Paura di volare sull'acqua

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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da flyingbrandon » 4 marzo 2020, 16:49

Exence ha scritto:
4 marzo 2020, 15:33
secondo me molti problemi possono diventare opportunità , ma non TUTTI scritto in maiuscolo...
occasioni di cambiamento, crescita, magari... occasioni per vedere le cose da altri punti di vista... ma non sempre celano opportunità... è solo il mio pensiero ovviamente... se per opportunità intendiamo qualcosa che ci arreca un miglioramento della nostra condizione di vita (psicologica fisica o materiale che sia)..
Quando no? Il Problema ti offre sempre l’opportunità...tu potresti non coglierla...tu generico ovviamente...
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da tartan » 4 marzo 2020, 22:03

La malattia di mia moglie e la sua conseguente morte prematura mi hanno dato l'oppurtunità di soffrire coma mai prima!
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da Exence » 5 marzo 2020, 8:53

tartan ha scritto:
4 marzo 2020, 22:03
La malattia di mia moglie e la sua conseguente morte prematura mi hanno dato l'oppurtunità di soffrire coma mai prima!
infatti mi riferivo proprio a queste cose!
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da flyingbrandon » 5 marzo 2020, 13:46

tartan ha scritto:
4 marzo 2020, 22:03
La malattia di mia moglie e la sua conseguente morte prematura mi hanno dato l'oppurtunità di soffrire coma mai prima!
Si...ci credo. Ma la sofferenza che hai provato e che provi è direttamente proporzionale alla capacità che hai avuto di amare e di essere amato...cosa non affatto banale e/o scontata. Però tu, attraverso quella sofferenza, non sei arrivato a suicidarti nè fisicamente nè emotivamente....anzi...ti sei rimesso ad insegnare con la passione che ti contraddistingue, a giovani ragazzi...10...20....30...non so...e magari a qualcuno hai cambiato la vita...non certo per le nozioni che hai saputo infondere...ma per il “messaggio” che hai passato con quelle informazioni. Hai visto nascere e crescere tuo nipote...non sei morto dentro...hai continuato a dare e ricevere. Più ami e più soffri ma non penso tu sia una di quelle persone che dicono “allora avrei preferito non farlo o non vivere questa relazione”....o si? L’elaborazione del lutto, o l’idea concreta della nostra stessa morte non può che portare sofferenza tanto più quando ci si rende conto di quello che si ha tra le mani. Anche nel momento in cui sembra insopportabile....inconcepibile...tanto più sei stato “coerente” con i tuoi sentimenti e il tuo modo di vere in modo naturale, tanto più il messaggio associato al dolore è che hai vissuto e non sei sopravvissuto. Vivere, per l’appunto, non significa andare avanti e basta, in modo anafettivo, ma vivere ogni sfaccettatura della propria esistenza. Io, per quello che ti conosco, non ho dubbi che avresti scelto comunque di rivivere tutto. Così come vivendo non puoi non accettare la morte , così condividendo una esistenza con amore non puoi non accettare di non soffrire o soffrire poco se quell’amore termina...anche se lo dovesse fare in modo meno violento e traumatico. Quindi sì...ti ha dato un opportunità, oltre quella di soffrire come non mai...e mi sembra che tu l’abbia colta.,,,così come ne hai colte altre nella tua vita. Se sei qua a rompere il c***o con passione....se sei lì a giocare con tuo nipote con passione....se sei lì a cagarti sotto per il coronavirus per tua figlia....sì...hai avuto le palle per vivere....con gl annessi e i connessi. Tu hai dimostrato che non sei stato con tua moglie perchè non eri capace a stare da solo...ma perchè a stare insieme pensavate di stare meglio. Non una necessità ma una scelta. A te sembra poco insieme a tutto il resto?

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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da tartan » 5 marzo 2020, 14:05

