioni della pista o al vento del 78 per cento; quelle dovute a scarso coordinamento fra i membri dell’equipaggio del 68 per cento. Inoltre, si è potuto verificare che gli errori umani hanno la massima probabilità di verificarsi durante il rullaggio, il decollo, l’avvicinamento all’aeroporto e l’atterraggio.
A fronte di questi dati positivi, gli autori sottolineano in ogni caso l’opportunità di migliorare la sicurezza nei momenti in cui gli aeromobili sono fermi o vengono trainati sulle piste: gli incidenti che si verificano nel corso di queste operazioni, infatti, è più che raddoppiato nel periodo di osservazione, passando da un tasso di 0,25 per milione di voli a 0,6 per millione di voli.“Una diminuzione così consistente di incidenti dovuti all’equipaggio è veramente impressionante, tenuto conto che l’errore umano è considerato da sempre il fattore di rischio più importante nel traffico aereo”, ha commentato Susan P. Baker, che ha guidato lo studio. “I risultati mostrano come siano stati fatti molti progressi per migliorare i processi decisionali a bordo e il coordinamento tra i membri dell’equipaggio; purtroppo però questi progressi non hanno determinato un complessivo decremento di incidenti.”
(29dicembre2007) http://lescienze.espresso.repubblica.it ... ei/1320647
Meno errori umani dietro gli incidenti aerei | Le Scienze


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Re: Human Factor
Si può iniziare considerando che l'essere umano è il componente più flessibile, adattabile, prezioso del sistema aviazione (o di qualunque altro sistema organizzativo tecnologico complesso), ma è anche quello più vulnerabile alle influenze negative che possono comprometterne la performance.
Una secondo me buona definizione di "human factor" è questa: human factor si riferisce allo studio delle capacità umane e delle sue limitazioni nell'ambiente di lavoro. Lo studio dello human factor comprende elementi di psicologia, fisiologia, work place design, condizioni ambientali, interfacce uomo-macchina, ecc... Gli studiosi di HF analizzano le performance del sistema, le interazioni tra le persone e gli impianti e le macchine che utilizzano, le procedure e le regole che si devono seguire e le condizioni ambientali del sistema.
Reason è uno dei maggiori studiosi di errori umani esistenti al mondo.
Diamo innanzitutto una definizione di errore umano: esso si ha quando una sequenza pianificata di attività fisiche o mentali non riesce a raggiungere i risultati voluti, e questi insuccessi non possono essere attribuiti al caso.
Secondo Reason, esistono diversi tipi di errore:
- Fallimenti dell'esecuzione: slip, lapses
- Fallimenti della pianificazione: mistakes
Nei mistakes è il piano spesso ad essere inadeguato al raggiungimento degli obiettivi. Negli slips e lapses invece l'azione non viene eseguita secondo il piano.
Con il passare degli anni si sono succeduti diversi modelli esplicativi di analisi del rischio. Quello più attuale (studiato e approfondito dallo stesso Reason e poi sviluppato e ampliato negli anni da altri studiosi) è chiamato modello organizzativo - socio tecnico. Esso prevede che sia il sistema ad indurre all'errore, diventano cioè prioritari gli aspetti organizzativi e si pone come obiettivo di far diventare le organizzazioni delle HROs (organizzazioni ad alta affidabilità), in cui si deve realizzare una cultura della sicurezza, in cui si mette in pratica l'anticipazione e la resilienza.
Secondo la teoria di Reason, in un organizzazione si possono avere errori attivi, associati alle prestazioni degli operatori più a stretto contatto con i sistemi complessi (piloti, controllori di volo, ecc), ed errori latenti, associati a persone più distanti dal controllo diretto dell'interfaccia. Mentre gli errori attivi si manifestano quasi immediatamente, quelli latenti possono rimanere silenti per molto tempo, diventando evidenti ìsolo quando combinati con altri fallimenti organizzativi o scatenati da un errore attivo, creando una breccia nelle difese del sistema. Mentre in passato si focalizzava l'attenzione solo sui fallimenti attivi, ora si pone l'attenzione su tutta l'organizzazione tecnologica nel suo complesso, analizando anche i fallimenti organizzativi che sono alle spalle e hanno reso possibile l'instaurarsi dell'evento incidentale. Reason ha sintetizzato ciò con un modello "traiettoria dell'incidente":

