PRIMA lezione di volo a vela

Area interamente dedicata al volo senza motore: in aliante, deltaplano, parapendio e mongolfiera!

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Messaggio da libelle » 15 marzo 2007, 0:01

Riattaccare non si può, quando si è in finale (e quindi alla giusta altezza e alla giusta velocità) si atterra per forza, non ci sono alternative. Generalmente se il pilota scende e si allontana dall'aliante con le proprie gambe è un buon atterraggio. Se addirittura l'aliante si può in seguito riutilizzare è un eccellente atterraggio.
Scherzi a parte l'atterraggio in aliante è una delle tante cose che forma il carattere ad un futuro pilota a motore. Ho volato portando in volo piloti "motorari" anche molto esperti che letteralmente avevano angoscia dell'atterraggio.
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Messaggio da taxidriver » 15 marzo 2007, 0:04

Molto semplice,ma molto vero...

RIFERITO CHIARAMENTE AL POST SU ENZO FERRARI
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Messaggio da ale_v » 16 marzo 2007, 11:22

proprio ieri agganciata prima "termichetta" con l'istruttore (un fenomeno).
eravamo a 450 QFE spiralando giù per entrare in sottovento quando mi fa: "vai lì! vai lì! sud-ovest"
'tacchete!' presa! siamo saliti di 1.100 mt fino a 1.550 QFE (20' a girare 30°),
lo so, per i piloti esperti è una ca***ta, ma per me è stata una cosa grandiosa.
:blob8: :blob8: :blob8:

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Messaggio da pippo682 » 16 marzo 2007, 12:26

L'emozione di salire su una termica è inalterata dopo anni e anni....

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Messaggio da pdani » 16 marzo 2007, 13:03

ale_v ha scritto:come diceva il grande "drake" (enzo ferrari) tutto quello che non c'è non si può rompere... :lol:
oh, oh, a me risultava l'avesse detto Henry Ford, mi dovrò informare per bene..
Daniele

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Messaggio da N757GF » 16 marzo 2007, 13:12

ale_v ha scritto:proprio ieri agganciata prima "termichetta" con l'istruttore (un fenomeno).
eravamo a 450 QFE spiralando giù per entrare in sottovento quando mi fa: "vai lì! vai lì! sud-ovest"
'tacchete!' presa! siamo saliti di 1.100 mt fino a 1.550 QFE (20' a girare 30°),
lo so, per i piloti esperti è una ca***ta, ma per me è stata una cosa grandiosa.
:blob8: :blob8: :blob8:
Congratulazioni! Quando senti la pedata sotto l'aliante e senti che sali e` sempre una grande emozione. E poi quando appena entrato devi decidere da che parte girare e quanto stringere la virata e metre lo fai vedi che il vario va sempre piu` su, quella e` vera letizia (parafrasando qualcuno).

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Messaggio da riccardosl45 » 18 dicembre 2007, 10:55

taxidriver ha scritto: Vi dirò che da una parte mi sembra veramente un mezzo sicuro più dell'aereo a motore,praticamente nasce gia in uno stato di pseudo emergenza...non ha il motore!
Anche io ultimamente stavo valutando questo aspetto, effettivamente con un aliante credo non si poi tanto difficile fare un fuoricampo, credo che con un cessna invece improvvisare un'atterraggio di emergenza sia difficile, credo che alla prima buca rischi di cappottare o spaccare il carrello.

In più avere un bel po' di benzina dietro la schiena non so quanto sia rassicurante, in aliante hai anche un paracadute sulla schiena il che non è male.. 8)

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Messaggio da libelle » 18 dicembre 2007, 12:41

