Lungo volo...agitazione :-)

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Tatolina
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Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 4 settembre 2013, 22:59

Buona sera a tutti gli utenti del forum.
Mi sono dilettata nel leggere svariati post sulla paura di volare, che mi sono stati già di molto aiuto.
Ma ho bisogno anch'io dell'intervento "salvifico" di flyingbrandon :D , le cui parole mi hanno spalancato sprazzi di fiducia verso gli aerei, da cui peraltro sono fortemente attratta.
Ho volato più volte negli ultimi tre anni, ed ogni volta è una sfida a me stessa e le mie paure. Attacchi di panico, ma che ho sempre gestiti in volo anche con l'ausilio di qualche farmaco (niente effetto paradosso per fortuna) e quella eccitazione entusiastica e febbrile che mi prende ogni volta che sento la potenza dei motori scatenarsi per proiettarci verso il cielo e vincere la forza di gravità. Che gran momento è quello, ogni volta mi commuovo al punto da farmi scappare qualche lacrimuccia :wink:
Ma poi arrivano puntuali le turbolenze. E mi prende l'ansia.
Non temo che l'aereo possa precipitare. Ma quel sobbalzare senza poterlo fermare, la percezione evidente di non avere il controllo della situazione, di dover per forza sopportare qualcosa su cui non posso intervenire, mi crea molto disagio.
Qualche consiglio per gestire meglio questi momenti?
E' forse vero che il cambio climatico sta incidendo molto in tal senso, producendo delle turbolenze sempre più violente ed estese?
Partirò per la Malesia e poi per l'Indonesia e ritorno tra un paio di settimane.
Flybrandon, salvami tu :lol:

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 5 settembre 2013, 0:16

Tatolina ha scritto:
Ma poi arrivano puntuali le turbolenze. E mi prende l'ansia.
Non temo che l'aereo possa precipitare. Ma quel sobbalzare senza poterlo fermare, la percezione evidente di non avere il controllo della situazione, di dover per forza sopportare qualcosa su cui non posso intervenire, mi crea molto disagio.
Qualche consiglio per gestire meglio questi momenti?
Sì...il primo è di non prendere l'aiutino...il secondo di non pijarmi per il c**o....il terzo lo approfondiamo meglio.
Perché dovresti fermarlo? Al decollo...che ti piace....che controllo hai? In generale...quello che ti pare di controllare sei convinta di controllarlo? Essere cullati su una amaca lo sopporti o ti rilassi e basta? Hai un fermaglio per i capelli?
Ciao!
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da francesco104 » 5 settembre 2013, 0:40

Durante le fasi del volo che ti sembrano più paurose, cerca di parlare con le persone che sono sedute vicino a te, o leggi qualche rivista interessante..magari di aviazione :) .
La turbolenza è normalissima purtroppo nell'atmosfera, soprattutto nei voli a lungo raggio, dove purtroppo come già saprai il velivolo può imbattersi in grosse correnti a getto, chiamate Jet-Streams le quali possono determinare turbolenza in aria chiara(CAT) ovvero turbolenza che non essendo visibile, tramite i consueti fenomeni meteorologici significativi che le determinano, non può essere prevista senza un adeguato studio delle carte meteorologiche del tempo significativo lungo la rotta.
Il cielo è identico alle nostre strade di asfalto...non possiamo trovare sempre una strada senza buche e imperfezioni..lo stesso vale per l'atmosfera!
Pensa che queste grandi correnti a getto che si trovano specialmente nell'alta atmosfera possono anche esserci di aiuto, se percorse nella giusta direzione, permettono al nostro volo di diminuire i tempi di percorrenza aumentando la velocità al suolo del velivolo, non tutti i mali vengono per nuocere! :D
Stai tranquilla, che i piloti cercheranno sicuramente di evitare le zone in cui è presente forte turbolenza, sono i primi a cui dà fastidio! Buon viaggio :mrgreen:
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 5 settembre 2013, 22:12

flyingbrandon ha scritto:
il secondo di non pijarmi per il c**o....
Non sto prendendoti per il c**o, flybrandon. Ho sinceramente apprezzato i tuoi interventi in alcuni post che ho letto, ed ho scherzato un po' per alleggerire un argomento che è per me, come per tanti altri, fonte d'ansia.

Mi incuriosisce l'ultima domanda che mi poni, se ho un fermaglio per capelli. Ne ho, certo.
Attendo il prosieguo :?: :up:

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 5 settembre 2013, 22:21

francesco104 ha scritto: Pensa che queste grandi correnti a getto che si trovano specialmente nell'alta atmosfera possono anche esserci di aiuto, se percorse nella giusta direzione, permettono al nostro volo di diminuire i tempi di percorrenza aumentando la velocità al suolo del velivolo, non tutti i mali vengono per nuocere! :D
Stai tranquilla, che i piloti cercheranno sicuramente di evitare le zone in cui è presente forte turbolenza, sono i primi a cui dà fastidio! Buon viaggio :mrgreen:
Ciao Francesco,
grazie anche a te per la tua risposta, che mi ha dato altri spunti di conoscenza su un fenomeno che vivo sempre come un improvviso calo di sicurezza del volo, pur sapendo non essere così.
Una cosa che mi ripeto spesso per tranquillizzarmi, è che alla "guida" del velivolo ci sono esseri umani, non macchine prive di emozioni e sentimenti, con il loro sacro santo desiderio di atterrare sani e salvi.
Nessun innato istinto suicida nei piloti :D e sebbene sembri una conclusione così imbarazzante nella sua ingenuità, a volte devo aggrapparmi proprio a questo pensiero per convincermi che non accadrà alcunchè e che ogni scelta, ogni manovra, tutto sarà sempre calibrato su un fine di prudenza e sicurezza.
Ma quando l'aereo comincia a sobbalzare come strattonato da forze invisibili e capricciose, faccio fatica a concentrarmi su pensieri razionali.... :oops:

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 6 settembre 2013, 0:18

Tatolina ha scritto:
flyingbrandon ha scritto:
il secondo di non pijarmi per il c**o....
Non sto prendendoti per il c**o, flybrandon. Ho sinceramente apprezzato i tuoi interventi in alcuni post che ho letto, ed ho scherzato un po' per alleggerire un argomento che è per me, come per tanti altri, fonte d'ansia.

Mi incuriosisce l'ultima domanda che mi poni, se ho un fermaglio per capelli. Ne ho, certo.
Attendo il prosieguo :?: :up:
No...attendo io il prosieguo...non hai risposto alle domande...tranne il fermaglio... :D
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 6 settembre 2013, 8:55

Tatolina ha scritto:
flyingbrandon ha scritto:
il secondo di non pijarmi per il c**o....
Non sto prendendoti per il c**o, flybrandon.
si riferiva al fatto che hai scritto ''intervento salvifico di flyingbrandon'', con sottolineature e grassetti vari.
il ragazzo è modesto e non ama particolarmente i complimenti, infatti io mi becco un vaffa ogni 5 minuti :mrgreen:
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(non te la prendere, gliel'avevo promesso :mrgreen: )
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da MartaP » 6 settembre 2013, 12:08

Tatolina ha scritto: Mi incuriosisce l'ultima domanda che mi poni, se ho un fermaglio per capelli. Ne ho, certo.
Attendo il prosieguo :up:
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 6 settembre 2013, 16:51

mermaid ha scritto: si riferiva al fatto che hai scritto ''intervento salvifico di flyingbrandon'', con sottolineature e grassetti vari.
il ragazzo è modesto e non ama particolarmente i complimenti, infatti io mi becco un vaffa ogni 5 minuti :mrgreen:
tatolinoooooooooooooooooooooooooo
(non te la prendere, gliel'avevo promesso :mrgreen: )
:D :D :D ora capisco!! :D
Non volevo interferire con una natura modesta. Attirare la sua attenzione, sì :P
Sono pronta a ricevere svariati vaffa anch'io :wink:

Ciao Mermaid :)

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 6 settembre 2013, 17:07

flyingbrandon ha scritto: Perché dovresti fermarlo? Al decollo...che ti piace....che controllo hai? In generale...quello che ti pare di controllare sei convinta di controllarlo? Essere cullati su una amaca lo sopporti o ti rilassi e basta?
Ok queste erano le domande rimaste in sospeso.
Perchè dovrei fermarlo, mi chiedi.
La risposta più ovvia sarebbe "perchè mi dà fastidio".
Ma è banalmente semplicistica. Lo dovrei controllare perchè mi crea un disagio mentale, più che fisico. Quel malessere che mi deriva dal dover riconoscere di non essere io a controllare una situazione.
Ribadisci, giustamente, che non ho il controllo al decollo, eppure me lo gusto commuovendomi.
La percezione della mancanza di controllo emerge quando si spengono le emozioni piacevoli, quando insorge la noia, quando l'ebbrezza e l'entusiasmo si assopiscono, quando il pensiero si riaggancia al reale e ricomincia a macinare motivi, per quanto irrazionali possano essere, per ridestare l'ansia.
So, ragionandoci, che non abbiamo mai il controllo su alcunchè nella nostra vita. Per lo meno, ciò è quanto la razionalità mi suggerisce. E nella mia quotidianità questa consapevolezza non mi disturba, probabilmente perchè rimugina nel profondo, senza dare troppi segnali evidenti, e le giornate trascorrono in una quasi beata convinzione che controllo o non controllo, non debba comunque accadere qualcosa che possa arrecarmi danno.
Ma lassù nel cielo, si scardinano certi equilibri. E ciò che dovrebbe farmi paura mi esalta, e viceversa.
Mi rilassa farmi cullare da un'amaca? Dipende. Se non la vedo ben agganciata agli alberi, se l'intreccio delle corde è sfilacciato, se l'anima mi scalpita per un qualche motivo, no, non mi rilassa.
Ma il tuo era un esempio come un altro, immagino. Lo raffronto con il dolce rollio di una barca sulla superficie quieta del mare, e allora ti posso dire, certo, mi rilassa molto. Ma se la barca è troppo lontana dalla riva, e sotto di me c'è un mare troppo buio e non c'è un salvagente, non mi rilassa per niente.
Ed ora il fermaglio :D
Ciao :)

