Questa città dal nome quasi impronunciabile è quella dove è nato Tamerlano.

Arriviamo in una grande spianata: la statua segna più o meno il punto centrale del rettangolo e quello che si vede è circa metà del lato corto. Insomma: era una spianata gigantesca, completamente occupata da un palazzo reale, di cui oggi questo è tutto quel che rimane:

Il palazzo Ak-Saray (Palazzo Bianco) fu fatto costruire da Tamerlano a partire dal 1380, e ad esso lavorarono 50.000 operai. Avete letto bene: cinquantamila, fra i migliori artigiani, mosaicisti e maestri di costruzione.
Era un palazzo di una grandezza e di una magnificenza impareggiabili, di cui oggi rimangono solo quelle due torri perché fu distrutto per invidia dalla dinastia successiva. Pare che in seguito chi diede l'ordine di distruggere abbia poi ammesso di aver fatto una stupidaggine.
Nonostante i pochi resti, si può provare ad avere un'idea di cosa doveva essere questo capolavoro. Le due torri, fra le quali c'è uno spazio di 22 metri e mezzo, racchiudevano l'entrata. Guardando la foto sopra, è come se fosse stata scattata dall'interno del palazzo.
Immaginando di uscire appena dal portone, e girandoci come se dovessimo rientrare, a sinistra si vede questo:

e a destra questo:


Le torri oggi sono alte 38 metri, ma in origine erano di 60.
Qualche dettaglio:



Nel piazzale accanto sono esposti alcuni pezzi di pavimento recuperati sul posto. Ci vuole un grosso sforzo di fantasia; ma vale la pena di provare a guardarli, associarli con quel poco che c'è rimasto, e tentare di immaginare cosa doveva essere tutto l'insieme!





Ecco, molto più da vicino, la statua di Tamerlano che sta al centro della spianata. E' la prima di tre statue che vedremo in tre diverse città: qui Tamerlano è in piedi, perché è la città dove è nato:


Poco distante, andiamo a vedere il complesso di Kok-Gumbaz:

Sulla destra, la costruzione tozza e con la cupola a punta è il mausoleo che contiene la tomba del figlio prediletto di Tamerlano - morto a soli 22 anni - e la tomba di un suo fratello (mentre gli altri figli sono sepolti con il padre a Samarcanda):

Questa invece è la facciata della moschea che nella foto si vedeva sulla sinistra, fatta costruire da Ulughbeck (nipote di Tamerlano che presto ritroveremo) in onore di suo padre, figlio di Tamerlano. E' una costruzione del XV secolo:


e queste sono due foto dell'interno, la cupola (alta 20 metri) e il mihrab:


Da Shakhrisabz a Samarcanda
Anche da Shakhrisabz a Samarcanda siamo costretti a fare una deviazione rispetto alla strada più breve, perché questa passa per un breve tratto nel territorio del Kyrgyzstan e, di nuovo, le frontiere sono chiuse.
Non ho detto finora che l'Uzbekistan è sì un importante produttore di seta, ma soprattutto è il secondo produttore al mondo di cotone. La pianta si raccoglie ad agosto, e perciò ora i campi sono quasi al meglio del loro splendore, con le piante già alte. E' molto bello e interessante costeggiare queste immense distese coltivate e verdi:


In questa foto ci sono, insieme, le due piante simbolo dell'importanza del tessile: alberi di gelso in primo piano e un grande campo di cotone dietro:

Dopo poco, però, siamo proiettati all'improvviso in un panorama quasi lunare. Stavolta non è il deserto di sabbia che abbiamo già visto, questa è la steppa:



Le montagne che si vedono qui sono le prime propaggini di una grande catena montuosa che, attraversando il Tagikistan, arriva fino al nord dell'India e al Nepal; fino alle vette dell'Himalaya, quindi: pensarci fa un po' impressione.