flyingbrandon ha scritto:
5 marzo 2020, 13:46
tartan ha scritto:
4 marzo 2020, 22:03
La malattia di mia moglie e la sua conseguente morte prematura mi hanno dato l'oppurtunità di soffrire coma mai prima!
Si...ci credo. Ma la sofferenza che hai provato e che provi è direttamente proporzionale alla capacità che hai avuto di amare e di essere amato...cosa non affatto banale e/o scontata. Però tu, attraverso quella sofferenza, non sei arrivato a suicidarti nè fisicamente nè emotivamente....anzi...ti sei rimesso ad insegnare con la passione che ti contraddistingue, a giovani ragazzi...10...20....30...non so...e magari a qualcuno hai cambiato la vita...non certo per le nozioni che hai saputo infondere...ma per il “messaggio” che hai passato con quelle informazioni. Hai visto nascere e crescere tuo nipote...non sei morto dentro...hai continuato a dare e ricevere. Più ami e più soffri ma non penso tu sia una di quelle persone che dicono “allora avrei preferito non farlo o non vivere questa relazione”....o si? L’elaborazione del lutto, o l’idea concreta della nostra stessa morte non può che portare sofferenza tanto più quando ci si rende conto di quello che si ha tra le mani. Anche nel momento in cui sembra insopportabile....inconcepibile...tanto più sei stato “coerente” con i tuoi sentimenti e il tuo modo di vere in modo naturale, tanto più il messaggio associato al dolore è che hai vissuto e non sei sopravvissuto. Vivere, per l’appunto, non significa andare avanti e basta, in modo anafettivo, ma vivere ogni sfaccettatura della propria esistenza. Io, per quello che ti conosco, non ho dubbi che avresti scelto comunque di rivivere tutto. Così come vivendo non puoi non accettare la morte , così condividendo una esistenza con amore non puoi non accettare di non soffrire o soffrire poco se quell’amore termina...anche se lo dovesse fare in modo meno violento e traumatico. Quindi sì...ti ha dato un opportunità, oltre quella di soffrire come non mai...e mi sembra che tu l’abbia colta.,,,così come ne hai colte altre nella tua vita. Se sei qua a rompere il c***o con passione....se sei lì a giocare con tuo nipote con passione....se sei lì a cagarti sotto per il coronavirus per tua figlia....sì...hai avuto le palle per vivere....con gl annessi e i connessi. Tu hai dimostrato che non sei stato con tua moglie perchè non eri capace a stare da solo...ma perchè a stare insieme pensavate di stare meglio. Non una necessità ma una scelta. A te sembra poco insieme a tutto il resto?

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Fossi una donna, ti amerei! :mrgreen: Sarebbe una opportunita? :mrgreen:
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da Daniela75 » 5 marzo 2020, 14:36

flyingbrandon ha scritto:
4 marzo 2020, 15:13
Forse è presto, per te, per dire di non esserne convinta. Forse, ancora, non ti è capito ti notare che un problema di ieri ti ha offerto l’opportunità per vivere oggi altro di estremamente bello o importante per te.
Faccio ancora fatica ad accostare la parola opportunità, che ha un’accezione positiva, alla parola problemi.
Sapevo anche prima di essere il risultato delle mie esperienze positive e soprattutto negative… e nonostante ciò alcune me le sarei evitate volentieri.
Eppure sarei ben contenta di trovare un senso, un'opportunità a certe esperienze perché sarebbe più facile accettarle, questo penso valga in generale e nn solo per me.
Eh sì nn l’ho notato in effetti... magari semplicemente nn c'è... :mrgreen:... ma ti dirò... nn vorrei soffermarmi troppo ora su ciò che è stato visto che la zavorra me la sono portata dietro fino a ieri… forse è presto… magari più avanti avrò il distacco necessario per pensarci.
flyingbrandon ha scritto:
4 marzo 2020, 15:13
Il fatto che i problemi siano opportunità non significa che una persona si auguri di avere problemi da risolvere...
E su questo siamo tutti d’accordo.
flyingbrandon ha scritto:
4 marzo 2020, 15:13
già non impanicarti e rimanere tranquilla e serena trovo che sia un ottimo risultato.
Ma....se hai avuto un problema e ora noti che non ti sei impanicata e sei rimasta tranquilla e serena....non trovi che sia stata una opportunità per appurare che il tuo modo di pensare sia notevolmente diverso e abbia un impatto notevole sulla tua vita?
Senza ombra di dubbio, nn tornerei indietro per nulla al mondo… se consideri che adesso sono io a tranquillizzare gli altri quando prima era esattamente il contrario… ho detto tutto :mrgreen:
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da tartan » 5 marzo 2020, 14:53

tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:05

Fossi una donna, ti amerei! :mrgreen: Sarebbe una opportunita? :mrgreen:
Al di la della battuta alla quale non sono riuscito a rinunciare devo dire che anche prima dell'opportunità avuta io ero dedito ad attività con ragazzi. Quando mia moglie venne ad avvisarmi che mio padre non stava bene io ero nel laboratorio fotografico che avevo attivato per i ragazzi che frequentavano l'associazione cattolica dei frati francescani di via merulana a Roma e prima ancora, quando mia moglie ancora non la conoscevo neanche, ero in Francia come assistente in una colonia di ragazzi della periferia di Parigi, io per imparare il francese e loro per fare le vacanze in Bretagna e quell'anno fui nominato e premiato come migliore assistente dell'anno. Un padre di uno dei ragazzi c he avevo con me mi cercò perchè il figlio si era lamentato che lo avevo rimproverato aspramente. Il tipo era alto e grosso come un vikingo e quando gli spiegai i motivi mi strinse la mano e mi disse che avevo fatto proprio bene. (fra l'altro il piccolo aveva una sorella più grande proprio niente male).
Tutto questo per dire che non avevo proprio bisogno di altre opportunità per lavorare con i ragazzi!
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da Exence » 5 marzo 2020, 16:21

tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:53
tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:05

Fossi una donna, ti amerei! :mrgreen: Sarebbe una opportunita? :mrgreen:
Al di la della battuta alla quale non sono riuscito a rinunciare devo dire che anche prima dell'opportunità avuta io ero dedito ad attività con ragazzi. Quando mia moglie venne ad avvisarmi che mio padre non stava bene io ero nel laboratorio fotografico che avevo attivato per i ragazzi che frequentavano l'associazione cattolica dei frati francescani di via merulana a Roma e prima ancora, quando mia moglie ancora non la conoscevo neanche, ero in Francia come assistente in una colonia di ragazzi della periferia di Parigi, io per imparare il francese e loro per fare le vacanze in Bretagna e quell'anno fui nominato e premiato come migliore assistente dell'anno. Un padre di uno dei ragazzi c he avevo con me mi cercò perchè il figlio si era lamentato che lo avevo rimproverato aspramente. Il tipo era alto e grosso come un vikingo e quando gli spiegai i motivi mi strinse la mano e mi disse che avevo fatto proprio bene. (fra l'altro il piccolo aveva una sorella più grande proprio niente male).
Tutto questo per dire che non avevo proprio bisogno di altre opportunità per lavorare con i ragazzi!
io mi trovo in linea con il tuo pensiero ::oops: senza quella disgrazia avresti comunque proseguito con tutte quelle attività, magari anche con più entusiasmo o magari senza dover forzare dei sorrisi, in quel periodo brutto...
diciamo che il fatto che non hai smessso di vivere ha mostrato la tua forza d'animo e il fatto che sei stato ancora capace di amare, nello specifico figlia e nipote, senza barricarti nel dolore... questa cosa ha mostrato la bella persona che sei, ma diciamocelo che la bellezza di una persona può emergere lo stesso senza dover per forza superare momenti come quello...
a ottobre mia mamma è quasi morta e per carità, sono riuscita a gestire tutto ma il rumore che mi è rimasto nella testa è più un disturbo che un dono.. ;)
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da tartan » 5 marzo 2020, 16:47

Non sono stato così bravo! Tutto, e dico tutto , il lavoro che avevo fatto prima, l'ho passato ad altri dopo il fatto di mia moglie. Non sono stato in grado di trarre vantaggi dall'opportunità, se cosi si può dire, anzi, ho penato molto. Poi, ma solo poi, il mio essere , a prescindere, ha preso il sopravvento e sono TORNATO ad essere quasi quello che ero, perciò ritengo che la cosiddetta opportunità, in realtà, non c'è stata.
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da flyingbrandon » 5 marzo 2020, 17:42