Per scoprire qualcosa di più su alcune tematiche di analisi organizzativa, anche se non strettamente legate agli aspetti manutentivi, potete dare una guardata al nostro approfondimento in portale:
http://www.md80.it/approfondimenti/le-c ... flessioni/
Spero di avere dato qualche spunto di discussione e riflessione in più su questi argomenti interessanti e molto importanti
Paolo
Una secondo me buona definizione di "human factor" è questa: human factor si riferisce allo studio delle capacità umane e delle sue limitazioni nell'ambiente di lavoro. Lo studio dello human factor comprende elementi di psicologia, fisiologia, work place design, condizioni ambientali, interfacce uomo-macchina, ecc... Gli studiosi di HF analizzano le performance del sistema, le interazioni tra le persone e gli impianti e le macchine che utilizzano, le procedure e le regole che si devono seguire e le condizioni ambientali del sistema.
Reason è uno dei maggiori studiosi di errori umani esistenti al mondo.
Diamo innanzitutto una definizione di errore umano: esso si ha quando una sequenza pianificata di attività fisiche o mentali non riesce a raggiungere i risultati voluti, e questi insuccessi non possono essere attribuiti al caso.
Secondo Reason, esistono diversi tipi di errore:
- Fallimenti dell'esecuzione: slip, lapses
- Fallimenti della pianificazione: mistakes
Nei mistakes è il piano spesso ad essere inadeguato al raggiungimento degli obiettivi. Negli slips e lapses invece l'azione non viene eseguita secondo il piano.
Con il passare degli anni si sono succeduti diversi modelli esplicativi di analisi del rischio. Quello più attuale (studiato e approfondito dallo stesso Reason e poi sviluppato e ampliato negli anni da altri studiosi) è chiamato modello organizzativo - socio tecnico. Esso prevede che sia il sistema ad indurre all'errore, diventano cioè prioritari gli aspetti organizzativi e si pone come obiettivo di far diventare le organizzazioni delle HROs (organizzazioni ad alta affidabilità), in cui si deve realizzare una cultura della sicurezza, in cui si mette in pratica l'anticipazione e la resilienza.
Secondo la teoria di Reason, in un organizzazione si possono avere errori attivi, associati alle prestazioni degli operatori più a stretto contatto con i sistemi complessi (piloti, controllori di volo, ecc), ed errori latenti, associati a persone più distanti dal controllo diretto dell'interfaccia. Mentre gli errori attivi si manifestano quasi immediatamente, quelli latenti possono rimanere silenti per molto tempo, diventando evidenti ìsolo quando combinati con altri fallimenti organizzativi o scatenati da un errore attivo, creando una breccia nelle difese del sistema. Mentre in passato si focalizzava l'attenzione solo sui fallimenti attivi, ora si pone l'attenzione su tutta l'organizzazione tecnologica nel suo complesso, analizando anche i fallimenti organizzativi che sono alle spalle e hanno reso possibile l'instaurarsi dell'evento incidentale. Reason ha sintetizzato ciò con un modello "traiettoria dell'incidente":

Per scoprire qualcosa di più su alcune tematiche di analisi organizzativa, anche se non strettamente legate agli aspetti manutentivi, potete dare una guardata al nostro approfondimento in portale:
http://www.md80.it/approfondimenti/le-c ... flessioni/
Spero di avere dato qualche spunto di discussione e riflessione in più su questi argomenti interessanti e molto importanti

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Re: Human Factor
Francè, visto che il topic, purtroppo, non decolla comincio a farti io una domanda: cosa mi dici del modello SHELL ? Come lo avete studiato e applicato ?
Paolo
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Re: Human Factor
non decolla, ma interessa molto: c'è tanto da imparare, per cui chi sa non faccia il timidoJT8D ha scritto:visto che il topic, purtroppo, non decolla

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Re: Human Factor
Sono molto interessato anch'io a questo argomento e ho letto anche un po' di roba in proposito. Mi sono sempre chiesto se la progressiva tecnologizzazione del volo (cioè il ruolo sempre maggiore del computer) operi in senso positivo o negativo nel ridurre gli errori dell'uomo. Da un lato c'è la possibilità di concentrarsi maggiormente su altri elementi del volo (quelli non gestiti direttamente dal computer), dall'altro il rischio di maggiore distrazione derivante dalla convinzione (prevalentemente inconscia) che il computer riesca a governare la situazione. Chi vive questa situazione che ne pensa?
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Re: Human Factor
Vi consiglio questo link
http://www.caa.co.uk/application.aspx?c ... bcat&id=22
sono le publicazioni della CAA inglese riguardo lu human factor
sa publicazione 715 prende in considerazione tutti gli aspetti del programma del modulo di human factor per la LMA
Personalmente è un argomento che trovo molto interessante, peccatoche molti ne sottovalutino l'importanza
saluti
Giacomo
http://www.caa.co.uk/application.aspx?c ... bcat&id=22
sono le publicazioni della CAA inglese riguardo lu human factor
sa publicazione 715 prende in considerazione tutti gli aspetti del programma del modulo di human factor per la LMA
Personalmente è un argomento che trovo molto interessante, peccatoche molti ne sottovalutino l'importanza
saluti
Giacomo
Re: Human Factor
Che fai stuzzichi ???Eretiko ha scritto:Ho intenzione di ravvivare questo 3D.
E' stata approvata una Legge sulla sicurezza sul lavoro, di fatto sono solo aumentate le pene sanzionatorie (italico)
zero prevenzione.
Tutto il disappunto possibile immaginabile, non trovo le parole.
La gente continua a morire sul posto di Lavoro.
In funzione di quei famosi 12 esposti sopra,
dite cosa ne pensate, fate riferimento al vostro posto di Lavoro.
Non siate timidi

Bisogna lavorare di più sullo Human Factor...un esempio ? c'è gente che lavora in quota e che pensa che una volta che ha indossato il casco ha realizzato la cosiddetta sicurezza e ti dice pure...ne architè ma io ce l'ho il casco


Tengo a fare una importante precisazione : NON intendo dare la colpa al lavoratore anzi la colpa è tutta di quelli che non hanno a cuore la salute e/o vita del lavoratore, però il lavoratore va istruito soprattutto per capire le istruzioni operative dettate dai superiori.
Per quanto riguarda le sanzioni è inutile inasprirle; volete sapere la Germania come ha brillantemente ridotto gli infortuni sul lavoro ? premiando le imprese che fanno sicurezza !!! se per un anno l'impresa non subisce infortuni l'anno successivo si vedrà ridotta l'assicurazione da pagare per singolo lavoratore e cosi via...pensate che l'imprenditore non si faccia i suoi calcoletti ?
Attenzione però, se sbagli te ne vai tu e tutto il tuo albero genealogico !!! in parole povere l'imprenditore che ha sgarrato non può riaprire lo stesso di impresa magari affidandola sotto diversa ragione sociale alla moglie...e qua veniamo al dunque: è tutto il contrario di quello che succede in Italia, specialmente al sud aihmè.
Le cose si fanno con serietà applicando leggi lineari e semplici non andando ad abboffare la già consistente legislazione; bisogna responsabilizzare e condannare ma finchè varrà l'idea che l'Italia è il paese dei balocchi...

