“E quindi il prodotto dei due vettori concorre a modificare la soglia di attivazione elettromagnetica….” Eh ?!? ancora la sveglia tv… ah, è Nettuno… a quest’ora ci sono solo loro… oggi ci si sveglia mezz’ora prima di ieri… spengo anche la mia sveglia che si attiva in concomitanza, sbadiglione e via alle danze.
Il bar dell’albergo è sempre aperto, la parte della controsoffittatura crollata è già stata riparata. Prendo il solito caffè… ma quando pago il prezzo è diverso da ieri ( in ribasso)… boh, sarà a seconda dell’orario e del barman. Lasciamo perdere, rinuncio a capire a quest’ora. Mi raggiunge un collega, a stento ci parliamo, uno sguardo vale più di mille parole…. Ricomposto il crew, lasciamo l’albergo… si ricomincia…
SUF-MXP
Oggi i pax sono pochini… 88, e nessuna assistenza… l’imbarco è rapido, in un attimo tutti seduti… ATC ci appioppa 10 minuti di slot, MXP colpisce ancora… comunque piove sul bagnato…. quando sei pronto ti fanno aspettare, e quando hai bisogno di tempo hai lo slot in orario.
Un passeggero mi si avvicina furtivamente e mi dice “Controlli la macchinina del bambino biondo, gliel’ha regalata qui sotto uno dei bagagli”… lo guardo tra lo stupito e il meravigliato, credendo a tento a quello che mi dice, guardandomi fisso con una faccia serissima… un passeggero si accorge di tutto e sorride ironicamente. La “macchinina” in questione è banalissima, del tipo dell’ovetto Kinder… comunque con una scusa la prendo, facendo finta di giocare col bambino. Come volevasi dimostrare, i giornalisti, la televisione e la paranoia fanno grossi danni. Ma non finisce qui… il P2 mi dice di dare un’occhiata a un “tipo furtivo” con i jeans strappati… ma quando passo per controllarlo dorme… “cerchiamo di calmarci”, mi dico. Il resto del volo non poresenta problemi, per fortuna… la maggior parte dei passeggeri dorme già al traverso di Roma… fino a Malpensa liscio come l’olio. Tutti scendono, controllo cabina… una tendina parasole giace esanime, sezionata da chi vi era seduto affianco… bastava chiedere come funzionava.

Il cockpit ci informa che si cambierà aereo… salutiamo VS

si scende per andare al briefing.
MXP-VCE
Stavolta il transito lo passiamo al briefing, c’è di nuovo un cambio in equipaggio… di nuovo il comandante ci lascia. Passo nella zona riservata al PNT… monitor LCD nuovi, non si bada a spese… c’èra proprio bisogno di cambiare tutto? Giro l’angolo e vado a firmare, almeno vediamo chi sarà il cpt.. toh, una vecchia conoscenza
Bene, se lo incontro gli offro il caffè… lo incontro, ma me lo offre lui.
Tra una chiacchiera, un saluto, una richiesta in IPS passa il tempo… ed è ora di andare. Ci avviamo, colgo l’occasione per scatare qualche foto…
Una sfilata di ATR

Un jumbolino ClubAir

E un’insolita inquadratura di un Md11 Alitalia

Un 747 Thai prende una boccata d’aria…

Le info ci danno 164 + 2 jump seat, 30 minuti di volo, e slot in orario… ok, a bordo ho il tempo di fare una foto al motore… il fan mi sembra un po’ “provato” da qualche impatto passato


Chiamato l’imbarco dopo i solito controlli, arriva il primo autobus… “vomita” letteralmente una marea unama, argentini, americani e francesi per la maggior parte. Il secondo autobus è uguale al primo, manon ci sono tutti… ne mancano tre all’appello… inizia l’attesa.. e il conto alla rovescia per lo slot. La rampa non ci porta buone notizie… ma il tempo passa, non ce ne sarebbe abbastanza per cercare i loro bagagli e partire in tempo…. richiediamo un nuovo slot. La rampa torna con buone notizie… sono al controllo passaporti alcuni minuti e dovrebbero farcela. Intanto un altro M80 senza APU mette in moto col gruppo esterno…

Intanto di nuovo la rampa ci chiede di identificare una passeggera americana, e di chiederle di identificare il suo bagaglio…. dentro c’è qualcosa che vibra. Un bagaggista se n’è accorto e ha allertato la rampa. La signora scende, e torna rossa in volto… che cosa sarà che vibrava ?!? Hehe, non ci provate… Si scoprirà essere il rasoio elettrico del figlio… un po’ di spavento, ma tutto ok… invito la signora a togliere qualsiasi batteria la prossima volta che mette qualcosa in stiva. Lei non finisce più di scusarsi. Mentre aspettiamo,

c’è chi dorme, chi legge, chi ascolta musica con l’iPod… ormai uno status symbol per gli americani in primis, ma non solo. Finalmente gli ultimi arrivano… si chiude alla velocità della luce, sperando in un miglioramento dello slot… che arriva. Via, più veloci della luce, stile Superman. Il tempo di volo non ci permette di “erogare un servizio adeguato agli standard” (come piace dire a chi lavora in palazzina) quindi siamo a disposizione di chi abbia bisogno di qualcosa… e del resto con così breve tempo, nessuno chiede nulla. La discesa è a tuffo, Venezia ci sfila a destra, si vedono i canali trafficati e una enorme nave da crociera ormeggiata… chissà quanti di quelli che sono a bordo ci andranno.
SOSTA VCE
Hanno fatto un bel lavoro a Venezia per il “nuovo” aeroporto… è carino, con i finger a ricordo dei ponti in città.

