Al Carlton non ci sono sveglie automatiche, ma un cortese e zelante portiere di notte che mi chiama due volte per accertarsi che io sia effettivamente sveglio. E’ il quinto giorno, mi sembra di essere partito che facevo le scuole medie…. Unica consolazione che staserà si dormirà nel letto di casa. Mi preparo in fretta, scendo per prendere un caffé… c’è la macchinetta automatica… che macina e fa il caffé tutto in uno. “Gagliardo” penso… il portiere mi mostra il funzionamento, non che ci volesse la laurea in ingegneria dei sistemi, e prepara un caffé che sembra una quaresima… luuuuuungo, e dal gusto deciso… no, decisamente una ciofeca, come direbbe Totò. Lo ringrazio con faccia di circostanza, e intanto che lui si allontana ne faccio un altro paio… il quarto è finalmente bevibile. Mi inguatto un pacchetto di biscotti, saranno utili sul pulmino.
VCE-MXP
Il “Marco Polo” nonostante l’ora è già gremito.. passiamo il controllo di sicurezza, il pilota dimentica il cappello… (meno male la testa l’aveva con se!) Ci suona di tutto, ma invece di farci cercare nelle tasche e ripassare sotto al metal-detector, ci fanno uno scan con i dispositivi “a mano”… meglio, si fa prima.
Il percorso obbligato per arrivare all’aereo prevede un lungo corridoio, una citofonata, un’attesa per il pulmino, altra premuta di pulsante per aprire la porta che ci separa dal piazzale, indispensabile per non far scattare l’allarme, e finalmente siamo fuori… sempre con le nostre valigie al seguito.
Un 330 Livingstone si prepara ad andare via

non prima però che questo 737 lituano abbia liberato

Il volo è la fotocopia di quello di ieri, tranne che per il fatto che dura quel tantino in più che ci permette di “erogare” un servizio adeguato, compreso the e caffé caldi, che vanno per la maggiore a quest’ora. Gran parte dei passeggeri dorme, come di consueto… se il buongiorno si vede dal mattino, oggi dovrebbe essere una bella giornata!
A Milano ci attenderà un nuovo “cambio macchina”, per passare dalla versione nazionale a quella internazionale e un salto al briefing per lasciare la collega a/v che sarà sostituita dal il P1, necessario sui voli internazionali, e fare un “rifornimento caffé”.
MXP-DUB
Firmo al briefing per sapere chi è il P1, ancora una vecchia conoscenza, meno male, si lavora sempre meglio con chi conosci. La versione dell’aereo è 22/119, e altrettanti sono i passeggeri… 4 UNMR, 8 pasti speciali, e nessuna assistenza particolare. Bene, trovato il P1, ci offre lui il caffé, e recuperate le valigie passiamo sul piazzale antistante il briefing per salire sull’autobus che ci porterà all’aereo. Saliamo, ma non siamo soli… c’è anche una clandestina, che preferirei fosse altrove..

per fortuna il tragitto è breve.
Intanto che andiamo parte anche il 330 Eurofly…

Arriviamo a bordo.. toh, una vecchia conoscenza, I-DATB, del primo giorno…

Salgo dietro, oggi si lavora in economica.

A bordo tutto è pronto, il catering e le pulizie hanno già fatto il loro lavoro, controllate le dotazioni di emergenza non ci resta che preparare giornali e galley… intanto fuori c’è movimento… un 320 rulla

