Tirando le somme, in base al documento Boeing (che al momento dei miei ultimi post non avevo, ahimé, ancora letto), sulle varie considerazioni da noi espresse :
- alcuni aerei sperimentano tail strike più di altri, sfortunatamente il documento non ci dice quali;
- il centro di gravità non ha una posizione fissa, ma varia in funzione della distribuzione del carico; probabilmente siamo ignoranti noi - io e chi l'ha pensato - e non c'era bisogno di questo documento per capirlo

, nel senso che O il carico in alcune situazioni NON PUO' essere distribuito in modo da avere un centro di massa nella posizione ottimale, O tale posizione ottimale è invece essa variabile in funzione delle condizioni di volo in generale... cercheremo di approfondire, ma mi sembra comunque difficile che si allontani molto dalla radice delle ali;
- il discorso del tail strike in atterraggio è abbastanza chiaro, per quanto riguarda invece il decollo, fermo restando il peso dell'esperienza dell'equipaggio sul modello di aereo, avevamo tentato di valutare l'impatto della distribuzione della massa dell'aereo sulla possibilità di tail strike; mi sembra pacifico che questo impatto (se sussiste) riguarda l'eccessivo rateo di rotazione o la rotazione a velocità insufficiente come causa del problema;
qualitativamente : focalizziamo l'attenzione intorno al momento di liftoff, nel quale non è detto che la rotazione sia terminata, se è stata sufficientemente lenta (2-3 gradi per secondo, stando al documento Boeing); certamente il pilota si rende conto del caso in cui questa sia eccessiva, e sebbene ne sia sorpreso, tenterà di
ridurla più rapidamente, poiché altrimenti il tail strike è scontato, è proprio questa operazione, ossia la diminuzione della velocità di rotazione, che a mio parere, sulla base di considerazioni fisiche elementari che avevo già rozzamente espresso, che è influenzata dalla distribuzione di massa dell'aereo : per aumentare o diminuire tale velocità, per un corpo dalla distribuzione di massa più lontana dal baricentro sarà necessaria un'energia maggiore, in questo caso il lavoro della forza applicata dallo stabilizzatore, che sarà uguale alla variazione totale di energia di rotazione, che, essendo stabile la massa, sarà proporzionale al quadrato della variazione di velocità angolare... in sostanza, aerei con i motori in coda, e quindi, verosimilmente, con la massa distribuita più in periferia (rapporto lunghezza/massa, se volete) - come si vede anche dal colpo d'occhio delle proporzioni del maddog

- saranno più "tosti" quando si tratta di frenare la rotazione;
quantitativamente, invece, dovremo tenere conto (e qui non sono sostenuto da informazioni) delle forze aerodinamiche, ovvero delle dimensioni (e quindi dell'efficacia) dello stabilizzatore, alla distanza della coda dell'aereo dal baricentro (poiché questo è il "braccio" della forza esercitata dallo stabilizzatore e quindi l'altro fattore - oltre all'intensità della forza e quindi la detta "efficacia" dello stabilizzatore) da cui dipende il "momento", ossia la capacità effettiva di somministrare energia rotazionale compiendo lavoro), e alle dimensioni delle ali e delle varie appendici aerodinamiche, in quanto la posizione "non livellata" causa l'aumento della resistenza all'avanzamento, il quale si traduce anche in una resistenza all'aumento dell'angolo di attacco, che entrerà nel sistema dinamico di questa situazione come una forza presumibilmente proporzionale all'angolo stesso.
Come conclusione, ritengo che le considerazioni quantitative - che non posso compiere in quanto non sono un ingegnere aeronautico o equivalentemente informato su questi argomenti - siano determinanti, e quindi non posso affermare se i motori in coda aumentino o meno la possibilità di tail strike...
...e ora quindi vi chiedo perdono in ginocchio perché vi siete letti tutto questo papiro per poi rimanere senza una soluzione dei dubbi posti