ciaooooooooo
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Re: Human Factor
Non posso riferirmi al mio lavoro perchè non è definito come "rischioso". Gli unici rischi che corro sono affaticamento della vista, sindrome del tunnel carpale o altre tendiniti alla mano e al polso, mal di schiena per scarsa ergonomia della sedia (abbiamo fatto i corsi su queste cose, ma l'azienda poi nei fatti è molto carente, ma da precario come posso andare a lamentarmi dal mio team leader perchè non mi mettono a disposizione una postazione informatica "salutare"?)Eretiko ha scritto:Io sono "istruito" se però vado dal Capo ( ho un contratto a termine) e gli dico che non posso lavorare in sicurezza, perchè il processo che devo eseguire è pericoloso, Il Capo mi manda a casa.lucax1x ha scritto: Tengo a fare una importante precisazione : NON intendo dare la colpa al lavoratore anzi la colpa è tutta di quelli che non hanno a cuore la salute e/o vita del lavoratore, però il lavoratore va istruito soprattutto per capire le istruzioni operative dettate dai superiori.
ciaooooooooo
Ho mutuo
2 Figli di 11 e 6 anni
Che faccio?
Vengo a casa tua!!!!
![]()
PS Ho messo il sottoscritto come soggetto, non per soddisfare il mio "ego" smisurato, bensi per soffocare qualsivoglia polemica.
Spostiamo la questione a lavori effettivamente con un potenziale di rischio più elevato del mio. La cosa è però identica: posso avere tutte l'informazione che voglio, ma poi nei fatti posso andare a lamentarmi?
Ho un amico che lavora nel settore chimico e si trova spesso a dover svolgere compiti rischiosi senza le necessarie autoprotezioni: ma la sua posizione contrattuale non gli permette troppe lamentele, e quindi sta zitto ed esegue...
Effettivamente la distanza tra la teoria e la pratica nel quotidiano operare è enorme, e spesso l'ultimo anello della catena è molto ricattabile....
Paolo
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Re: Human Factor
Lo soEretiko ha scritto:Io sono "istruito" se però vado dal Capo ( ho un contratto a termine) e gli dico che non posso lavorare in sicurezza, perchè il processo che devo eseguire è pericoloso, Il Capo mi manda a casa.lucax1x ha scritto: Tengo a fare una importante precisazione : NON intendo dare la colpa al lavoratore anzi la colpa è tutta di quelli che non hanno a cuore la salute e/o vita del lavoratore, però il lavoratore va istruito soprattutto per capire le istruzioni operative dettate dai superiori.
ciaooooooooo
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Che faccio?
Vengo a casa tua!!!!
![]()
PS Ho messo il sottoscritto come soggetto, non per soddisfare il mio "ego" smisurato, bensi per soffocare qualsivoglia polemica.

La legge prevede che il datore di lavoro sia obbligato a redigere il documento di valutazione dei rischi (DVR); uno di quelli che deve firmare il DVR è proprio l'RLS, quindi, se egli firma vuol dire che accetta tutte le misure di sicurezza previste per i lavoratori nelle diverse fasi lavorative.
Se poi il processo improvvisamente mi diventa pericoloso allora bisogna risalire alla competenza di chi ha stilato e firmato il DVR; o il DVR è stato fatto male o lo si deve aggiornare.
La prima persona a cui rivolgersi è l'RLS la quale, tra l'altro, se va a protestare dal datore non sarà mai mandata a casa perchè teoricamente fa parte del sindacato...e i sindacati sono potenti no ?
In linea teorica dovrebbe funzionare cosi e andare tutto liscio; dal punto di vista pratico la soluzione non so proprio quale possa essere se non quella di dare più voce in capitolo al lavoratore e all'RLS.
Però di datori di lavoro sensibili ne esistono pure eh...dipende dalla paura che hanno di essere beccati; vedi allora che il problema è quello dei controlli ? perchè il settore aeronautico è cosi sicuro ? e perchè non applicano la stessa filosofia al settore del lavoro?
In Italia ci sono troppe imprese e pochi controllori...centomila imprese contro centinaia di ispettori
Cosi la battaglia non la si può vincere !!!
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Re: Human Factor
Quoto in pieno. Leggevo poco tempo fa che servirebbero moltissimi ispettori in più. Con il personale esistente ora servirebbero decenni per controllare tutto ciò che andrebbe controllato....lucax1x ha scritto:In Italia ci sono troppe imprese e pochi controllori...centomila imprese contro centinaia di ispettori
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Paolo
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Re: Human Factor
Eccone uno (me)lucax1x ha scritto:
... Ad ogni modo in una impresa decente dovrebbe esistere l'RLS (Responsabile dei lavoratori per la sicurezza) che di solito è sempre una persona iscritta al sindacato (proprio per dare più voce al lavoratore) e che fa da anello di congiunzione tra lavoratore e datore.