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 6 settembre 2013, 17:39

Tatolina ha scritto: Ma è banalmente semplicistica. Lo dovrei controllare perchè mi crea un disagio mentale, più che fisico. Quel malessere che mi deriva dal dover riconoscere di non essere io a controllare una situazione.
Ribadisci, giustamente, che non ho il controllo al decollo, eppure me lo gusto commuovendomi.
La percezione della mancanza di controllo emerge quando si spengono le emozioni piacevoli, quando insorge la noia, quando l'ebbrezza e l'entusiasmo si assopiscono, quando il pensiero si riaggancia al reale e ricomincia a macinare motivi, per quanto irrazionali possano essere, per ridestare l'ansia.
Premesso che non esiste "so che....MA"...non esiste neanche "razionalmente ...MA"...il disagio è più mentale che fisico perché, di fatto, non ti da fastidio...ti fa paura. Hai detto che sai che non succede niente MA...in realtà non lo sai. Il fatto che al decollo, o in altri momenti della vita, il non avere il controllo non ti infastidisce significa che non è l'ossessione di avere il controllo (non averlo) che ti da fastidio. Eventualmente possiamo considerare che, a volte, sei consapevole di non averlo e questo ti da fastidio, mentre in altri momenti non sei consapevole di non averlo quindi...ti godi l'evento...qualsiasi esso sia. Il controllo, che tu sia consapevole o meno...non ce l'hai. Non ce l'hai neanche per qualcosa di banale da cui, eventualmente, dovrebbe partire il controllo....cioè te stessa. La cosa curiosa è che hai capovolto l'esistenza stessa...mi spiego. Quando ti emozioni, sei euforica, il contesto ti piace, stai cavalcando la realtà...non lasci spazio ai pensieri ma vivi quello che la realtà ti sta dando...cioè una emozione. Quando il tuo pensiero si riaggancia...è proprio dal reale che si stacca per spostarsi alla tua testa...che aldilà della scatola cranica e il contenuto anatomico, non è la realtà. I tuoi pensieri....sono pensieri. Quando si allineano alla realtà non distingui , perché non ti interessa farlo, ciò che è la realtà e ciò che sono i tuoi pensieri. Quando si discostano dalla realtà, non distingui lo stesso ma tu decidi di seguire il loro contenuto come reale. Perché invece di pensare a ciò che non è reale, non cavalchi la paura nello stesso modo? Come respiri quando inizia la turbolenza? Cosa fanno le tue mani? Dove guardi? Chi c'è lì intorno? Cosa provi? Come lo provi? Queste domande ti costringono , pur in una emozione meno piacevole a rimanere attaccata alla realtà. Conta i tuoi respiri quando sei sdraiata nel letto....contali a bordo dell'aereo...contali quando sei felice....contali quando sei stanca....quando hai paura....come cambia il tuo respiro? L'ansia è un pensiero proiettato al futuro...perché scappi da ciò che provi e ti proietti nel futuro? E non pensare di sapere che tutto andrà bene...non lo sai...ma come non lo sai per 1738833839 azioni della tua vita. Però è sicuro che, statisticamente, non stai facendo niente di più pericoloso di quelle azioni che quotidianamente compi.
Tatolina ha scritto: Mi rilassa farmi cullare da un'amaca? Dipende. Se non la vedo ben agganciata agli alberi, se l'intreccio delle corde è sfilacciato, se l'anima mi scalpita per un qualche motivo, no, non mi rilassa.
Ma il tuo era un esempio come un altro, immagino. Lo raffronto con il dolce rollio di una barca sulla superficie quieta del mare, e allora ti posso dire, certo, mi rilassa molto. Ma se la barca è troppo lontana dalla riva, e sotto di me c'è un mare troppo buio e non c'è un salvagente, non mi rilassa per niente.
Ed ora il fermaglio :D
Ciao :)
Se non è ben agganciata...se le corde sono sfilacciate...è un pericolo...ed è cosa buona che tu non ti rilassi...ma l'aereo, nei suoi sobbalzi nell'aria, è perfettamente a suo agio...come lo è la barca lontana dalla riva, con un mare troppo buio...ma è esattamente il momento in cui hai modo di riconoscere che ti stai distaccando dalla realtà che puoi esercitare su di te, quella "sensazione" di controllo che tanto ti è cara...perché allora non ne approfitti? Alla fine stai chiedendo alla tua vita più "controllo"...e proprio nel momento in cui hai quell'occasione...prendi aiutini...svalvoli...ti distacchi...scappi....beh...allora smettila di chiedere alla vita la facoltà di avere più controllo....non trovi?
Ciao!
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 6 settembre 2013, 18:00

Tatolina ha scritto: quando l'ebbrezza e l'entusiasmo si assopiscono,
Questo in generale...ma si riflette poi nel modo di vivere e spiega anche i meccanismi sul perché, spesso, ci sentiamo in dovere di turbarci. Quando l'ebbrezza e l'entusiasmo si assopiscono...non entra la noia...bensì la quiete. La società, in generale, non ti vuole in quiete...perché dalla quiete hai una visione più ampia....sei più lucida...ti riposi...capisci l'importanza della tua vita...e questo, per la società, non è un bene. Ci sono persone che pur di non smettere di sentire un turbamento dentro di sé...lo provoca. Non riuscendo a provocare sempre entusiasmo...va bene anche l'ansia. Se tu riuscissi, quando passa l'entusiasmo...a goderti la quiete...ritroveresti l'entusiasmo...e lo ritroverai anche nella paura...perché l'entusiasmo...l'ebbrezza...possono avere una scintilla da un evento esterno ma...sono cose che provengono dall'interno...e quando impari questo...il tuo fermaglio lo userai come un fermaglio...intanto, però, tienilo a portata di mano.
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 6 settembre 2013, 20:32

flyingbrandon ha scritto: Hai detto che sai che non succede niente MA...in realtà non lo sai.
Certo, questo è il ragionevole margine di dubbio che aleggia su ogni singolo istante delle nostre esistenze. Il controllo e la certezza sono parvenza; ne abbiamo probabilmente chiara memoria dentro di noi, ma la mente si lascia assuefare dall'illusione di infinitudine, e solo in determinati eventi o situazioni quella consapevolezza riemerge, a volte come un sussurro, altre con la prepotenza di un attacco d'ansia. E' vero, in realtà, nessuno di noi può essere certo che non accada niente. E questo è un punto a favore della mia ansia :D
flyingbrandon ha scritto:
Quando il tuo pensiero si riaggancia...è proprio dal reale che si stacca per spostarsi alla tua testa...che aldilà della scatola cranica e il contenuto anatomico, non è la realtà. I tuoi pensieri....sono pensieri.
Dissento. Propendo per la corrente che identifica la realtà con il pensiero. Chiamala pure "realtà soggettiva" se preferisci, ma al di là di questa non possiamo avere altra percezione del reale. Nessuno di noi può vantare d'aver conosciuto ciò che sta fuori da sè nella sua oggettività. Ammesso che ci sia qualcosa di fermamente oggettivo fuori dalla nostra mente. Gli esperimenti al CERN stanno ribaltando la nostra convinzione sulla realtà e la fisica quantistica ci sta aprendo degli squarci di conoscenza inimmaginabili e fascinosamente inquietanti su ciò che ci ostiniamo a voler riconoscere come mondo fisico che ci circonda. Sappiamo ora che nelle parti più infinitesimali dell'atomo l'osservazione modifica il comportamento della materia, il che prelude ad un legittimo dubbio che non ci sia alcunchè di fisso, determinato e fisicamente conoscibile oltre la realtà che è frutto del nostro pensiero.
Sin dalle epoche più antiche, i filosofi che maggiormente hanno sondato la profondità della mente umana ed i misteri del creato hanno compreso che "sei ciò che pensi", e ciò vale anche per ciò che proietti verso l'esterno, verso la realtà che credi di vedere e percepire.
flyingbrandon ha scritto: Perché invece di pensare a ciò che non è reale, non cavalchi la paura nello stesso modo? Come respiri quando inizia la turbolenza? Cosa fanno le tue mani? Dove guardi? Chi c'è lì intorno? Cosa provi? Come lo provi? Queste domande ti costringono , pur in una emozione meno piacevole a rimanere attaccata alla realtà. Conta i tuoi respiri quando sei sdraiata nel letto....contali a bordo dell'aereo...contali quando sei felice....contali quando sei stanca....quando hai paura....come cambia il tuo respiro? L'ansia è un pensiero proiettato al futuro...perché scappi da ciò che provi e ti proietti nel futuro?
Una bella svalangata di domande.
Partendo dal presupposto che non posso pensare a ciò che non è reale, in quanto per la mente tutto ciò che diviene pensiero è reale, mi chiedi perchè non cavalco la paura nello stesso modo. Perchè la paura non so cavalcarla, so soltanto farmene travolgere.
Ma scrivi qualcosa di particolarmente interessante in un passaggio successivo...

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 6 settembre 2013, 20:44

flyingbrandon ha scritto: Questo in generale...ma si riflette poi nel modo di vivere e spiega anche i meccanismi sul perché, spesso, ci sentiamo in dovere di turbarci. Quando l'ebbrezza e l'entusiasmo si assopiscono...non entra la noia...bensì la quiete. La società, in generale, non ti vuole in quiete...perché dalla quiete hai una visione più ampia....sei più lucida...ti riposi...capisci l'importanza della tua vita...e questo, per la società, non è un bene. Ci sono persone che pur di non smettere di sentire un turbamento dentro di sé...lo provoca. Non riuscendo a provocare sempre entusiasmo...va bene anche l'ansia. Se tu riuscissi, quando passa l'entusiasmo...a goderti la quiete...ritroveresti l'entusiasmo...e lo ritroverai anche nella paura...perché l'entusiasmo...l'ebbrezza...possono avere una scintilla da un evento esterno ma...sono cose che provengono dall'interno...e quando impari questo...il tuo fermaglio lo userai come un fermaglio...intanto, però, tienilo a portata di mano.
Esattamente.
Ho pensato spesso a ciò che esprimi in questo post.
Il dovere di crearmi i presupposti per sentirmi viva. Attraverso l'emozione eccessiva, che sia piacevole o meno.
Un'inquietudine nell'anima che scalpita, sbuffa e si arruffa, come un animale in gabbia che non sa dimenticare l'inebriante profumo della libertà.
Perchè come scrivi centrando perfettamente l'obiettivo, mi adatto male alla società che mi circonda e che mi vorrebbe plasmare per tenermi sotto controllo.
La mia ansia, che è più insofferenza all'imposizione ed alla ristrettezza di movimento che questa società permette, è crisi di astinenza dalle emozioni, che cerco famelica...e non appena mi si affaccia alla mente un accenno di noia, o se preferisci chiamarla percezione dello scorrere del tempo senza avere la possibilità di arrestarlo, mi sembra di sprofondare in un abisso.
Ma forse le turbolenze ed il gran malessere che mi creano non hanno alcunchè a che fare con tutto questo...E forse neanche il senso di claustrofobia che avverto in tutte le situazioni in cui non ravviso un immediata via di fuga, come la cabina di un aereo, un ascensore, un'autostrada, un grattacielo...
Ed il fermaglio?
:mrgreen:

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 7 settembre 2013, 7:40

Tatolina ha scritto: Certo, questo è il ragionevole margine di dubbio che aleggia su ogni singolo istante delle nostre esistenze. Il controllo e la certezza sono parvenza; ne abbiamo probabilmente chiara memoria dentro di noi, ma la mente si lascia assuefare dall'illusione di infinitudine, e solo in determinati eventi o situazioni quella consapevolezza riemerge, a volte come un sussurro, altre con la prepotenza di un attacco d'ansia. E' vero, in realtà, nessuno di noi può essere certo che non accada niente. E questo è un punto a favore della mia ansia
Al contrario. È un punto a sfavore dell'ansia. La cosa certa, a livello fisico, è che tutti moriremo. Tutto ciò che fai , nel corso della tua vita, ha come conclusione la morte. Se c'è vita, c'è anche la morte e proprio con la consapevolezza dell'unica certezza, l'ansia non ha senso. Se accetti di morire, ed è necessario farlo, puoi dedicarti a vivere completamente. La paura, e non l'ansia, è funzionale alla tua sopravvivenza. Ma la paura, quella vera, non frutto di un pensiero fallace, è sempre nel presente. Ciò ti permette, anche a livello fisiologico, di gestire una situazione "pericolosa" e  ti permette di continuare a vivere. Una propria analisi "futura", consapevole di essere un pensiero, può farti adottare delle strategie atte ad evitare spiacevoli sorprese ma, con la consapevolezza che non è, in quel momento, una situazione di stress che richieda una risposta fisiologica coerente con un effettivo pericolo. Distaccarsi dai propri pensieri, significa proprio essere consapevoli che sono pensieri. Poi ritorniamo a parlare di perché i pensieri non siano la realtà. 
Tatolina ha scritto: Dissento. Propendo per la corrente che identifica la realtà con il pensiero. Chiamala pure "realtà soggettiva" se preferisci, ma al di là di questa non possiamo avere altra percezione del reale. Nessuno di noi può vantare d'aver conosciuto ciò che sta fuori da sè nella sua oggettività. Ammesso che ci sia qualcosa di fermamente oggettivo fuori dalla nostra mente. Gli esperimenti al CERN stanno ribaltando la nostra convinzione sulla realtà e la fisica quantistica ci sta aprendo degli squarci di conoscenza inimmaginabili e fascinosamente inquietanti su ciò che ci ostiniamo a voler riconoscere come mondo fisico che ci circonda. Sappiamo ora che nelle parti più infinitesimali dell'atomo l'osservazione modifica il comportamento della materia, il che prelude ad un legittimo dubbio che non ci sia alcunchè di fisso, determinato e fisicamente conoscibile oltre la realtà che è frutto del nostro pensiero.
Sin dalle epoche più antiche, i filosofi che maggiormente hanno sondato la profondità della mente umana ed i misteri del creato hanno compreso che "sei ciò che pensi", e ciò vale anche per ciò che proietti verso l'esterno, verso la realtà che credi di vedere e percepire. "
No...non è del tutto corretto. Da un punto di vista squisitamente fisico...alla luce della fisica quantistica, la realtà è una sovrapposizione di stati, individuata da una funzione di stato, che rappresenta la densità di probabilità che un determinato stato "accada". Come hai correttamente sottolineato, l'osservazione, fa precipitare questa sovrapposizione in un unico stato. Una volta che è precipitato la realtà è quella. Che tu sia la prima a far precipitare una sovrapposizione di stati o che sia io, a quel punto lo stato è ben definito. A questo riguardo ci sono degli studi riguardanti l'effetto della "coscienza collettiva" sulla realtà. Quindi esiste una realtà oggettiva, così come esiste una realtà, che tu chiami "soggettiva". E non è neanche corretto dire che la realtà, senza la nostra osservazione non esista...perché esistono delle fluttuazioni del vuoto quantistico che creano degli addensamenti di energia che si manifestano con la creazione e annichilazione di certe particelle. Ora...non voglio fare un trattato fisico sulla realtà ma ho accennato a questa rappresentazione solo per mostrarti che non tutto ciò che pensiamo è "reale"...e comunque, a maggior ragione, sarebbe paradossale essere ansiosi mentre siamo "creatori" di questa realtà. Perché dovresti scegliere proprio quella, a tuo parere, negativa? E ancora...una cosa certa, quasi come la morte, è il fatto che la percezione che tu hai della realtà, quindi la tua realtà soggettiva, di fatto influenza il tuo modo di vivere, a prescindere dal resto di ciò che ti circonda. Non trovi quindi più probabile che tu possa fare qualcosa per te, prima di cambiare lo stato di eccitazione di un atomo di idrogeno attraverso il pensiero? Comunque sia, qualcosa diventa realtà solo quando si manifesta nel "presente". Se tu , durante una turbolenza pensi al peggio, se ciò non si avvera, è certo che ciò che hai pensato non sia reale. Non concordi? A questo punto puoi utilizzare il tuo pensiero , come ausilio alla tu realtà, creando o interpretando ciò che c'è, piuttosto che immaginare ciò che, al momento, non c'è. Se tu, come ti ho detto, pensi al tuo respiro od osservi qualsiasi cosa sia in quel momento, stai certamente vivendo la realtà...con i tuoi pensieri proiettati al futuro ciò non può accadere. Non puoi essere ansiosa se osservi ciò che c'è...puoi avere paura...puoi incazzarti...ma non essere ansiosa. Sugli antichi possiamo parlare...mi trovi d'accordo sul fatto che "crei ciò che sei" piuttosto che "sei quello che pensi"...perché tu, non sei un pensiero...così come non sei la tua mano...non sei solo un corpo...
Tatolina ha scritto: "Una bella svalangata di domande. 
Partendo dal presupposto che non posso pensare a ciò che non è reale, in quanto per la mente tutto ciò che diviene pensiero è reale, mi chiedi perchè non cavalco la paura nello stesso modo. Perchè la paura non so cavalcarla, so soltanto farmene travolgere.
Ma scrivi qualcosa di particolarmente interessante in un passaggio successivo..."
Certo che puoi pensare a qualcosa che non è reale...non dirmi che non ti è mai capitato?!? La paura non va cavalcata in modo diverso da come cavalchi le altre emozioni...quindi se sei capace con il resto lo sei anche con la paura. La paura non ti può travolgere perché solo tu puoi "decidere" di farti travolgere...dai alla tua mente il potere di creare, adirittura, solo realtà...ma la tua mente è parte di te...e tu, semmai, divina essenza del tuo essere, puoi utilizzare la tua mente come ausilio e non come arma contro di te. Il pensiero lo puoi rendere funzionale...il tuo stato d'ansia è proprio la "spia" che non sei funzionale a ciò che fai...non vivi dove dovresti....cioè QUI e ORA...magari pensi a cosa vorresti...oppure a cosa non vorresti....o cosa dovrebbe essere...sono tutti pensieri non funzionali a ciò che è, soprattutto nel momento in cui li vivi "reali". 
Tatolina ha scritto: Esattamente. 
Ho pensato spesso a ciò che esprimi in questo post. 
Il dovere di crearmi i presupposti per sentirmi viva. Attraverso l'emozione eccessiva, che sia piacevole o meno. "
Il sentirti viva non passa necessariamente dalla creazione dei presupposti affinché "forti emozioni ti accolgano", ma passa, a mio modo di vedere, dalla consapevolezza di esserlo. La vita è emozionante...anche se non ci metti del tuo per "soffrire". Non penso che tu metta sempre due dita nella spina per sentire la corrente...ne puoi percepire l'esistenza attraverso la sua manifestazione...ad esempio la luce che si accende. Analogamente puoi essere consapevole della tua vita in ogni manifestazione, in ogni azione, in ogni emozione...senza nessuna forzatura o distorsione...
Tatolina ha scritto:"Un'inquietudine nell'anima che scalpita, sbuffa e si arruffa, come un animale in gabbia che non sa dimenticare l'inebriante profumo della libertà.
Perchè come scrivi centrando perfettamente l'obiettivo, mi adatto male alla società che mi circonda e che mi vorrebbe plasmare per tenermi sotto controllo."
E tu non farti tenere sotto controllo. Abbandonare gli schemi di pensiero che non ti permettono "libertà" è un ottimo modo per non essere controllata...
Tatolina ha scritto:  
La mia ansia, che è più insofferenza all'imposizione ed alla ristrettezza di movimento che questa società permette, è crisi di astinenza dalle emozioni, che cerco famelica...e non appena mi si affaccia alla mente un accenno di noia, o se preferisci chiamarla percezione dello scorrere del tempo senza avere la possibilità di arrestarlo, mi sembra di sprofondare in un abisso.
Ma forse le turbolenze ed il gran malessere che mi creano non hanno alcunchè a che fare con tutto questo...E forse neanche il senso di claustrofobia che avverto in tutte le situazioni in cui non ravviso un immediata via di fuga, come la cabina di un aereo, un ascensore, un'autostrada, un grattacielo...
Hanno sì a che fare con questo. Quello che , penso, ti sfugga, è che non è la società che può privarti della libertà...neanche delle tue emozioni...ciò che ti rende ansiosa....sei tu. Tu sprofondi nell'abisso...tu ricerchi, la fuori, qualcosa che senti mancare...ma la tua ricerca è e sarà vana...ciò che ti va stretto la fuori lo puoi modificare dentro...
Tatolina ha scritto: Ed il fermaglio?
È un fermaglio. 
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 7 settembre 2013, 10:50

Tatolina ha scritto:
Partendo dal presupposto che non posso pensare a ciò che non è reale,
...si chiama fantasia.. immaginazione...
guarda i disegni dei bambini, ma anche la mitologia.... il mio nick! mezza donna e mezzo pesce... non riesci ad immaginartelo? e tutte le pippe mentali che ci si fa in amore\sul lavoro\sugli amici.....
ma, soprattutto, ogni pensiero legato al futuro non è reale, perchè il futuro non lo è.. non esiste ancora e, quando esisterà, le probabilità che sia esattamente come te lo eri immaginato tu è di circa 1/tuttelestelledell'universo....
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 7 settembre 2013, 10:57

flyingbrandon ha scritto: Se accetti di morire, ed è necessario farlo, puoi dedicarti a vivere completamente.
Ottimi spunti di riflessione e confronto.
Accettare di morire. Me lo ripeto mentalmente, accettaredimorireaccettaredimorireaccettaredimorire.
Ma qualcosa suona estraneo, ipocrita.
La nostra mente osservando la ciclicità del corso degli eventi, assimila l'idea di finitezza delle cose. La incamera come presupposto inscindibile dell'esistenza. Tutto ha inizio ed una fine. Ma non riesco a credere che questo ci permetta di accettare l'idea della nostra finitudine. "Nostra" in un'accezione totalmente soggettiva, unica ed esclusiva, non estesa al resto dei viventi. Per quanto io cerchi di avvicinarmi con serenità a quel presupposto, che IO prima o poi finirò, ci sarà sempre uno spazio infinitesimale magari solo in una delle mie cellule cerebrali che non potrà accogliere questa "certezza". La ritengo una sorta di distorsione dell'umano sentire, l'incapacità di preludere non razionalmente, ma emotivamente, ad un inizio che dovrebbe accomodarsi entro un tempo limitato.
Ma concordo su quanto scrivi: è proprio il sentore di una limitatezza che ci sprona a vivere con maggior vigore. Sempre che questa consapevolezza non diventi soverchiante, a tal punto da rendere invivibile ogni istante dell'esistenza perchè si teme la prossima ed ignota fine.
Non ho paura della morte in sè.
Temo il dolore che potrebbe accompagnarla. La lucidità ed il tempo di rendermene conto. Perchè, oltre alla sofferenza fisica, è l'assillo dell'oblio a rendermi amara la morte.
Perchè ciò che spaventa di quel passaggio, è la negazione di eternità. Che non è per forza metafisica, ma anche solo timore che nei ricordi di chi ti sopravvive si spenga la memoria di te. Che il tuo nome venga dimenticato, che nessuno mai si ritrovi a pensare a te ed ai passi che hai mosso su questa terra. Che non ci sarà trasmissione del tuo dna, che tutto il tuo essere sarà davvero soltanto materia organica che si dissolve sottoterra.

flyingbrandon ha scritto: La paura, e non l'ansia, è funzionale alla tua sopravvivenza. Ma la paura, quella vera, non frutto di un pensiero fallace, è sempre nel presente. Ciò ti permette, anche a livello fisiologico, di gestire una situazione "pericolosa" e ti permette di continuare a vivere.
Sì, concordo pienamente.
flyingbrandon ha scritto: A questo riguardo ci sono degli studi riguardanti l'effetto della "coscienza collettiva" sulla realtà. Quindi esiste una realtà oggettiva, così come esiste una realtà, che tu chiami "soggettiva". E non è neanche corretto dire che la realtà, senza la nostra osservazione non esista...perché esistono delle fluttuazioni del vuoto quantistico che creano degli addensamenti di energia che si manifestano con la creazione e annichilazione di certe particelle.
La coscienza collettiva non è una percezione con conseguente rappresentazione della realtà che la rende oggettiva ed inconfutabile. E' piuttosto un' ipotesi di vasta connessione sinaptica che va ad abbracciare ogni essere pensante. Un collegamento frequenziale ad un'unica banca dati che si alimenta delle percezioni soggettive per riassemblarle in un'unica immagine, che diviene il punto d'appoggio per le successive rielaborazioni.
Considero la mente un hard disk collegato ad un server centrale, dal quale dipende e che a sua volta gestisce. Un interscambio continuo di bit che concorre alla formazione di un'idea estesa. Ma che non è per forza la fedele rappresentazione di ciò che è, ma il risultato del lavoro di miliardi di inconsapevoli programmatori.
Forse esiste, là, fuori da noi, una realtà oggettiva. Ma non saremo mai in grado di conoscerla.
flyingbrandon ha scritto: Ora...non voglio fare un trattato fisico sulla realtà ma ho accennato a questa rappresentazione solo per mostrarti che non tutto ciò che pensiamo è "reale"...e comunque, a maggior ragione, sarebbe paradossale essere ansiosi mentre siamo "creatori" di questa realtà.
Tutto ciò che pensiamo è reale, nel senso che lo è per la nostra mente. La quale non sa distinguere tra finzione e realtà. La mente non tocca, non sperimenta, non odora, non soffre fisicamente. Tutto è elaborato dalla mente sotto forma di giunzioni sinaptiche, impulsi elettrici o chimici che si traducono in un pensiero, un'idea, un'immagine, una sensazione. Tutto ciò che è fisico è vissuto da noi successivamente all'elaborazione sinaptica. Ed alla mente poco importa che ciò derivi da uno stimolo fisico reale. Ne sono prova evidente i sogni, in cui le sensazioni che proviamo sono vivide e potenti tanto quanto (addirittura di più) di quelle che proviamo negli stati di veglia. Per la mente, ciò che sogniamo è reale. E' una realtà parallela per niente dissimile da quella che viviamo quando apriamo gli occhi.