Daniela75 ha scritto:
5 marzo 2020, 14:36

Faccio ancora fatica ad accostare la parola opportunità, che ha un’accezione positiva, alla parola problemi.
Sapevo anche prima di essere il risultato delle mie esperienze positive e soprattutto negative… e nonostante ciò alcune me le sarei evitate volentieri.
Allora non usare la parola problema....enigma...sfida...ti gratifica di più?
Daniela75 ha scritto:
5 marzo 2020, 14:36
Eppure sarei ben contenta di trovare un senso, un'opportunità a certe esperienze perché sarebbe più facile accettarle, questo penso valga in generale e nn solo per me.
La vita è fatta così...il senso lo dai tu non te lo da lei. Dire “Trovarlo ” sembra che ci sia o ci debba essere.....darlo, invece, mette te in primo piano, attraverso la tua percezione. Un po’ come la coincidenza e la sincronicità di Jung. Tu vivi perchè sei nata...quello che fai della tua vita è una questione tua. La vita ti offre spunti, opportunità...esperienze....puoi dare il nome che vuoi tu...la vita non fornisce “connotazioni”...quelle le fornisci tu. Oggi inciampi e ti spacchi una gamba. E’ negativo? Pare di si. Però con la gamba rotta non fai un’azione che avrebbe fatto succedere qualcosa che ti avrebbe ammazzata. Nè io nè tu possiamo saperlo...quindi non ha senso pensare al fatto che sia un fatto necessariamente positivo....ma non è neanche sensato pensare al fatto negativo. Il punto è cosa decidi di fare tu nel periodo di gesso con la gamba rotta. Puoi stracciarti le palle, annoiarti a morte , lamentarti e soffrire , patire il dolore...oppure fare qualcosa che non avresti potuto fare , oggi, se fossi stata al lavoro e fossi dovuta correre altrove. L’opportunità è la capacità di reagire al presente con ciò che hai. E’ dimostrare la capacità di adattamento alla situazione che hai. Quando divieni consapevole della tua capacità di affrontare la vita...difficilmente vieni intercettata dalle “minchiate” e dalle ansie. Diventi più tranquilla e più lucida...proprio nei momenti in cui è necessario che tu lo sia. Sai e senti che la prima persona che interpelli....sei tu. Non senti il bisogno, in quanto necessità, di sentire altri, avere approvazioni o avere rassicurazioni...ti senti più “solida”...e tutto questo è il risultato di una maggiore consapevolezza di te e del tuo ruolo nella tua vita. Non esiste esperienza che non possa renderti sempre più consapevole...ed è per questo che i problemi...diventano opportunità. Non per gli esiti...non perchè non si soffra più...o non si abbia più paura...ma perche sai che ci sei...e ci sei con tutta te stessa...perchè la tua mente, seppur non infallibile, è una tua valida alleata.
Daniela75 ha scritto:
5 marzo 2020, 14:36
Senza ombra di dubbio, nn tornerei indietro per nulla al mondo… se consideri che adesso sono io a tranquillizzare gli altri quando prima era esattamente il contrario… ho detto tutto :mrgreen:
Dici poco...se non fosse vita direi che è magia...
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da flyingbrandon » 5 marzo 2020, 17:57

tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:53
tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:05

Fossi una donna, ti amerei! :mrgreen: Sarebbe una opportunita? :mrgreen:
Al di la della battuta alla quale non sono riuscito a rinunciare devo dire che anche prima dell'opportunità avuta io ero dedito ad attività con ragazzi. Quando mia moglie venne ad avvisarmi che mio padre non stava bene io ero nel laboratorio fotografico che avevo attivato per i ragazzi che frequentavano l'associazione cattolica dei frati francescani di via merulana a Roma e prima ancora, quando mia moglie ancora non la conoscevo neanche, ero in Francia come assistente in una colonia di ragazzi della periferia di Parigi, io per imparare il francese e loro per fare le vacanze in Bretagna e quell'anno fui nominato e premiato come migliore assistente dell'anno. Un padre di uno dei ragazzi c he avevo con me mi cercò perchè il figlio si era lamentato che lo avevo rimproverato aspramente. Il tipo era alto e grosso come un vikingo e quando gli spiegai i motivi mi strinse la mano e mi disse che avevo fatto proprio bene. (fra l'altro il piccolo aveva una sorella più grande proprio niente male).
Tutto questo per dire che non avevo proprio bisogno di altre opportunità per lavorare con i ragazzi!
Forse mi sono spiegato male...non ho detto che grazie a quello tu hai potuto avere un contatto con i ragazzi. Il punto è che nonostante quello tu hai mantenuto quella percezione che ciò che hai vissuto era meritevole nonostante la successiva sofferenza. Hai incanalato le tue passioni in altro...sei rimasto vivo. Quando morirai (grattati) non avrai nulla da rimpiangere del tuo rapporto...di ciò che hai vissuto...del segno che avrai lasciato a chi ti ha conosciuto. Tu hai realizzato la capacità di vivere...e di farlo amando...che siano persone....vita....e lavoro....e, non ultimo, di farti amare. Magari siete tutti più illuminati di me ma non è facile amare ogni secondo della vita, anche con una persona, finchè stai vivendo con quella persona o facendo quel lavoro...per quanto ci si sforzi ci saranno sempre giornate “no”...litigi inutili...dubbi ...pensieri...incazzature oltre modo...non ci sono mai le risposte....devo continuare? Devo mollare? Faccio bene? Faccio male? Io non ho conosciuto nessuno capace di focalizzare il momento in ogni momento....soprattutto perchè non puoi sapere cosa accadrà successivamente. Non esiste la cosa giusta da fare proprio perchè non sai come evolverà. Nella vita, mano a mano, non puoi far altro che perdere ciò che ti ha accompagnato...perdi persone, perdi lavoro, perdi le capacità che avevi da giovane...fino a perdere la vita. All’ultima non hai più possibilità...alle altre ti adatti e puoi vivere più forte di prima...oppure non farcela. Se ce la fai hai colto l’opportunità...se non ce la fai perdi l’opportunità. Quello che decide da che parte vai è proprio ciò che ti rimane di ciò che è stato anche nel momento in cui non c’è più. La tua reazione e la tua capacità di esprimere la vitalità che ti è rimasta e riuscire a godere ancora è la sfida ...il problema. Oh...il lutto è lutto...ma sei destinato a viverlo ....uno che non lo vive è uno che ha vissuto proprio poco....quindi non lo ritengo “fortunato”...o , se vuoi, secondo i discorsi fatti lo è solo per il fatto di non aver provato la sofferenza di perdere una persona cara...ma non lo ritengo comunque fortunato.
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da flyingbrandon » 5 marzo 2020, 18:14