In realtà la famosa 626 fa riferimento agli eccellenti Decreti Presidenziali del 1955 e 56.
Tengo a precisare che non sono iscritto a sindacati.
Col piffero. Non è vero, quando firmo vuol dire solo che ho avuto accesso al documento e ne ho preso visione.lucax1x ha scritto: La legge prevede che il datore di lavoro sia obbligato a redigere il documento di valutazione dei rischi (DVR); uno di quelli che deve firmare il DVR è proprio l'RLS, quindi, se egli firma vuol dire che accetta tutte le misure di sicurezza previste per i lavoratori nelle diverse fasi lavorative.
La legge 626 riguarda le misure per il MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA. Anno dopo anno. Ovvio che il miglioramento nasce prima di tutto da una valutazione di cosa si vuole migliorare...
Tutto ciò che è presente nel DVR è potenziale fonte di pericolo (a meno di non produrre un documento vuoto): il succo è sempre lo stesso: "ATTUAZIONE DELLE DIRETTIVE (...) RIGUARDANTI IL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO". Il DVR è il punto di partenza per introdurre miglioramenti.lucax1x ha scritto: Se poi il processo improvvisamente mi diventa pericoloso allora bisogna risalire alla competenza di chi ha stilato e firmato il DVR; o il DVR è stato fatto male o lo si deve aggiornare.
Saranno anche potenti, ma una figura come la mia ha maggior peso proprio nelle Compagnie poco sindacalizzate come quella per cui lavoro.lucax1x ha scritto: La prima persona a cui rivolgersi è l'RLS la quale, tra l'altro, se va a protestare dal datore non sarà mai mandata a casa perchè teoricamente fa parte del sindacato...e i sindacati sono potenti no ?
Nel mondo dell'imprenditoria non sono tutti banditi, la sicurezza (almeno da qualcuno...) è percepita anche come un valore. O un investimento, se vogliamo.lucax1x ha scritto:In linea teorica dovrebbe funzionare cosi e andare tutto liscio; dal punto di vista pratico la soluzione non so proprio quale possa essere se non quella di dare più voce in capitolo al lavoratore e all'RLS.
Però di datori di lavoro sensibili ne esistono pure eh...dipende dalla paura che hanno di essere beccati; vedi allora che il problema è quello dei controlli ? perchè il settore aeronautico è cosi sicuro ? e perchè non applicano la stessa filosofia al settore del lavoro?
In Italia ci sono troppe imprese e pochi controllori...centomila imprese contro centinaia di ispettori
Cosi la battaglia non la si può vincere !!!
Comunque, hai dimenticato un fattore: puro, reiterato autolesionismo.
Quello che sto scrivendo forse non piacerà a qualcuno, ma, in qualità di rls, l'ostacolo più grande contro cui mi sono sempre trovato a sbattere la testa, è stata proprio l'ostilità di chi delle misure di sicurezza dovrebbe essere beneficiario (e così, casualmente, siamo ritornati allo human factor...).
Secondo me, per vincere la battaglia si parte da qui; questo sarà il passo in avanti più grande da fare nei prossimi anni.
Il link al testo completo della 626:
http://www.giustizia.it/cassazione/legg ... 26_94.html
Re: Human Factor
Azzo hai detto niente...ti ci immagini un giorno a camminare tutto storto e senza vista ?JT8D ha scritto:Non posso riferirmi al mio lavoro perchè non è definito come "rischioso". Gli unici rischi che corro sono affaticamento della vista, sindrome del tunnel carpale o altre tendiniti alla mano e al polso, mal di schiena per scarsa ergonomia della sedia (abbiamo fatto i corsi su queste cose, ma l'azienda poi nei fatti è molto carente, ma da precario come posso andare a lamentarmi dal mio team leader perchè non mi mettono a disposizione una postazione informatica "salutare"?)

Guarda che i danni piano piano si accumulano e poi tutte ste cose le paghiamo noi.
Non ti spaventare ora: lo sai a quanto ammontano ogni anno i costi sociali dovuti alla non sicurezza? sono pari ad una manovra finanziaria!!!

Non so se ci conviene andare avanti di questo passo, meglio premiare le imprese che non fanno infortuni piuttosto che continuare a pagare qualcosa che è destinata a crescere nel tempo.
Invece giù a tutta forza con pene e ammende che fanno solo rabbrividire tutti...manco nel Medioevo si ragionava cosi !!!

Quoto e non so neanche come pensarla.JT8D ha scritto:Spostiamo la questione a lavori effettivamente con un potenziale di rischio più elevato del mio. La cosa è però identica: posso avere tutte l'informazione che voglio, ma poi nei fatti posso andare a lamentarmi?
Ho un amico che lavora nel settore chimico e si trova spesso a dover svolgere compiti rischiosi senza le necessarie autoprotezioni: ma la sua posizione contrattuale non gli permette troppe lamentele, e quindi sta zitto ed esegue...
Effettivamente la distanza tra la teoria e la pratica nel quotidiano operare è enorme, e spesso l'ultimo anello della catena è molto ricattabile....
Ciaooooooo
Re: Human Factor
Con due pifferi magari, secondo il 626 l'RLS deve ricevere una formazione particolare in tema di sicurezza e deve avere accesso al DVR; se ne deve avere accesso deve conoscere in che condizioni lavorano i lavoratori per cui potenzialmente sa...se poi non se lo legge, 1000 congetture possiamo fare.Otaku ha scritto:Col piffero. Non è vero, quando firmo vuol dire solo che ho avuto accesso al documento e ne ho preso visione.La legge 626 riguarda le misure per il MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA. Anno dopo anno. Ovvio che il miglioramento nasce prima di tutto da una valutazione di cosa si vuole migliorare
Perfetto...e se i miglioramenti nei luoghi di lavoro non vengono fatti vuol dire che non si fa sicurezza; non so se poi si fanno DVR senza scrivere le migliorie da adottare.Otaku ha scritto:Tutto ciò che è presente nel DVR è potenziale fonte di pericolo (a meno di non produrre un documento vuoto): il succo è sempre lo stesso: "ATTUAZIONE DELLE DIRETTIVE (...) RIGUARDANTI IL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO". Il DVR è il punto di partenza per introdurre miglioramenti.
Bene che fai ?Otaku ha scritto:Saranno anche potenti, ma una figura come la mia ha maggior peso proprio nelle Compagnie poco sindacalizzate come quella per cui lavoro.