Dici che è paradossale essere ansiosi per una realtà che noi creiamo.
Questo è un plausibile paradosso, dal momento che non è automatico avere la consapevolezza di questo nostro ruolo di plasmatori di ciò che consideriamo la nostra realtà. E anche avvicinandoci a questa consapevolezza, ci vuole del tempo e paziente lavoro di riprogrammazione mentale per staccarsi dagli schemi imposti fin dal nostro primo istante di vita, ovvero di non essere padroni di alcunchè riguardo la nostra esistenza.
flyingbrandon ha scritto: Perché dovresti scegliere proprio quella, a tuo parere, negativa? E ancora...una cosa certa, quasi come la morte, è il fatto che la percezione che tu hai della realtà, quindi la tua realtà soggettiva, di fatto influenza il tuo modo di vivere, a prescindere dal resto di ciò che ti circonda. Non trovi quindi più probabile che tu possa fare qualcosa per te, prima di cambiare lo stato di eccitazione di un atomo di idrogeno attraverso il pensiero?
Perchè scelgo proprio quella negativa.
Perchè sono stata programmata a fare questo.
E ci sto lavorando per modificare gli input in tal senso.
flyingbrandon ha scritto: Se tu , durante una turbolenza pensi al peggio, se ciò non si avvera, è certo che ciò che hai pensato non sia reale. Non concordi?


Mmmh. Analizzo ciò che provo durante le turbolenze.
Di getto, come già ho scritto, l'ansia che provo è perchè non posso fermare qualcosa che mi dà fastidio. Fisicamente, prima di tutto. Così come mi danno fastidio certe frequenze sonore, l'abbaglio della luce troppo forte, lo spintonamento di una massa chiassosa di gente.
Sicuramente c'è la paura che l'aereo precipiti, ma è latente e non saprei dire se è determinante nel mio stato d'ansia di quei momenti.
flyingbrandon ha scritto: Se tu, come ti ho detto, pensi al tuo respiro od osservi qualsiasi cosa sia in quel momento, stai certamente vivendo la realtà...
Ma chi lo dice che voglio vivere quella realtà? :mrgreen: Quando l'aereo comincia a sobbalzare, io vorrei soltanto essere da un'altra parte, con i piedi ben piantati per terra. Quindi, non voglio concentrarmi su quel "qui ed ora", perchè non mi piace per niente. :mrgreen:


flyingbrandon ha scritto: mi trovi d'accordo sul fatto che "crei ciò che sei" piuttosto che "sei quello che pensi"...perché tu, non sei un pensiero...così come non sei la tua mano...non sei solo un corpo...
Dissento.
Come possiamo creare ciò che siamo, se già siamo e già siamo ciò che pensiamo. E pensiamo ciò che ci è stato indotto di pensare. E prima di arrivare alla consapevolezza di questa induzione, sempre che ci si arrivi, i "danni" alla nostra struttura originaria, sempre che ci sia e che tutti noi non si parta da una immacolata tabula rasa, sono tali da riuscire a ristrutturarla solo in parte?

flyingbrandon ha scritto:
ma la tua mente è parte di te...e tu, semmai, divina essenza del tuo essere, puoi utilizzare la tua mente come ausilio e non come arma contro di te. Il pensiero lo puoi rendere funzionale...il tuo stato d'ansia è proprio la "spia" che non sei funzionale a ciò che fai...non vivi dove dovresti....cioè QUI e ORA... 
Continuo a dire: è proprio il qui ed ora che vivo a non piacermi. E tu mi dirai: allora cambialo. Lo riconosci come qualcosa di estraneo, hai il potere di cambiarlo. Hai ragione. Ma qualcosa mi si è inceppato in questo processo, e non ne vengo fuori.
flyingbrandon ha scritto:
Hanno sì a che fare con questo. Quello che , penso, ti sfugga, è che non è la società che può privarti della libertà...neanche delle tue emozioni...ciò che ti rende ansiosa....sei tu. Tu sprofondi nell'abisso...tu ricerchi, la fuori, qualcosa che senti mancare...ma la tua ricerca è e sarà vana...ciò che ti va stretto la fuori lo puoi modificare dentro...
Appunto. Vedi sopra.
flyingbrandon ha scritto:
È un fermaglio. 
Eh no, eh!! Non puoi mica liquidarmi così la storia del fermaglio! :mrgreen:
Ma credo di capire a cosa servisse lo stratagemma.

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 7 settembre 2013, 10:58

mermaid ha scritto:
Tatolina ha scritto:
Partendo dal presupposto che non posso pensare a ciò che non è reale,
...si chiama fantasia.. immaginazione...
guarda i disegni dei bambini, ma anche la mitologia.... il mio nick! mezza donna e mezzo pesce... non riesci ad immaginartelo? e tutte le pippe mentali che ci si fa in amore\sul lavoro\sugli amici.....
ma, soprattutto, ogni pensiero legato al futuro non è reale, perchè il futuro non lo è.. non esiste ancora e, quando esisterà, le probabilità che sia esattamente come te lo eri immaginato tu è di circa 1/tuttelestelledell'universo....

Ciò che intendevo è che tutto per la nostra mente è reale. Anche la fantasia e l'immaginazione :)

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 7 settembre 2013, 11:14

Tatolina ha scritto:
mermaid ha scritto:
Tatolina ha scritto:
Partendo dal presupposto che non posso pensare a ciò che non è reale,
...si chiama fantasia.. immaginazione...
guarda i disegni dei bambini, ma anche la mitologia.... il mio nick! mezza donna e mezzo pesce... non riesci ad immaginartelo? e tutte le pippe mentali che ci si fa in amore\sul lavoro\sugli amici.....
ma, soprattutto, ogni pensiero legato al futuro non è reale, perchè il futuro non lo è.. non esiste ancora e, quando esisterà, le probabilità che sia esattamente come te lo eri immaginato tu è di circa 1/tuttelestelledell'universo....

Ciò che intendevo è che tutto per la nostra mente è reale. Anche la fantasia e l'immaginazione :)
avevo inteso male,scusa.. ma anche qui non concordo pienamente...
l'ho già scritto da qualche altra parte, da qualche tempo ho dei problemi a guidare sulle strade sopraelevate che non conosco (per intenderci, non sulla tangenziale di milano che potrei fare bendata) e sui tornanti in montagna quando sono dal lato della valle. la mia mente percepisce velocità folli e macchina sull'orlo del precipizio, nonostante la lancetta indichi chiaramente 60kmh e la mezzeria centrata nel cofano.
la realtà è palesemente diversa da quello che la mia mente crede, ma io ho la tachicardia e le mani gelate e sudate, quindi il mio corpo reagisce a quello che la mia mente crede, non alla realtà che le sta chiaramente di fronte.
avrei bisogno di riallineare le due percezioni, ma non trovo la causa che ha creato questo sfasamento......
Ti!

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 7 settembre 2013, 11:16

questo per dire che non è per forza reale ciò che la mente crede sia tale.
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 7 settembre 2013, 11:24

mermaid ha scritto: l'ho già scritto da qualche altra parte, da qualche tempo ho dei problemi a guidare sulle strade sopraelevate che non conosco (per intenderci, non sulla tangenziale di milano che potrei fare bendata) e sui tornanti in montagna quando sono dal lato della valle. la mia mente percepisce velocità folli e macchina sull'orlo del precipizio, nonostante la lancetta indichi chiaramente 60kmh e la mezzeria centrata nel cofano.
la realtà è palesemente diversa da quello che la mia mente crede, ma io ho la tachicardia e le mani gelate e sudate, quindi il mio corpo reagisce a quello che la mia mente crede, non alla realtà che le sta chiaramente di fronte.
avrei bisogno di riallineare le due percezioni, ma non trovo la causa che ha creato questo sfasamento......
Ma chi ti assicura che ciò che percepisci non sia reale e che si tratti soltanto di uno sfasamento?
E' provocatoria questa domanda, ovviamente, ma è plausibile. In quanto non possiamo affermare con certezza che la tua percezione sia distorta rispetto a ciò che c'è all'esterno della tua mente.
Ed infatti, confermi quanto io scrivo: che per la mente non c'è distinzione fra ciò che è reale e ciò che è frutto di una distorsione percettiva. Per la mente quella che ti fa sudare e gelare le mani è, in quel momento, l'unica realtà possibile.
Potrei dare ragione a flybrandon, aggiungendo che ribaltando il pensiero al riguardo, la tua mente creerebbe una realtà diversa che non ti causerebbe alcuno stato di disagio. Ma torniamo quindi al solito nocciolo della questione: è sempre la mente a comandare ogni cosa. E noi diveniamo ciò che la mente sta pensando in quel momento.
E' sicuramente errato considerare il sè e la mente due entità distinte. Ma è così, in effetti, che la percepiamo.
Continuiamo a dire "devo controllare la mia mente" come se questa avesse facoltà di esistere separatamente dal nostro sè e dover essere addomesticata al nostro volere.
Ma non dovremmo essere una cosa unica?

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 7 settembre 2013, 12:04

Tatolina ha scritto:
Ma chi ti assicura che ciò che percepisci non sia reale e che si tratti soltanto di uno sfasamento?
E' provocatoria questa domanda, ovviamente, ma è plausibile. In quanto non possiamo affermare con certezza che la tua percezione sia distorta rispetto a ciò che c'è all'esterno della tua mente.
Ed infatti, confermi quanto io scrivo: che per la mente non c'è distinzione fra ciò che è reale e ciò che è frutto di una distorsione percettiva. Per la mente quella che ti fa sudare e gelare le mani è, in quel momento, l'unica realtà possibile.
Potrei dare ragione a flybrandon, aggiungendo che ribaltando il pensiero al riguardo, la tua mente creerebbe una realtà diversa che non ti causerebbe alcuno stato di disagio. Ma torniamo quindi al solito nocciolo della questione: è sempre la mente a comandare ogni cosa. E noi diveniamo ciò che la mente sta pensando in quel momento.
E' sicuramente errato considerare il sè e la mente due entità distinte. Ma è così, in effetti, che la percepiamo.
Continuiamo a dire "devo controllare la mia mente" come se questa avesse facoltà di esistere separatamente dal nostro sè e dover essere addomesticata al nostro volere.
Ma non dovremmo essere una cosa unica?
la mia razionalità me lo assicura: io vedo che sto andando piano (tutti mi superano, sui tornanti arrivo a fermarmi prima di affrontare la curva), gli strumenti me lo confermano, le persone che viaggiano con me me lo dicono. io SO razionalmente che non sono in pericolo, ma il mio corpo reagisce in maniera incongrua. la mia mente mi sta dando un segnale di allarme che, ovviamente, non è legato alla guida, ma a qualcosa di più profondo del mio vissuto. è questo che sto cercando. e infatti io non ho paura di guidare, non credo che la macchina, nè i ponti, nè i tornanti siano pericolosi ( a differenza di chi proietta sull'aereo, il decollo o le turbolenze l'origine delle sue paure)
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 7 settembre 2013, 12:11