A onor del vero anche con l'aliante rischi di centrare una buca e spaccare tutto. Magari non cappotti e sicuramente non ti incendi, questo è certo, ma sulle tecniche di fuoricampo sono stati scritti torrenti di parole.
Come dici giustamente chi vola in aliante prima o poi dovrà fare un fuoricampo, a maggior ragione chi fa cross country.
Puoi impostare l'atterraggio nel campo scelto nel migliore dei modi e arrivarci dentro precisissimo ma esiste comunque un margine di incognito su quello che c'è effettivamente nel campo di cui ti accorgi solo magari quando sei prossimo al contatto con il suolo, e a quel punto non puoi fare più niente.
Per questo motivo molti di noi, perlomeno nel mio aeroclub, hanno uno strato di materiale antiurto tra il sedile e le chiappe. In caso di atterraggio su un suolo sconnesso o nell' eventualità di un urto anche molto violento serve a risparmiarti la spina dorsale.
Al di là di questo il volovelista sa a priori come scegliersi il campo per fare il fuoricampo. Sono insegnamenti che vengono impartiti a livello teorico ma incidono molto nel caso il pilota sia costretto al fuoricampo, ammesso che il pilota non si faccia prendere dal panico e tenga il cervello ben connesso.
Questi insegnamenti, a mio avviso, tornerebbero utili anche ai piloti a motore. Anche se nel loro caso l'atterraggio forzato in un campo è un qualcosa ben più remoto, sarebbe prezioso comunque sapere almeno quali sono le direttive principali per scegliersi il campo ottimale.
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Messaggio da riccardosl45 » 18 dicembre 2007, 16:47

libelle ha scritto:A onor del vero anche con l'aliante rischi di centrare una buca e spaccare tutto. Magari non cappotti e sicuramente non ti incendi, questo è certo, ma sulle tecniche di fuoricampo sono stati scritti torrenti di parole.
Come dici giustamente chi vola in aliante prima o poi dovrà fare un fuoricampo, a maggior ragione chi fa cross country.
Puoi impostare l'atterraggio nel campo scelto nel migliore dei modi e arrivarci dentro precisissimo ma esiste comunque un margine di incognito su quello che c'è effettivamente nel campo di cui ti accorgi solo magari quando sei prossimo al contatto con il suolo, e a quel punto non puoi fare più niente.
Per questo motivo molti di noi, perlomeno nel mio aeroclub, hanno uno strato di materiale antiurto tra il sedile e le chiappe. In caso di atterraggio su un suolo sconnesso o nell' eventualità di un urto anche molto violento serve a risparmiarti la spina dorsale.
Al di là di questo il volovelista sa a priori come scegliersi il campo per fare il fuoricampo. Sono insegnamenti che vengono impartiti a livello teorico ma incidono molto nel caso il pilota sia costretto al fuoricampo, ammesso che il pilota non si faccia prendere dal panico e tenga il cervello ben connesso.
Questi insegnamenti, a mio avviso, tornerebbero utili anche ai piloti a motore. Anche se nel loro caso l'atterraggio forzato in un campo è un qualcosa ben più remoto, sarebbe prezioso comunque sapere almeno quali sono le direttive principali per scegliersi il campo ottimale.
Concordo :D

Ma quanti piloti di aliante hanno davvero sperimentato un fuoricampo?

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Messaggio da libelle » 18 dicembre 2007, 21:49

Io ancora no! Anche se ci sono andato molto vicino un paio di volte, poi per questioni di cu.... sono sempre riuscito a rientrare.
Chi vola da molto tempo e fa abitualmente voli di distanza ha collezionato tranquillamente più di un fuoricampo.
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Messaggio da LS4 » 19 dicembre 2007, 10:53

Io ho al mio attivo un fuori campo praticamente in campo; avevo il campo in vista, avevo vento contro, un aliante (M100) a bassa efficienza e non sapevo piùche velocità tenere: se andavo piano, mi sembrava di scendere sul posto, se acceleravo per contrastare il vento, capivo che non sarei entrato, alla fine ho visto che gli alberi che delimitavano il campo diventavano troppo alti, di seguire la procedura neanche a parlarne e quindi sono atterrato in uno spiazzo adiacente al campo.