Sono d'accordo con te...accade anche questo nel mondo della sicurezza, perciò facevo l'esempio del lavoratore a 10 metri col casco, che se ne frega lui di cadere ? resto sempre del parere che la responsabilità è anche di chi comanda quel lavoratore a 10 metri.Otaku ha scritto:Nel mondo dell'imprenditoria non sono tutti banditi, la sicurezza (almeno da qualcuno...) è percepita anche come un valore. O un investimento, se vogliamo.
Comunque, hai dimenticato un fattore: puro, reiterato autolesionismo.
Quello che sto scrivendo forse non piacerà a qualcuno, ma, in qualità di rls, l'ostacolo più grande contro cui mi sono sempre trovato a sbattere la testa, è stata proprio l'ostilità di chi delle misure di sicurezza dovrebbe essere beneficiario (e così, casualmente, siamo ritornati allo human factor...).
Secondo me, per vincere la battaglia si parte da qui; questo sarà il passo in avanti più grande da fare nei prossimi anni.
Di casi ne possiamo citare a milioni.
ciao
Re: Human Factor
Eccomi, RSPP, la figura di datore di lavore e quindi responsabile sicurezza è assegnata ad un altro socio dell'azienda.
La figura di RSPP è una delle tante mansioni che mi competono, ma che comunque ben si integra ed "incastra" con le altre, quali la direzione di stabilimento.
Rispondendo a non ricordo chi, volevo far notare che anche in Italia esistono sgravi assicurativi a carico per i dipendenti, se dimostri di avere, ad esempio, un sistema di gestione della sicurezza tipo 18001(che fa sempre a capo al documento 626 e successive integrazioni).
Mancano i "riconoscimenti", diciamo tipo bonus-malus, per quelle aziende che hanno un limitato, in numero e indice di gravità, tasso di infortuni sul lavoro, senza comprendere ovviamente quelli in itenere.
Purtroppo la legislazione italiana in materia è troppo complicata e burocratica, fa perdere di vista l'obiettivo finale che è la tutela della salute e la salvaguardia fisica dei lavoratori.
Quei morti nella cisterna, tolto il primo, si sono praticamente suicidati. Mi spiace davvero per loro e le loro famiglie, ma il comportamento tenuto, che gli fosse stata fatta formazione ed informazione o no, viola completamente le norme più elementari di sicurezza! In una cisterna, anche avesse contenuto solo acqua minerale, non si scende senza imbragatura e respiratore! Non maschera facciale...RESPIRATORE! E se ti viene un mezzo infarto mentre sei dentro, senza imbragatura, quanto ci vuole a tirarti fuori??? Eppure è accaduto, e non solo...in uno slancio emotivo senza ragionamento alcuno, uno dopo l'altro si sono uccisi tentando un salvataggio impossibile!
Non si può scrivere in un DVR per la mansione assegnata che comprende rischio chimico, vibrazioni, incendio ed esplosione, esposizione ai campi e.m., ecc.respira una volta si ed una no perchè sennò vai in apnea o iperventilazione! E' sarcastico, volutamente, ma per far comprendere che prima si collega il cervello al corpo, poi si agisce! Ogni piccola parte per compiere un lavoro, dalla risorsa umana a chi le governa, deve avere la coscienza della responsabilità che comporta, verso se stessi e verso gli altri. Tutti, dal primo all'ultimo, siamo responsabili di ciò che ci accade! Nessuno escluso. E la salute non ha prezzo!
La figura di RSPP è una delle tante mansioni che mi competono, ma che comunque ben si integra ed "incastra" con le altre, quali la direzione di stabilimento.
Rispondendo a non ricordo chi, volevo far notare che anche in Italia esistono sgravi assicurativi a carico per i dipendenti, se dimostri di avere, ad esempio, un sistema di gestione della sicurezza tipo 18001(che fa sempre a capo al documento 626 e successive integrazioni).
Mancano i "riconoscimenti", diciamo tipo bonus-malus, per quelle aziende che hanno un limitato, in numero e indice di gravità, tasso di infortuni sul lavoro, senza comprendere ovviamente quelli in itenere.
Purtroppo la legislazione italiana in materia è troppo complicata e burocratica, fa perdere di vista l'obiettivo finale che è la tutela della salute e la salvaguardia fisica dei lavoratori.
Quei morti nella cisterna, tolto il primo, si sono praticamente suicidati. Mi spiace davvero per loro e le loro famiglie, ma il comportamento tenuto, che gli fosse stata fatta formazione ed informazione o no, viola completamente le norme più elementari di sicurezza! In una cisterna, anche avesse contenuto solo acqua minerale, non si scende senza imbragatura e respiratore! Non maschera facciale...RESPIRATORE! E se ti viene un mezzo infarto mentre sei dentro, senza imbragatura, quanto ci vuole a tirarti fuori??? Eppure è accaduto, e non solo...in uno slancio emotivo senza ragionamento alcuno, uno dopo l'altro si sono uccisi tentando un salvataggio impossibile!
Non si può scrivere in un DVR per la mansione assegnata che comprende rischio chimico, vibrazioni, incendio ed esplosione, esposizione ai campi e.m., ecc.respira una volta si ed una no perchè sennò vai in apnea o iperventilazione! E' sarcastico, volutamente, ma per far comprendere che prima si collega il cervello al corpo, poi si agisce! Ogni piccola parte per compiere un lavoro, dalla risorsa umana a chi le governa, deve avere la coscienza della responsabilità che comporta, verso se stessi e verso gli altri. Tutti, dal primo all'ultimo, siamo responsabili di ciò che ci accade! Nessuno escluso. E la salute non ha prezzo!
Re: Human Factor
Ricevuto formazione, acceduto al documento, contribuito a stilarlo, conosco le condizioni. Ripeto: se firmo non accetto le condizioni che ho riscontrato, se mai firmare è il primo passo per cambiarle, non per accettarle.lucax1x ha scritto:Con due pifferi magari, secondo il 626 l'RLS deve ricevere una formazione particolare in tema di sicurezza e deve avere accesso al DVR; se ne deve avere accesso deve conoscere in che condizioni lavorano i lavoratori per cui potenzialmente sa...se poi non se lo legge, 1000 congetture possiamo fare.Otaku ha scritto:Col piffero. Non è vero, quando firmo vuol dire solo che ho avuto accesso al documento e ne ho preso visione.La legge 626 riguarda le misure per il MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA. Anno dopo anno. Ovvio che il miglioramento nasce prima di tutto da una valutazione di cosa si vuole migliorare
Io, però ricondurrei il discorso a un ambito più ampio: un infortunio è frutto di un errore nell'impostare il sistema di lavoro, in questo caso tanto può subire lesioni personali il lavoratore, quanto l'utente finale di questa catena.
L'esempio migliore ce lo da proprio l'aeronautica: in un errore imputabile a human factor non si fa male solo il pilota, un errore si può ripercuotere tanto sul pilota, quanto sui passeggeri, o addirittura sulla gente che sta a terra...
Credo che il senso del post iniziale di Eretiko fosse proprio questo.
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Re: Human Factor
Poi vedi l'operaio che lavora sul tetto al sesto piano senza alcun aggancio di sicurezza e ti senti dire "faccio così altrimenti non sto nei tempi se devo sempre agganciarmi e sganciarmi" oppure "ma tanto non succede niente".Eretiko ha scritto: E' stata approvata una Legge sulla sicurezza sul lavoro, di fatto sono solo aumentate le pene sanzionatorie (italico)
zero prevenzione...
O il camionista che guida venticinque ore di fila per non perdere il posto...
Il problema è che la sanzione scatta ad illecito compiuto e necessita di un'autorità di controllo.
Bisogna poi vedere se la sanzione è tale da non rendere conveniente rischiare il maggior ritorno dalla violazione delle norme di sicurezza.
Poi, conosco responsabili antincendio che non sanno la differenza fra estintori A, B o C ed ambienti di lavoro dove l'unica uscita passa a fianco della stazione di trasformazione m/b tensione (sai mai che si incendi proprio il trasformatore...)...
A.
Re: Human Factor
Ok anche cosi mi sta bene !!!Otaku ha scritto:Ricevuto formazione, acceduto al documento, contribuito a stilarlo, conosco le condizioni. Ripeto: se firmo non accetto le condizioni che ho riscontrato, se mai firmare è il primo passo per cambiarle, non per accettarle.
Si...però Eretiko ha citato l'ultima legislazione in materia di sicurezza, pensavo si volesse discutere anche di quello.Otaku ha scritto:Io, però ricondurrei il discorso a un ambito più ampio: un infortunio è frutto di un errore nell'impostare il sistema di lavoro, in questo caso tanto può subire lesioni personali il lavoratore, quanto l'utente finale di questa catena.L'esempio migliore ce lo da proprio l'aeronautica: in un errore imputabile a human factor non si fa male solo il pilota, un errore si può ripercuotere tanto sul pilota, quanto sui passeggeri, o addirittura sulla gente che sta a terra...
Credo che il senso del post iniziale di Eretiko fosse proprio questo.