Exence ha scritto:
5 marzo 2020, 16:21

questa cosa ha mostrato la bella persona che sei, ma diciamocelo che la bellezza di una persona può emergere lo stesso senza dover per forza superare momenti come quello...
No non è così...non emerge a te. Un conto è pensare di poter fare un conto è fare. La distinzione che fai tu è la differenza che c’è tra teoria e pratica. Per questo puoi trovare persone che teorizzano da Dio ma poi cadono come foglie secche di fronte alla loro esistenza. Tu puoi raccontarti agli altri ma non la racconti a te. Non raggiungi un determinato livello di sensibilità alla vita se non la vivi...e viverla significa vivere OGNI aspetto...non solo quelli “leggeri” o poco pesanti. Anche la scienza ha dimostrato dell’efficacia di una esperienza a forte impatto emotivo ...hai cambiamenti fisiologici importanti. E non stiamo parlando di esperienze paranormali....ma di esperienze non solo normali ma naturali e certe. Non sempre l’esperienza che segna , però, fa fare quel salto....certi rimangono uguali o peggiorano...per questo non sono esperienze necessariamente positive ma le definisco “opportunità”. Secondo me, non a caso , le persone di un certo spessore o “vissute” le definisci “profonde”....per essere profondo devi esserti mosso in profondità...per farlo devi aver vissuto in un certo modo e essere andato davvero giù....avere la percezione degli spazi che ti circondano. Ti sei soffermata sull’entusiasmo...ma quello non è un segno distintivo. Associare la persona entusiasta e positiva quando sta bene , non gli è successo niente è un buon segno...ma è ben più facile. Io preferisco la persona che ha vissuto in profondità e ama ancora vivere. C’è chi nelle “disgrazie” trova l’alibi....e c’è chi trova , suo malgrado, l’opportunità. C’è chi cerca disperatamente aiuto e chi si aiuta (anche con l’aiuto degli altri). C’è chi cresce e chi rimane lì immobile ad aspettare....cosa non si sa. Se pensi fermamente che la vita sia nelle tue mani allora non puoi pensare che si possa vivere meglio senza esperienze o che debbano necessariamente essere “positive” o prive di sofferenza.
Ciao!
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da flyingbrandon » 5 marzo 2020, 18:16

tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 16:47
Non sono stato così bravo! Tutto, e dico tutto , il lavoro che avevo fatto prima, l'ho passato ad altri dopo il fatto di mia moglie. Non sono stato in grado di trarre vantaggi dall'opportunità, se cosi si può dire, anzi, ho penato molto. Poi, ma solo poi, il mio essere , a prescindere, ha preso il sopravvento e sono TORNATO ad essere quasi quello che ero, perciò ritengo che la cosiddetta opportunità, in realtà, non c'è stata.
Da ciò che dici più che non esserci stata...non ne hai colto la profondità e il successo con la consapevolezza...però, per fortuna, sei saggio e una parte di te non solo l’ha colta ma l’ha sfruttata...a prescindere da te....
Ciao!
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Re: Paura di volare sull'acqua