A posteriori e' stata comunque una bella emozione (senza la fatica del recupero)!
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Messaggio da libelle » 19 dicembre 2007, 13:10

Io ho al mio attivo un fuori campo praticamente in campo; avevo il campo in vista, avevo vento contro, un aliante (M100) a bassa efficienza e non sapevo piùche velocità tenere: se andavo piano, mi sembrava di scendere sul posto, se acceleravo per contrastare il vento, capivo che non sarei entrato, alla fine ho visto che gli alberi che delimitavano il campo diventavano troppo alti, di seguire la procedura neanche a parlarne e quindi sono atterrato in uno spiazzo adiacente al campo.
Questo dimostra che si può fare benissimo fuoricampo anche senza allontanarsi e limitandosi a girellare nei pressi del campo. Anche da me negli ultimi tempi due alianti sono atterrati a meno di un chilometro dalla pista perchè non riuscivano a rientrare da voli locali. Un terzo, qualche mese fa, ha fatto fuoricampo mentre era in finale, atterrando nel campo accanto alla pista. C'è toccato smontare l'aliante perchè i due campi sono su due livelli differenti. Anche il pilota, (in questo caso un istruttore con un allievo al primo volo) s'è accorto che non sarebbe mai entrato in pista a causa di un vento molto sostenuto.
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Messaggio da libelle » 19 dicembre 2007, 13:22

Ecco il video di un fuoricampo.



E anche questo che è ancora più eloquente. Si tratta di un fuoricampo "di massa" probabilmente nel corso di una gara. Notate come tutti scelgano il terreno arato e triturato.

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Messaggio da aurum » 19 dicembre 2007, 23:07

libelle ha scritto: .. Notate come tutti scelgano il terreno arato e triturato.
Perche? :roll:
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Messaggio da libelle » 20 dicembre 2007, 0:06

Perché ci si ferma subito. L'importante è sincerarsi che il campo sia arato e necessariamente triturato.
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Messaggio da LS4 » 20 dicembre 2007, 8:28

L'importante è sincerarsi che il campo sia arato e necessariamente triturato
e dall'alto non è sempre così facile
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Messaggio da pippo682 » 20 dicembre 2007, 9:08

Al di là di questo il volovelista sa a priori come scegliersi il campo per fare il fuoricampo. Sono insegnamenti che vengono impartiti a livello teorico ma incidono molto nel caso il pilota sia costretto al fuoricampo, ammesso che il pilota non si faccia prendere dal panico e tenga il cervello ben connesso.
Questi insegnamenti, a mio avviso, tornerebbero utili anche ai piloti a motore.
Nella mia esperienza di scuola di volo PPL, il fuoricampo è stato affrontato molto, molto bene (una volta anche toccando con le ruote su una aviosuperfice che io non conoscevo, ma quel ba**ardo di istruttore sì. Sembrava un normale campo....). E' ovvio però che molte cose non possono essere riportate pari pari dal volo a vela al volo a motore. La prima e più importante è che considerata l'efficenza dell'aereo a motore, la scelta del campo è spesso obbligata al primo che hai a disposizione.

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Messaggio da pippo682 » 20 dicembre 2007, 9:09

aurum ha scritto:
libelle ha scritto: .. Notate come tutti scelgano il terreno arato e triturato.
Perche? :roll:
Hai mai provato a fare il recupero di un aliante su un campo arato, non fresato, e magari dopo la pioggia?
:lol:

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Messaggio da LS4 » 20 dicembre 2007, 9:19

Hai mai provato a fare il recupero di un aliante su un campo arato, non fresato, e magari dopo la pioggia
sì, ma asciutto; ma che cena dopo!!! :drunken: :drunken:
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Messaggio da aurum » 20 dicembre 2007, 10:43

libelle ha scritto: Questi insegnamenti, a mio avviso, tornerebbero utili anche ai piloti a motore.
libelle ha scritto:Perché ci si ferma subito. L'importante è sincerarsi che il campo sia arato e necessariamente triturato.

Magari questa ai piloti a motore non gliela insegnamo,o si mettono l'aereo per cappello! :wink:
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Messaggio da libelle » 20 dicembre 2007, 15:48

Hai mai provato a fare il recupero di un aliante su un campo arato, non fresato, e magari dopo la pioggia?
No, ma conosco qualcuno che ha recuperato uno Janus da una vasca di decantazione degli scarichi fognari. Il pilota ha scambiato questa lunga striscia marrone proprio per un campo arato e fresato, ed è perfettamente atterrato nella m....
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Messaggio da libelle » 20 dicembre 2007, 15:53

