richelieu ha scritto: Ma c'è chi esprime dubbi ...
Cinque anni e mezzo al massimo (siamo a quasi metà 2019) per ritornare con tecnologie del tutto reimpostate e riprogettate - stante che se anche volessero per bandiera dire
"dove eravamo rimasti...?" programmare Apollo 18 non sarebbe possibile non esistendo più nemmeno le linee di montaggio per i componenti del Saturno - mi paiono assolutamente irrealistici.
Diciamo che se ti poni l'obiettivo in realtà irrealistico forse con due-tre anni di ritardo impegnandoti bene ce la fai anche. Al massimo poco meno di un decennio, ecco, come l'altra volta.
Ma devono dividere la spesa con la Cina, casomai, invece di entrarci in competizione.
Questo implica l'accettazione e la legittimazione finale della Cina come partner paritario, alla fine, ed il significato geopolitico sarebbe grande.
La politica di dura concorrenza (almeno formale...) di Trump col dragone non la vedo tanto compatibile con una prospettiva del genere.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, che considerato quanto venne
"stirata al limite" la tecnologia del tempo, il fatto che l'unica catastrofe
(preannunciata... fu una vera macchia per il sistema capitalistico industriale americano dell'epoca e del suo mito di efficientismo) di Apollo 1, in tutti i tre programmi Mercury-Gemini-Apollo ed il progetto "collaterale" Surveyor - tutti nella stessa filiera di progetto - fu una fortuna semplicemente inverosimile. Gli americani, come i russi, NON erano davvero pronti a tentare lo sbarco lunare.
Anche nel caso di Apollo 13, fu dimostrata un'intelligenza, efficienza (ed anche un poco di fantasia) ingegneristica senza precedenti nella corsa allo spazio, per tirarli fori dai guai, ma ebbero comunque tanta, ma tanta, ma tanta fortuna. Le probabilità di riportarli a casa vivi non erano pari a quelle di perderli, assolutamente.
Nel caso dei russi la cosa fu solo più evidente, perché l' N1 (per loro fortuna) gli saltava per aria leggiadramente al lancio. I russi come tecnologia dei propellenti e come capacità di calcolo orbitale, insomma gli aspetti chimico-matematici, erano abbastanza avanti agli americani, non v'è dubbio. Ma le loro competenze elettroniche specie per quanto attiene la miniaturizzazione e l'automazione erano ben più arretrate, infatti le loro sonde planetarie venivano guidate da calcoli di meccanica celeste ben più accurati e complessi, mentre gli statunitensi contavano su successive reiterate correzioni di traiettoria.