Tatolina ha scritto:
Ma chi ti assicura che ciò che percepisci non sia reale e che si tratti soltanto di uno sfasamento?
E' provocatoria questa domanda, ovviamente, ma è plausibile. In quanto non possiamo affermare con certezza che la tua percezione sia distorta rispetto a ciò che c'è all'esterno della tua mente.
Rispondo prima a questo post...poi torno su. Anche qua tu cerchi certezza...a me non interessa avere la certezza che quella sia la realtà reale reale...o la realtà 364758/KK....definisco reale ciò che mi fornisce esperienza. Se in natura è tutto così "armonico", non ha senso che io debba percepire distorto, stare male, quando posso stare bene e in armonia. Preferisci pensare che tu stia vivendo la realtà e io una pacifica illusione? Ok...io non ho ansie...tu sì. Io uso "anomalie" della mia percezione come segnale di un qualcosa di disarmonico. Puntualmente , quando riporto la consapevolezza sul momento, il resto si aggiusta. A me non interessa avere una visione certa...non mi interessa aver ragione...non mi interessa capire l'universo e ogni suo meccanismo....definire....penso ci siano cose che non conosciamo e cose inconoscibili...mi limito a vivere curiosamente...ma il non dover trovare sempre e necessariamente una risposta, perché potrebbe non esserci, non mi da alcun fastidio. Tu ti attorcigli su delle definizioni. Belle...filosoficamente corrette...ma praticamente "inutili" se questa è la tua "qualità di vita". Io sono terra terra...io voglio vivere bene...voglio capirmi...e dove non mi capisco continuo a cercare. Per me un "disagio" è necessariamente un disturbo...ma se pensassi "non lo voglio"..."mi va stretto"..."ma come...ma io..."...mi allontanerei sempre più da ciò che è "reale", la mia esperienza...che in quel momento è avere il disagio, per generarmi semplicemente frustrazione...ansia...negazione...tu avresti una realtà più reale vista la quantita di pensieri ma, ripeto, non ne vedo l'utilità...visto il tuo disagio aumenterebbe e basta. In natura, piante, animali...sono in armonia...perché non dovrei esserlo io? Se l'avere un qualcosa in più rispetto ad un albero significa vivere peggio di un albero...allora significa che sto usando male quel qualcosa in più. Quel disagio è la mia chiave.
Tatolina ha scritto: Ed infatti, confermi quanto io scrivo: che per la mente non c'è distinzione fra ciò che è reale e ciò che è frutto di una distorsione percettiva. Per la mente quella che ti fa sudare e gelare le mani è, in quel momento, l'unica realtà possibile.
Scusami...mi permetto...ma qui commetti proprio un errore. Se non ci fosse distinzione, non avresti neanche la possibilità di dirlo. Affermare che la mente, e i pensieri, hanno il potere di modificare TUTTO ciò che ti riguarda è ovvio...lo penso anche io...sono un sostenitore di questo. Proprio perché TU non sei "la mente"...puoi renderti conto, aldilà delle definizioni da fighetto, di ciò che stai vivendo come esperienza reale e ciò che stai immaginando come tale. Il pensiero viene proprio utilizzato per modificare il proprio corpo...così come si può essere consapevoli del proprio corpo e modificare i pensieri. I ritmi, le posture, tutto influenza il corpo e la mente...ma tu non sei " IL CORPO" così come non sei "LA MENTE". Sono stati fatti un sacco di esperimenti anche per vedere la possibilità di apprendere abilità manuali semplicemente immaginando...o sviluppare il fisico semplicemente immaginando di sollevare pesi. Hanno diviso 3 campioni di persone...chi non faceva né una né l'altra cosa....chi solo pensando...chi "realmente". La cosa strabilianti è che ci sono state modificazioni a livello di percorso sinaptico, a livello di volume muscolare rispetto a chi non faceva na mazza...ma inferiore, e questo non mi stupisce, rispetto a chi faceva quel determinato "esercizio". L'hanno ripetuto con diverse "abilità"...suonare il piano...con gesti atletici...insomma un bello studio ma...mentre tu ti soffermeresti a dire che non c'è differenza tra pensiero e realtà perché entrambi i gruppi sono migliorati rispetto a chi non faceva né una né l'altra cosa...io invece sostengo che la mente sia un ausilio, importante, per l'esistenza...che permette anche di evolvere nella direzione desiderata ma...poi l'esperienza è un passo successivo. Se tieni la mente consapevole l'esperienza acquista valore...è vera esperienza e non un mero episodio "vissuto". Ma se vivi solo il pensiero della tua mente....ti manca l'esperienza...che per quanto simile è diverso dalla realtà "mentale".
Tatolina ha scritto: . Ma torniamo quindi al solito nocciolo della questione: è sempre la mente a comandare ogni cosa. E noi diveniamo ciò che la mente sta pensando in quel momento.
La mente comanda se la lasci comandare. La mente non comanda se riconosci che il pensiero è un prodotto della mente. Se sei consapevole della mente, significa che c'è qualcosa "oltre" la mente....e quel qualcosa sei tu. Se ti identifichi con la mente...allora sei inconsapevole e tu fai ciò per cui la tua mente è stata programmata...cioè vivi di schemi, comportamenti appresi. Non dovresti MAI diventare ciò che la mente pensa...ma fare in modo che la mente ti aiuti ad essere ciò che vuoi.
Tatolina ha scritto: E' sicuramente errato considerare il sè e la mente due entità distinte. Ma è così, in effetti, che la percepiamo.
Continuiamo a dire "devo controllare la mia mente" come se questa avesse facoltà di esistere separatamente dal nostro sè e dover essere addomesticata al nostro volere.
Ma non dovremmo essere una cosa unica?
Siamo una cosa "unica"...ma siamo composti da diversi aspetti. Vedere l'unità non significa essere una singola parte di quella unità....
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 7 settembre 2013, 13:20

Tatolina ha scritto: Temo il dolore che potrebbe accompagnarla. La lucidità ed il tempo di rendermene conto. Perchè, oltre alla sofferenza fisica, è l'assillo dell'oblio a rendermi amara la morte.
Perchè ciò che spaventa di quel passaggio, è la negazione di eternità. Che non è per forza metafisica, ma anche solo timore che nei ricordi di chi ti sopravvive si spenga la memoria di te. Che il tuo nome venga dimenticato, che nessuno mai si ritrovi a pensare a te ed ai passi che hai mosso su questa terra. Che non ci sarà trasmissione del tuo dna, che tutto il tuo essere sarà davvero soltanto materia organica che si dissolve sottoterra.
Il rapporto con la morte è "culturale"...basta guardarsi intorno per capirlo. Accettare la morte come aspetto certo della vita non significa nè cercarsela perchè tanto prima o poi accade e neanche non fare niente per preservare la vita. Uno è un istinto biologico...l'altro un retaggio culturale. Io non temo il dolore legato al passaggio...ma , soprattutto, spero di avere quella "lucidità" in più...avere paura di essere consapevole di morire è proprio la negazione della consapevolezza in ogni momento della nostra vita. L'unica cosa che potrebbe farmi male è pensare "c***o....come me la sono giocata di m***a questa vita". Proprio questo pensiero mi permette di giocarmela al meglio...e, per fortuna, non ho rimpianti e neanche frustrazioni. Tu invece sei attaccata al ricordo che GLI ALTRI avranno di te...cioè sei più preoccupata di ciò che lasci , ad una immagine di te, rispetto a ciò che fai. Non puoi vivere "serenamente" se sei sempre alla ricerca di "lasciare un segno negli altri"...perchè a quel punto non solo vivi nei pensieri che non sono reali...ma addirittura vivi sui pensieri degli altri che non sono reali come i tuoi e , per di più, non sono neanche i tuoi. Fai propio "BINGO".... :mrgreen: :mrgreen: Questo modo di vivere in "funzione" degli altri non solo non ti permette di essere "libera"...ci credo che ti senti "oppressa" da ciò che ti circonda....ma ti rendi proprio "schiava"...ma non degli altri....proprio dei tuoi pensieri legati a ciò che gli altri potrebbero pensare. Io direi proprio che questo è il tuo punto di partenza...la tua "turbolenza" è proprio questa volontà di "scuotere"(non dei tuoi penseri ma di quella "cosa" oltre i tuoi pensieri che sei tu)...di separarti da questo aspetto. Scuotiti..."turbolentati"...non rimanere aggrappata...piuttosto ti conviene cadere....
Tatolina ha scritto: La coscienza collettiva non è una percezione con conseguente rappresentazione della realtà che la rende oggettiva ed inconfutabile. E' piuttosto un' ipotesi di vasta connessione sinaptica che va ad abbracciare ogni essere pensante. Un collegamento frequenziale ad un'unica banca dati che si alimenta delle percezioni soggettive per riassemblarle in un'unica immagine, che diviene il punto d'appoggio per le successive rielaborazioni.
Ti ho parlato della coscienza collettiva, non per definirtela, ma semplicemente perchè è da anni in corso un esperimento su vastissima scala, riguardante la possibilità di "cambiare" la realtà....quindi dell'interazione tra pensiero e materia. E' fatta da fisici, hanno monitorato e continuano a monitorare dei ripetitori casuali di numeri posti in diverse parti del mondo, dove sì è evidenziato un aumento della coerenza con eventi che hanno coinvolto grosse masse di persone focalizzate sullo stesso evento... le torri gemelle spiccano su tutto. Se un "coscienza collettiva" può modificare la realtà è probabile che possa anche quella individuale. Anche su questo ci sono diversi esperimenti "seri". Ora , comunque, il punto non è la tua visione del mondo rispetto alla mia...ma dove ti porta la tua in termini di qualità della vita percepita da te.
Tatolina ha scritto:Considero la mente un hard disk collegato ad un server centrale, dal quale dipende e che a sua volta gestisce. Un interscambio continuo di bit che concorre alla formazione di un'idea estesa. Ma che non è per forza la fedele rappresentazione di ciò che è, ma il risultato del lavoro di miliardi di inconsapevoli programmatori.
Forse esiste, là, fuori da noi, una realtà oggettiva. Ma non saremo mai in grado di conoscerla.
Però devi decidere...non ci può essere una fedele rappresentazione di ciò che è se per te ogni pensiero è realtà. Se dici che forse esiste una realtà "oggettiva" non puoi sapere se è conoscibile o meno ma , per te non saremo mai in grado di conoscerla. Pero' se ho il pensiero di poterla conoscere...perchè non dovrei? Se tutti gli inconsapevoli programmatori diventassero consapevoli programmatori che succederebbe? Perchè allora non inizi ad essere una consapevole programmatrice della tua vita? Ciò non prevede una schiavitù dalla tua mente...ma una mente che ti aiuti a diventare consapevole...
Tatolina ha scritto: Tutto ciò che pensiamo è reale, nel senso che lo è per la nostra mente. La quale non sa distinguere tra finzione e realtà. La mente non tocca, non sperimenta, non odora, non soffre fisicamente. Tutto è elaborato dalla mente sotto forma di giunzioni sinaptiche, impulsi elettrici o chimici che si traducono in un pensiero, un'idea, un'immagine, una sensazione. Tutto ciò che è fisico è vissuto da noi successivamente all'elaborazione sinaptica. Ed alla mente poco importa che ciò derivi da uno stimolo fisico reale. Ne sono prova evidente i sogni, in cui le sensazioni che proviamo sono vivide e potenti tanto quanto (addirittura di più) di quelle che proviamo negli stati di veglia. Per la mente, ciò che sogniamo è reale. E' una realtà parallela per niente dissimile da quella che viviamo quando apriamo gli occhi.
a questo ho risposto in parte sull'altro post...però , giusto per approfondire un po' anche qua, volevo mostrarti come tu parti da premesse "certe" che certe non sono. Aldilà della curiosità, e per questo ne parlo, non dovrebbero in alcun modo però modificare la tua esistenza in modo negativo, altrimenti non hanno senso. Ci sono alcune teorie, sempre in seguito a "similitudini" con la fisica quantistica che ipotizzano il nostro cervello come un vero e proprio oragno sensoriale atto a "captare" ciò che viene dall'esterno...idee e pensieri. Quindi, fa te, dove possiamo andare a parare sui "nostri pensieri"...filosoficamente il fatto di vivere in un mondo di illusioni è un concetto difficilmente contestabile...ma il succo è....tu vivi quello che stai vivendo...1000000 realtà parallele....800000 pensieri reali....un fermaglio per i capelli....tu hai la capacità, in ognuno di queste possibilità, di VIVERE BENE. Tu perchè non lo fai? Che senso ha interrogarti su ciò che c'è di più grande di te se non riesci ad occuparti , come vorresti, di te? Una volta capito che HAI UN RUOLO nella tua esistenza...usalo no? Se si parla di tutte le ipotesi per fare salotto...benvenga...ma tutto questo tuo "teorizzare" ti allontana solo da ciò che puoi fare realmente per te. Come dire...sembra che tu utilizzi la tua ottima capacità intellettiva per abbellirti i tuoi alibi che ti permettono di "ricercare" le risposte ai tuoi disagi esistenziali nell'immensa vastità dell'universo quando...hai già tutto per cambiare il tuo modo di pensare ma proprio non ti va di metterti in gioco.
Tatolina ha scritto: Dici che è paradossale essere ansiosi per una realtà che noi creiamo.
Questo è un plausibile paradosso, dal momento che non è automatico avere la consapevolezza di questo nostro ruolo di plasmatori di ciò che consideriamo la nostra realtà. E anche avvicinandoci a questa consapevolezza, ci vuole del tempo e paziente lavoro di riprogrammazione mentale per staccarsi dagli schemi imposti fin dal nostro primo istante di vita, ovvero di non essere padroni di alcunchè riguardo la nostra esistenza.
Chi te l'ha detto che ci vuole tempo? Chi ti ha detto che ci vuole un paziente lavoro di programmazione? Forse chi ti ha programmato? Forse stai solo cercando dappertutto, tranne dove dovresti provare a cercare? La consapevolezza non è automatica...ci vuole proprio un atto volontario. poi ti ci affezioni e non la molli più...la perdi ma continui a cercarla. Tu la rifiuti...
Tatolina ha scritto: Perchè scelgo proprio quella negativa.
Perchè sono stata programmata a fare questo.
E ci sto lavorando per modificare gli input in tal senso.
No non ci stai lavorando....e lo "ammetti" sotto....
Tatolina ha scritto: Mmmh. Analizzo ciò che provo durante le turbolenze.
Di getto, come già ho scritto, l'ansia che provo è perchè non posso fermare qualcosa che mi dà fastidio. Fisicamente, prima di tutto. Così come mi danno fastidio certe frequenze sonore, l'abbaglio della luce troppo forte, lo spintonamento di una massa chiassosa di gente.
Sicuramente c'è la paura che l'aereo precipiti, ma è latente e non saprei dire se è determinante nel mio stato d'ansia di quei momenti.
Analisi superficiale....a me interessa, e quando volerai sarai felice di subire qualche turbolenza, per portare a me, e alla conoscenza in generale, cosa prova il tuo corpo durante la turbolenza...vai con carta e penna....scrivi....conta i battiti....conta i respiri....fastidio, di per sè non significa niente...è soggettivo...i tuoi respiri....i tuoi battiti....come il tuo corpo ti manifesta il fastidio interessa me...
Tatolina ha scritto: chi lo dice che voglio vivere quella realtà? :mrgreen: Quando l'aereo comincia a sobbalzare, io vorrei soltanto essere da un'altra parte, con i piedi ben piantati per terra. Quindi, non voglio concentrarmi su quel "qui ed ora", perchè non mi piace per niente. :mrgreen:
BIngo! Non avere il piacere di viverla è una cosa, voler essere da un'altra parte un'altra...tu non vuoi concentrarti sul qui e ora, quindi non vuoi essere consapevole. Visto? Non ti deve piacere la turbolenza...dovrebbe piacerti lo studio che da quel evento puoi ricavare...notare finalmente come i tuoi pensieri, finalizzati alla tua conoscenza e alla tua consapevolezza ti porteranno a capire , in modo molto diverso da ora, i tuoi pensieri....il loro ruolo...e l'importanza della tua consapevolezza anche dove non c'è un "piacere". Se non ti piace per niente....non volare. Se voli non puoi non accettare che il fluido, e i corpo immersi al suo interno, oscillino nello spazio come è loro natura fare. A quel punto non ti rimane che....