Dall'ottima definizione che tu hai dato traggo lo spunto per una domanda:
Secondo te è possibile impostare un sistema di lavoro per il quale si abbia percentuale di infortuni pari a zero ?
Dico ciò perche' se non sbaglio nella sezione incidenti c'era, o ci sarà ancora, un articolo in cui si dichiarava che certi eventi proprio non possono evitarsi, del tipo l'incidente aereo ci sarà sempre.
In effetti qualcosa di simile si ammette anche nel campo della sicurezza dei lavoratori ossia si ammette che il 20% degli infortuni si verificherà sempre indipendentemente da tutte le misure di sicurezza adottate, preventive e non.
Ciaooooooooooo
Re: Human Factor
OttimoRo60 ha scritto:Rispondendo a non ricordo chi, volevo far notare che anche in Italia esistono sgravi assicurativi a carico per i dipendenti, se dimostri di avere, ad esempio, un sistema di gestione della sicurezza tipo 18001(che fa sempre a capo al documento 626 e successive integrazioni).
Mancano i "riconoscimenti", diciamo tipo bonus-malus, per quelle aziende che hanno un limitato, in numero e indice di gravità, tasso di infortuni sul lavoro, senza comprendere ovviamente quelli in itenere.
Purtroppo la legislazione italiana in materia è troppo complicata e burocratica, fa perdere di vista l'obiettivo finale che è la tutela della salute e la salvaguardia fisica dei lavoratori.

