Stanchezza piloti e tratte volate
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Stanchezza piloti e tratte volate
ieri sera guardando Indagini ad alta quota su NatGeo riguardante il volo 006 della china airlines, gli investigatori sono arrivati alla conclusioneche tra le cause ci sia anche la stanchezza del pilota, visto che nei 7 giorni precedenti quel volo aveva cambiato fuso orario almeno 15 volte.
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie
- Kitano
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Scusa, intendi dire che i PILOTI avevano cambiato fuso orario 15 volte in una settimana?!?tovi ha scritto:ieri sera guardando Indagini ad alta quota su NatGeo riguardante il volo 006 della china airlines, gli investigatori sono arrivati alla conclusioneche tra le cause ci sia anche la stanchezza del pilota, visto che nei 7 giorni precedenti quel volo aveva cambiato fuso orario almeno 15 volte.
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie

Zeno Guarienti _ md80.it _ Administrator
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
operando sempre la stessa tratta diventerebbero troppo confidenti con un aeroporto abbassando il livello di guardiatovi ha scritto:ieri sera guardando Indagini ad alta quota su NatGeo riguardante il volo 006 della china airlines, gli investigatori sono arrivati alla conclusioneche tra le cause ci sia anche la stanchezza del pilota, visto che nei 7 giorni precedenti quel volo aveva cambiato fuso orario almeno 15 volte.
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie
e poi perchè tu devi andare sempre a new york e io ad addis abeba(esempio)???


- tovi
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Kitano ha scritto:Scusa, intendi dire che i PILOTI avevano cambiato fuso orario 15 volte in una settimana?!?tovi ha scritto:ieri sera guardando Indagini ad alta quota su NatGeo riguardante il volo 006 della china airlines, gli investigatori sono arrivati alla conclusioneche tra le cause ci sia anche la stanchezza del pilota, visto che nei 7 giorni precedenti quel volo aveva cambiato fuso orario almeno 15 volte.
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie
gia..
- tovi
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
airbusfamilydriver ha scritto:operando sempre la stessa tratta diventerebbero troppo confidenti con un aeroporto abbassando il livello di guardiatovi ha scritto:ieri sera guardando Indagini ad alta quota su NatGeo riguardante il volo 006 della china airlines, gli investigatori sono arrivati alla conclusioneche tra le cause ci sia anche la stanchezza del pilota, visto che nei 7 giorni precedenti quel volo aveva cambiato fuso orario almeno 15 volte.
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie
e poi perchè tu devi andare sempre a new york e io ad addis abeba(esempio)???![]()
vabbe ma comunque non credi che sia eccessivo 15 fuso orari in una settimana??
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
mi sembra strano 15 volte cambio di fusotovi ha scritto:airbusfamilydriver ha scritto:operando sempre la stessa tratta diventerebbero troppo confidenti con un aeroporto abbassando il livello di guardiatovi ha scritto:ieri sera guardando Indagini ad alta quota su NatGeo riguardante il volo 006 della china airlines, gli investigatori sono arrivati alla conclusioneche tra le cause ci sia anche la stanchezza del pilota, visto che nei 7 giorni precedenti quel volo aveva cambiato fuso orario almeno 15 volte.
volevo chiedere: per evitare questi "incidenti" riguardanti la stanchezza, i piloti non possono essere sempre usati sulla stessa tratta?
oppure perche vengono spostati anche su altre tratte??
grazie
e poi perchè tu devi andare sempre a new york e io ad addis abeba(esempio)???![]()
vabbe ma comunque non credi che sia eccessivo 15 fuso orari in una settimana??
comunque i nostri crew quando vanno a new york si fanno 6 fusi in un verso e 22 ore dopo 6 fusi nel verso opposto conditi da 17 ore di volo anda e rianda
- sigmet
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Mi riaggancio a questo 3d per riportare un interessante articolo trato da "manuale di volo":
"La home page di FlightDutyTimes.eu scandisce il conto alla rovescia: manca ancora un mese, tre settimane e un giorno... a cosa? Alla fine del “periodo di commento” sulla proposta di regolamentazione dei tempi di servizio dei naviganti.
Il cammino di revisione delle cosiddette FTL (Flight Time Limitations) era cominciato nel dicembre 2010 con una proposta iniziale dell'EASA (l'agenzia UE che si occupa di regolamentazione e sicurezza dei voli) che, nel “periodo di commento”, aveva raccolto ben 50.000 commenti, per la maggior parte negativi. In particolare, si rimproverava all'agenzia il mancato recepimento di studi medico-scientifici sugli effetti della fatica sulle prestazioni umane, studi che pure erano stati commissionati dall'Unione Europea stessa.
A fronte di tutto questo, e dopo l'emanazione, nel dicembre scorso, delle nuove regolamentazioni americane, l'EASA ha emesso una nuova versione della sua NPA (Notice of Proposed Amendment) che, pur accogliendo alcuni dei commenti, non è ancora giudicata positivamente dalle organizzazioni dei piloti. La nuova NPA ha un “periodo di commento” di due mesi, ed è a questo termine che si riferisce il conto alla rovescia di FlightDutyTimes.eu di cui parlavamo in apertura.