Messaggio da tartan » 5 marzo 2020, 18:32

flyingbrandon ha scritto:
5 marzo 2020, 17:57
tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:53
tartan ha scritto:
5 marzo 2020, 14:05

Fossi una donna, ti amerei! :mrgreen: Sarebbe una opportunita? :mrgreen:
Al di la della battuta alla quale non sono riuscito a rinunciare devo dire che anche prima dell'opportunità avuta io ero dedito ad attività con ragazzi. Quando mia moglie venne ad avvisarmi che mio padre non stava bene io ero nel laboratorio fotografico che avevo attivato per i ragazzi che frequentavano l'associazione cattolica dei frati francescani di via merulana a Roma e prima ancora, quando mia moglie ancora non la conoscevo neanche, ero in Francia come assistente in una colonia di ragazzi della periferia di Parigi, io per imparare il francese e loro per fare le vacanze in Bretagna e quell'anno fui nominato e premiato come migliore assistente dell'anno. Un padre di uno dei ragazzi c he avevo con me mi cercò perchè il figlio si era lamentato che lo avevo rimproverato aspramente. Il tipo era alto e grosso come un vikingo e quando gli spiegai i motivi mi strinse la mano e mi disse che avevo fatto proprio bene. (fra l'altro il piccolo aveva una sorella più grande proprio niente male).
Tutto questo per dire che non avevo proprio bisogno di altre opportunità per lavorare con i ragazzi!
Forse mi sono spiegato male...non ho detto che grazie a quello tu hai potuto avere un contatto con i ragazzi. Il punto è che nonostante quello tu hai mantenuto quella percezione che ciò che hai vissuto era meritevole nonostante la successiva sofferenza. Hai incanalato le tue passioni in altro...sei rimasto vivo. Quando morirai (grattati) non avrai nulla da rimpiangere del tuo rapporto...di ciò che hai vissuto...del segno che avrai lasciato a chi ti ha conosciuto. Tu hai realizzato la capacità di vivere...e di farlo amando...che siano persone....vita....e lavoro....e, non ultimo, di farti amare. Magari siete tutti più illuminati di me ma non è facile amare ogni secondo della vita, anche con una persona, finchè stai vivendo con quella persona o facendo quel lavoro...per quanto ci si sforzi ci saranno sempre giornate “no”...litigi inutili...dubbi ...pensieri...incazzature oltre modo...non ci sono mai le risposte....devo continuare? Devo mollare? Faccio bene? Faccio male? Io non ho conosciuto nessuno capace di focalizzare il momento in ogni momento....soprattutto perchè non puoi sapere cosa accadrà successivamente. Non esiste la cosa giusta da fare proprio perchè non sai come evolverà. Nella vita, mano a mano, non puoi far altro che perdere ciò che ti ha accompagnato...perdi persone, perdi lavoro, perdi le capacità che avevi da giovane...fino a perdere la vita. All’ultima non hai più possibilità...alle altre ti adatti e puoi vivere più forte di prima...oppure non farcela. Se ce la fai hai colto l’opportunità...se non ce la fai perdi l’opportunità. Quello che decide da che parte vai è proprio ciò che ti rimane di ciò che è stato anche nel momento in cui non c’è più. La tua reazione e la tua capacità di esprimere la vitalità che ti è rimasta e riuscire a godere ancora è la sfida ...il problema. Oh...il lutto è lutto...ma sei destinato a viverlo ....uno che non lo vive è uno che ha vissuto proprio poco....quindi non lo ritengo “fortunato”...o , se vuoi, secondo i discorsi fatti lo è solo per il fatto di non aver provato la sofferenza di perdere una persona cara...ma non lo ritengo comunque fortunato.
Ciao!
Vorrei chiudere questo argomento, però lo vorrei chiudere con un rammarico enorme che mi porto dietro, anche se non centra con la paura di volare o di vivere o di quello che è, ormai ci sono e lo dico: quello che maggiormente rimpiango e che non mi perdono è di non aver compreso che mia moglie stava morendo, anzi, di averlo forse capito ma di non averlo accettato e quindi ho ancora nella mia mente il suo sorriso e il suo volto rilassato mentre non rispondeva ai miei richiami, così ho chiamato il 113, l'ho fatta portare in ospedale e li è poi morta. Poteva morire vicino a me ma io glielo ho impedito. Questo non riesco a perdonarmelo! Non riesco a comprendere l'opportunità che mi è stata data in questa circostanza.
Non mi rispondere, non ne voglio più parlare.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.

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