Giusto, per questo ci vorrebbe la formazione, anzi ci vuole !!! Pensa che per una nota azienda noi facciamo corsi, con tanto di opuscoli consegnati, su come utilizzare alcuni di tipi di scale per i lavori su pali telefonici...sembra una stupidata ma intanto anche per utilizzare una scala (non convenzionale) ci vuole formazione.Ro60 ha scritto:Non si può scrivere in un DVR per la mansione assegnata che comprende rischio chimico, vibrazioni, incendio ed esplosione, esposizione ai campi e.m., ecc.respira una volta si ed una no perchè sennò vai in apnea o iperventilazione! E' sarcastico, volutamente, ma per far comprendere che prima si collega il cervello al corpo, poi si agisce! Ogni piccola parte per compiere un lavoro, dalla risorsa umana a chi le governa, deve avere la coscienza della responsabilità che comporta, verso se stessi e verso gli altri. Tutti, dal primo all'ultimo, siamo responsabili di ciò che ci accade! Nessuno escluso. E la salute non ha prezzo!
Bye bye
Re: Human Factor
Quando si analizza un incidente, visto alla luce del poi, appare sempre chiaro in quale punto si è avuto l'errore che ha portato la situazione a precipitare: questo vale nelle lavorazioni industriali, nella circolazione stradale, e così via. Nessuna novità: l'errore viene sempre da una procedura non corretta: non esistono quasi mai incidenti "nuovi", le cause sono in genere sempre le stesse, e tutti gli incidenti sono potenzialmente evitabili.lucax1x ha scritto:Secondo te è possibile impostare un sistema di lavoro per il quale si abbia percentuale di infortuni pari a zero ?
Dico ciò perche' se non sbaglio nella sezione incidenti c'era, o ci sarà ancora, un articolo in cui si dichiarava che certi eventi proprio non possono evitarsi, del tipo l'incidente aereo ci sarà sempre.
In effetti qualcosa di simile si ammette anche nel campo della sicurezza dei lavoratori ossia si ammette che il 20% degli infortuni si verificherà sempre indipendentemente da tutte le misure di sicurezza adottate, preventive e non.
Ciaooooooooooo
Questo in teoria. Dato che al lunedì mattina siamo tutti allenatori di calcio, bisogna tenere conto che non tutti gli errori sono facilmente riconoscibili in tempo: individuarli tempestivamente fa parte di quella awareness citata più sopra, sulla quale possono influire stanchezza, distrazione, stress, qualità della formazione, ecc ecc.
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Re: Human Factor
Lo zero assoluto è impossibile da raggiungere, ma il dovere è avvicinarsi il più possibile.lucax1x ha scritto:Secondo te è possibile impostare un sistema di lavoro per il quale si abbia percentuale di infortuni pari a zero ?
Dico ciò perche' se non sbaglio nella sezione incidenti c'era, o ci sarà ancora, un articolo in cui si dichiarava che certi eventi proprio non possono evitarsi, del tipo l'incidente aereo ci sarà sempre.
Rimanendo in campo aeronautico, o comunque in contesti complessi e potenzialmente a rischio, come possono essere impianti nucleari, chimici, ecc... , gli studiosi dibattono due teorie: la prima sostiene che l'incidente è prima o poi inevitabile, essendo questi sistemi intrinsecamente esposti al rischio
L’altra teoria sostiene che, per quanto è impossibile portare a zero i rischi di errore, si può comunque migliorare i processi fino ad arrivare ad avere “organizzazioni ad alta affidabilità” (HROs), dove la sicurezza è sempre al primo posto, un obiettivo primario, principale (una vera e propria cultura della sicurezza), applicando l’anticipazione (l’insieme cioè degli sforzi atti a prevenire i potenziali problemi) e cercando di avere un’alta resilienza (l’insieme degli sforzi per far fronte ai pericoli quando si manifestano).
Questo come discorso generale teorico.
Ritornando un'attimo sulla questione dell'attuale novità introdotta a livello legislativo dopo i recenti spiacevolissimi fatti, concordo anch'io che sia una cavolata: punta tutto sulle sanzioni, sul punire, ma non cambia in profondità le cose.
Prima facevo un discorso relativo al fatto che spesso le cose reali sono lontane dalla teoria, e spesso la posizione del lavoratore gli impedisce una giusta lamentela al proprio responsabile.
Ma è anche vero che nel nostro paese, secondo me, a tutti i livelli, manca una "cultura della sicurezza". Certe tematiche non sono proprio nella testa della gente, che pensa "tanto a me non accade". E, come qualcuno accennava già prima, sarebbe importante per prima cosa sensibilizzare e cercare di creare una mentalità orientata alla sicurezza.
Paolo
"La corsa di decollo è una metamorfosi, ecco una quantità di metallo che si trasforma in aeroplano per mezzo dell'aria. Ogni corsa di decollo è la nascita di un aeroplano" (Staccando l'ombra da terra - D. Del Giudice)


Re: Human Factor
Otaku ha scritto:Quando si analizza un incidente, visto alla luce del poi, appare sempre chiaro in quale punto si è avuto l'errore che ha portato la situazione a precipitare: questo vale nelle lavorazioni industriali, nella circolazione stradale, e così via. Nessuna novità: l'errore viene sempre da una procedura non corretta: non esistono quasi mai incidenti "nuovi", le cause sono in genere sempre le stesse, e tutti gli incidenti sono potenzialmente evitabili.
Questo in teoria. Dato che al lunedì mattina siamo tutti allenatori di calcio, bisogna tenere conto che non tutti gli errori sono facilmente riconoscibili in tempo: individuarli tempestivamente fa parte di quella awareness citata più sopra, sulla quale possono influire stanchezza, distrazione, stress, qualità della formazione, ecc ecc.

Re: Human Factor
Stragrandissima veritàJT8D ha scritto:Lo zero assoluto è impossibile da raggiungere, ma il dovere è avvicinarsi il più possibile.

Come vorrei che questa cultura aeronautica fosse applicata in tutti i settoriJT8D ha scritto:Rimanendo in campo aeronautico, o comunque in contesti complessi e potenzialmente a rischio, come possono essere impianti nucleari, chimici, ecc... , gli studiosi dibattono due teorie: la prima sostiene che l'incidente è prima o poi inevitabile, essendo questi sistemi intrinsecamente esposti al rischio
L’altra teoria sostiene che, per quanto è impossibile portare a zero i rischi di errore, si può comunque migliorare i processi fino ad arrivare ad avere “organizzazioni ad alta affidabilità” (HROs), dove la sicurezza è sempre al primo posto, un obiettivo primario, principale (una vera e propria cultura della sicurezza), applicando l’anticipazione (l’insieme cioè degli sforzi atti a prevenire i potenziali problemi) e cercando di avere un’alta resilienza (l’insieme degli sforzi per far fronte ai pericoli quando si manifestano).

ciao
Re: Human Factor
L'utente alainvolo ha richiesto in data 31 ottobre 2011 la cancellazione del suo account e la rimozione dei suoi post.
Re: Human Factor
Quoto alla grandealainvolo ha scritto:Quindi vorrei dire che,un buon professinista non dovrebbe saper portare l'aeroplano in maniera inecceppibile per essere considerato tale,bensi' dovrebbe essere anche un buon pedagogo,per creare la giusta atmosfera che garantisca a tutti i colleghi di sviluppare una performance piu' che accettabile.