Tatolina ha scritto: Dissento.
Come possiamo creare ciò che siamo, se già siamo e già siamo ciò che pensiamo. E pensiamo ciò che ci è stato indotto di pensare. E prima di arrivare alla consapevolezza di questa induzione, sempre che ci si arrivi, i "danni" alla nostra struttura originaria, sempre che ci sia e che tutti noi non si parta da una immacolata tabula rasa, sono tali da riuscire a ristrutturarla solo in parte?
Tu dissenti...ma io non penso proprio che siamo ciò che pensiamo....altrimenti l'anima di Napoleone è incarnata in più corpi contemporaneamente...e tu smetti di pensare ciò che ti è stato indotto di pensare. Oh...se fosse come dici tu saremmo Robot...
Tatolina ha scritto: Continuo a dire: è proprio il qui ed ora che vivo a non piacermi. E tu mi dirai: allora cambialo. Lo riconosci come qualcosa di estraneo, hai il potere di cambiarlo. Hai ragione. Ma qualcosa mi si è inceppato in questo processo, e non ne vengo fuori.
Non si è inceppato niente....semplicemente hai delle credenze ben saldate alle tue sinapsi di cui non ti vuoi liberare...probabilmente per paura...o forse ancora non sei arrivata a mettere in dubbio TUTTO....tu cerchi certezze per togliere quelle che hai...invece è proprio perderle, tranne quella vita/morte che ti può portare a cambiamenti "strabilianti"...tu vuoi vivere di una immagine di te....ed è un peccato...perchè vali sicuramente più dell'immagine che cerchi di inseguire...
Tatolina ha scritto: Eh no, eh!! Non puoi mica liquidarmi così la storia del fermaglio! :mrgreen:
Ma credo di capire a cosa servisse lo stratagemma.
Non penso...chi ti ha detto che è uno stratagemma?
Ciao!
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 8 settembre 2013, 14:10

mermaid ha scritto: la mia razionalità me lo assicura: io vedo che sto andando piano (tutti mi superano, sui tornanti arrivo a fermarmi prima di affrontare la curva), gli strumenti me lo confermano, le persone che viaggiano con me me lo dicono. io SO razionalmente che non sono in pericolo, ma il mio corpo reagisce in maniera incongrua. la mia mente mi sta dando un segnale di allarme che, ovviamente, non è legato alla guida, ma a qualcosa di più profondo del mio vissuto. è questo che sto cercando. e infatti io non ho paura di guidare, non credo che la macchina, nè i ponti, nè i tornanti siano pericolosi ( a differenza di chi proietta sull'aereo, il decollo o le turbolenze l'origine delle sue paure)
Come ho scritto, ero provocatoria.
Capita anche a me qualche volta di provare questo tuo disagio.
Vivendo in montagna, mi capita spesso di viaggiare su strade con strapiombi e tornanti.
Mi coglie a volte un senso di vertigine come se il vuoto mi calamitasse.
Ho letto una volta che la vertigine non è paura di cadere, ma desiderio di volare :mrgreen:

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 8 settembre 2013, 15:01

flyingbrandon ha scritto: A me non interessa avere una visione certa...non mi interessa aver ragione...non mi interessa capire l'universo e ogni suo meccanismo....definire....penso ci siano cose che non conosciamo e cose inconoscibili...mi limito a vivere curiosamente...ma il non dover trovare sempre e necessariamente una risposta, perché potrebbe non esserci, non mi da alcun fastidio.
Bingo 1 :)
Io, invece, sono assillata dal bisogno di trovare risposte.
E' sbagliato, lo so.
Ma credo rientri in quella necessità di controllo. Se definisco le cose, credo di potermene appropriare e gestirle.
Che sciocca illusione la mia.
flyingbrandon ha scritto: In natura, piante, animali...sono in armonia...perché non dovrei esserlo io? Se l'avere un qualcosa in più rispetto ad un albero significa vivere peggio di un albero...allora significa che sto usando male quel qualcosa in più. Quel disagio è la mia chiave.
Bingo 2 :)
flyingbrandon ha scritto: Proprio perché TU non sei "la mente"...puoi renderti conto, aldilà delle definizioni da fighetto, di ciò che stai vivendo come esperienza reale e ciò che stai immaginando come tale. Il pensiero viene proprio utilizzato per modificare il proprio corpo...così come si può essere consapevoli del proprio corpo e modificare i pensieri. I ritmi, le posture, tutto influenza il corpo e la mente...ma tu non sei " IL CORPO" così come non sei "LA MENTE".
E allora, chi sono io? Se non sono il mio corpo e non sono la mia mente, dove sono andata a finire?
E' proprio questo tipo di dicotomia che mi fa svalvolare :mrgreen: Perchè dobbiamo continuare a sezionarci in questo modo, senza poterci considerare un'unica entità in cui il corpo è espressione fisica di una mente che si completano, si alimentano, si ausiliano a vicenda? Cos'è la mente? Cos'è quel qualcosa al di fuori di essa che dovrebbe intervenire a ricalibrarne il pensiero? Io ho una mia idea al riguardo. Ma mi piacerebbe tu mi spiegassi meglio il modo in cui lo percepisci.
flyingbrandon ha scritto: Ma se vivi solo il pensiero della tua mente....ti manca l'esperienza...che per quanto simile è diverso dalla realtà "mentale".
Perchè "diverso"? Per il cervello questa distinzione è inesistente. L'esperienza acquisita non è diretta o indiretta per il cervello, che si ritrova ad elaborare dati indipendentemente dalla fonte dalla quale sono emessi. Se mi ustiono la mano al cervello viene lanciato un impulso che viene rielaborato sulla base dello stesso, e la stessa cosa accadrebbe se questo impulso gli provenisse da una fonte virtuale. Tutte le simulazioni che vengono effettuate nei training di ogni tipo, allenano il cervello ad un certo tipo di risposta, che diviene perfettamente automatica ed immediata. Senza il bisogno che ciò derivi da un'esperienza diretta. Posso accettare il fatto che la realtà è forse più ricca di incognite, sebbene le simulazioni al computer possano ricreare le incognite in numero esponenziale e restituire al cervello lo stesso risultato della realtà....
flyingbrandon ha scritto: Se sei consapevole della mente, significa che c'è qualcosa "oltre" la mente....e quel qualcosa sei tu. Se ti identifichi con la mente...allora sei inconsapevole e tu fai ciò per cui la tua mente è stata programmata...cioè vivi di schemi, comportamenti appresi. Non dovresti MAI diventare ciò che la mente pensa...ma fare in modo che la mente ti aiuti ad essere ciò che vuoi.
Idem some due passaggi sopra.
flyingbrandon ha scritto: Siamo una cosa "unica"...ma siamo composti da diversi aspetti. Vedere l'unità non significa essere una singola parte di quella unità....
Il corpo lo tocco, lo vedo, mi dà chiari segnali.
Il cervello so che c'è, perchè la scienza ora è in grado di mostrarmelo e rilevare le sue funzioni.
Per me non c'è altro.
O altrimenti andiamo a finire nella metafisica e nella psicologia, ma sforiamo in ambienti che al momento non hanno alcuna dimostrabilità.