e un 747 cargo decolla

mentre un fokkerino austriaco si riposa,

E un 717 greco è impegnato nel push…

La rampa ci conferma la chiusura del volo con aereo pieno, e attendiamo il primo autobus…. Prima arrivano i 4 minori, accolti, li facciamo sedere in business, per controllarli meglio quando si dovrà scendere. Ecco il primo autobus.. ah, ora capisco il pienone.. scolaresca in gita in Irlanda… ok, ci sarà da ridere a fare la demo… e saremo tempestati di domande.
Appena entrata una ragazza, che forse ha delle velleità di sangue blu si accomoda in business, chiaramente upgradata per overbooking dell’economica… fa parte della scolaresca… trovato il suo posto, apostrofa chi prima di lei aveva messo il bagaglio sulla cappelliera .. “ma chi è ‘sto mongoloide che ha occupato il mio posto?” alchè intervengo, spiegandole che non c’è una precisa correlazione tra la poltrona e lo spazio precisamente sovrastante, che poteva tranquillamente poggiare il suo zainetto invicta dove trovava posto nei paraggi, e se voleva tenerlo in un posto sicuro poteva metterlo sotto la poltrona di fronte a se. Lei capisce di essere andata oltre, si scusa e si siede. L’imbarco continua tra sguardi di ragazzine e ragazzini, spintarelle e risatine, e soliti scherzi che si fanno quando si è adolescenti.
“Scusi sono seduta al 23, posso andare al 18 vicino alla mia amica che era al 16, e lui passa al 31?” “EH ?!?” “Io sono al finestrino ma ho paura di guardare fuori, che posso fare?” “Abbassa la tendina…..” vabbè, capito… mi metto in mezzo al corridoio e cerco di fare un po’ di ordine, con voce “grossa”.. funziona.
Finalmente riusciamo a farli sedere tutti, con vari cambi, e a chiudere ed armare gli scivoli. E ora alla dimostrazione di sicurezza… mi sento scrutato da tutti questi ragazzi, che mi guardano, ridacchiano, fanno gli scongiuri, qualcuno effettivamente guarda il cartoncino illustrativo… finisce anche l’ennesima pantomima. Una chiamata dal cockpit… risponde il capo, che riaggancia e mi fa segno di sollevare il microtelefono…. “Dimmi”… “Ci hanno dato un’ora di slot proprio adesso… traffico aereo…” e parte un’imprecazione che farebbe traballare il peggiore degli eretici. “Ok, ma almeno possiamo avere un po’ d’aria? Qua dietro comincia a fare caldo” “Ok”… lo vedo affacciarsi in cockpit, confabulare con i piloti, poi di nuovo segno di prendere il microtelefono “Il captain ha detto di disarmare e di aprire se necessario…” Certo che è necessario… apriamo la porta posteriore e abbassiamo la scala ventrale, e la porta del galley posteriore, creando una bella correntina… intanto il comandante annuncia la notizia, che crea un certo scompiglio… tenere a bada una piccola orda di scolari scalmanati desiderosi di partire non sarà facile. Ma il diavolo non è mai così nero come lo si dipinge… benedetti lettori mp3 e cellulari con giochini… tengono occupati la gran parte dei ragazzi. Solo una coppietta si lascia un po’ andare ad effusioni amorose… devono essere parenti dei veneti…

Alquanto seccati si ricompongono e si mettono a leggiucchiare qualcosa. Il tempo passa lento, vado davanti a trovare i piloti, gli passo un paio di bicchieri d’acqua… rientro in cabina, mi fermo a scambiare qualche parola con alcuni ragazzi… una ragazza sembra un po’ impaurita… le chiedo se per lei è il primo volo… mi risponde contenta “ Si!” La guardo e le replico “Oh, che coincidenza, anche il nostro pilota è al primo volo !” …. Il gelo cala sul gruppo di ragazzi… il marmo a confronto sembra una gelatina di frutta… qualcuno balbetta, qualcuno guarda fuori, tutti vorrebbero scendere… la scena è troppo bella per non ridere, mi scappa un sorrisone a 32 denti… “Dai che scherzo!” “Oh, meno male…”
Vado a sciacquarmi le mani, ed entro nel bagno della business…

andiamo bene… vabbè, diamo una pulita.
Arriva finalmente il tempo di andare via… richiudiamo tutto, controlliamo che tutti abbiano spento qualsiasi cosa per il decollo, e finalmente cominciamo a rullare in direzione della pista… qualche attimo di attesa, poi tutto motore… siamo pesanti, la corsa di decollo è lunga… la rotazione dell’aereo viene accolta con una serie di gridolini da parte delle ragazze… saliamo decisi, TB ancora fa il suo dovere.
Il volo è lungo, un paio d’ore, ci prepariamo con i carrelli per il servizio… ecco il vassoietto con il pranzetto

che i ragazzi sembrano gradire… almeno vedendo come (in media) ce li riconsegnano…