Ciao
Re: Human Factor
Da dove si comincia ?Eretiko ha scritto:Parliamone.lucax1x ha scritto:
Secondo te è possibile impostare un sistema di lavoro per il quale si abbia percentuale di infortuni pari a zero ?
Ciaooooooooooo

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Re: Human Factor
Ciao a Tutti,
Concordo appieno con Alain; questa attitudine di dipendenza gerarchica assoluta in cabina (lack of CRM implementation) ha causato il piu' grosso disastro mai accaduto nell' aviazione civile accaduto a Tenerife il 27/3/1977 in cui lo scontro di due Boeing 747 (KLM 4805 & PAN AM 1736) ha causato 583 vittime. Il volo KLM si e' schiantato in decollo contro il 747 della Pan Am che stava rullando sulla stessa (ed unica) pista in senso opposto.
Il tutto perche' il capitano del volo KLM, che era' anche Chief Pilot della KLM per la fretta di tornare a casa, non ha dato peso (e tollerato) alle obbiezioni del copilota che aveva inteso correttamente la clearance di allinearsi, ma non di decollare in quanto la torre aveva dato al volo Pan Am istruzioni di "back track" sulla medesima pista. La fitta nebbia ha fatto il resto.......
Ciao
Concordo appieno con Alain; questa attitudine di dipendenza gerarchica assoluta in cabina (lack of CRM implementation) ha causato il piu' grosso disastro mai accaduto nell' aviazione civile accaduto a Tenerife il 27/3/1977 in cui lo scontro di due Boeing 747 (KLM 4805 & PAN AM 1736) ha causato 583 vittime. Il volo KLM si e' schiantato in decollo contro il 747 della Pan Am che stava rullando sulla stessa (ed unica) pista in senso opposto.
Il tutto perche' il capitano del volo KLM, che era' anche Chief Pilot della KLM per la fretta di tornare a casa, non ha dato peso (e tollerato) alle obbiezioni del copilota che aveva inteso correttamente la clearance di allinearsi, ma non di decollare in quanto la torre aveva dato al volo Pan Am istruzioni di "back track" sulla medesima pista. La fitta nebbia ha fatto il resto.......
Ciao
alainvolo ha scritto:di alainvolo il sab 15 mar, 2008 11:52
Il fattore umano in aviazione e' come l'acqua per l'uomo:se manca non si vive,o si vive a stenti.
E' un argomento molto importante,e credo ne valga la pena di discuterne insieme.Nel fattore umano,farei rientrare anche il CRM (crew resources managment),ovvero la capacita' di coordinazione e cooperazione e di gestione delle risorse nel cockpit.Sappiamo che ogni CM ha un determinato compito da eseguire in ogni fase del volo,e cosa piu' importante che non sta scritta da nessuna parte,e' la capacita' di comunicazione.Questa capacita' non deve essere per forza innata,ma si acquisisce con l'esperienza e con il tempo e anche la buona volonta'.Per capacita' di comunicazione intendo il sapere atteggiarsi in situazioni piu' o meno critiche,ma anche normali,con gli altri CMs.
Ho assistito di recente ad un volo di addestramento di un collega nuovo,e ho notato da parte dell'istruttore un atteggiamento poco rispettoso nei suoi confronti,con urla e poco ci mancava che lo prendesse a botte.
Addirittura offese e quant'altro;ma e' capitato anche a me,e pur non condividendo questo tipo di "metodo" addestrativo,lo ho accettato e mi e' servito.Quindi da un lato si puo' dire che questo metodo "militare" possa aiutare a far comprendere alcuni concdtti all'allievo,ma dal punto di vista del fattore umano ci si trova a livelli molto bassi.Credo inoltre che questi comportamenti possano essere pericolosi,poiche' il copilota potrebbe intimorirsi andando ad innescare reazioni a catena pericolose.Potrebbe,per paura di sbagliare,agire in maniera non corretta o,cosa ancor peggiore,non agire del tutto,andando ad inficiare negativamente sulla sicurezza volo.
CRM significa anche rispettare il cosiddetto task sharing,ovvero la suddivisione dei compiti tra i CMs;ho assistito durante i voli a situazioni che non rispettano in pieno questo concetto.Per esempio capita spesso che il PM vada a toccare elementi in cockpit che non sono di sua competenza oltretutto senza dichiararlo e poi sono gli stessi che fanno la "ramanzina" al copilota in addestramento rimproverandogli un qualcosa che egli stesso non fa o non rispetta.
Devo dire che se il PM mi setta una frequenza NAV di rotta senza informarmi,e' poco piacevole,cosi' come se va a regolare la potenza spostando le power levers.
Ieri un collega e' venuto da me chiedendomi se il comandante col quale sono andato in volo,ha urlato durante il volo.Gli ho risposto che era tranquillo e lui mi ha detto che se dovesse urlare,di non farci caso o di non prendermela,poiche' e' cosi' di carattere.Ora io ho interpretato benissimo la domanda del collega,il quale voleva sapere se questo comandante urla solo con lui o fa cosi' con tutti.Poi ha usato la frase "mascheratrice" -"se dovesse farlo non ti preoccupare,e' cosi".
Al collega evidentemente non fa piacere questo comportamento,e naturalmente si preoccupa.Quindi vorrei dire che,un buon professinista non dovrebbe saper portare l'aeroplano in maniera inecceppibile per essere considerato tale,bensi' dovrebbe essere anche un buon pedagogo,per creare la giusta atmosfera che garantisca a tutti i colleghi di sviluppare una performance piu' che accettabile.
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Re: Human Factor
Allego questo pdf tratto dal sito dell'ENAC.
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Re: Human Factor
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