Entro la fine di questo periodo, gli organizzatori del sito invitano alla firma di una petizione on-line, allo scopo di far sentire ai politici il peso dell'opinione pubblica. La strada della petizione, se è relativamente poco battuta in Italia, ha tuttavia un certo successo in paesi come Germania e Regno Unito, dove il governo ha previsto addirittura un sito dedicato: e i piloti inglesi ne hanno approfittato per lanciare a loro volta una petizione.
Anche negli Stati Uniti l'arma della petizione, e più in generale quella dei movimenti di opinione e delle organizzazioni dei consumatori, hanno un peso ben più considerevole che non da noi, e non hanno mancato di giocare un ruolo importante nel varo della nuova regolamentazione che, sempre in tema di regole di impiego, è stata pubblicata nel dicembre 2011 e alla quale le compagnie hanno ora due anni di tempo per adeguarsi.
Compagnie che, dal canto loro, l'avevano duramente osteggiata, soprattutto in nome dell'economia delle operazioni. Particolarmente attiva, da questo punto di vista, era stata la Air Transport Association of America (ATA), e in modo analogo sta agendo, su questa sponda dell'Atlantico, la sua omologa europea AEA (Association of European Airlines).
Insomma, qui come negli Stati Uniti, si assiste a uno scontro che vede in campo da un lato le lobby del trasporto aereo e dall'altro le organizzazioni professionali dei piloti e le associazioni dei consumatori. Per gli uni la posta in palio è essenzialmente economica, per gli altri l'obbiettivo è quello della sicurezza aerea.
Negli Stati Uniti, un peso enorme l'ha avuto un incidente avvenuto nel febbraio del 2009 a Buffalo. Benché il rapporto finale non l'abbia citata come causa primaria, è stato riconosciuto che la stanchezza dell'equipaggio ha giocato un ruolo importante nella genesi dell'incidente. Ad aumentare l'impatto sull'opinione pubblica ha contribuito inoltre il fatto che l'aereo sia precipitato su una zona residenziale facendo vittime anche al suolo.
Tutto questo fa sì che piloti (e passeggeri) americani possano oggi godere di regole più sicure (anche se più dispendiose) di quelle che andranno in vigore, se nulla cambia di qui al 18 marzo, in Europa.
Nella speranza, ovviamente, di non doverci trovare a essere costretti a contare i morti. In fondo in fondo, l'approvazione di nuovi e più stringenti limiti di guida per i camionisti è passata a livello europeo solo sull'onda di una serie di gravi incidenti. E, come fa notare anche DeadTired.eu (alla lettera, StanchiMorti), risulta davvero ostico capire perché un camionista si debba fermare dopo 10 ore, mentre un pilota possa arrivare addirittura a 15.
Tanto più che un pilota, se gli viene sonno, non può fermarsi in una piazzola a dormire..."
(28 gennaio 2012)
"La home page di FlightDutyTimes.eu scandisce il conto alla rovescia: manca ancora un mese, tre settimane e un giorno... a cosa? Alla fine del “periodo di commento” sulla proposta di regolamentazione dei tempi di servizio dei naviganti.
Il cammino di revisione delle cosiddette FTL (Flight Time Limitations) era cominciato nel dicembre 2010 con una proposta iniziale dell'EASA (l'agenzia UE che si occupa di regolamentazione e sicurezza dei voli) che, nel “periodo di commento”, aveva raccolto ben 50.000 commenti, per la maggior parte negativi. In particolare, si rimproverava all'agenzia il mancato recepimento di studi medico-scientifici sugli effetti della fatica sulle prestazioni umane, studi che pure erano stati commissionati dall'Unione Europea stessa.
A fronte di tutto questo, e dopo l'emanazione, nel dicembre scorso, delle nuove regolamentazioni americane, l'EASA ha emesso una nuova versione della sua NPA (Notice of Proposed Amendment) che, pur accogliendo alcuni dei commenti, non è ancora giudicata positivamente dalle organizzazioni dei piloti. La nuova NPA ha un “periodo di commento” di due mesi, ed è a questo termine che si riferisce il conto alla rovescia di FlightDutyTimes.eu di cui parlavamo in apertura.
Entro la fine di questo periodo, gli organizzatori del sito invitano alla firma di una petizione on-line, allo scopo di far sentire ai politici il peso dell'opinione pubblica. La strada della petizione, se è relativamente poco battuta in Italia, ha tuttavia un certo successo in paesi come Germania e Regno Unito, dove il governo ha previsto addirittura un sito dedicato: e i piloti inglesi ne hanno approfittato per lanciare a loro volta una petizione.
Anche negli Stati Uniti l'arma della petizione, e più in generale quella dei movimenti di opinione e delle organizzazioni dei consumatori, hanno un peso ben più considerevole che non da noi, e non hanno mancato di giocare un ruolo importante nel varo della nuova regolamentazione che, sempre in tema di regole di impiego, è stata pubblicata nel dicembre 2011 e alla quale le compagnie hanno ora due anni di tempo per adeguarsi.