Noi alloggeremo oggi a Treviso, c’è la “scelta” qui, a volte si va a mestre… l’albergo è carino,

abbastanza centrale, vicino alla stazione… e proprio questo mi fa pensare a fare un salto a Venezia. Il tempo di prendere le chiavi e ritrovarsi giù cambiati… E’ quasi mezzogiorno, ci vediamo giù per il pranzo… adoro poter mangiare seduto a tavola quando capita. Siamo in quattro, troviamo un piccolo ristorante, carino, e continuiamo sulla falsariga di Lametia… le stupidaggini dette a tavola sono gratis, per fortuna.. e da mangiare? Pesce… io prendo una treccia di spada e salmone…. Ottima, tutto uguale a Lametia, tranne il prezzo.. Usciamo, ci troviamo al cospetto di unbel palazzetto

e dico “Signori, per il caffè siete miei ospiti…” hehe, manco a dirlo, accettano volentieri.. anche perché fin’ora non sono riuscito ad offrirne nemmeno uno. A treviso c’è i caffè Goppion, non è male, ma in tazza larga e “caldino”, non bollente, rende molto poco… ce ne facciamo una ragione e torniamo in hotel. Stavolta all’offerta di andare in città declinano tutti… vabbè, vado da solo.
Salgo, mi rinfresco, mezz’oretta di relax. Sceso, chiedo alla reception per l’orario dei treni… c’è un treno ogni mezz’ora circa, comodo. Mi incammino verso la stazione leggendolo, soprattutto per il ritorno… c’è l’appuntamento per cena alle 7.… mi piacerebbe esserci, la compagnia merita.
Arriva il treno… una mezz’oretta di viaggio e sono a piazzale Roma… il viaggio è allietato da “Radio80”, una stazione radio che trasmette musica anni 80… la mia preferita. Scendendo le scale della stazione riecheggiano alcune note… non è il Rondò Veneziano, ma un gruppo colombiano che esegue musica etnica…

eh, la globalizzazione… mi incammino verso piazza S.Marco, tra le vie – o le calli – stracolme di turisti… abbondano i negozi che vendono maschere carnevalesche, vetri di Murano, piccoli hotel e ristoranti sono dovunque… mi perdo un po’ nel caos, tra il guardare in giro e lo stare attento a non urtare troppa gente… Intanto che vado, faccio una deviazione…

Che faccio, mi faccio tentare? Per fortuna non è ancora aperto… se no, chissà..

Un po’ di istantanee… Venezia mi sembra un immenso cantiere, le costruzioni sono per lo più in un cattivo stato… molte sono in ristrutturazione.



Arrivo a S.Marco dopo una mezz’oretta buona di cammino…

l’ingresso alla basilica è consentito fino alle 17… e le 17 sono passate ormai, da poco, ma sono passate.. peccato.

Il leone spicca

Approfitto per girare intorno…

E dare un’occhiata al ponte che attira più turisti in assoluto..

Una gondola solitaria galleggia in attesa di trasportare una coppietta di innamorati….

Mi perdo nei pensieri, ma il segnale orario del mio orologio mi riporta alla realtà… è ora di invertire la rotta, e tornare alla stazione… rientro, mentre sfilano per i canali barche festanti…

E questa invece la fa a noi la festa, manovrando, impiastra l’aria di un denso fumo nero… passa un taxi e con poco garbo manda a quel paese il timoniere…

I colombiani sono ancora lì, che suonano mentre risalgo gli salini che mi porteranno al treno… sono stanco, la giornata è lunga, già pregusto la mezz’ora di relax in treno… ma faccio i conti senza l’oste.. il tempo di prendere posto in un vagone altrimenti vuoto, e arriva una simpatica comitiva di 6 coppiette teen-agers che scambiano i sedili per i divanetti di un privè, abbandonandosi a effusioni amorose alquanto audaci… per fortuna passa il controllore, e i novelli Romeo e Giulietta si ricompongono. Ma il fuori programma non tarda a venire… una ragazza mostra soddisfatta il suo ultimo tatuaggio che inizia a livello della cintura dei pantaloni, per sprofondare in basso… e tira giù i pantaloni per farlo vedere.
Faccio un confronto con me e i miei amici alla loro età, ma il confronto non regge assolutamente. Decido di ripiombare negli anni 80 accendendo la radio del mio lettore MP3, e mi accoglie “Sunshine reggae”… chiudo gli occhi, e volo nel passato… mi sveglia a metà viaggio la voce di un ragazzo che con passo veloce richiama l’attenzione del gruppo… “capo!!” I sei non perdono tempo e lasciano di corsa i loro posti… la stazione non è poi così vicina, ma il capotreno si… si apre la porta di comunicazione tra le carrosse e spunta la sagoma di un cappello… “biglietti” gli tendo il mio, e sospiro…. manca poco… pecato aver perso il treno precedente… sono in ritardo per la cena, ormai gli altri sono andati… mi accoglierà il Brek, ancora di salvezza in un sabato sera dove tutti sono impegnati a prepararsi ad uscire, mentre io mi preparo a fare la nanna.