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 8 settembre 2013, 15:50

flyingbrandon ha scritto: avere paura di essere consapevole di morire è proprio la negazione della consapevolezza in ogni momento della nostra vita.
Questa associazione che fai non la comprendo.
Il fatto che io temi di rendermi conto, quando accadrà, che sto morendo non diviene automaticamente un impedimento nell'essere consapevole di ogni istante di vita che mi è concesso, tantomeno di godermi questa consapevolezza. Così come di vivere pienamente ogni tipo di emozioni che la vita mi propone...
flyingbrandon ha scritto: Tu invece sei attaccata al ricordo che GLI ALTRI avranno di te...cioè sei più preoccupata di ciò che lasci , ad una immagine di te, rispetto a ciò che fai. Non puoi vivere "serenamente" se sei sempre alla ricerca di "lasciare un segno negli altri"...perchè a quel punto non solo vivi nei pensieri che non sono reali...ma addirittura vivi sui pensieri degli altri che non sono reali come i tuoi e , per di più, non sono neanche i tuoi.
Diciamo che sono ammaliata dall'idea di eternità. Non credo abbia molta importanza per me il "come" potrei essere ricordata e da chi. Ma che non vadano perse irrimediabilmente le tracce del mio passaggio. "Io ero qui": vorrei che questo permanesse. Non so se questo derivi dal fatto che non ho figli, e dunque ho la certezza che il mio codice genetico non verrà perpetuato. Faccio coincidere la mia idea di mortalità proprio con la perpetuazione della specie.
flyingbrandon ha scritto: Questo modo di vivere in "funzione" degli altri non solo non ti permette di essere "libera"...ci credo che ti senti "oppressa" da ciò che ti circonda....ma ti rendi proprio "schiava"...ma non degli altri....proprio dei tuoi pensieri legati a ciò che gli altri potrebbero pensare. Io direi proprio che questo è il tuo punto di partenza...la tua "turbolenza" è proprio questa volontà di "scuotere"(non dei tuoi penseri ma di quella "cosa" oltre i tuoi pensieri che sei tu)...di separarti da questo aspetto. Scuotiti..."turbolentati"...non rimanere aggrappata...piuttosto ti conviene cadere....
Bingo 3 :)
flyingbrandon ha scritto: Analisi superficiale....a me interessa, e quando volerai sarai felice di subire qualche turbolenza, per portare a me, e alla conoscenza in generale, cosa prova il tuo corpo durante la turbolenza...vai con carta e penna....scrivi....conta i battiti....conta i respiri....fastidio, di per sè non significa niente...è soggettivo...i tuoi respiri....i tuoi battiti....come il tuo corpo ti manifesta il fastidio interessa me...
Devo ammettere di essermi un po' persa ora.
Così tanti spunti di riflessione, così tanti imput che già sono presenti dentro di me, ma che spesso ignoro.
Perchè? percheperchepercheperche...ci sono dei perchè oltre i quali non riesco ad andare. Probabilmente, perchè oltre ci sarebbe la soluzione delle mie ansie. Ed evidentemente qualcosa dentro di me non è ancora pronto a lasciarle andare.
Ma porterò con me il fedele taccuino che non mi lascia mai, e trascriverò quanto mi chiedi. Parto, ovviamente, con la speranza di non incontrare turbolenze in volo e poterti restituire solo una pagina bianca :mrgreen: :mrgreen:
flyingbrandon ha scritto: BIngo! Non avere il piacere di viverla è una cosa, voler essere da un'altra parte un'altra...tu non vuoi concentrarti sul qui e ora, quindi non vuoi essere consapevole. Visto? Non ti deve piacere la turbolenza...dovrebbe piacerti lo studio che da quel evento puoi ricavare...notare finalmente come i tuoi pensieri, finalizzati alla tua conoscenza e alla tua consapevolezza ti porteranno a capire , in modo molto diverso da ora, i tuoi pensieri....il loro ruolo...e l'importanza della tua consapevolezza anche dove non c'è un "piacere". Se non ti piace per niente....non volare. Se voli non puoi non accettare che il fluido, e i corpo immersi al suo interno, oscillino nello spazio come è loro natura fare.
Ci rifletto.

flyingbrandon ha scritto: Tu dissenti...ma io non penso proprio che siamo ciò che pensiamo....altrimenti l'anima di Napoleone è incarnata in più corpi contemporaneamente...e tu smetti di pensare ciò che ti è stato indotto di pensare. Oh...se fosse come dici tu saremmo Robot...
Dissento :)
Essere ciò che si pensa non significa ricalcare la propria individualità su quella di un altro individuo. Oddio, questo in psichiatria in effetti accade, con gli sdoppiamenti di personalità, i disturbi deliranti ed i problemi legati alla sfera dell'individualità. E anche se credo proprio che continuare a pensare d'essere Napoleone porta all'autoconvinzione di esserlo. Se io penso "sono triste" il mio cervello si identifica con quel pensiero e si programma su quel tipo di frequenza, che mi farà essere triste. E' la forma del pensiero che ho usato e farlo diventare paradigma del mio modo di percepirmi: pensando "io sono" porto il mio cervello ad identificarsi con quella condizione. Diversamente accade se il mio pensiero diviene la sola rilevazione di uno stato d'animo che si considera passeggero: se penso "mi sento triste" il mio cervello non si identifica con la tristezza e non la rende permanente. Provare per credere :)
flyingbrandon ha scritto: Non si è inceppato niente....semplicemente hai delle credenze ben saldate alle tue sinapsi di cui non ti vuoi liberare...probabilmente per paura...o forse ancora non sei arrivata a mettere in dubbio TUTTO....tu cerchi certezze per togliere quelle che hai...invece è proprio perderle, tranne quella vita/morte che ti può portare a cambiamenti "strabilianti"...tu vuoi vivere di una immagine di te....ed è un peccato...perchè vali sicuramente più dell'immagine che cerchi di inseguire...
Touché. Chapeau.

flyingbrandon ha scritto:
Tatolina ha scritto: Eh no, eh!! Non puoi mica liquidarmi così la storia del fermaglio! :mrgreen:
Ma credo di capire a cosa servisse lo stratagemma.
Non penso...chi ti ha detto che è uno stratagemma?
Ciao!
Lo è, lo è. Lo deve essere. Altrimenti mi rimane in bocca l'acquolina per qualcosa che non ho potuto gustare :mrgreen:

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 8 settembre 2013, 16:32

Tatolina ha scritto: Bingo 1 :)
Io, invece, sono assillata dal bisogno di trovare risposte.
E' sbagliato, lo so.
Ma credo rientri in quella necessità di controllo. Se definisco le cose, credo di potermene appropriare e gestirle.
Che sciocca illusione la mia.
Non è fatto di giusto o sbagliato. E...sì...è solo una illusione il fatto di equiparare il definire qualcosa a controllarlo o gestirlo. Oltre al fatto che, dal punto di vista scientifico stesso, quando non conosci un meccanismo c'è la possibilità che tu non lo conosca perchè ancora ignoto, oppure perchè è inconoscibile. Se il fatto di non avere delle risposte diventa "disagio esistenziale", direi che è equivalente al fatto di voler ricercare qualcosa mentre ancora ti mancano troppi tasselli per comporre quello che hai già. Se la tua conoscenza potesse ampliarsi nel momento in cui inizi a sperimentare un atteggiamento "nuovo", ti ritroveresti nell'inutile ricerca di qualcosa che c'è ma che tu non puoi cogliere perchè "non hai ancora finito il livello". Io penso che vivere bene sia "la base"...nonchè il fine. La necessità di controllo, alla fine, si riduce sempre ad una eccessiva insicurezza. Io lavorerei sulla mia insicurezza piuttosto che cercare, invano, la certezza la fuori.
Tatolina ha scritto: E allora, chi sono io? Se non sono il mio corpo e non sono la mia mente, dove sono andata a finire?
E' proprio questo tipo di dicotomia che mi fa svalvolare :mrgreen: Perchè dobbiamo continuare a sezionarci in questo modo, senza poterci considerare un'unica entità in cui il corpo è espressione fisica di una mente che si completano, si alimentano, si ausiliano a vicenda? Cos'è la mente? Cos'è quel qualcosa al di fuori di essa che dovrebbe intervenire a ricalibrarne il pensiero? Io ho una mia idea al riguardo. Ma mi piacerebbe tu mi spiegassi meglio il modo in cui lo percepisci.
Sei proprio tu che "sezioni". Utilizzi il tipico modello riduzionistico delle scienze...ottimo metodo di indagine ma non UNIVERSALE per ogni aspetto della vita. E nella scienza stessa, proprio nella scoperta delle implicazioni della meccanica quantistica, si sta iniziando a fare un passo indietro. Proprio per gli effetti di cio' che circonda, di cio' che non sembrava avere direttamente influenza sulla materia che si stanno facendo dei passi indietro per rivalutare tutto in un aspetto più globale. Quando le variabili in gioco sono tante non è facile farne cambiare una alla volta e vedere gli effetti. Chi avrebbe mai pensato che la misurazione o l'osservazione potesse far cambiare lo stato di un sistema? Tu non hai la visione di corpo/mente come tutt'uno...e soprattutto ti è sfuggito, che sei tutt'uno immersa in un ambiente che è tutt'uno. E questo lo dimostri sotto....
Tatolina ha scritto: Perchè "diverso"? Per il cervello questa distinzione è inesistente. L'esperienza acquisita non è diretta o indiretta per il cervello, che si ritrova ad elaborare dati indipendentemente dalla fonte dalla quale sono emessi. Se mi ustiono la mano al cervello viene lanciato un impulso che viene rielaborato sulla base dello stesso, e la stessa cosa accadrebbe se questo impulso gli provenisse da una fonte virtuale. Tutte le simulazioni che vengono effettuate nei training di ogni tipo, allenano il cervello ad un certo tipo di risposta, che diviene perfettamente automatica ed immediata. Senza il bisogno che ciò derivi da un'esperienza diretta. Posso accettare il fatto che la realtà è forse più ricca di incognite, sebbene le simulazioni al computer possano ricreare le incognite in numero esponenziale e restituire al cervello lo stesso risultato della realtà....
Qui anche la scienza medica ( quella più arretrata ) riconosce che l'esperienza fisica (inteso nella sua interezza) di un evento è diversa dall'esperienza puramente emotiva, o puramente sensoriale di un evento. Tu parli di un cervello in vitro. Per un cervello in vitro potrebbe essere come dici tu...ma per un cervello immerso in un corpo, immerso nella vita NON è assolutamente la stessa cosa. La realtà non è solo più ricca di incognite...è proprio diversa. Ti informo che per la scienza...non ha risposte su 383848488449499 funzioni del cervello. E' totalmente incognita la genesi di un pensiero...delle emozioni....totalmente inspiegabile l'intuito ( mai riprodotto infatti in una macchina ). L'unica cosa che riesce a studiare sono le aree funzionali...ma anche lì con grandi difficoltà perchè le incognite rimangono prossime all'infinito. E non confondere l'effetto con la causa. Se cerchi di spiegarmi una emozione come una semplice scarica elettrochimica, mi spieghi a cosa corrisponde un'emozione a livello fisico. Non mi spieghi perchè ci sia questo rilascio. Tu guardi al cervello come ad un elaboratore di stimoli...il cuore, magari, come ad una pompa. Un organismo come una mera somma di organi. Non è proprio così eh...
Tatolina ha scritto: Il corpo lo tocco, lo vedo, mi dà chiari segnali.
Il cervello so che c'è, perchè la scienza ora è in grado di mostrarmelo e rilevare le sue funzioni.
Per me non c'è altro.
O altrimenti andiamo a finire nella metafisica e nella psicologia, ma sforiamo in ambienti che al momento non hanno alcuna dimostrabilità.
La rabbia non ti da chiari segnali? I Pensieri non sono mostrabili....quindi non esistono? Che c'entra che la psicologia o altro non hanno alcuna dimostrabilità? Se un evento non è prevedibile non esiste? Se non si ha una spiegazione non esiste? Se per te c'è solo il corpo....beh continua serenamente ad avere ansie, panico e mania di controllo...magari prima o poi ti viene il dubbio che ci sia dell'altro. Perché, non so se conosci bene a che livello agiscono gli psicofarmaci ma...non sono una cura...non risolvono "il problema", limitano solo la manifestazione...se fosse tutto così chiaro, come sostieni, avremmo fatto tutti BINGO. Comunque, io penso che non sia utile continuare a parlare di "teorie"....alla fine non è importante questo....e non penso tu sia qua per questo. L'unica cosa che mi piacerebbe che tu notassi è che il tuo "irrigidimento", non è tanto nel NON credere che ci sia altro...ma nel sapere che NON c'è. Non hai l'apertura di chi non ha ancora trovato la risposta. Hai la visione di chi ha gia' tutte le risposte...e nonostante non siano in linea con la realtà che ti circonda...va bene lo stesso. Continui a cercare ma con dei forti paletti. La vera ricerca, a qualsiasi livello, è apertura...soprattutto laddove non si conosce. Le definizioni, a te tanto care, non sono altro che "astrazioni"....convenzioni...sono descrizioni, non sono realtà...esattamente come non lo sono i tuoi pensieri. Però mi sfugge una cosa. Quello che ti avevo suggerito di fare era estramente "fisico"...ma quello non andava bene perchè quella realtà non ti piaceva e preferivi vagare in altri lidi, a detta tua, molto reali...anzi identici alla realtà. Poi pero' non vuoi parlare di psicologia o altro che non sia dimostrabile perché...esiste solo il corpo. Io ti parlavo di usare la mente in modo che sia un valido alleato...ma no...i pensieri ti partono da sola...sono la realtà...e non hai controllo sulla tua mente. Pero' poi sostieni di essere tutt'uno..che tutto è così semplice perchè frutto di relazioni quasi lineari e meccaniche. Domanda....secondo la tua concezione, ancora non troppo chiara per me, devi subire questi disagi? il Rimedio può essere solo chimico? Se sei tutt'uno puoi agire su di te oppure non puoi perchè i tuoi "pezzi" che pezzi non sono agiscono indipendentemente? Devi rimanere ansiosa tutta la vita?
Ciao
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 8 settembre 2013, 16:59