Compagnie che, dal canto loro, l'avevano duramente osteggiata, soprattutto in nome dell'economia delle operazioni. Particolarmente attiva, da questo punto di vista, era stata la Air Transport Association of America (ATA), e in modo analogo sta agendo, su questa sponda dell'Atlantico, la sua omologa europea AEA (Association of European Airlines).
Insomma, qui come negli Stati Uniti, si assiste a uno scontro che vede in campo da un lato le lobby del trasporto aereo e dall'altro le organizzazioni professionali dei piloti e le associazioni dei consumatori. Per gli uni la posta in palio è essenzialmente economica, per gli altri l'obbiettivo è quello della sicurezza aerea.
Negli Stati Uniti, un peso enorme l'ha avuto un incidente avvenuto nel febbraio del 2009 a Buffalo. Benché il rapporto finale non l'abbia citata come causa primaria, è stato riconosciuto che la stanchezza dell'equipaggio ha giocato un ruolo importante nella genesi dell'incidente. Ad aumentare l'impatto sull'opinione pubblica ha contribuito inoltre il fatto che l'aereo sia precipitato su una zona residenziale facendo vittime anche al suolo.
Tutto questo fa sì che piloti (e passeggeri) americani possano oggi godere di regole più sicure (anche se più dispendiose) di quelle che andranno in vigore, se nulla cambia di qui al 18 marzo, in Europa.
Nella speranza, ovviamente, di non doverci trovare a essere costretti a contare i morti. In fondo in fondo, l'approvazione di nuovi e più stringenti limiti di guida per i camionisti è passata a livello europeo solo sull'onda di una serie di gravi incidenti. E, come fa notare anche DeadTired.eu (alla lettera, StanchiMorti), risulta davvero ostico capire perché un camionista si debba fermare dopo 10 ore, mentre un pilota possa arrivare addirittura a 15.
Tanto più che un pilota, se gli viene sonno, non può fermarsi in una piazzola a dormire..."
(28 gennaio 2012)
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Occorre senza dubbio parlare di questo argomento, e sensibilizzare a riguardo. La fatica operazionale è un fattore importantissimo che rientra come concausa in molti incidenti, e non va mai sottovalutata, in particolare in nome del business e del profitto, perchè aumentando i limiti si rischia veramente di pagare il profitto con i morti.
In America ha pesato l'incidente di Buffalo (che è l'evento che ha coinvolto il DHC 8-400 di Colgan Air il 12 Febbraio 2009) e qualcosa si è ottenuto: se leggete la relazione di inchiesta troverete che viene dedicato spazio all'analisi della fatica operazionale e sul suo effetto sulla performance degli equipaggi. Speriamo che anche in Europa prevalga il buon senso e che le osservazioni dei professionisti del volo inerenti la sicurezza vengano tenute in considerazione..... prima che passi veramente la nuova regolamentazione.
Paolo
In America ha pesato l'incidente di Buffalo (che è l'evento che ha coinvolto il DHC 8-400 di Colgan Air il 12 Febbraio 2009) e qualcosa si è ottenuto: se leggete la relazione di inchiesta troverete che viene dedicato spazio all'analisi della fatica operazionale e sul suo effetto sulla performance degli equipaggi. Speriamo che anche in Europa prevalga il buon senso e che le osservazioni dei professionisti del volo inerenti la sicurezza vengano tenute in considerazione..... prima che passi veramente la nuova regolamentazione.
Paolo
"La corsa di decollo è una metamorfosi, ecco una quantità di metallo che si trasforma in aeroplano per mezzo dell'aria. Ogni corsa di decollo è la nascita di un aeroplano" (Staccando l'ombra da terra - D. Del Giudice)


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Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Anche in questo forum ho letto di quelli che vogliono "privatizzare" tutto, in nome dell'efficienza e del vantaggio per la collettività...sigmet ha scritto:Insomma, qui come negli Stati Uniti, si assiste a uno scontro che vede in campo da un lato le lobby del trasporto aereo e dall'altro le organizzazioni professionali dei piloti e le associazioni dei consumatori. Per gli uni la posta in palio è essenzialmente economica, per gli altri l'obbiettivo è quello della sicurezza aerea.
...senza sapere, o facendo finta di non sapere, che privatizzare significa solo agevolare la corsa al profitto.
E fare profitti significa (anche) ridurre i costi, tutti i costi ....
- sigmet
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- Iscritto il: 23 dicembre 2008, 12:08
Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Sopratutto se la controparte (i piloti) non fa nulla per impedirlo.pasubio ha scritto: ..E fare profitti significa (anche) ridurre i costi, tutti i costi ....
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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- Iscritto il: 26 settembre 2011, 17:10
Re: Stanchezza piloti e tratte volate
Su Av Herald è uscito il final report del 737 Air Europa a Lanzarote, 2008: si parlava dei turni particolarmente stressanti del giorno come concausa dell'incidente, in riferimento ad alcune decisioni prese dal comandante e anche dal FO.
I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi.
Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti.
L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.
If we all worked on the assumption that what is accepted as true is really true, there would be little hope of advance.
Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti.
L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.
If we all worked on the assumption that what is accepted as true is really true, there would be little hope of advance.