Magari questa ai piloti a motore non gliela insegnamo,o si mettono l'aereo per cappello!
Per carità non insegno niente a nessuno. Di volo a motore ne so quanto il due di picche e anche di volo senza motore non sono eccelso. Mi limito solo a fare alcune considerazioni nell'eventualità remota (e che mai succeda) di dover per forza mettere l'aeroplano a terra perchè l'elica è in croce. Al di là del'emergenza immediata, se c'è la possibilità, guardare bene dove si va a mettere le ruote forse può proprio salvarsi da tirarsi l'aereo in testa. Questo naturalmente, e lo sottolineo, se c'è la possibilità e il tempo di fare una scelta.
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Messaggio da foxglider » 1 gennaio 2008, 12:53

pippo682 ha scritto:C'è sempre l'opzione motoaliante, una via di mezzo. Se poi il motoaliante è abbastanza recente, non ha nulla da invidiare ad un Cessna 150.
Vorrei fare una precisazione purtroppo poco piacevole:
con le nuove normative il motoaliante ricade sotto il volo a motore e quindi purtroppo non è più conseguibile come ABILITAZIONE dai piloti con sola licenza di volo a vela.

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Messaggio da aurum » 1 gennaio 2008, 23:29

libelle ha scritto:
Magari questa ai piloti a motore non gliela insegnamo,o si mettono l'aereo per cappello!
Per carità non insegno niente a nessuno. Di volo a motore ne so quanto il due di picche e anche di volo senza motore non sono eccelso. Mi limito solo a fare alcune considerazioni nell'eventualità remota (e che mai succeda) di dover per forza mettere l'aeroplano a terra perchè l'elica è in croce. Al di là del'emergenza immediata, se c'è la possibilità, guardare bene dove si va a mettere le ruote forse può proprio salvarsi da tirarsi l'aereo in testa. Questo naturalmente, e lo sottolineo, se c'è la possibilità e il tempo di fare una scelta.
Mi ricordo che ai miei tempi ci dicevano di atterrare (in caso di fuoricampo) su terreni dal colore marrone chiaro e di evitare quelli "troppo verdi" o dai colori irregolari!.
Ma con alianti di ultima generazione e con efficienze cosi' alte,come e' cambiata la tecnica per gestire un fuoricampo?
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Messaggio da libelle » 2 gennaio 2008, 0:16

Mi ricordo che ai miei tempi ci dicevano di atterrare (in caso di fuoricampo) su terreni dal colore marrone chiaro e di evitare quelli "troppo verdi" o dai colori irregolari!.
Ma con alianti di ultima generazione e con efficienze cosi' alte,come e' cambiata la tecnica per gestire un fuoricampo?
E' una procedura ancora valida tutt'oggi. I campi di colore marrone chiaro (terra arata e triturata) sono i più appetibili rispetto a campi verdi intensi o con colori irregolari (possibilità di erba alta o colture alte). Naturalmente è bene precisare che ciò non costituisce "un vangelo" assoluto e dogmatico. Il buon senso, la calma, la giusta osservazione, e infine il raziocinio sono sempre i primi ingredienti per la gestione di un corretto fuoricampo.
L'aumento considerevole delle efficienze negli alianti moderni va di pari passo con l'efficacia dei loro diruttori.
E' vero che gli alianti più all'avanguardia hanno raggiunto e superato i 60 di efficienza, ma sempre (più o meno) compatibilmente con l'efficacia dei diruttori.
A prima vista un diruttore degli anni '80 non è molto diverso da uno appena creato, eppure l'efficacia è rimasta sempre buona o perlomeno accettabile anche su efficienze di gran lunga più spinte.
E' ovvio che un K-13 in legno e tela degli anni '60 lo infili quasi in un campo da tennis, se hai un pò di vento sul muso. Cose del genere sono impensabili con i moderni veleggiatori. E' naturale che occorra un'occhio maggiore e dei campi un pò più a misura, ma senza particolari preoccupazioni aggiuntive. I diruttori che sono gli stessi di venti anni fa vanno bene anche su profili moderni.
Il segreto sta nel fatto che gli attuali profili, curatissimi e sensibilissimi, tendono a perdere molta efficacia alla minima perturbazione. Sono cioè più critici, scadono in fretta e maggiormente, rispetto ad un profilo più vecchio, al contatto con la sporcizia.
Anche i moscerini che si appiccicano al bordo di entrata di un'ala moderna penalizzano l'efficienza, figuriamoci un muro alto 20 cm e lungo un metro che si apre sul dorso dell'ala.
Casomai il problema maggiore è la lunghezza delle ali. Oggigiorno siamo arrivati a 30 metri di apertura alare. Di conseguenza oltre al campo sufficientemente lungo, deve essere anche largo abbastanza.
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Messaggio da pippo682 » 2 gennaio 2008, 8:56