Tatolina ha scritto: Questa associazione che fai non la comprendo.
Il fatto che io temi di rendermi conto, quando accadrà, che sto morendo non diviene automaticamente un impedimento nell'essere consapevole di ogni istante di vita che mi è concesso, tantomeno di godermi questa consapevolezza. Così come di vivere pienamente ogni tipo di emozioni che la vita mi propone...
Capisco...in effetti se non lo sei stata è facile pensarlo. La consapevolezza, non la pura conoscenza di un momento, trovo che sia uno stato e non una emozione. Se in quello stato stai bene...lo vuoi in ogni modo. Se non ci sei stato...hai continui problemi che cercano di fartelo trovare. Tanto è vero che spesso si parla di momenti di "estrema lucidità" in punto di morte...vista anche personalmente in persone che, di lucido, ormai non avevano niente. Se hai paura di essere consapevole in un dato istante hai paura di essere consapevole in qualsiasi istante. Soprattutto, il meccanismo che poi caratterizza il tuo modo di pensare è proprio sostituire il pensiero che hai ora della morte e della paura che potresti provare nella consapevolezza di morire, con la realtà di te che muori...di cui non sai ancora niente. Scegli , il tuo pensiero, a ciò che sarà l'esperienza....e torniamo sempre al solito punto.
Tatolina ha scritto: Diciamo che sono ammaliata dall'idea di eternità. Non credo abbia molta importanza per me il "come" potrei essere ricordata e da chi. Ma che non vadano perse irrimediabilmente le tracce del mio passaggio. "Io ero qui": vorrei che questo permanesse. Non so se questo derivi dal fatto che non ho figli, e dunque ho la certezza che il mio codice genetico non verrà perpetuato. Faccio coincidere la mia idea di mortalità proprio con la perpetuazione della specie.
Ma perchè trovi così importante anche la perpetuazione della nostra specie? E perchè pensi che il tuo passaggio sia così lodevole da dover essere ricordato? Tu agisci, esisti, per te o per lasciare un segno?
Tatolina ha scritto:Perchè? percheperchepercheperche...ci sono dei perchè oltre i quali non riesco ad andare. Probabilmente, perchè oltre ci sarebbe la soluzione delle mie ansie. Ed evidentemente qualcosa dentro di me non è ancora pronto a lasciarle andare.
Ma porterò con me il fedele taccuino che non mi lascia mai, e trascriverò quanto mi chiedi. Parto, ovviamente, con la speranza di non incontrare turbolenze in volo e poterti restituire solo una pagina bianca :mrgreen: :mrgreen:
Non qualcosa dentro di te....sei tu.

Tatolina ha scritto:Se io penso "sono triste" il mio cervello si identifica con quel pensiero e si programma su quel tipo di frequenza, che mi farà essere triste. E' la forma del pensiero che ho usato e farlo diventare paradigma del mio modo di percepirmi: pensando "io sono" porto il mio cervello ad identificarsi con quella condizione. Diversamente accade se il mio pensiero diviene la sola rilevazione di uno stato d'animo che si considera passeggero: se penso "mi sento triste" il mio cervello non si identifica con la tristezza e non la rende permanente. Provare per credere :)
ma va? Certo che è così...anche se anche questo non è dimostrato sai? E' dimostrato, empiricamente, da chiunque ne faccia prova ma non è un esperimento riproducibile ovunque e ogni volta quindi, per la scienza un po' arretrata, non è valido. Però funziona. Ma , con questo, non dissenti per niente da ciò che affermo. E' dall'inizio che dico che è necessario NON identificarsi con i propri pensieri. Questo ne è un esempio. Dire sono triste, oppure provo della tristezza, banalmente simili...hanno un effetto totalmente diverso. Ma questo non conferma la tua ipotesi che "sei ciò pensi" ma che ottieni "ciò che sei", che è la mia. Infatti, se tu non riconosci la tristezza come uno stato transitorio del tuo umore, accettandolo, ti identifichi con la tristezza e , in effetti, troverai la fuori 39484930 motivi di tristezza. Nel tuo caso...il rischio di negarne l'esistenza e dire "sono felice", perchè sei ciò che pensi, ma nel caso specifico provi tristezza, è un modo molto utile per perdere fiducia in tutto. :mrgreen: Il discorso su Napoleone è proprio quello in riferimento alla psichiatria...se fosse realtà il pensiero....sarebbe pieno di Napoleoni.
Tatolina ha scritto:
Lo è, lo è. Lo deve essere. Altrimenti mi rimane in bocca l'acquolina per qualcosa che non ho potuto gustare :mrgreen:
Ahhhhh...lo è perchè lo deve.....capisco....
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MartaP
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da MartaP » 9 settembre 2013, 11:58

Tatolina ha scritto: Io, invece, sono assillata dal bisogno di trovare risposte.E' sbagliato, lo so.
Ma credo rientri in quella necessità di controllo. Se definisco le cose, credo di potermene appropriare e gestirle.
Che sciocca illusione la mia.
Il bisogno di trovare risposte non è affatto sbagliato: è la necessità del controllo, il problema !! :wink:
Devi fartene una ragione: a questo mondo si può controllare ben poco..
L'unica cosa che puoi imparare a gestire e a controllare è la tua mente.

Come ha scritto Brandon..
flyingbrandon ha scritto:...è solo una illusione il fatto di equiparare il definire qualcosa a controllarlo o gestirlo. Oltre al fatto che, dal punto di vista scientifico stesso, quando non conosci un meccanismo c'è la possibilità che tu non lo conosca perchè ancora ignoto, oppure perchè è inconoscibile. .... La necessità di controllo, alla fine, si riduce sempre ad una eccessiva insicurezza. Io lavorerei sulla mia insicurezza piuttosto che cercare, invano, la certezza la fuori.
In questo forum, Tatolina, puoi trovare tutte le risposte che vuoi, relative al mondo dell'aeronautica.
Ma non farti illusioni: io all'inizio, lungi da ogni mia aspettativa, mi sono sentita sopraffatta da tutte queste informazioni...
Ma è stato proprio allora, che ho rinunciato a qualsiasi intenzione di controllo.
flyingbrandon ha scritto: E' dall'inizio che dico che è necessario NON identificarsi con i propri pensieri.
Il pensiero cardine per riuscire a superare la fobia del volo :wink:
La mente, come sai, può essere alquanto deviante.
Devi vivere nel presente.
All'inizio hai scritto:
Tatolina ha scritto:Non temo che l'aereo possa precipitare. Ma quel sobbalzare senza poterlo fermare, la percezione evidente di non avere il controllo della situazione, di dover per forza sopportare qualcosa su cui non posso intervenire, mi crea molto disagio
Se non temi che l'aereo possa precipitare, come mai quel sobbalzare ti incute tanto disagio?
Hai mai riflettuto sul fatto che nello stesso momento in cui tu non sopporti qualcosa su cui non puoi intervenire, c'è qualcun'altro che non si preoccupa minimamente perchè è consapevole che la situazione non è foriera di una tragedia?
Eppure si tratta della stessa situazione. Ma è la PERCEZIONE personale, a fare la differenza.
Tatolina ha scritto:"Se io penso "sono triste" il mio cervello si identifica con quel pensiero e si programma su quel tipo di frequenza, che mi farà essere triste. E' la forma del pensiero che ho usato e farlo diventare paradigma del mio modo di percepirmi: pensando "io sono" porto il mio cervello ad identificarsi con quella condizione.
Proprio così: se durante una turbolenza tu pensi, inconsciamente o meno, di"stare per morire" il tuo cervello si adegua di conseguenza e farà in modo di farti tremare, diventare pallida, sudare freddo, indurre la tachicardia ecc...ecc
Se, al contrario, ti imponi di pensare che: "va tutto bene, non c'è alcun pericolo", il tuo cervello si adegua di nuovo e i tuoi sintomi fisici poco alla volta scompaiono... :wink: :)
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 9 settembre 2013, 22:16

Flyingbrandon, MartaP, grazie per le vostre risposte.
E' un bel po' di materiale su cui riflettere, quello che mi fornite.
Mi sento un po' fatta a pezzetti, devo dire :mrgreen: :mrgreen:
Quando riemergo, ben lieta di ribattere ad ogni singolo punto :D

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 9 settembre 2013, 22:36

ribattere? magari li condividi..... :roll:
Ti!

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da flyingbrandon » 10 settembre 2013, 8:55

Tatolina ha scritto: Mi sento un po' fatta a pezzetti, devo dire :mrgreen: :mrgreen:
Quando riemergo, ben lieta di ribattere ad ogni singolo punto :D
Se ti senti "fatta a pezzi"...può essere che crolli qualche immagine che hai di te...qualche credenza...qualche convinzione...e non è affatto necessario che tu riesca a creare un'altra immagine...un'altra credenza...puoi serenamente lasciare spazio al "vuoto" e riempirlo con le tue nuove "esperienze", evitando, forse, quelle oniriche,mentali per dedicarti a quelle che vivi "ORA". Sarebbe meglio, quindi, che tu non ti prendessi del tempo per riflettere...ma del tempo per trovare il tuo modo di vivere in modo consapevole. Quel tipo di esperienza ti colma più di 194848595 concetti o idee. Sempre lieti noi di scambiare 4 chiacchere...ma non devono essere necessariamente soluzioni alla tua paura di volare...al tuo modo di pensare...
Ciao!
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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da Tatolina » 22 settembre 2013, 10:45

Chiedo perdono per la lunga assenza.
Un rincorrersi frenetico di impegni che mi hanno portata in un soffio a questa giornata.
La partenza, fra poche ore.
Ho riflettuto molto su tutto quanto mi è stato detto e suggerito in questo thread (e ringrazio ancora per i preziosi contributi) e non so se sia anche grazie al fiume di parole che è stato scritto che non mi sento ancora pervasa da quel senso di terrore angosciante :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Vi farò sapere com'è andata.
Porto le vostre parole con me.
Grazie ancora.

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Re: Lungo volo...agitazione :-)

Messaggio da mermaid » 22 settembre 2013, 11:32

divertiti! :D
Ti!

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