Nella foto che precede si può notare come, in mezzo alla steppa, ogni tanto ci sono all'improvviso aree verdi e piene di alberi (le macchie più scure ai piedi delle montagne): forse è qualche falda acquifera che in quei punti diventa captabile e disponibile. Ne ho viste diverse così lungo il percorso.
E finalmente, dopo tre ore abbondanti di viaggio, eccoci a
Samarcanda
Arriviamo nel tardo pomeriggio; dopo la sistemazione in albergo abbiamo un paio d'ore libere, e con la mia amica facciamo una passeggiata nei dintorni. Il tempo è strano, ci sono gran nuvoloni carichi di pioggia (ma non cadrà una goccia) e la luce per fotografare è "difficile".
Andiamo anche a vedere la seconda statua di Tamerlano della trilogia che ci era stata preannunciata. La prima era a Shakhrisabz (suo luogo natale) dove infatti è rappresentato in piedi, perché è il luogo dove si è alzato per camminare nella vita; la seconda è qui, nel luogo dove ha regnato: e quindi è raffigurato seduto in trono.

Nella stessa piazza della statua, semplicemente girandosi verso sinistra, si vede da lontano una bellissima cupola blu scanalata, non liscia come quelle viste finora. Quando ho scattato la foto non sapevo ancora cosa fosse... ma ne avrei scoperto il fascino e la magia molto più presto di quel che potevo pensare.

La cena è in albergo. Dopo cena, essendo ancora prestino, la guida ci propone una passeggiata notturna: si tratta di dieci minuti, andiamo a vedere la cupola blu. Scoprirò, arrivandoci, che questo è l'unico monumento di Samarcanda aperto fino a sera inoltrata (e c'è un perché: è di sogno, nella notte. Ma anche quando lo rivedremo al mattino dopo, alla luce del sole e non della luna, si confermerà come un posto speciale).
Per quanto abbia cercato di fare del mio meglio (compatibilmente con la non-luce, con il fatto di avere una compatta e con la circostanza di non avere il cavalletto) posso dire questo: non c'è foto, per professionale e perfetta che sia, che può rendere la magia di quella cupola blu nella notte. Qualche foto la metto fra poco: ma voi dovrete avere il "mod dreaming on" prima di vederla, altrimenti non vi potrete fare neanche una lontana idea dell'emozione che abbiamo provato.
Prima delle foto è meglio spiegare cos'è la cupola blu. E' il mausoleo Guri Amir, che ospita la tomba di Tamerlano, quelle di due suoi figli (gli altri due sono sepolti a Shakhrisabz, come abbiamo visto), e quelle di due nipoti fra cui Ulughbek, figura placida e geniale di cui ho già accennato e che presto ci racconterà molto di più di sé.
Non so come spiegare: è un luogo insieme maestoso e sereno, ricco e quieto, testimone solido di una famiglia non qualunque e insieme muta conferma della consapevolezza della breve durata della vita di ciascuno ma anche della serenità che dà il senso della famiglia, della solidità dei legami e dell'affetto; anche nella monumentalità del luogo, ho sentito tutto questo offerto in modo naturale.
Abbiate pazienza: è davvero troppo complicato da spiegare. Spero di avervi dato almeno una vaga idea di quello che ho provato (e con me gli altri del gruppo: m'ha colpito quanto scarsi fossero i commenti, stupefatti e rapiti tutti come eravamo); per tentare di dirla in altre parole, ho avuto l'impressione - rispetto ad altri mausolei di famiglie regnanti che m'è capitato di vedere - che "quelli" s'erano ritrovati insieme per forza e perché poteva-essere-solo-così; mentre "questi" stavano insieme perché lo volevano ed era naturale e desiderato e praticamente ovvio che fosse così.







Queste sono le tombe. Quella di Tamerlano è al centro, scura:

E' un unico blocco di giada.

Anzi, era un unico blocco di giada: con tutto il rispetto per la figura di Tamerlano, già un unico blocco di giada così è di suo davvero un miracolo della natura: a me è bastato questo per essere stupita e commossa.
Poi, le vicende dell'antica maledizione riservata a chi avesse violato quel miracolo della natura e gli esiti nefasti di quella maledizione - casuali, ma tragicamente infallibili nel calendario rispetto ai destini del mondo - ve li racconto nel prossimo pezzo... però queste cose accrescono il sapore di magia di quel luogo: come se fossero la testimonianza - verificata a posteriori - di quanto sia inutile lo scontro fra Madre Natura, stavolta sotto forma di miracolo e solidità della pietra eccezionale, e il minuto umano avvicendarsi in faccende più grandi degli attori...
Uff, che emozione! Domani ci aspetta una Samarcanda di giorno, sarà proprio da vedere!