Il servizio vendite non riscuote grande successo, qualcuno chiede ancora le sigarette che non ci sono più dal 2000 nelle tratte all’interno dell’UE… cercare di spiegarlo è tempo perso… due file dopo la stessa richiesta… ci rinuncio.
Finiti i compiti commerciali, sarà per l’orario, sarà che ancora non riesco a smettere, vado a mangiare qualcosa… è rimasto il pasto equipaggio vegetariano…

piuttosto che niente, meglio piuttosto… con una spruzzatina di limone e un po’ di sale, un bel bicchiere di Cola light a mò di idraulico liquido, e l’omo campa.
Comincia la discesa, un po’ di scossoni, si ripetono i gridolini… ma dura poco per fortuna, e 20 minuti dopo siamo a terra ad ammirare la terra d’Irlanda, al contrario di Mannoia che ne ammirava il cielo.
L’aeroporto non è dei più belli,

ma l’aria fresca mette voglia di scendere per fare due passi. Intanto lo sbarco procede, e anche lo scaricamento bagagli… con dei mezzi originali…

In lontananza un A300 cargo, che non conosco,

E un A320 delle Azzorre che mi fa venire voglia di vacanza…

DUB-FCO
Si fa in fretta per recuperare il ritardo.. e anche perché il desiderio di ritornare a casa è grande… 5 giorni cominciano ad essere tanti per stare in giro come Remì, si ha voglia di casa. La rampa irlandese parlotta italiano, e ci preannuncia 129 passeggeri + 2 infant… e altri 4 minori non accompagnati. 9 i pasti speciali, confermati dal nostro catering fatto a Milano. Le pulizie sono un lampo, in effetti non c’è molto da pulire, soprattutto il bagno

L’imbarco ha inizio, ma io sento già il profumo di casa… i nostri ospiti comprendono una bella selezione di irlandesi, alti, bianchi e rossi in volto, un po’ timidi, età media oltre gli -anta, praticamente un volo “cocoon”... Molto disciplinati, chiedono quale sia il loro posto… ne aiuto un po’ a localizzarlo.
Presto detto, presto fatto.. tutti seduti, bagagli stivati, porte chiuse, pronti per la demo che fa incuriosire un gruppetto seduto in prossimità della mia postazione, c’è solo il tempo di distribuire i giubbotti agli infant… il nostro Md80 scalpita, sembra anch’egli voler quanto prima essere “baciato” da un finger di Fiumicino.
Bene, si parte, e il volo sarà il più lungo della giornata… 2 ore e mezza circa, ma sono tutte in discesa. Prepariamo i carrelli pasti e bibite, suggerisco di mettere qualche birra in più, lo facciamo, ma non servirà… gli irlandesi mi spiazzano con una richiesta massiccia di vino bianco… ok, volete la guerra? Vado a prendere le scorte… Ma sul the non ci sono sorprese…

I motori si spengono, uno alla volta, mentre l’alimentazione elettrica passa dai generatori dell’aereo al cavo della struttura aeroportuale. I passeggeri si avviano a scendere, mentre quello che prima era il rumore dei motori è ormai silenzio… recupero il mio trolley, e mi incammino per l’ultima volta della giornata lungo il corridoio, fino alla porta… ci aspetta già il pulmino che ci porterà fuori, al gabbiotto degli automezzi, dove ognuno griderà la sua destinazione, magari mentre chiama casa per avvisare di preparare la cena…