foxglider ha scritto:
pippo682 ha scritto:C'è sempre l'opzione motoaliante, una via di mezzo. Se poi il motoaliante è abbastanza recente, non ha nulla da invidiare ad un Cessna 150.
Vorrei fare una precisazione purtroppo poco piacevole:
con le nuove normative il motoaliante ricade sotto il volo a motore e quindi purtroppo non è più conseguibile come ABILITAZIONE dai piloti con sola licenza di volo a vela.
Purtroppo è vero. Da noi c'è stata la corsa all'abilitazione appena saputo cosa c'era nell'aria... Ricordo comunuqe che questo vale per il TMG (Touring Motor Glider), mentre per l'aliante a motore (quello col motore a scomparsa in fusoliera, per capirci) resta valida l'abilitazione per i possessori di solo GPL.

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Re: PRIMA lezione di volo a vela

Messaggio da riccardosl45 » 3 luglio 2008, 16:56

Davvero interessante tutti i libri che avete segnalato sul volo a vela! :!:

Bisognerebbe però aprire un nuovo topic mettendo la cosa in evidenza libri disponibili ed eventuali commenti.

Quasi quasi me ne compro uno per darci un'occhiata così mi faccio un po' di chiarezza visto che sono alle prese con l'indecisione tra GPL e PPL :bounce:

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Re: PRIMA lezione di volo a vela

Messaggio da libelle » 7 luglio 2008, 22:28

Purtroppo per quanto riguarda la manualistica sul volo a vela in Italia siamo a livelli decisamente "rozzi". Se facciamo poi il confronto con paesi tipo Germania o Francia si fa addirittura ridere.
Il manuale ufficiale per il corso GPL è riconosciuto all'unanimità per le sue deficienze e la sua incompletezza. In pratica è un guazzabuglio di nozioni e argomenti vari senza una logica e soprattutto privo di qualsiasi fondamento volovelistico. L'autore è difatti un grande pilota...a motore! Che non ha esperienza alcuna di Volo a Vela. Non basta essere capaci di pilotare un aliante per poter stendere un manuale del volovelista.
Penso che qui in Italia il manuale più avanzato (anche se non ufficiale) sia il Grinza: Come si Vola in Aliante.
Per avere le pubblicazioni più autorevoli serve la conoscenza dell'inglese, del tedesco e soprattutto del francese: i migliori testi per volovelisti sono scritti proprio dai francesi.
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Re:

Messaggio da fredain » 16 luglio 2008, 3:49

libelle ha scritto:[...]
Scherzi a parte l'atterraggio in aliante è una delle tante cose che forma il carattere ad un futuro pilota a motore. Ho volato portando in volo piloti "motorari" anche molto esperti che letteralmente avevano angoscia dell'atterraggio.
Quoto in pieno!
Ecco perchè chi incomincia con il GPL diventerà un ottimo pilota di aerei... :lol:
Comunque è una sensazione che provo anche io quando sono in circuito. No room for errors...anche se l'aliante perdona abbastanza... :oops:
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Re: PRIMA lezione di volo a vela

Messaggio da fredain » 16 luglio 2008, 3:55

libelle ha scritto:L'autore è difatti un grande pilota...a motore! Che non ha esperienza alcuna di Volo a Vela. Non basta essere capaci di pilotare un aliante per poter stendere un manuale del volovelista.
Wé wè...non mi offendere il Bergomi, mostro sacro dell'Aviazione :lol:

Scherzo...ho avuto anche modo di conoscerlo personalmente...è molto simpatico e ama molto raccontare dei suoi voli sul Mustang. Per il resto non conosco la sua esperienza nel volo a vela...però devo dire che ai puri fini dell'esame teorico il manuale è ben fatto: semplice, chiaro, esaustivo. Non penso che fosse sua intenzione insegnare a veleggiare e quant'altro...quella è tutta un'altra faccenda. :mrgreen:
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